La gratitudine di tutti gli italiani al Duce in una fervida dichiarazione che esalta le realizzazioni dello Stato fascista nel campo sociale ed economico

La gratitudine di tutti gli italiani al Duce in una fervida dichiarazione che esalta le realizzazioni dello Stato fascista nel campo sociale ed economico Il solenne rapporto delle Gerarchie del Partito a Littoria La gratitudine di tutti gli italiani al Duce in una fervida dichiarazione che esalta le realizzazioni dello Stato fascista nel campo sociale ed economico Littoria, 22 notte. I Direttori federali di venticinque Provincie, ai quali si sono aggiunti i segretari federali delle altre, si sono radunati a rapporto in questa Littoria diventata esempio di vita fascista. Con il rapporto odierno si concludono le riunioni dei dirigenti provinciali preordinate dal Segretario del Partito, riunioni dedicate a rafforzare ed invigorire l'unità non solo spirituale e morale ma tecnica tra l'organismo centrale del Partito e quelli periferici. Si tratta di guidare masse di cittadini di mai veduta vastità, di infondere a queste masse lo stesso tono e lo stesso ardore, in modo da fare perfetta l'armonia ed unico l'anelito. La politica di Starace enunciata al momento della su» assunzione all'altissimo ufficio si è andata svolgendo sulla linea della volontà precorritrice e realizzatrice di Mussolini con impeccabile dirittura verso i suoi obbiettivi, così da imporre lo stesso ritmo possente alla vita del Partito, di chiara idealità permeando non solo il cuore di tutti i gregari ma il cuore stesso delle masse dove questa idealità si è profondamente radicata. Non esistono più limiti e differenziazioni tra zona e zona e provincia e provincia, superstiti residui di pregiudizi regionalisti sono stati distrutti, le molteplici attività si sono sviluppate e perfezionate secondo concezioni rigidamente unitarie, i dirigenti delle varie Provincie entrando a contatto tra di essi si sono scambiate impressioni prendendo reciproca conoscenza di iniziative, aumentando le loro cognizioni. D'altra parte, il Segretario del Partito, radunando a frequenti rapporti i dirigenti provinciali, conciliando appunto attraverso il rapporto la gerarchia con lacollaborazione più immediata e più cordiale, non solo ne può valutare rapidamente l'azione ma di questa azione può dettare le linee senza ricorrere alle circolari e agli ordini scritti, eliminando così in modo totale eventuali dubbi, non esatte interpretazioni. Il valore e la portata di questo sistema di comando appaiono evidenti soltanto se si guardi la fervida operosità delle organizzazioni fasciste. Inconfondibile primato del Partito Seguiamo da oltre due anni il Segretario del Partito nelle sue visite in provincia ed abbiamo avuto modo di vedere affinarsi la sensibilità delle masse e queste diventare più agili e mostrare di avere veramente inteso la missione di cui sono state investite. Le indimenticabili manifestazioni, dove l'amore e la fede popolare celebrano i loro riti divini e il cuore delle folle arde in offerta ai Duce, sono le prove di questa compiuta maturità e intelligenza, e altre prove abbiamo nella cronaca quotidiana della vita italiana da tanti fatti piccoli ma pieni di significato. Le masse vivono in compattezza agile e concorde in virtù dell'azione del Partito, il quale si adegua giorno per giorno alle nuove necessità nazionali e diventa appunto carne e sangue della Nazione unendo ai suoi compiti e funzioni semplicemente politici, altri compiti ed altre funzioni, alimentando la sua vita a mille rivoli e in mille modi espandendola e acquistando infine certa sua chiara e convincente umanità, la quale gli conferisce il più schietto e inconfondibile primato. Questa finezza e questo modo di vivere provengono al