L'arrivo di Goemboes: Dollfuss atteso per oggi

L'arrivo di Goemboes: Dollfuss atteso per oggi Alla vigilia del Convegno di Roma L'arrivo di Goemboes: Dollfuss atteso per oggi Roma, 12 notte. H Presidente Goemboes è giunto questa sera alle 21,40 a Roma per incontrarsi insieme al Cancelliere Dollfuss, col Capo del Governo italiano. L'incontro di Roma, a suo tempo annunciato, è destinato a concludere fra i tre Paesi, Italia, Austria e Ungheria, quel ciclo di trattative iniziatosi ormai da tempo. Le trattative sono state impostate sulle basi ben note della politica mussoliniana: indipendenza assoluta dell'Austria e dell'Ungheria, rafforzamento dei due Paesi appunto per difendere questa indipendenza, collaborazione con l'Italia, unica grande Potenza decisa a proteggere e difendere questi due Paesi, alla cui libertà, indipendenza e benessere è legata gran parte dell'equilibrio e della pace dell'Europa. La politica italiana segue, dunque, in questo incontro romano, la sua linea prestabilita, tracciata nel senso degli interessi dell'Italia e dei due Paesi vicini, ai quali non da oggi soltanto sono state date prove non dubbie della fedele e profonda amicizia italiana. Alla stazione di Termini Ad attendere il Capo del Governo ungherese sono convenute numerose personalità. Il Duce è giunto alla stazione di Termini alle 21,30, accompagnato '^al Sottosegretario alla Presidenza b. E. Rossoni, dal Sottosegretario agli Esteri S. E. Suvich. Erano inoltre presenti il conte Galeazzo Ciano, Capo dell'Ufficio Stampa del Cap ~> del Governo, l'Ambasciatore Aloisi Capo di Gabinetto del Ministero degli Esteri, S. E. Bianchetti Capo di Gabinetto alla Presidenza del Consiglio, il Governatore di Roma Principe Boncompagni-Ludovisi, e il generale Goggia il conte Senni Capo del cerimoniale al Ministero degli Esteri, il perso-naie della Legazione d'Ungheria con ii consigliere Devegh, il segretario De Lucacs, l'Addetto militare maggiore Szabo, il Capo Ufficio Stampa P^P^_1\^À^1^" ^^iLYii1-1.:cano Giorgio De Barcsa, il Ministro d'Austria dott. Rintelen. Erano pu Roma* con*J caS TìoK* Kovack Roma, con a capo U dott. KovacK, gli allievi dell'Accademia ungherese a Roma guidati dal dott. Gerevich, ed i seminaristi magiari. Reparti di metropolitani e di carabinieri erano schierati in servizio d'onore all'interno e nel piazzale della Stazione. In attesa dell'arrivo del treno, il Duce si è intrattenuto a conversare cordialmente con i membri della Legazione ungherese, con il direttore dell'Accademia e col Mi-nistro d'Austria Rintelen. Il treno presidenziale è giunto alle 21,40, secondo l'orario. H Presidente Goemboes era ac-compagnato dal Ministro d'Unghe-ria presso il Quirinale barone Vii-lanyl andatogli" incontro a Venezia, dal Ministro d'Italia a Budapest principe Colonna, dai Capi servizio iv,i^iot^i,ii TTovonn-H p Danilnvir-.a. ministeriali Ferenczi e Danilovica, dal barone Apor, dai consiglieri ministeriali Winkler Pecki, Nemeshegy e dall'Aiutante di campo comandante Petuhazy. L'incontro col Duce Il Presidente Goemboes era al finestrino, avendo accanto il Ministrod'Italia a Budapest. Non appena egliha scorto il Duce, ha levato il brac-cio nel saluto romano. Quando iltreno si è fermato, il Duce si è fat-to incontro all'ospite illustre, al qua-le ha porto il Suo cordiale salutomentre la Colonia ungherese accia-mava Mussolini e Goemboes. Il Presidente del Consiglio un;■ gherese ha scambiato saluti con il Ministro d'Austria presso il Quirinale Rintelen, con il Ministro d'Ungheria presso la Santa Sede De Barcza e con i Sottosegretari alla Presidenza S. E. Rossoni e agli Esteri S. E. Suvich. Nella saletta reale, poi, il Governatore Principe Boncompagni-Ludovisi ha porto il benvenuto all'ospite a nome dell'Urbe. Terminate le presentazioni, il Duce e S. E. Goemboes, usciti sul piazzale della Stazione, hanno sostato dinanzi agli obbiettivi dei fotografi, mentre una fitta folla, trattenuta dietro il