Il cadavere stritolato dal treno non era quello di Prince?

Il cadavere stritolato dal treno non era quello di Prince? FRA IL DRAMMA POLITICO E IL ROMANZO POLIZIESCO Il cadavere stritolato dal treno non era quello di Prince? Que! che si attende da una nuova autopsia — Avvocato che perde la ragione nel gabinetto del giudice Ordonneau I segreti dell'istruttoria messi a disposizione dell'ex-ministro DaSimier I! feretro ne! pantano Parigi, 12 notte. Siamo tornati al solito tran-tran quotidiano. Una deposizione dell'exMinistro Julien Durand davanti al giudice istruttore, deposizione che viene a prendere il posto della fallita convocazione a Ba.iona, ma che non è ancora detto debba essere seguita da una deposizione di Dalimier. Un ai Irò avvocato che perde la testa nel «rr.binetto del giudice e finirà probabilmente a sua volta in una casa di salute. Una nuova audizione di Romagnino con accure presumibilmente tendenziose contro Mandei. Una nuova audizione di Arietta Stavisky. Una nuova perizia medica dei poveri resti di Prince. Una nuova tesi sul delitto di Digione, nuova per modo di dire ma insomma spolverata e rimessa in circolazione dalla Liberté e da altri giornali: quella secondo cui il cadavere trovato al Km. 311 non sarebbe quello del Consigliere ma quello di un morto qualunque mentre il Prince sarebbe stato ranito prima della partenza da Parigi, sequestrato, derubato dei documenti e ucciso, magari non ucciso, tesi che non potrebbe giungere più a proposito per togliere ai giudici l'ultima oncia di coraggio nel ricercare gli assassini : « Si ricercano forse gli assassini di un uomo che potrebbe essere ancora in vita? ». La Commissione d'inchiesta per tener vive le speranze del pubblico vorrebbe proporre ai colleghi la presentazione di una domanda intesa a sospendere momentaneamente l'immunità di tutti i parlamentari ondenon rendere impossibili gli arresti che potessero risultare necessari au- rante le vacanze pasquali e prima-venli che, a differenza delle grandi [vacanze estive, non sospendono il privilegio parlamentare. A primo acchito questa proposta obbligherebbe a supporre che nelle prossime settimane altri denutati debbano entrare in galera. Ma la delusione e la sfiducia cono ormai così grandi che non si osa più credere nemmeno alla buona volontà della Commissione d'inchiesta VOejtwre osse, va che sebbene la Commissione sia inpossesso da quattro o cinque gior:ni di Un buon migUaio di matrici di assegni e abbia avuto il tempo di studiarle con tutto comodo, nessu no dei suoi membri apre bocca in proposito, tanto che il pubblico non conosce ancor oggi se non una ventina, di nomi in tutto, sempre quelli. Questa stasi sconfortante provoca ogni giorno negli ambienti extraparlamentari nuove manifestazioni di sfiducia e di sdegno. A giudizio del Quoiidien un Ministero di tregua se può non essere un Ministero d'azione ha però il dovere di essere almeno un Ministero di giustizia e di verità. Daudet, meno candido, dice che tutto quello che accade oggi in Francia si spiega benissimo dato che al Ministero degli Interni c'è un Sarraut, vale a dire un fiduciario della massoneria. Secon miuiilUil- urna, iiiaaauiiaia. kjc^un- do il polemista monarchico Sarraut _ . ..fa og?i alla piazza Beauvau nei riguardi di Pressard la parte fattavi nel 1917 da Steeg nei riguardi Malvy dopo lo strangolamento Almereyda in carcere. Dove condurrà tutto questo? All'anarchia, predica il Quoiidien: t L'anarchia minaccia la Francia e la repubblica, l'anarchia nata dal disinganno e dalla collera»; e l'Intransìgeant ad aggiungere : « Un'impazienza che ha il colore dell'inquietudine comincia ad invaderci ». Con parole diverse è insomma sempre lo stesso pensiero die si fa strada di giorno in giorno attraverso i commenti dei giornali e i discorsi delia gente. I gruppi d'azione ne approfittano per spingere innanzi la rispettiva propaganda. Le Croci di fuoco, in una riunione dove il colonnello La Rocque ha dato notizia dell'adesione di varie migliaia di nuovi membri, hanno votato un ordine del giorno così concepito: < In occasione della loro assembleagenerale annua