Partito da assiduo lavoro e da volontà tenace. I rapporti come questi intorno ai quali batte il cuore delle folle, raccolgono i comandi e li propagano con sicura intelligenza nelle file dei gregari, nelle masse cittadine e rurali. Certi rappòrti, poi, per il luogo in cui si svolgono assumono particolare rilievo. Questo di Littoria, dove sono raccolti con semplice e nitida grandiosità i segni delle realizzazioni mussoliniane, appartiene al novero dei più significativi, e appunto per ciò il Segretario del Partito volle convocarvi insieme ai venticinque direttori federali ai quali doveva impartire ordini ed istruzioni, i segretari federali delle altre Provincie e lo stesso Direttorio nazionale. A Littoria converge l'appassionata attenzione del popolo italiano, non solo, ma del mondo intero. Tra la parlata veneta o romagnola accade spesso di udire voci estranee, di gente d'altri Paesi ammirata non soltanto della splendida e inattesa rinascita, quanto dell'ordine nuovo, della nuova vi; ta, della nuova civiltà fascista qui regnanti. La terra e le case e perfino gli uomini apnaiono sotto aspetti diversi da quelli comuni, sono invasi d'altro spirito nuovo originale, sono gli elementi fisici, la realtà della dottrina fascista, sono appunto il nuovo ordine, la nuova vita. Ogniqualvolta si venga a Littoria, si riportano nuove impressioni e nuovi pensieri e s'intende con abbagliante rivelazione la potenza incommensurabile del genio del Capo. Ogni cosa porta il Suo nome, in ogni cosa è vigorosamente scolpita la Sua immagine, la Sua parola sembra debba risuonare ad ogni canto. Il lavoro trionfante Oggi la terra pontina apparve ai gerarchi come ricoperta dall'immenso trionfale arazzo verde delle seminagioni. Il grano s'innalza appena sui campi e trepida teneramente 3e l'alito del vento smuove l'aria, gli alberi si adornano di nitide gemme, la vita insorge dalla terra con violenza infrenabile come volesse cancellare i secoli del servaggio alla palude. Ognuno guardava con occhi di meraviglia lo spettacolo della terra ridesta, le case lucenti sotto il sole, gli uomini curvi alla fatica; e ognuno leggeva sui tersi campi aperti come pagine di un libro incomparabile le strofe del lavoro trionfante. La popolazione dell'Agro Pontino vibrava ancora dell'entusiasmo suscitato dalla visita fattale ieri dal Duce, durante la quale Egli, come è suo costume, esaminò lungamente i lavori in corso in questa sua terra1 fra le continue commosse manifestazioni di devozione degli operai e dei coloni. Questa mattina essa volle mostrare ai gerarchi la sua fede e il suo vigore schierandosi con tutti gli attrezzi del lavoro e rinnovando al Duce lontano, con impeto travolgente, la dimostrazione del suo affetto. La partenza da Roma I gerarchi partiti da Roma alle 9, su dieci rossi torpedoni scortati da una rombante centuria di Giovani Fascisti in motocicletta, passando attraverso i villaggi e i paesi dei Castelli, raccolsero i primi saluti della folla; rustici archi di trionfo con la scritta « viva il Duce » erano stati innalzati lun^o la via da rudi mani contadine. Albano, Ariccia, Genzano, Velletri e Cisterna avevano issato il gran pavese. L'ingresso a Littoria fu pittoresco ed entusiasmante. Le macchine agricole erano allineate lungo il grande viale di accesso al Comune e lanciavano per festoso saluto sibili acuti, mentre tuonava l'alala di dodicimila Giovani Fascisti romani schierati su file molteplici fin sulla piazza centrale. Dal cielo giungeva altro rombante saluto: due squadriglie di aeroplani volteggiavano sulla folla con audace gioco, abbassandosi fulmineamente fin quasi a sfiorare con l'ala il culmine della torre comunale. La gente di Littoria, in gran parte montata su carri colonici trainati da pingui coppie di buoi e sulle