servizio d'ordine, acclamava entusiasticamente. Quindi il Presidente Goemboes saliva in automobile insieme al Duce, il quale lo ha accompagnato fino alla Legazione d'Ungheria. Domani, alle 17, il Presidente del Consiglio ungherese visiterà il Gran Maestro del Sovrano Ordine Militare di Malta e si recherà presso il Cardinale Sincero, che fu Legatepontificio alle feste ungheresi ner il centenario di Sant'Emerico. Alle 19 si recherà in Vaticano per essere ricevuto in udienza dal Pan:i._ Il suo soir-rforno ufficiale cominciera il 14Per domani, è atteso anche il Cancelliere Dollfuss. La partenza da Viennadel Cancelliere austriaco Vienna, 12 notte. Il Cancelliere Dollfuss, che in un& T^/do^n?fnet^Ltnncarsi a Roma domani in aeroplanoe partito stasera col diretto delle "insieme al ministro Hornbostel e asuo capo gabinetto ministro BlaasAlla stazione l'ha salutato rincaricato d'affari italiano cav. Grazzi, essendo il ministro Preziosi partito perl'Italia già ieri. Insieme al Presidente del Consiglio ungherese Goemboes, ha intanto raggiunto Roma anche il ministro d'Italia a Budapestprincipe Colonna. Stamane il Cancelliere ha presieduto un Consiglio dei Ministri, convocato per esaminare questioni riguardanti il viaggio e prendere nota dello stato dei lavori per la riforma costituzionale. Dopo il Consilio deMinistri si è appreso che al Sottosegretariato dell'Agricoltura, lascia to vacante dal rappresentante del Landbund, Gleissner, è stato nominato il cano della Lega dei contadini cristiano-sociali, I-Iasenauer. Maggiore interesse ha suscitato la notizia che il Segretario di Stato per la Difesa, principe Schonburg-Hartenstein, è diventato in data odierna ministro. Cambiamenti di tattica Poiché il Convegno romano eserciterà una notevole influenza sulla futura posizione interna ed internazionale del Gabinetto Dollfuss, rinunciamo a scrivere oggi in quali condizioni il Cancelliere si presenta a tale Convegno; quando egli invece sia ritornato in patria l'indagine riuscirà molto più interessante potendosi con molto fondamento ritenere che allora il Cancelliere non tarderà a mostrare in quali direzioni egli creda di essersi assicurato mano libera. Senza dunque ipotecare un avvenire che tra pochi giorni si delineerà ai nostri occhi con alquanta lucidità, accontentiamoci di segnalare che il dottor Dollfuss parte per Roma con un fardello di cure non paragonabile a quello che lo gravò nei viaggi precedenti. Lo scioglimento del partito socialista determinato quando nessuno se lo aspettava dalla follìa degli stessi rossi ha semplificato molto i suoi compiti ed affrettato di mesi e mesi l'evoluzione politica interna. D'altro canto le agitazioni nazionalsocialiste — anche se la calma attuale è solo una pausa suggerita dalla opportunità di riposarsi con delle battute di aspetto — han perso dell'antica virulenza. Se le occupazioni governative gli hanno' concesso un po' di libertà, ieri il Cancelliere ha potuto ascoltare alla radio non uno dei soliti discorsi del deputato Habicht che nsccsnesildBtactsdcsl'fzpssvAmcucgtcm j jn venti minuti prodigava minaccie jodio e consigli| bensì la trasmissione di un programma austriacissimo : le stazioni tedesche infatti, con l'indifferente esattezza che è proprio delle cose meccaniche, ieri hanno diffuso 1 nell'etere non austrofobe concioni ma le parole di Walter von der Vosrelweide e di Grillparzer, marcie mi- '"ari austriache, e'musica di Haydn, di Schuberti di Mozart e di tutti quegli austriaci la cui esistenza durante 12 mesi abbiamo sentito negare con la radicale motivazione che austriaci non ve ne furono e non ve ne sono, e che viceversa vi sono solo del tedeschi. Al « vieni meco » germanico detto in musica fa eco un « vieni meco » cecoslovacco pronunciato in tono minore da delegati economici, i quali — vedi combinazione — si sono repentinamente decisi a concedere all'Austria riduzioni dosranpU richieste presentando tre liste. In pratica i vantaggi