Un lungo colloquio Mussolini-Gombos

Un lungo colloquio Mussolini-Gombos L'attenzione dell'Europa rivolta al Convegno di Roma Un lungo colloquio Mussolini-Gombos Calorosa accoglienza al Cancelliere Dollfuss ROMA, 13 nollc. Oggi, alle ore 12, il Capo del Governo ha ricevuto a Palazzo Venezia il generale J. Gombos, Presidente del Consiglio ungherese. Il colloquio, improntato alla più viva cordialità, si è protratto per oltre un'ora e mezza. L'arrivo di Dollfuss L'incontro con il Capo del Governo Roma, 13 notte. Questa sera, alle 21,40, è giunto p. Roma il Cancelliere d'Austria Dollfuss. Il Duce si era recato alla stazione per porgergli il primo saluto. Erano inoltre presenti il Sottosegretario alla Presidenza S. E. Rossotti e il Sottosegretario agli Esteri S. E. Suvich, con i capi di Gabinetto della Presidenza S. E. Bianchetti e degli Esteri S. E. Aloisi, il Governatore di Roma Principe Boncompagni-Ludovisi, il Ministro d'Italia a Vienna Preziosi, il generale Goggi comandante il Corpo di Armata il conte Senni capo del cerimonia!:! del Ministero degli Esteri, il Prefetto e il Questore di Roma, il Ministro di Ungheria presso il Quirinale barone Villani, il personale della Legazione austriaca a Roma con l'addetto militare, il Ministro d'Austria presso il Vaticano, il vescovo Hudal con il capitolo della Chiesa austriaca di Santa Maria dell'Anima e gli allievi seminaristi e infine la colonia austriaca a Roma. Reparti di carabinieri e "l metropolitani erano schierati in servizio d'onore. Insieme al Cancelliere d'Austria viaggiavano i Ministri Schuller e Hornoboitel, il capo di Gabinetto del Cancelliere Ministro Blaas, il Ministro d'Austria a Roma dottor Rintelen andatogli incontro. Il Duce, che al suo arrivo alla stazione era stato accolto con fervide acclamazioni da parte della folla raccolta sul piazzale, ha salutato cordialmente S. E. Dollfuss, il quale poi ha ricevuto l'omaggio delle autorità presenti. Uscito sul piazzale della stazione insieme al Duce, la manifestazione al Capo del Governo italiano e all'ospite è durata fino a quando essi hanno preso posto in automobile e si sono allontanati. La giornata di Gombòs L'arrivo di Dollfuss è stato premuto di, ventiquattro ore da quello di Gombos, che ha impiegato la prima "tornala romana in una serie di visite ufficiali e nel primo colloouio con il Capo del Governo. Il Presidente del Consiglio Ungherese, dopo essersi trattenuto con il Ministro d'Ungheria a Roma e con le personalità del suo seguito, ha labiato la Legazione d'Ungheria, /presso la quale è alloggiato, poco dopo le undici, dirigendosi al Pantheon per rendere omaggio alle tombe dei Reali. Il corteo delle automobili era così composto: sulla prima vettura prendevano posto il generale Gombos ed il Capo del cerimoniale; nella seconda vettura, il barone Villani, Ministro d'Ungheria presso il Quirinale, un funzionario del cerimoniale e l'Aiutante di campo. Un plotone di Carabinieri Reali, in alta uniforme, prestava servizio d'onore in Piazza del Pantheon dove si è radunata una numerosissima folla che, al passaggio dell'automobile nella quale era il generale Gombos, ha tributato ripetute ovazioni all'indirizzo del Capo del Governo della Nazione amica. Le rappresentanze dei Veterani erano sulla soglia del Pantheon a ricevere il Presidente del Consiglio ungherese. S. E. Gombos, dopo avere apposto la sua firma sull'albo dei visitatori, ha fatto deporre due corone sulle tombe dei Re; quindi, in automobile e con lo stesso seguito, ha raggiunto Piazza Venezia per rendere omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Davanti al Vittoriano prestavano servizio d'onore i Carabinieri Reali; a ricevere il Presidente del Consiglio Ungherese, si trovava il ViceGovernatore di Roma, il Prefetto ed un folto gruppo di Ufficiali del Presidio in rappresentanza di tutte le Armi. S. E. Gombos ha sostato un minuto in devoto raccoglimento davanti alla tomba, presso la quale ha poi deposto una corona d'alloro; anche qui, compiuto il breve rito, S. E. Gombos è stato fatto segno ad una cordiale e deferente manifestatone di simpatia da parte della folla che s'era venuta raccogliendo sulla piazza. La corona deposta da S. E. G'imbos sul Vittoriano reca la semplice scritta : .