macchine agricole, accolse con vigorosi saluti il Segretario del Partito e i gerarchi i quali giunti in corteo sulla niazza presero posto su un palco per assistere alla cerimonia dell'alzabandiera sulla torre del Comune. Squillarono le trombe, tacquero i rumori e sull'adunata regnò il silenzio. Nel cielo due aeroplani con linee rapidissime stampavano la parola Dux. La folla levò in alto il braccio e acclamò lungamente. Poi il Segretario del Partito premiò di una fulva giovenca il giovane colono di Littoria Enrico Zanetto, vincitore del concorso indetto dalla Federazione dell'Urbe sul tema: « Duce » ; e quindi assistette allo sfilamento delle organizzazioni fasciste di Littoria. Rivedemmo accanto ai reduci di guerra in tenuta di lavoro con l'elmetto e la Camicia nera, i giovani e i giovanissimi; rivedemmo famiglie di robusta prole raccolte sui carri agricoli decorati di fronde e di fiori; rivedemmo lo spettacolo incomparabile della gente dell'Agro fedele e operosa. Alla Gasa del Balilla . Terminato lo sfilamento chiuso da un centinaio di Giovani Fascisti venuti da Benevento, i gerarchi si raccolsero nella Casa del Balilla dove montavano la guardia reparti di piccoli moschettieri. Appunto nella Casa del Balilla ebbe luogo prima del rapporto, una cerimonia assai suggestiva. Cento donne di Ciociaria offrirono a cento gestanti di Littoria altrettanti corredini per neonati. Il Segretario del Partito si compiacque vivamente della manifestazione tanto affettuosa e quindi presiedette il rapporto dei dirigenti provinciali. II rapporto durò un'ora precisa e s'iniziò col saluto al Duce. Il Segretario del Partito trattò anzitutto questioni di carattere organizzativo interno ; poi venne a parlare dell'Assistenza invernale e di quella estiva e dei nuovi e più ampi compiti che verranno attribuiti alle organizzazioni giovanili del Partito. Successivamente illustrò con brevi parole la storica impresa della bonifica dell'Agro Pontino, l'immensa fatica, e ne mise, in evidenza i risultati meravigliosi. Elogiò poi il Fascismo dell'Urbe per l'ospitalità cordiale ed entusiastica offerta ai gerarchi, e il segretario federale di Enna il quale, donando il suo sangue, salvò dalla morte un minatore feritosi gravemente durante il lavoro. Ringraziò i coloni dell'Agro Pontino, i quali per mezzo del segretario federale dell'Urbe, dottor Vezio Orazi, gli offersero 15.000 lire per l'erigenda Casa Littoria di Roma, e invitò i gerarchi ad assistere domani alla partita sportiva tra gli universitari, esortandoli a dare il massimo impulso alle manifestazioni SDortive nelle rispettive Provincie. Elogiò infine tutti i dirigenti provinciali e i loro collaboratori per l'opera svolta, e lesse la seguente dichiarazione approvata per acclamazione: « Il Direttorio Nazionale del Par» tito Nazionale Fascista, i Segretari delle Federazioni dei Fasci di Combattimento, i Direttori federali delle Provincie del Mezzogior¬ no e delle Isole, convocati a rapporto in Littoria dal Segretario del Partito, hanno approvato la seguente dichiarazione: « Il Direttorio Nazionale del Partito Nazionale Fascista, i Segretari delle Federazioni dei Fasci di Combattimento, i Direttori federali delle Provincie del Mezzogiorno e delle Isole, convocati in Littoria per il terzo rapporto dell'anno XII, Era Fascista, salutano i camerati dell'Urbe e della provincia e i laboriosi coloni di questa terra redenta dal Duce. «Sicuri interpreti della coscienza di tutto il popolo, inquadrato nelle formazioni del Regime e stretto con salda fede intorno ad esse. «Riaffermano: che il Duce, organizzando lo Stato-fascista totalitario e per ciò stesso forte, ha realizzato l'antica, costante aspirazione degli italiani; « constatano ancora una volta la volontà realizzatrice del