"Torna dov'è fiorito il tuo primo amore,,

"Torna dov'è fiorito il tuo primo amore,, LE DISAVVENTURE DI UN UOMO CHE LA SA LUNGA "Torna dov'è fiorito il tuo primo amore,, Due anni or sono, quando il signor soAlberto Lunotti comunicò agli amici | Rqfa sua decisione di unirsi in matrimo nio con la bionda e giovane signorina Ptìcy, Beltardi, un urlo di incredulità I mferraò ]e parole che stavano per sg0r-1 lgarc dalle sue iaBbr;i. « Ti sposi? vuoi prenderti beffa di noi? Alla tua non più tenera età sposare una signorina appena venticinquenne e per sovrammercato bella! Vuoi forse indubbiamen- ficte seguire la sorte di quei mariti della !vcui bontà e cecità hai approfittato... lL'esperienza ti dovrebbe pur servi., aré... ». Il signor Alberto Lunetti ascoltò mpassibile queste ed altre chiacchiere dei suoi amici, accontentandosi di sorridere con compiacimento: quel riconoscimento implicito delle sue qualità dongiovannesche e dei suoi successi con le belle donne era per lui lusinghiero, perchè veniva da persone del cosiddetto « gran mondo », da giovanotti la cui principale cura era quella di divertirsi. Approfittando di un breve silenzio egli aggiunse: « SI, ho proprio deciso di spo- sarmi: che v'è di strano? Ho appena 45 anni e nonostante le mie numerose avventure che voi vi siete compiaciuti di ricordarmi, mi trovo in eccellenti condizioni fisiche. Le vicende di cui sono stato il protagonista mi serviranno da utile ammaestramento per la condotta da tenere con la mia futura sposa. Siate certi che sarò un marito modello e mia moglie una consorte fedelissima « Ho trovato l'ideale » Il signor Alberto Lunetti aveva trascorso la sua gioventù nel modo più [gbrillante: i suoi mezzi di fortuna — zuna discreta eredità paterna ed il red- ndito di un buon impiego — gli permet- >mtevano di condurre un'esistenza tran-]fquilla, piena di agi ed anche di ri-1 rcercatezze. Non vera manifestazione|bmondana di una certa importanza aitcui egli non prendesse parte: la sua nmrrmsrvsugslnsstsrt«lfgpvcbconduceva la signorina Lucy all'altare. F si, mostrava, in seguito, un macompagnia era ricercata dalle signore perchè aveva il dono di interessarle coi suoi discorsi pieni di brio. Aveva poi un'altra qualità molto apprezzata dalle donne: la discrezione. Ciò non pertanto le sue avventure formavano l'argomento quasi quotidiano delle conversazioni dei suoi amici: ai frizzi di costoro egli si accontentava di rispondere con una scrollata di spalle e con un sorriso a fior di labbra. Non era, quindi, fuor di luogo la meraviglia dei compagni di vita allegra per 1 annunziato matrimonio: i più ritenevano; anzi, che al fidanzamento non sarebbe seguita la cerimonia nuziale. Ma si sbagliavano: Lunetti aveva seriamente deciso di mutar vita. E difatti, nemmeno un mese dopo la comunicazione, rito modello, quale il suo passato non lasciava supporre. Gli amici rimasero stupiti di questo profondo mutamento avvenuto cosi improvvisamente in un individuo già maturo; ed ancor più perplessi si dimostravano ai discorsi che loro teneva il vecchio dongiovanni: « Ho trovato proprio la moglie che faceva per me: una moglie ideale nel più esteso senso della parola. Ho dovuto modificare completamente l'opinione che avevo sulle donne e sul matrimonio ». Giunta la stagione estiva, i coniugi decidevano di trascorrere le ferie in una piccola cittadina della Riviera di Ponente, presso i parenti della signora: avrebbe cominciato coll'approfittare dell'ospitalità dei propri parenti; il marito l'avrebbe raggiunta di li a un paio di settimane, non appena giunto il suo turno di vacanze. Il distacco per il Lunetti fu doloroso: non sapeva più eAtLMamddttdsnnsadattarsi alla vita da scapolo, la sua ! mogliettina cara » gli aveva fatto contrarre delle abitudini alle quali non poteva ormai rinunziare. Impazientemente, quindi, contava i giorni che lo dividevano dall'istante in cui sarebbe stato al fianco della sua dolce metà, che gli scriveva delle lettere appassionate dalle quali traspariva tutto l'amore che essa aveva per lui. Finalmente giunse il mese di agosto e con esso il turno di vacanze spettanti al Lunetti, che volò, è proprio la parola adatta, verso la cittadina ligure, in cerca di amore e di pace- Una rapida visita i coniugi facevano, all'insaputa dei genitori, anche a San Remo, sostando dinanzi ai tavoli ^"j,ev^nMmeftea?SoÌo proverbio — fu loro propizia: in meno 'di un'ora di giuoco essi riuscirono ad iaccumulare una vincita di oltre cinque ]biglietti damille. «Questa somma