L'alta concezione politica di Mussolini in un sereno riconoscimento tedesco

L'alta concezione politica di Mussolini in un sereno riconoscimento tedesco II problema danubiano L'alta concezione politica di Mussolini in un sereno riconoscimento tedesco Berlino, 2 notte. La Deutsche Zukunft — « L'avvenire tedesco » — l'autorevole periodico diretto dall'ex-direttore della Deutsche Allgemeine Zcitung dott. Klein, reca un iirticolo sulla politica dell'Italia nei riguardi delia <!ermania e in special modo sul problema austriaco. L'articolo è notevole per lo sforzo onesto che costituisce di serenamente esprimere e di rendere accettabile ai tedeschi il punto di vista dell'Italia nella questione austriaca e danubiana. « La situazione politica estera richieda ancora una volta — dice l'articolista al principio del suo scritto — il tentativo pubblicistico di veder chiaro nelle intenzioni e negli obbiettivi della politica italiana; noi vogliamo contribuire a sgombrare i malumori ». « In Germania ni dovrebbe tener conto di ciò: si deve cioè essere convinti che nella questione della parità giuridica in genere e in quella del disarmo In specie, l'Italia è per noi un' amica sincera e leale; però bisognerebbe convincersi anche che l'Italia, per quanto riguarda l'Austria e il bacino danubiano, è invece un'avversaria, pure leale, ma ferma e decisa ». L'autore, a questo tmnto, ricorda il recente Patto che il Reich ha concluso con la Polonia con la dichiarazione reciproca di non aggressione, di cui mette grandemente in rilievo la significazione per la politica del Reich, trattandosi di un paese da cui la separava un pauroso abisso; e osserva: « Un'intesa con l'Italia non dovrebbe dunque essere un'impresa difficile, tanto più che fra i due Paesi, all'infuctì della questione austriaca, non esiste alcun serio motivo di dissenso. L'ardente nazionalismo di Mussolini ha ir. sè tanta forza da poter tenere in giusto conto il sentimento nazionale e il desiderio di libertà del tedeschi. Questi alla lor volta, devono però sforzarsi di comprendere e di giustamente valutare la parte indipendente che, con tradizionale nerezza diplomatica, l'Italia va svolgendo nella politica europea. Bevono, in altre parole, sforzarsi di non fraintendere ie direttive fondamentali di quella politica. Bene inteso, ci sì deve poter attendere, quale corrispettivo, analoga comprensione per la. situazione tedesca. Tale comprensione da parte dell'Italia sussiste di già psr quanto riguarda la eliminazione della nostra impotenza militare e il ritorno della Germania nel consesso del popoli come Potenza alla pari. Di ciò tutti 1 tedeschi sono grati a Mussolini. Altrettanto non può essere detto perla complèssa questione danubiana, r^t« VmJf»Hi¥ Hotuto a.vere Vn£ ?*"rotta, immediata impressione dell'alta concezione politica del Duce, e della sua lungimirante visione circa un'equa distribuzione delle forzo d'Europa, è convinto che in quella visione rientra ta collaborazione delle imponenti forze propulsive della Germania, e che anzi una stretta cooperazione italo-tedesca ne è uno degli elementi essenziali. Lo «pirite, dil Duce proiettato continuamente verso l'avvenire comprende quella cooperazlone nella sua concezione mondiale ». • L'articolo riassume quindi le ultime vicende e discussioni a proposito del viaggio' Suvich, passa in rassegna l'atteggiamento della Francia e quello della Piccola Intesa, e accenna al bisogno di una restaurazione nbsburgica unicamente per rilevare l'indubbio progresso che questa idea fa in taluni ambienti, ma per concluderne che per quanto riguarda l'Italia, « essa è ancora fondamentalmente, accanto alla Germania, il più serio avversario degli Absburgo ». ': Quello che più importa all'Italia — continua l'artìcolo — è che essa vuol dire, sotto qualsiasi circostanza, una parola decisiva nel territorio danubiano. « Ora — aggiunge l'articolo — anche secondo il nostro punto di vista con questo paese non si può fare politica senza l'Italia, e meno che mai contro l'Italia; ma soltanto una politica con l'Italia *. Lo scrittore rileva quindi come dopo gli ultimi avvenimenti, tanto la Francia che la Cecoslovacchia, per amore o per forza, dovranno ridurre la loro resistenza contro un'Austria « fascista », e cosi nascerà per la politica italiana la possibilità di '■■ risolvere » la questiono danubiana in comune con la Francia. L'autore passa quindi alla questione del disarmo. <, II Dure procede anche qui — dice >— con altrettanta logica, quanta nel problema, danubiano, e ciò indipendentemsnte dal fatto se l'una o l'altra di queste due politiche possa far piacere o dispiacere alla Germania. L'Italia sostiene, ne slamo convinti, sia per suo interesse, sta per compransloue delle leggi storiche, sinceramente e con tutte le sue forze, le richieste di parità della Germania; e la preoccupazione che Mussolini pos3a adoperare l'amicly'.a con la Germania come oggetto di .■•■cambio politico è assolutamente fuori <ìi luogo t. Ciò posto, l'autore si domanda quale conclusione da tutto ciò debba trarsi e, premesso ancora una volta che « una discordia italo-francese non aia, nè nel territorio danubiano nè altrove, in alcun modo necessa ria, anzi obbiettivamente la Germa nia debba essere lieta di procedere c'intesa con l'Italia)-, dice: < Le piccolo abilità della politica del giorno non toccano il Duce. Maestro nell'arte di Stato com'egli è, egli figura coi criteri storici ». 0. P.

Persone citate: Duce, Klein, Mussolini, Suvich