Inutile tappa

Inutile tappa Eden a Parigi Inutile tappa bisco datemti secicipU del «memorandum britannico» lra luce delle informazioni raccolte ta, „, _ _ ,-, u_ HO Parigi, 1 notte, T, „„_ifo„„ ™Aa„ . „„„. „. 11 capitano Eden ha avuto stamane un colloquio di due ore con D°nmergue e Barthou, assistiti dal f^1*™ Senei'f '« del Qua| d'°.rsay JpWS ,f da qualche altro funziona"° ieì}° stesso Ministero. I breve comunicato diramato dopo il cpllo?U1,° dice semplicemente che gli in terlocutori hanno esaminato i prin da Eden a Berlino e a Roma e che Doumérgue e Barthou contmueran- no tale esame per conto loro riser- vandosi di informare quanto prima j st'! Governo inglese delle condu-! p S1°ni cui saranno giunti. | tesaè li i>i,tnm™to^m« „u0 „„k., ! ac Ao^TZtT^s^ch^l^ Hh« il S£,„ Fri™ «ì SU cronaca e che « capitano Eden si e fo°^? a Pai?gl "? pesimi osta-ne rn^- nnPr,nrT,j,t; „ol inao-o-i^ rli an.tc coli incontrati nel viaggio di an-i frdata. La Francia non inclina ne | mverso il piano inglese nè verso il i l'piano italiano I progressi realizzati ira. Berlino e a Roma e 1 awicinamen- pto prodottosi fra le tesi italiana e|jn U1=lese non nanno avuto altro ri- ì g suitato nei confronti di Parigi se ; i0 „ non quello di determinarvi una ape- Ma Hi l'orr.'iiiooci r\n a crii nnoiiinni r- li a eie di retrocessione su posizioni che si potevano credere superate. La Francia non si dà l'aria di mostrarsi accomodante in materia di.disarmo se non quando è sicura che gli altri tre interlocutori siano in dissenso fra loro. Ma per poco che questi altri diano segno di essersi accordati. Parigi dà immediatamente un balzo indietro per evitare al più presto il pericolo che si possa pigliarla in parola. Non è impossibile che le attuali conversazioni vengano, come dice il comunicato, prolungate per la via diplomatica ancora per parecchio tempo perchè nemmeno ai francesi sorriderebbe vedersi accusare di esser loro la mntrmucetazpvvqLFrr,« causa dell impossibilita di giungere ; b a un accordo. Se l'Inghilterra a ; gcuore .di continuare a discutere, lai hFrancia continuerà a discutere per I pprovare agli inglesi che non si ri- fifluta a nessun sacrificio pur di C3- Usere loro gradita. Ma nella realtàj cdelle cose non si farà nuUa. Proprio ! ìen il maresciallo Petain, Ministro, fdella Guerra, ha intrattenuto la ; icommissione dell Esercito sul prò- cblema degli effettivi segnalandole la, cnecessita in cui la Francia si trova ; zfcsap.di rinforzare le truppe in servizio1 , nelle sue cruarnigioni interne che sono state indebolite per coprire il fabbisogno della zona fortificata. Il Ministro si e detto preoccupato 1 della situazione militare francese e !non ha nascosto il proprio proposi-; to di intensificare gli arruolamenti ; 1 di volontari e quelli di specialisti nonché di prolungare la ferma degli ì arruolati già in servizio. • Egli si è| ! diffuso poi sulla motorizzazione nel-1 \ l'Esercito e sull'organizzazione della | difesa aerea ed ha promesso di oc-!l i cuparsi a giorni, in una nuova riunione, della mobilitazione industriale e della difesa contro i gas. Dal canto suo, il presidente della'Commissione generale, Messimy, haWposto innanzi delle cifre che dovreb- bero rappresentare il bilancio delle ! riduzioni intervenute negli effettivi francesi dopo la guerra. Queste cifre sarebbero: 675 mila uomini nel 1914, 439 mila uomini nel 1925 e 300 mila uomini nel 1934. Le ripor- e o a , a tiamo a titolo di