Fascismo, che si concreta in leggi e in opere — mirabile esempio Littoria, già sorta, promettente di vita, nella vasta zona che alle porte di Roma dormiva l'infecondo sonno millenario; « ravvisano nella recente conversione del Consolidato un atto fondamentale diretto alla metodica bonifica integrale anche nel campo finanziario, ed esprimono la certezza, ispirandosi al significativo successo plebiscitario, che l'Italia fascista, ricca del suo pa< trimonio ideale creato dalla Rivo iutione delle Camicie aue, si,^terà, decisamente, all'avanguardia della ripresa economica mondiale; «elevano al Duce la gratitudine di tutti gli italiani, nei quali Egli ha saputo infondere la disciplina negli spiriti, la volontà e la tenacia nelle opere, l'amore e l'orgoglio nelle armi, senza di che non v'ha potenza di popolo». Il rapporto fu concluso con il saluto al Duce dato da Starace e ripetuto con formidabile voce dai gerarchi i quali consumarono quindi il rancio in perfetto stile militare — tavole nude, all'aria aperta, gavetta e gamellino e pane ancor tiepido del forno. A Sabaudia j Poco dopo ricompostasi Ina dei torpedoni si iniziò (verso Sabaudia attraverso rurali dai nomi eroici della „ La gente, sospeso brevemente il la- voro, salutava festosamente i visita-mtori e innalzava alala al Duce; dalle case coloniche, dai cantieri sonantijaccorrevano sulla strada i vecchi {combattenti del Carso e del Grappa\. j«i r>;«..- „i: : j_i I— "— ——- ~w w ——- ■— , e del Piave con gli arnesi del lavoro^fra le mani; molti gruppi di bambi- ni «vpnmiavann hn,?rii«Hn0 tH.ninri \sai..di\ni sventolavano bandierine tricolori. I gerarchi ammiravano con commozione lo spettacolo della gente ope-, rosa e feconda e della terra da essa ■■ridestata e rinverdita. : ! La visita a Sabaudia fu lunga «•interessantissima. Lo spettacoli di\1 una Città che nasce è altamente sug- ; gestivo. Sabaudia comincia a pren- dere forma e vita, numerosi edifici''sono quasi compiuti, altri drizzano|; rapidamente le mura. I gerarchi si'I soffermarono dinanzi alle costruzioI ni salendo poi sulle impalcature, am- ros^la^ gli operai, chiedendo spiegazioni e\interessandosi cordialmente della lo-\o fatica. Salutati da nuovi applau-li, essi, sempre guidati dal Segreta-;ro rauca, salutati da nuovi applau-!si, essi, sempre guidati dal Segreta- Irio del Partito, si recarono in rivalIal mare per visitare la colonia ri- jservata ai figli dei coloni dell'Agro!i Pontino e poi assistettero nella zonaj. ,I ri di bonifica, al brillamento di alcune centinaia di mine. La terra squarciata nel profondo sussultava 'paurosamente; zolle enormi si apri-1vano nel cielo come strani ombrelli\neri per svanire immediatamente,idisfacendosi in polvere fina II sole [era scomparso" fi efreeo e i Leptnl{si ammantavano di un cupo azzurrole l'ombra anneriva i prati verdeg-,gianti. Gli uomini, deposta la vanga e il badile, tornavano sereni alle casedove la tavola preparata già acco-glieva sciami rumorosi di bimbi. Lungo la via del ritorno, il Se-gretano del Partito e i gerarchi fu:rono^salutati da nuove ^imponenti manifestazioni da parte delle popò lazioni rurali e dei Castelli. Il corteo sfilava fra due ali di folla, illuminato da mille e mille torce, sonoro di euvii'o; scorte di motociclisti e di ciclisti con le fiaccole in pugno facevano onore al corteo. Sugli archi di trionfo intessuti di fronde, splendeva una parola sola, vasta e possente: « Duce.». ALFIO RUSSO. Come si è svolta la visita del Duce nell'Agro Pontino Roma, 22 notte. Sulla visita compiuta ieri in forma privata dal Duce ai lavori di bonifica di Sabaudia, si hanno questi particolari. Accompagnavano il Capo del Governo l'on. Rossoni, Sottosegretario alla Presidenza, il conte Galeazzo Ciano di Cortellazzo Capo Ufficio stampa del