che l'indurinrometteva l ' , stna cecoslovacca si 1 «cavare sul mercato austriaco dalia salutazione della sua corona risu; Nno adesso eliminati, giacche le ri Suzioni doeranMi concesse oer ì nm : dotti austriaci arrivano fino al m ner cento. Realismo politico Quanto agli ungheresi essi non possono che ripetere all'Austria quello che in parecchie occasioni hanno già detto: mentre il Presidente del Consiglio Goemboes dichiara di recar- _ 1 si a Roma pieno di speranza, il pre : sidente della Commissione parlamen ! tare per gli Esteri, De Pekar, scrive j nella Neue Freie Presse poter la pio !coia Austria e la piccola Ungheria : essere orgogliose di avere per prime trovato una forma concreta ner il riassetto della smembrata Europa j Centrale. L'Ungheria e Austria, egli e a , o l o l n l el 9 o . a scrive, nel camoo economico si sono intese per secoli ; se adesso si aggiunge a noi l'Italia, Grande Potenza e Stato vincitore, per i due Paesi la cosa non può essere che vantaggiosa. Nello stesso giornale il deputato Fellner, industriale ungherese fra i più autorevoli, dice essere il fatto che l'industria ungherese si rende pieno conto della necessità dell'avvicinamento economico all'Italia e all'Austria, e anzi si identifichi con tale piano, una conferma dei progressi compiuti dall'idea che solo grandi e organici mercati di sbocco possano rendere possibile l'inizio della soluzione dell'attuale crisi economica. La Neue Freie Presse in un articolo di fondo qualifica l'incontro di Roma come un avvenimento del realismo politico senza contorni né di utopie né di fantasie. « T nostri rapporti con l'Italia — dice il giornale — non sono dovuti solamente alla forza di attrazione sprigio nata dalla possente personalità del Du tPccidRndngzttd«DGsnggesrlrflzvldnpsncsalpensgmscèrdce: ma sorgono dall'amore verso quel [Paese che ogni tedesco considera come una parte dei suo possesso spirituale. L'Italia ha fatto comprendere, anche attraverso 'a cooperazione e le concessioni di carattere economico ed aiuti politici, che 'a sua amicizia non vale solo per i giorni lieti, oppure è solo sentimentale e senza volontà di agire praticamente. E' nella natura del Duce questo insieme tra entusiasmo eroico e rìgido senso utilitario, questa coesistenza dl una passionalità intensa e di una diplomazia fredda e limpida. Indubbia n Nènte questo Convegno a tre è un atto , !cosl piftoresco e orfginaie come assai .|raramente avviene nel groviglio della l | politica internazionale. Egualmente si s.i andrebbe errati pensando che qui siano -! all'opera uomini che mancano, dei ne- cessario spirito di autolimitazione *. ri II giornale ritiene che il ^nye^°||di Roma non distruggerà affatto la t, a a i a- li giornale ritiene che il Convegno>.. Roma non distruggerà affatto la speranza di una intesa nell'Europa centrale, ma crede, sulla base delle notizie da Budapest, Praga e Parigi, che ci si avvierà lentamente verso | , , ,centrale, nta crede, sulla base delle|un~periodo di distensione fra i più j imnortanti. Il giornale fonda ^ opiniorj soprattutto sul fatto che a|Roma si parla più di economia cheidi politica e si agirà praticamente.| Mussolini col suo Memorandum da-[nubiano ha già indicato come si pen- j sa di regolare la situazione. Il gior-l naie riassume quindi gli elementi essenziali del Memorandum ed i concetti ai quali esso si ispira, e conclude esprimendo l'assoluta persuasione che il Convegno a tre di Roma non deluderà l'attesa che vi è per esso. Dichiarazioni alla Scupcina Sulle conferenze romane ha preso la parola stamane alla Scupcina il Ministro degli Esteri jugoslavo; dopo la visita di Ministri a Roma, Budapest e Vienna, Jeftich si aspetta fra Italia, Austria, e Ungheria altre intese in merito alla futura collaborazione. « Vedremo presto egli ha detto se si tratterà di un gruppo isolato composto di questi tre soli Paesi o dell'inizio di una vasta azione per realizzare una collaborazione con l'obiettivo