cronaca, senza ac-|cordare loro maggiore valore di quello che spetta ad un argomento hpolemico nel corso di una dìscussio- ì ne; ma ci affrettiamo ad aggiunge- re che tanto la Commissione quan-| to Pétain sono d'accordo per giudi- jcare che, sulla base di tali riduzio-j ni, la Francia ha il dovere di rifiu-1 tarsi non soltanto a qualunque ulte- ì riore sacrificio di forze, poiché in! tal caso il progetto italiano potreb- j be benissimo venire preso come ba-1 se anche da Parigi, ma a qualunque ' alienazione della propria libertà d'a- jzione. I pieni poteri finanziari otte-]nuti da Doumérgue conferiscono a tale proposito un valore pratico in•i: condizioni il ancia si riduce a n; boicottare" le proposte inglesi e_ ita. ! liane avendo 1 aria di far loro buon -j viso. E' un semplice problema di - tempo che non può far paura all'aì Dilità consumata dei suoi negoziato¬ ri. Il punto su cui stasera battono l i * collaboratori diplomatici dei giori nali parigini non è infatti l'inaccet- a i, . ^abilita del piano di disarmo parzia- I le, originariamente proposto da Lon- jdra, piano che il progetto italiano ha già messo fuori combattimento, ma è l'insufficienza del controllo e delle garanzie assicurate alla Francia dagli inglesi e l'impossibilità di accettare il manteniraentt ; s;anizzazioni paramilitari i E'lCla aagu inglesi e i ìmpossioniia cu. ; accettare il mantenimento delle or-a : CT : •• narnrnilitnri torlpsrhp - ?„ „7^^„ oiP^!^nJr »ri' ^l^^^^^^^,^^^,^. j - . j « . Tir a-ì coraa l miormatore dell umcioso ^r"e M Parisien, esso deve essere imme- i-1 diato, automatico e fatto sul posto. e non solo, ma concernere oltre che leai,officine di stato anche le officine « Private' U*he si^if'ca' in lin?£a 11 povera, che per professarsi soddi- disfatta ' la Francia non si acconten- i- perebbe di avere dei controllori pres- sì so le officine Kruuo ma pretendereb-!be averne anche presso tutti gli sta- bilimenti industriali del Reich suscettibili di collaborare in un modo o nell'altro alle industrie di guerra, dalle fabbriche di colori a quelle di tessuti e a quelle di conserve alimentari. Oltre al controllo degli armamenti la Francia vorrebbe poi che le fosse assicurato anche quello dei bilanci militari tedeschi salvo a diebia- lrar(tin un secondo tempo che si trat- ta di bilanci truccati. Dove Viewer HO j r.nntrn11<-, nnn 1» snrrirl» affatto , - j sto controllo viene apertamente pro.- ! posto dal progetto Simon. Qui la | tesi francese e categorica, menta sa il controllo non le sorride affatto è in materia di formazioni paramilitari, ossia il solo punto dove que- ! accordo ^1^ senza scioglimento della U 86 stare alle stesse ia- formazioni di fonte ufficiosa una del,- , ne obiezioni di cui i rappresentanti"-' tc , _• li i_! •' i francesi si sarebbero avvalsi per | mettere in imbarazzo Eden, sarebbe ■" i l'atteggiamento britannico in mate-f iria di aviazione. Se l'Inghilterra è" preoccupata di trovarsi in stato di" |jnferior}tà di fronte all'aviazione ì germanica come potrebbe non esser ; i0 ia Francia davanti all'enorme' a è e a massa delle milizie hitleriane? Ma non basta. Alle obiezioni sul controllo e sulla milizia Barthou e Dou- ' mergue ne avrebbero fatta seguire' un'altra, sempre la solita: quella,; che nessuna garanzia seria sembra.;, essere prevista nè dal progetto bri-fi tannico nè dal progetto italiano per;-assicurare l'esecuzione della conven-, ■ zione che si venisse a