<. Giulio Gombos. Presidente del Consiglio d'Ungheria ». Alle ore 12 noi il Capo del Governo ha ricevuto a Palazzo Venezia il generale Gombos. Con l'udienza del Capo del Governo si è conclusa la prima parte della giornata di oggi dell'ospite magiaro. L'udienza in Vaticano H Presidente del Consiglio ungherese si è quindi recato alla sede della Legazione ungherese presso il Vaticano, dove è stata data una colazione in suo onore. Questa sera il generale è stato ricevuto dal Pontefice; è arrivato in Vaticano alle 19, mentre il Papa ancora tratteneva in udienza l'Associazione dei Carabinieri in congedo; e quindi la sua prima visita è stata per il Cardinale Segretario di Stato col quale si è intrattenuto fino alle 19,30, ora fissata per l'udienza pontificia. LI Capo del Governo ungherese è stato trattenuto per più di mezz'odi ra, in cordiale colloquio, dal Papa; - e poi ha lasciato il Vaticano. ji I^e speranze del Cancelliere austriaco Vienna, 13 notte. Il Cancelliere Dollfuss, prima di partire per Roma, ha ricevuto un collaboratore del Fiigyetlensey — organo del Presidente del Consiglio ungherese Gombos — e gli ha detto : « L'unica Conferenza internazionale che abbia preso decisioni unanimi è stata quella di Stresa; alle decisioni fu data la veste di consigli senza sanzioni. Proseguendo sulla via segnata a Stresa, il nostro compito consiste ora nei preparare il risanamento economico dell'Europa centrale, ed in primo luogo nel realizzare metodicamente il programma economico esposto nel noto memorandum danubiano dell'Italia. Naturalmente incominceremo con lo sviluppare i vigenti Trattati di commercio mediante accordi bilaterali, e senza aspirare ad un blocco politico ed economico: gli accordi integrandosi a vicenda daranno ai tre Paesi il massimo raggiungibile nelle odierne condizioni. « E' escluso che altri Stati possano protestare contro i risultati della Conferenza, essendo io fin d'ora convinto che essi non rivestiranno sotto nessun punto di vista carattere aggressivo per 1 terzi. Noi non aspiriamo neppure al|la esclusività, anzi ci lusinghiamo di preparare adeguatamente il terreno economico europeo per trattative con gli altri Stati confinanti interessati. Il riavvlcinamento italo-francese è stato forse determinato giusto dall'incontro a tre. « Il vivo interesse della Francia e il .suo adattamento all'Italia hanno costi. tuito auspici particolarmente favorevoI li per rincontro, giacchè il riavvicinaj mento rivela che la Conferenza romai na può essere a priori considerata una I preziosa baso per la ricostruzione ecoinomica dell'Europa. « Non dubito che il successo della Conferenza romana contribuirà in larga misura a facilitare l'opera del Governo austriaco e ad affrettare la realizzazione delle misure e delle riforme progettate. Non è mia abitudine azzardare profezie politiche — ha concluso il Cancelliere — tuttavia ho la sicura sensazione che 11 Governo di Roma non solo farà migliorare in modo notevole la situazione economica dei Paesi ad esso interessati, ma riuscirà utile all'intero Bacino danubiano e all'Europa tutta. Dopo «Il Insuccessi dei metodi di trattative seguiti nell passato, la Conferenza darà esempio della necessità di prendere nuoye vie per affrettare la rinascita economica dell'Europa ». In un commento alla partenza del Cancelliere, la Reichpost espone oggi con brevità le stesse idee, e constata, soddisfatta, che l'incontro di Roma desta ormai inquietudine solo negli ambienti politici che hanno un interesse egoistico a mantenere nell'Europa Centrale la tensione economica ed i contrasti. II nuovo linguaggio di Praga Ma i più interessanti commenti della giornata li leggiamo nella stampa che rispecchia il pensiero di Benes : così la Prager Presse scrive essere anche la Cecoslovacchia convinta della necessità di conservare e di proteggere l'indipendenza dell'Austria. <; Tale convinzione — prosegue il giornale — oltre a derivare dal rispetto degli obblighi internazionali, risulta dall'interesse che ha la Cecoslovacchia di vedere l'Europa Centrale nella calma e nella pace, e di sapere il proprio Stato garantito politicamente ed economicamente. Come l'Italia, ]a Cecoslovacchia è convinta che per garantire una pace duratura e l'indipendenza dell'Austria, è anche necessario stabilizzare la situazione nell'Europa Centrale nei riguardi politici ed economici, creando finalmente le premesse per una collaborazione amichevole, che tuteli nel modo migliore la sovranità dell'Austria. Per ora si trovano a Roma solo i rappresentanti dell'Ungheria, dell'Italia, e dell'Austria: il compito accennato può essere dunque risolto solo in parte. Ma se tale soluzione parziale vuole