di una stabile organizzazione economica nel l'Europa Centrale. Sinora non è stata fatta in proposito nessuna comunica zione ufficiale, quindi non è possibile pronunciare un giudizio ». Accennando alla specifica questione austriaca il Ministro ha osservato che non tocca alla Jugoslavia rompersi la testa per risolverla, Ammirevole franchezza, ma non meno franco Jeftic è stato nel dire che la Jugoslavia si opporrebbe a una restaurazione Absburgica. Sicché ne possiamo dedurre che la Jugoslavia sia disposta a rompersi la testa anche per il problema austriaco ove si tentasse di risolverlo in maniera ad essa non gradita. I. Z. dAIpgrsmegdqcdpSvncPolitica continuativa Londra, 12 notte. Due giornali di opinioni radicalmente opposte, la conservatrice Moming Post e la radicale News Ghronicle, compiono oggi tentativi lodevoli di chiarificazione della politica italiana in Austria e nei Balcani in genere e dei moventi che ispirano il Governo di Roma ad intervenire, con una politica nettamente realistica, ad un riassetto dell'Austria e dell'Ungheria. Il noto specialista di problemi internazionali, Vernon Bartlett, intitola oggi il suo contributo a tale chiarificazione : « La politica realistica dell'Italia » e vi aggiunge questo sintomatico sottotitolo: «Nessun desiderio di dominare l'Austria ». Egli sostiene che «dai prossimi colloqui! romani tra il Duce, il dott. Dollfuss ed il generale Goemboes, non vi è da attendersi che scaturiscano cambiamenti sensazionali nella geografia politica dell'Europa sud-orientale; non vi sarà neanche un tentativo di istituire una unione do ganale tra l'Italia, l'Austria e l'Ungheria. « Quali che siano le aspirazioni o le esperienze nutrite dall'Italia nel passato — dice il Bartlett —, ho buone ragioni di credere che la presente pòlitica verso l'Austria è essenzialmente realistica ». L'Italia si propone di rafforzare il desiderio e la capacità dell'Austria a conservare l'indipenden za» e l'Italia è altrettanto ansiosa di vedere mantenuta l'indipendenza dell'Austria, quanto l'Inghilterra è stata di vedere garantita quella del Belgio. Il corrispondente romano della Morning Post, in un lungo articolo sulla politica italiana di fronte all'Austria, si sforza pure di dimostrare la continuità e la logica di questa politica, incontestabili anche quando le varie mosse di Roma nel dopoguerra, avevano apparenza contraddittoria Come l'Italia, anche l'Inghilterra e la Francia riconoscono oggi che l'indi pendenza austriaca difficilmente potrà essere garantita in avvenire sotto un regime di democrazia destinato a tenere vive le lotte intestine ed a condurre allo sfacelo dell'unità centrale « Evento importante — scrive lo scrittore — è l'adesione data dall'Inghilterra e dalla Francia e, specialmente, da quest'ultima, ad una trasformazione del regime interno austria co. Incidentalmente va detto che questo è il più importante gesto di omaggio reso fin qui dalle democratiche capitali di Londra e di Parigi all'idea fascista». Circa la posizione assunta dal Governo Doumergue di fronte ai tentativi italiani di assicurare con mezzi pratici e non più con espressioni di buone intenzioni l'avvenire della Re- pubblica austriaca, il collaboratore di- plpmatico del Daily Telegraph riferisce stasera che il Governo francese sta compiendo uno sforzo definitivo in vista di un raggiungim'ento di compromesso fra le vedute dell'Italia e quelle della Piccola Intesa. « Parigi si rende conto — dice lo scrittore — che se i molti difensori dell'indipendenza austriaca non riusciranno ad accordarsi sul mezzo migliore di garantirla, il movimento nazionalsocialista dovrà rioortare una vittoria entro breve tempo ». Lo scrittore pensa che la concilia¬ l [zione fra Praga e Roma sarà pratica- e . e i e o e e e a bile mentre rimarrà problematica a suo giudizio quella fra Roma da un lato, Belgrado e Bucarest dall'altro. R. V. Deviazioni tedesche Berlino, 12 notte. Pochi giornali commentano