I nomi delle Divisioni

I nomi delle Divisioni IL NUOVO INDIRIZZO MILITARE I nomi delle Divisioni Il breve motto che fu caro ad un grande poeta ed uomo d'azione ed eroe nostro, vivente: «Per non dormire-., potrebbe, nel momento attuale, fregiare degnamente l'architrave all'ingresso del palazzo di via XX Settembre, a Roma, dove hanno sede gli uffici principali di quel Minisiero della Guerra, dal Duce oggi personalmente diretto; converrà altresì confessare, onestamente, che lo stesso motto, alleggerito solamente della seconda parola, avrebbe potuto, in realtà, anche in altri momenti, figurare talora non impropriamente sullo stesso architrave; sicché è quanto mai giovevole che il motto sia stato oggi risolutamente completato con l'inserimento di quella seconda, benché brevissima parola. Il « concetto operativo » opera, dunque, anche nella grande centrale del nostro esercito ed i provvedimenti con carattere organico si succedono ai provvedimenti, senza scosse, ma senza posa e con ordine progressivo. *** Un recente decreto ha ora stabilito, per le Divisioni di Fanteria e per le Divisioni Celeri, un nominativo simbolico, che troverà rispondenza in apposito distintivo sull'uniforme. Si tratta di un provvedimento singolare ed originale, di alta importanza; significativa è pure la procedura rapida e semplice con cui l'idea geniale è slata tradotta in atto, senza perdita di tempo, senza cancan di promesse, preavvisi e discorsi, senza commissioni e sottocommissioni, e, infine, senza ricorrere, per i nominativi, al sussidio della lìngua latina, maestosa e solenne progenitrici dell'idioma nostro, ma lingua supremamente inadatta a coniare motti di uso militare pratico, sia perchè i soldati non la comprendono e grottescamente la storpiano, sia perchè, r;uando si vuole usare il latino, ad ogni costo e sempre, nelle caserme, ne escono fuori taluni motti che- farebbero raccapricciare un latinista c taluni altri che racchiudono tanta marzialità quanta se ne può rintracciare in un reggiseno di merletto, o in una bolla di sapone; e fra i motti dei nostri reggimenti ve ne sono che potrebbero documentarlo. I nominativi ora stabiliti per le Divisioni sono tutti in pretta lingua italiana e alcuni risentono persino di maschie e soldatesche influenze vernacolai ; in prevalenza essi si riferiscono ad elementi geografici locali, ma, tutti, richiamano in qualche modo il ricordo di gesta remote, o recanti di nostra gente; sono, cioè, motti chiaramente eloquenti per il cuore di un soldato, motti suscitatori di ricordi, di riflessioni, di sensazioni e di commozione, motti legati strettamente ad un avvenimento, ad una pagina di storia, ad un nome glorioso, dai quali traggono gli elementi inesauribili e vitali per posare una tradizione generatrice di energie morali; sicché essi, saputi usare, potranno conferire facilmente un carattere, una fisionomia ed ima forca speciale a ciascuna nostra Divisióne; Nella recente grande guerra, due reparti, ira gli altri, hanno dimostralo quale e quanta possa essere la benefica influenza di un. motto felice: nella motivazione della medaglia d'oro conferita al Battaglione Alpini Aosta, per la difesa di Monte yolarolo nell'ottobre 1918r è detto che gli ultimi alpini ivi rimasti a battersi con le bombe, con le baionette, coi calci dei fucili e coi denti, dopo una giornata sanguinosissima di assalti austriaci tutti respinti, ma che avevano decimato il Battaglione, nel fragore del combattimento si incoraggiavano l'un l'altro alla estrema difesa, gridando, con voce tonante, il molto sublime e temerario del Battaglione ■ Va cousta Von c'a counln, viva l'Aonxla > ; e tutti i nostri ufficiali di cavalleria sanno che il contegno immacolatamente intrepido, intemerato e indomabile di froute al nemico, in tutte le più tremende e difficili circostanze di guerra, di ogni più umile dragone del Reggimento Genova, contegno che suscitò ovunque ammirazione, da parte di lutti i camerali delle altre armi che si trovarono a combattere accanto al glorioso Reggimento, trovò sempre la sua spinta intima nel ferissimo motto che ogni componente del Reggimento impara e assorbe subito, come una divisa personale: < Soit a piò, soil à cheval, mori honJieur est sans égal %. Se noi scorriamo