evidentemente arrivare allo scopo, allora essa deve tener conto anche degli interessi e dei bisogni degli altri fattori dell'Europa Centrale e delle stesse altre Grandi Potenze, e rappresentare solo la prima tappa del lavoro costruttivo che nelle fasi ulteriori dovrebbe condurre alla collaborazione con tutti 1 rimanenti vicini dell'Austria e nell'armonico equilibrio delle forze che formano il blocco nell'Europa centrale». Il Capo della delegazione austriaca recatosi a Praga per le trattative commerciali ( i cui primi risultati sono così favorevoli per l'Austria di cui abbiamo ieri già riferito) è stato oggi ricevuto da Benes; tecnici cecoslovacchi e tecnici austriaci pure discutono per vedere quale forma sarebbe migliore per conciliare i principii del Piano Mussolini e dei vigenti Trattati commerciali in vigore italo-austro-ungheresi, con il sistema economico della Piccola Intesa. Il Prager Montagsblatt scrive che se gli indizi ncn ingannano gli avvenimenti europei si sono talmente chiariti da potersi affermare che 1' Europa si trova in una svolta di importanza storica. Ogni giorno può arrecare sorprese, ma per il momento il campo politico è dominato dal Piano centroeuropeo di Mussolini. La politica estera cecoslovacca ha riconosciuto da tempo che non è possibile il risanamento politico dell'Europa centrale senza la collaborazione della Piccola Intesa con l'Italia. Il giornale rileva che lo sviluppo degli avvenimenti ha dato ragione a tale concetto, e pone poi la domanda se la Germania, almeno per il momento, ha perduto l'occasione di realizzare l'Anschluss. Dalla risposta a questa domanda — esso scrive — si vedrà se sarà possibile uno svolgimento pacifico degli avvenimenti nel prossimo avvenire. Il Narodni Listy pubblica un lungo articolo sul problema centroeuropeo, affermando che la soluzione economica si potrà effettuare soltanto su di una base politica. La tradizionale lotta dell'Italia contro l'influenza germanica nell'Europa centrale è |i jIj! ,p!| jtj) ìi |di vecchia data, e l'Italia non può i abbandonarla senza correre pericolo. S jLe stesse forze che concorsero a for-: Imare la sua storia devono servire joggi per ridifendere le posizioni. Si ! comprende quindi la politica italia-1 ,na che mira ad assicurare la indipendenza dell'Austria ed a rafforzare l'Ungheria; ma il giornale dubitai !chc tale barriera sia sufficientemen| te resistente contro l'influenza lejdesca. Una sistemazione dei rapporti economici tra l'Austria, l'Unghejria e la Piccola Intesa è possibile; ) essa non sarebbe rivolta contro nesìsuno e gli interessi delle grandi Poitenze ne trarrebbero profitto. Anche negli Stati della Piccola Intesa si incomincia a scorgere la necessità di gettare ponti da ambedue le parti per superare gli ostacoli. L'atteggiamento jugoslavo Un altro Stato della Piccola Intesa molto attivo (la politica estera romena è come paralizzata per effetto della malattia che ha impedito a Titulescu perfino di dare istruzioni ai giornali; è la Jugoslavia: secondo notizie di fonte tedesca al Neue Wiener Tageblutt, fra Jugoslavia e Germania sono in corso trattative che hanno avuto sabato a Berlino la loro più significativa espressione in un colloquio fra Hitler, Neurath ed il Ministro jugoslavo Balugic ora in viaggio per Belgrado per riferire a) proprio Governo. I due Paesi starebbero per convincersi che la lotta alla restaurazione absburgica crea un parallelismo degli interessi reciproci, tanto più che la questione absburgica avrebbe fatto raffreddare i rapporti fra Jugoslavia e Francia. L'informatore del giornale viennese non sa tuttavia dire chi abbia preso l'iniziativa per tale scambio di vedute. I legittimisti ungheresi con il loro linguaggio favoriscono la comprensione della delineantesi amicizia tedesco-jugoslava. Ancora stamane il conte Sigray ha dichiarato al giornale A Reggel avere le Grandi Potenze capito che per l'Austria esistono due sole possibilità: o un intimo legame con l'Ungheria, impossibile a giudizio di Sigray, senza la restaurazione, o l'Anschluss alla Germania. Questa seconda possibilità le Grandi Potenze vogliono impedirla ad ogni costo. Quanto alla opposizione della Piccola Intesa,' il leader legittimista, è convinto che prima o poi la Cecoslovacchia cederebbe. Noi aggiungiamo che la Jugoslavia, per noti cedere, sollecita ora l'annoggio che certi dinlomatici tedeschi insistentemente le offrirono anche nrima che Hitler si stabilisse alla Wilhelmstrasse. I. Z.