ser¬ vira quest'inverno per acquistarti una pelliccia — promise il Lunetti alla moglie. — E' una fortuna che ci capita improvvisa c che debbo a te, che mi hai indotto ad entrare in queste sale: è naturale, quindi, che èssaT sia" spesa a tuo profitto ». Un bacio suggellava questa promessa. Trascorso il mese di agosto il Lunetti ritornava a Torino, lasciando la moglie presso i parenti perchè com-pletasse la cura: agli amici, coi quali aveva occasione di incontrarsi, non fa- cova che parlare della sua felicità, ] '■ Immagina — egli diceva — che an- [che nel giuoco sono fortunato e non solo nell'amore: sono andato a San | Remo ed ho vinto al Casino oltre cin¬ quemila lire ». « Sei davvero un uomo fortunato — gli rispondeva l'amico — I ma non bisogna scherzare troppo con 1 l'amore e col giuoco« Ma chi è questo Guido? » La signora Lucy ritornava verso la fine di settembre nella nostra città, completamente ristabilita: tre mesi di !vita .al "p8™ .le avevano ridonato quel la vlSoria.«sica che le cure deUa casa , avevano fiaccato. Ai primi di questo [grafia: li per 11 non vi prestava atten zione, tutto preoccupato come era di non far attendere piti oltre, in antica >mera, l'esattore. Ma appena questi si ]fu allontanato egli raccoglieva da tcr1 ra la fotografia che raffigurava un |bello e giovane guerriero: in calce poritava questo scritto: «In ricordo del nostro incontro a San Remo. Amore mese ella doveva, per motivi di" iute resse, recarsi nuovamente presso i parenti: un'assenza di quindici giorni al massimo alla quale il Lunetti si assoggettava di buon grado in considerazione dei motivi che l'avevano provocata. Otto giorni or sono egli se ne stava nel suo studio, sprofondato in una soffice poltrona, fumando una sigaretta e fantasticando, quando risuonò una violenta scampanellata: era l'esattore della luce elettrica che veniva ad incassare l'importo del consumo bimestrale. «Vengo subito; cerco solo la bolletta precedente per il dovuto controllo ». Avvicinatosi alla piccola scrivania della moglie, si metteva alla ricerca del documento; mentre era intento a questa bisogna esclamava: « Come è ordinata mia moglie: qui il libro delle entrate e delle uscite, là le fatture dei fornitori che sono state pagate, a sinistra quelle da pagare. E' proprio una donnina adorabile! Ma dove sono le bollette della luce? Ah, eccole qui! ». Ritirando il mazzo delle bollette egli faceva cadere una foto- o n i ù e i n i l n o r ù e giuoco non possono andare d'accordo. Addolorato della tua partenza in terza classe ed a stomaco vuoto. - 1° settembre 1933. - Guido ». « Chi è costui ? — si chiese il signor Lunetti. — Quando si sono incontrati? Mia moglie è andata, è vero, di nuovo a San Remo, perdendo parte del primitivo guadagno, ma era con sua madre: è possibile che mi abbia tradito ? ». Con ansia ben comprensibile egli attese il ritorno della moglie, che affrontò subito risolutamente: — Mi sono incontrata per caso col dott. Guido, col quale mi ero fidanzata sette od otto anni fa, quando ancora non ti conoscevo: ci siamo scambiato, in presenza di mia madre, un saluto. — Ma la fotografia? — Me l'ha mandata pochi giorni prima della mia ultima partenza per la Riviera; volevo lacerarla, ma non ne ho avuto tempo. I tuoi sospetti sono ingiustificati: ti sono rimasta fedele anche durante la tua assenza... Il signor Lunetti non rimase molto soddisfatto di queste spiegazioni: il ricordo delle sue avventure giovanili gli ritornò alla mente, e con esso una folla di sospetti. Finse di credere, ma vigilò e indagò: un mucchio di lettere contenute in uno scrignetto gli tolse ogni dubbio. C'era stato tra la moglie ed il famoso Guido qualcosa di più di un semplice scambio di saluti: i due si erano fermati l'intero pomeriggio in un albergo di San Remo, non certo per ammirare, dalle finestre, lo spettacolo del mare. Con tutto questo cumulo di prove egli affrontò nuovamente la moglie: pacatamente le rinfacciò la sua colpa, pregandola di ritornare là dove era ri a ! fiorito il suo primitivo amore. Ed agli o n o e , n l amici che gli chiedevano notizie, della moglie egli non aveva difficoltà di dire: « La mia esperienza di uomo di mondo non mi ha preservato dal seguire la sorte di quei mariti che io ho per lungo tempo gabbato ». E senza sottintesi raccontava l'avventura toccatagli, non tralasciando i più piccoli particolari, quasi che in questo sfogo trovasse un sollievo al suo dolore.

Persone citate: Alberto Lunetti, Ponente

Luoghi citati: San Remo, Torino