il viaggio di Gómbòs e di Dollfuss a Roma. ÌSAngriff rileva la eccezionale accoglienza che la stampa italiana riserva -ai due ministri. o i a i o °|fè™^MWuna DTaticaWàtizzàzTonea edQ»ST2SHT*5 * Non possiamo del tutto sottrarci all'impressione — dice —■ che la gran- diosita della forma esteriore del rice- vimento abbia un carattere piuttosto ^MH^hS^nXYcWcSnlo>re le "-n Poche prospettive tne la (-on a a Bacino danubiano e competente roman_ . , rilevato come in tale campo si debba o | procedere soltanto passo per passo, e per una ricostruzicne economica ,Bacino danubiano. Anche da parte e|competente romana è stato più volteù j tanto il Memorandum di Mussolini co a|ritensono esplicitamente desiderabileeiia collaborazione di altri Stati », .| Il giornale ricorda quindi di avere-[già nell'ottobre scorso espresso la sua - j soddisfazione sull'iniziativa che il Du-lce prendeva nel suo Piano, e rileva co- me effettivamente le maggiori sperati- lze di un successo economico siano sol tanto in un sistema di vicendevoli con cessioni di tariffe preferenziali e di Trattati bilaterali. « Alla fine della settimana — aggiunge — si vedrà chiaro che l'applicazione del sistema al solo triangolo Roma-Vienna-Budapest avrà effetti di relativamente esigua efficacia. Lo cifre dell'esportazione dell'Ungheria e della Austria parlano un linguaggio chiaro. Il loro indice è rivolto verso nord. Il pericolo che, per riguardi politici venga fuori da tutto ciò un qualcosa di rabberciato e di non organico, può essere evitato solamente se verranno messe in opera tutte le possibilità che esistono nel Piano italiano per il collegamento tra la regione economica medio-europea e il sud-est. Proprio in questa narte dell'Europa sarebbe più che mai deplorevole un irrigidimento dei fronti; esso potrebbe essere di ripercussioni fatali per quello fra i tre Stati che per la sua incapacità di vivere richiede il più benevolo e magnanimo aiuto da parte dei suoi vicini, e cioè l'Austria ». La Deutsche AllgemrAne Zeitung scrive che gli assaggi fatti da Vienna e da Roma, secondo d quali si vorrebbe « permettere » alla Germania di inserirsi in un secondo momento in quell'accordo « non sono da prendere sul serio, se non, tutt'al più. come conferma del fatto di per sè già noto che il triangolo Roma-Vienna-Budapest, tolti alcuni contingenti che potrebbero essere conclusi, economicamente è inesistente. E' possibile, e in-quo-ti ultimi giorni oramai si può dire arche probabile — dice quindi il giornale — che ppnlrcfczfiielcscicietteEdailemouldn la Conferenza di Roma finisca con la proclamazione della zona libera del porto di Trieste. Ma che una tale zona non basti ancora per creare delle relazioni economiche, è cosa che la storia del commercio dimostra anche in casi che geograficamente eran ben più favorevoli. Soltanto come gesto — continua quindi il giornale — «ina tale zona avrebbe nattualmento un significato politico. La estensione del piano, in ogni modo, con due punte a Praga e a Parigi dimostra che già agli italiani non appare del tutto senza pericoli un piano di una divisione esclusiva del territorio danubiano ». Il giornale poi nota che vi sono anche altri elementi, come il contrasto italo-jugoslavo, l'amicizia sempre più cordiale fra Re Alessandro e Re Boris, il raffreddamento tra la Piccola Intesa e la Francia, ecc. Tutti questi sono elomenti che potrebbero contribuire ad orientare piuttosto verso la Germania la politica economica di importanti Paesi del SudEst. « Cosi è — conclude — che guardiamo alla conferenza di Roma senza allarmarci ». E aggiunge: « Del resto, anche il riavvicinamento italo-francese avrà un limite, e questo limita sarà nell'Africa settentrionale; e quando la politica si sarà nuovamente acquetata, allora nel Sud Est si offrirà nuovamente la possibilità di una sincera collaborazione tedesco-italiana con vantarlo non soltanto dei due Paesi, ma di tutto il territorio finora tanto infelice ».