Fatti da meditare

Fatti da meditare Croriach& della settimana Fatti da meditare Leggiamo su una rivista inglese:«Una statistica recente ha potuto valutare a 60 milioni il numero dei radioascoltatori, di tutte le parti del mondo, e questa cifra cresce di giorno la giorno. Si può dunque dire che, fra tutte le conquisto della nostra epoca, la radiofonia è la più importante, ed è quella il cui uso si è propagato più rapidamente di ogni altra. Dopo quindici anni dalia sua applicazione la sua forza, di crescenza è irresistibile. E' dunque questo il momento di dare alla radiofonia il suo migliore orientamento e di completare la sua educazione spirituale e pratica per meglio utilizzarla e permetterle di esercitare pienamente il ruolo immenso che essa e chiamata a esercitare, coscientemente o no, nella vita mondiale ». «Dappertutto il problema è in via di realizzazione: il governo sovietico, per esempio, ha elaborato il progetto di distribuire nel suo vasto territorio 800 mila nuovi apparecchi che porteranno ai mugik dei posti più isolaticon la dottrina comunista, tutte le conquiste della civiltà. Nell'India stessa, paese refrattario alla penetrazione delle idee e dei metodi moderni, nella Nuova Zelanda, in Australia, al Giappone, dappertutto insomma, la conquista radiofonica si estende ». «In Russia, specialmente, lettere ■empre più numerose pervengono alle stazioni trasmittenti, le quali lettereSrovano che, in virtù della radiofonia, il vello intellettuale è in sicuro progresso. Gli operai chiedono musica massica. « L'operaio — dice uno di essi — non è più quell'individuo che, simile a un asino, drizza le orecchie quando sente Beethoven, e non trova di MIO gusto che le baiatatene ». Che cosa Ila fatto il governo sovietico? Ha decinò di organizzare — e il programma e già in via di svolgimento — cento concerti, di cui dodici di musica di Compositori della nuova Russia: il reato è dedicato ai capolavori della musica internazionale ». Abbiamo riportato questi pochi periodi di un lungo articolo prima di tutto per dimostrare che la nostra campagna contro l'attuale situazione della radiofonia italiana è stata ed è tempestiva e utile, e nessun ordine del giorno può comunque infirmarne o attenuarne la vasta portata, la sacrosanta necessità e la modesta ma sicura antiveggenza dello Etate di fatto, delle incapacità degli uomini e delle necessità prossime; in secondo luogo per trarne una conseguenza; questa: non è più tempo di affannarsi nella ricerca di mezzucci atti a rimediare deficienze, incomprensioni, opportunità ariendali; questa è l'ora delle grandi risoluzioni: o affrontare il problema della radiofonia italiana nella mia interezza e complessità e dargli una soluzione unitaria autoritaria fascista, o temporeggiare in tentativi modesti timidi mediocri e finire col rassegnarsi all'andazzo rinunciando alla vittoria prima di aver combattuto. Per esser chiari, come è nostro Costume, noi, per esempio, consideriamo l'istituzione dell'Ente Radiorurale come una soluzione transitoria di un particolare problema che presto dovrà essere inquadrato e aver degno posto, con la sua definitiva formulazione, la sua luce e la eoa misura, nel grande problema della radiofonia italiana. L'E.I.A.R. non si illuda di aver risolto un problema: ha proposto un rimedio, la cui efficacia è proporzionata e subordinata alla capacità di espansione che l'Ente e i suoi uomini avranno; non si illuda di aver eluso la necessaria soluzione, e tanto meno di averla rimandata alle calende greche con una combinazione provvisoria. Il Segretario del Partito, nel raccomandare ai Segretari federali l'Ente Radiorurale, con presaga e Chiara intuizione ha scritto: <Dl suo concorso all'educazione della gioventù rurale e valorizzazione della tecnica agricola tra i contadini, non 1 che una parte essenziale d'un compito più vasto: creare, cioè, un continuo, melodico contatto tra i grandi centri c la più lontana periferia. Questo compito, nuova affermazione della volontà Unitaria del Fascismo, darà alla radio Ima più precisa funzione nazionale, integratrice di quelle assegnate dai Duce tolta stampa, al cinematografo, alle organizzazioni giovanili ed agli enti te«nlco-assistenziali dell'agricoltura. Per Queste ragioni il Partito dirigerà e promuoverà l'attività di detti enti ed il (Bice-Segretario del Partito prof. Mar-gcatl mi rappresenterà nella, presideni del Comitato di redazione dei radioprogrammi scolastici ». Dunque è nettamente stabilito che l'Ente radiorurale non assolve che una parte essenziale d'un compito SHM vasto che è quello di dare alla Stadio unti più precisa funzione nakionaZe che sia l'espressione della volontà unitaria del Fascismo. E* necessario perciò affrettare i itempi. Se il problema è attuale daJjertutto; a maggior ragione lo è per l'Italia, Non ci vorranno nè dieci, nò cinque, nè tre anni perchè il grande problema della radiofonia italiana, il problema unitario e totalitario, sia risolto. La parola, come abbiamo detto altra volta, è all'industria radiotecnica italiana. 