l'Associazione delleCroci di fuoco riunito e rappresentaten numero dii 13 mila, coscienti del va-Jore morale della loro lratema e robu-sta unione su una base essenzialmentepopolare del loro totale e patriotticodisinteresse salutano rispettosamente imorti e i feriti del 5 e del 6 febbraiocaduti senz'armi per avere pubblica-mente reclamato la giustizia o .Tinte-grità dei costumi parlamentari giudi-zlarl e amministrativi, per aver lotta tò in favore della riconciliazione nazio 10 in layore acua riconcinaz.one nazio-naie e dell'onore; decidono di imporreì^tl^^A^?l^^Instancabile e un'azione costante alla luce del sole, all'infuori di tutte le combinazioni politiche e partigiane; si impegnano a mostrare all'estero che se all'ombra della vittoria del 1918 certi sviati credono poter sollevare qua e là 1 colori rossi dell'Internazionale, la bandiera tricolore ha il suo posto sovrano su tutti l punti del territorio nazionale; si felicitano di aver contribuito in prima linea alla tregua attuale ma proclamano che non rallenteranno il loro sforzo leale e risoluto prima dello stabilimento della pace definitiva in unapatria riorganizzata, sicura del suo do-mani, protettrice del suol lavoratori e «lei suoi risparmiatori, forte contro tutte le minacce interne ed estere». Dal canto suo l'on. Goy, deputato della Senna e uno dei feriti del 6 febbraio, parlando ai combattenti riuniti a Lavai ha detto alludendo al « colpc^di stato giacobino » : « La giustificazione della vostra azione essendo oggi pubblica e luminosa non ci è permesso di tollerare certi attacchi di avversari In malafede che si rifiutano di osservare la tregua. La nostra azione è stata salutare. Essa ha messo fine ad una avventura che se fosse durata qualche giorno di più ci avrebbe condotto con la guerra civile all'Inflazione e al fallimento. Gli ex-combattenti hanno op,o,1 compreso i pericoli corsi, hanno Imposto certe riconciliazioni ma temono che esse non siano durature. Al disopra e al difuori del partiti essi si organizzano per ristabilire 11 prestigio che la Francia aveva dopo la vittoria del 1918 e intanto assicurare col loro concorso il raddrizzamento dello spirito pubblico e la restaurazione della autorità dello Stato ». Al polo opposto dei patrioti, i socialisti, iniziando la campagna per il congresso nazionale che si terrà a Tolosa dal 20 al 25 maggio, lanciano un programma d'aeione annunziando che: « 1) in presenza di uno sconyolglmen- to politico che attenta alla volontà del corpo elettorale il partito esige lo scioglimento della Camera preceduto dal voto della rappresentanza proporzionale integrale; 2) il partito continuerà su tutti ì terreni e sotto tutte le forme la campagna già lmpe<,n:itu per la rivendicazione e la conquista del potere; 3) gli eventi del 6 febbraio recano una nuova giustificazione a questa rivendicazione e debbono imprimerle un carattere ancora più urgente; 4) è necessario quindi organizzare al più presto una coordinazióne di sforzi, più intima che sia possibile, con l'organizzazione corporativa della classe operaia e un'azione di riunióne di tutti gli elementi proletari, che favorisca lo slancio istintivo che all'indomani del G febbraio ha spinto le masse operaie e rurali verso l'unità d'azione, "non si lasci nè arrestare nè deviare dalle manovre di cui i dirigenti del partito comunista danno reiterati esempi e sventi invece queste manovre con l'evidenza della buona fede socialista. Questo sforzo dovrà essere condotto In modo da stabilire una distinzione netta fra un sistema parlamentare che non risponde più alle sue funzioni e dovrà subire profonde modificazioni e i diritti Individuali e collettivi che 11 popolò orjeraio e rurale ha conquistato a prezzo" di un secolo e mezzo di lotte e di sacrifici ». All' una estremità come all' altra della gamma polìtica, a un capo come all' altro della scala sociale, le reazioni allo scandalo. Stavisky immobilizzato dalla paura come feretro in un pantano si risolvono tutte in un profondo anelito di rinnova mento. C. P.

Persone citate: Almereyda, Daudet, Julien Durand, Romagnino

Luoghi citati: Francia, Parigi, Tolosa