i nuovi nominativi delle Divisioni, soprattutto di quelle di frontiera, scorgiamo subito il peculiare valore tonico spirituale contenuto in ogni nominativo e la intima forza raccolta in parole capaci di sprigionare, in tempo di pact, la scintilla dell'emulazione, o' il sentimento della solidarietà; in tempo di guerra eli accendere la fiamma dello slancio e del sacrificio, preparati con una opportuna •:< educazione morale », imperniata sulla personalità che tali nominativi verranno rapidamente c irresistibilmente assumendo. Non udremo più i soldati della Divisione di Torino dire: «Io apparterrò alla 1" Divisione », ma, con ben altra sensibilità ed orgoglio, essi diranno: ,< Io appartengo alla Divisione di Superga » e ognuno, dicendolo, risveglierà per un istante nella sua mente, la visione della collina torinese, dove, in un giorno lontano ma memorabile nella storia del Piemonte, due principi guerrieri di Casa Savoia, affacciati a studiare le posizioni del ner-.ico che assediava Torino, concepivano, discutevano e maturavano il primo disegno di una battaglia audacissima che, dando loro una sfolgorante e decisiva vittoria, obbligò i Francesi invasori ad abbandonare precipitosamente il suolo italiano. Ugo Foscolo proclamava che « l'urne de' forti » accendono gli animi forti a grandi imprese: che cosa sono questi felici nominativi se non monumenti, od are ideali, elevati nell'animo del soldato a ricordargli perennemente un avvenimento glorioso? La 2* Divisione, di sede a Novara, è oggi la « Divisione della Sforzesca », la località sacra al ricordo •.{ìell'eroico episodio della difesa del¬ tdplednl«nmpzDdrmMlsf la Divisione Bes contro gli assalti austriaci, durante la fortunosa campagna del 1840. Le Divisioni di Cuneo e di Bolzano verranno distinte con i nominativi, pieni di impegno e di significato, di « Divisione del Monviso », e di «Divisione del Brennero», due porte ugualmente sacre e inviolabili su due differenti confini d'Italia; ed ecco i nominativi delle Divisioni della frontiera orientale : « Divisione del Monte Nero », « Divisione dell'Isonzo », « Divisione del Timavo ». « Divisione del Carnaro », « Divisione del Piave », nomi santificali dal martirio di mille e mille eroi, nella più lunga e cruenta, guerra di redenzione italiana. Ma non mancano, nemmeno alle Divisioni di guarnigione nell'interno del Paese e nelle isole, i nominativi ricchi della suggestione dei ricordi militari : « Divisione Curtatone e Montanara » ; « Divisione Cacciatori delle Alpi » ; « Divisione Granatieri di Sardegna » ; « Divisione Vespri » ; ^Divisione Sabauda »» Le due Divisioni Celeri, nel nome di « Eugenio di Savoia», la prima, e di «Emanuela Filiberto Testa di Ferro », la seconda, ricorderanno la gloria di due prodi condottieri di Casa Savoia, noli per il loro impetuoso e geniale ardimento e per lo spirito audacemente manovriero di tutte le loro imprese di guerra. Ma, senza dubbio, non è stato solamente l'alio obbiettivo di offrire ad ogni nostra Divisione la palpitante bandiera morale di un motto incitatore, a muovere l'ideatore dei nominativi per le Divisioni. Il nominativo mira, evidentemente, ad affermare l'unità organica ed inscindibile della Divisione, non soltanto nel campo addestrativo ed operativo, ma anche, e soprattutto, nel terreno della collaborazione, della coesione, della fusione tra le armi dif¬ ferenti che compongono la Divisione, terreno che, deve essere ancora vigorosamente dissodato, lavorato e coltivato, se si vuole che esso dia messi ricche e abbondanti nella stagione dei raccolti. Il vecchio spirito di corpo, sentimento lodevolissimo c fattore morale di primo ordine in qualsiasi esercito, ma sentimento che talora e in non pochi episodi di guerra, ha funzionato in contrattempo, verrà, coi nuovi nominativi divisionali, ad essere armonizzato, registrato, valorizzato nel più redditizio e razionale quadro dello spirito della unità da combattimento. E' dunque ancora e sempre l'indirizzo nuovo, spirituale e pratico, lungimirante e operante, del governo diretto delle Forze Armate da parte del Duce, che fa sentire il suo influsso anche in questo originalissimo provvedimento. GIACOMO CARBONI

Persone citate: Duce, Emanuela Filiberto, Giacomo Carboni, Ugo Foscolo