1 « quasi mille » apparecchi dei quali disporrà l'Ente radiorurale, che costano la metà degli apparecchi attualmente in commercio, sono assolutamente insufficienti. Ripetiamo ancora una volta: ci vogliono centinaia, di migliaia di apparecchi che costino poco e possano essere ceduti ratealmente; ci vogliono facilitazioni di carattere popolare, non concorsi per villini smontabili; agevolazioni ai nuovi abbonati, non a chi procura abbonamenti; la radio per tutti, non soltanto per i ricchi e per gli agiati, ma per gli operai, per i rurali, per la piccola borghesia. Guardiamola in faccia la realtà, invece di suggerire e cincischiar mezzucci con mentalità diffidente e cavillosa, e operiamo sinceramente nell'interesse della radiofonia italiana senza paure delle responsabilità e senza attendere l'esito delle altrui esperienze, che del resto non provano e non dimostrano nulla, saltando avanti, se è necessario, arditamente ma ponderatamente, *** Frattanto, nella speranza, purtroppo lontana, che all'E.I.A.R. ci riflettano seriamente, occupiamoci del programma della settimana ora trascorsa. Hanno commemorato il 150" anniversario della nascita di Paganini, Hanno combinato un intruglio con notizie racimolate nelle varie anto logie musicali e ce 1'. hanno fatto propinare da una donna. Fosse stato un uomo, si poteva anche lontanamente pensare trattarsi di un oratore qualificato. Invece, no, una donna! Costava troppo all'E.I.A.R. dare incarico a qualcuno che fosse stato capace di presentarci un Paganini composto e somigliante e non dicesse i soliti luoghi comuni sulla vita e sull'arte del nostro? La ben nota faciloneria. Pazienza. Il programma musicale, a parte i soliti pezzi di bravura, conteneva il « quartetto in mi maggiore » nuovo o quasi per gran numero di ascoltatori, e il « concerto in re maggiore », due cose di vivo interesse e veramente degne di figurare in una commemorazione paganiniana. Ci siamo messi in ascolto con l'animo predisposto a un dolce godimento. L'annunziatrice di Roma dice: «Paganini: Quartetto in mi maggiore ». Ed ecco sfociare dall'apparecchio la nar-i eia funebre del « Crepuscolo degli Dei». Pensiamo: bè, è pacchiano,1 ma, forse vogliono onorare così questo Sigfrido avanti lettera. Alla fine l'annunziatrice di Firenze dice. « Abbiamo trasmesso etc. etc, disco tal dei tali, numero tal dei tali... ». Attendiamo. Dopo qualche minuto, la solita annunziatrice dice: « Saint - Saens: Danza macabra ». Bè, ma che giuoco è questo? — ci domandiamo. — Sarà guasto l'apparecchio. — Mano ai meccanismi ; cerchiamo Milano : Danza macabra. Genova: Danza macabra. Firenze: Danza macabra. Puntiamo su Roma e Roma trasmette tranquillamente — beata lei! — tra un uragano di scariche, il quartetto di Paganini! Ritorniamo su Torino e abbiamo la consolazione, magra, di ascoltare la «ouverture 1812» di Ciaikovski... Finalmente, dopo circa un'ora, l'annunziatore fiorentino (ma... quelli di Torino dove erano andati?) dice : « ci rimettiamo in comunicazione con Roma per il concerto... ecc. Noi non commentiamo, talmente siamo rimasti allibiti, ma vorremo pregare i dirigenti dell'E.I.A.R. di voler darci, per nostra tranquillità, — perchè non vorremmo essere rimasti vittima di una allucinazione... auricolare — una qualche spiegazione. Che se spiegazione non c'è, una deduzione può trarsi. Quale? Siamo talmente sbalorditi che non abbiamo nemmeno la forza di esprimere il solito giudizio sulla nota organizzazione radiofonica italiana. Per debito di lealtà diciamo che l'esecuzione di quella parte del programma che abbiamo potuto ascoltare è stata altamente lodevole. Il Bignami, violinista nitido ed espressivo ha dato un magnifico risalto al « concerto in re magg. », e l'orchestra ha deliziosamente eseguito le « variazioni alla Paganini » del Tommasini, composizione gustosa, estrosa e curiosamente bizzarra. L'azione sacra di don Licinio Refice: Cecilia, trasmessaci martedì, dal Teatro Reale, è opera di largo respiro che i radio-ascoltatori hanno certo inteso, compreso e apprezzato. Ne minore è stato l'interesse per il Mose di Perosi, trasmessoci dalla Scala in una superba edizione. Auditor. tfaimmfapssrcfqcsbepblcvcpeeemprrccblmtvtllmnds