firmare. La' prospettiva di procedere in caso di." violazione a un semplice scambio di vedute fra Potenze viene giudicato qui assolutamente insufficiente. E' Londra disposta ad accordare alisi Francia garanzie solide, ad assumere impegni decisivi? In cas_o contrario è inutile parlare di concessioni. ,« Al di sopra di tutte le sottili come ; binazioni di coloro che non vogliono a ; guardare la realtà in faccia e che ai hanno paura delle responsabilità da r I prendere scrive il Temvs c'è - fi dovere che si impone ad ogni Ns- Ujone verso se stessa. Si può essere àj certi che la Francia farà il suo ». o ! Naturalmente tutte queste manio, festazioni negative non hanno avuto a ; iuogo da pai.te dei negoziatori fran- cesi senza y consueto lusso di prea, cauzioni oratorie e sovrattutto seua ; za ampi riieriinenti al progetto francese e alla nota teoria secondo cui la Francia è oggi in Europa la sola grande Potenza rimasta fedele al principio del disarmo nel senso proprio della parola, quale è consegnato nell'articolo S del Patto societario, laddove tutti gli altri Stati o1 e l o e -; i ; lo hanno ripudiato per adottare i delle versioni più o meno spurie di i ì esso. Ma la conclusione delle conè|versazioni fra Eden e Barthou, il -1 quale ultimo è partito prima che il a | colloquio avesse termine lasciando -!U delegato inglese a tu per tu con aDoumérgue, è che fra il punto di vista italo-bri tannico e quello francese la distanza permane gravissi- a'"* M^^^s^^^l°"^? aW^^^ carta al b- meno quei pochi punti sui■ aua.ii a e ! compromesso e raggiunto o rag vi iel e r- giungibile: ma i francesi non tengono affatto alla firma di una convenzione limitata, e, fedeli alla loro ostentazione di ortodossia, reolicano che una convenzione di nuesto c-|fenere tradirebbe il principio del di disarmo e costituirebbe il fallimeno hto della più importante opera diploo- ì matica intrapresa per 1 organizzae- zione della pace. , , „ n-| Un foglio radicale della sera, Cii- jrando senza complimenti le somme o-j delle intenzioni francesi, scrive che u-1 Parigi non mancherà certamente di e- ì accusare domani Germania, Inghiln! terra e Italia di aver ridotto il prob- j blema del disarmo ad una semplice a-1 alternativa fra corsa libera e corsa ue ' controllata agli armamenti ; ma che a- j giustizia vuole che se ne accusi ane-]che la Francia. Se a un dato mo a n il a aon di ao¬ no rt- a- n- no o, e n di mento — come scrive Nótrc Temps alludendo all'azione svolta da PaulBoncour.— quest'ultima parve sinceramente decisa a disarmare ed a permettere così di mantenere il Reich disarmato, oggi essa vi ha chiaramente rinunziato. Anche essa è dunque responsabile dell'attuale situazione con la sua deplorevole ostinazione « a non voler sacrificare sul serio nè un uomo nè un cannone ». C. P. cui Paridi Inette or-i T _ , ' t~Z hp ■ La Camera con -los voti favorevoli ri' e 132 contrari ed il Senato con 284, ^. voti favorevoli e 15 contrari hanno ap Il preventivo francese per il 1934 approvato con 9 milioni di eccedenze ir VOLI Itivi ^r":Drovat alle tì 45 tii Questa mattina 11 me- —ru 1934 '"a"'"* o. DJlanC10 Per 11 le1 Gli stanziamenti autorizzati si eiene vano a 48 .miliardi 318.570.005 fran- £a C'";Hle °ntr,fe S°n° nTf'V^ ^ di- eccedenza di nove milioni di franchi n- sulle spese d'aitra parte « Governo ha es- 1 pieni poteri per realizzare le econo- b-jmie necessarie a salvaguardare l'equw a- librio del bilancio.

Persone citate: Petain