Capo del Governo, l'on. Acerbo Ministro dell'Agricoltura, l'on. Serpieri Sottosegretario alla Bonifica integrale, il senatore Natale Prampolini presidente del Consorzio di bonifica di Piscinara e Commissario governativo della Bonifica pontina, il Console generale Agostini comandante della Milizia Forestale, il prefetto La1' Pera commissario speciale. dell'Agro Pontino, l'on. conte Valentino Orsolini Cencelli, commissario governativo per l'Onera Nazionale Combattenti. Lungo la strada che va a Borgo Podgora, prima del canale Mussolini, già si nota il fervore delle opere per l'appoderamento dell'Università agraria « Menotti Garibaldi », di Cisterna di Roma, e per i casali del gruppo 92 che formerà il nuovo nucleo colonico ora in costruzione. Oltre le case coloniche verrà pure, da parte del Consorzio di bonifica di Piscinara, costruito un villaggio composto di fabbricati per il Dopolavoro, Posto di sanità, Caserma dei Carabinieri Reali, scuole, dispense, villaggio al quale sarà dato il nome di Esperia e che viene a trovarsi sulla nuova strada che dalla via prima del Borgo Podgora, porta a via di Pizzo di Chiodo, che si chiamerà via Filippo Corridoni. Sulla detta via, ai due lati, verranno costruite trentatre case che costituiranno altrettanti poderi da otto a dieci ettari ciascuno. Le altre vie saranno: strada lotto 41 (16 poderi), Via Enrico Toti (17 poderi), Via Duilio Guardabassi (11 poderi), Via Armando Casalini (7 poderi), Via Giovanni Berta (8 poderi). I lavori di costruzione delle strade sono già stati iniziati e sono a buon punto. I canali principali che verranno costruiti dal Consorzio di Piscinara, sono anche già stati iniziati, e così tutte le altre opere. Alle ore 9 precise, il Duce è giunto al bivio di Cisterna e precisamente all'incrocio della strada Appia con quella che, portandosi a Borgo Podgora, segna l'inizio della zona redenta. Il Capo del Governo si è fermato sul ponte del canale Mussolini, dove dopo aver ammirato la -rande opera si è intrattenuto a colloquio con i presenti ed ha dato altre direttive per la colossale impresa. Quindi, seguendo l'itinerario prestabilito, il Duce, in testa alla teoria di macchine, pilotando la sua Alfa Romeo ha puntato verso Borgo Sabotino, e la prima sosta è stata fatta, a Capo Portiere per la visita all'importante lavoro di bonifica idrati, lica. Sorge infatti a Capo Portiere un potente impianto idrovoro per il sollevamento delle acque, che in quella zona rimarrebbero stagnanti ner la depressione del terreno. Dopo minuziosa visita, il Duce, nuovamente in testa all'auto-colonna, si inoltra sull'attuale Litoranea che lascia al bivio con quella « della lavorazione», sulla quale si incammina veloce verso il mare. Su un motoscafo, il Duce con il seguito, raggiunge il nuovo comune di Sa¬ baudia, si inoltra verso il centro comunale, visita la teleferica impiantata di recente per la colmatura di un vallone sul quale si svilupperà la strada di accesso al nuovo comune e prosegue per la zona di Colonia Elena e per il territorio di Priverno, nella pianura denominata « Campo », ove, con ogni probabilità, sorgerà il terzo comune fascista: Pontinia. Dopo una sosta all'Università agraria di Sermoneta, il Duce ha fatto anche una visita alla « Gialla » uno dei poderi della bonifica che il senatore don Gelasio Caetani sta eseguendo nella sua proprietà. Il Duce si è interessato agli importanti avvenimenti archeologici da pochi giorni venuti alla luce nella zona di Paola. Quantunque nessun preparativo fosse stato fatto per la visita del Capo del Governo, durante il percorso e nelle soste è stato riconosciuto dagli operai che Gli hanno tributato calorose manifestazioni di omaggio e di entusiasmo. Nelle prime ore del pomeriggio, il Capo del Governo ha lasciato la