L'indipendenza austriaca Incomprensione tedesca

L'indipendenza austriaca Incomprensione tedesca L'indipendenza austriaca Incomprensione tedesca Berlino, 19 notte. I giornali registrano la dichiarazione delle tre Potenze sulla indipendenza dell'Austria, sforzandosi quanto possono di attenuarne l'importanza agli occhi del pubblico tedesco. Essi fanno seguire la. pubblicazione della dichiarazione da quei commenti di stampa estera, e soprattutto inglese, dai quali credono di poter rilevare che l'Inghilterra avrebbe aderito con minore entusiasmo alla dichiarazione; e, nell'intento di « bagattellizzare s> la dichiarazione, fanno propri! tali apprezzamenti di stampa, fra i quali, ad esempio, quello che la dichiarazione sarebbe cosi prudente che in verità non dice nulla, che essa non si rivolge affatto contro la Germania bensì contro qualunque Potenza che in contrasto con la volontà dei popolo austriaco tentasse di menomare l'indipendenza dell'Austria, al che aggiungono che la dichiarazione certamente non può servire di appoggio ad eventuali tentativi di istituire in Austria un regime piuttosto che un altro. Inoltre i giornali adducono tutto quello che può servire a diminuire la importanza del fatto: ad esempio, os servano che non vi è nulla di comunicato nè dei resto di comunicabile a Berlino e nemmeno indirettamente riferibile aUa Germania, dal che concludono, come fa la Nachtausgabe, che in sostanza la dichiarazione sia da ritenere « niente altro che una dichiarazione puramente teorica e platonica con la quale le tre Potenze hanno voluto vicendevolmente riehiiaimanBi olla mente che anche esse sono obbligate alla protezione dell'indipendenza dell'Austria ». Anche il Berliner Tageblatt rileva che «nella dichiarazione Berlino non è In alcun modo tratta In ballo e di Berlino non si parla in maniera assoluta, anzi è accuratamente evitato qualunque accenno o rimprovero alia Germania di aver tentato di immischiarsi negli affari austriaci e tanto meno di minacciare l'indipendenza dell'Austria >. Dal che il giornale deduce, non v'è bisogno di dire quanto contortamente, la conclusione che «evidentemente vi è un giuoco internazionale di cui l'Austria è la posta ». Anche la Deutsohe Allgémeine Zeitunij rileva come l'Inghilterra tenga a mettere in evidenza il suddetto rilievo che nella dichiarazione è accuratamente evitato ogni accenno o censura a Berlino. Ma a parte queste tentativo di attenuare il valore della dichiarazione, il rilievo che quasi tutu i giornali contengono è che in Francia Si comincia già a risentire come perdita 41 contatto con l'Austria la fue dei marxisti austriaci che erano finora la aola base dell'Influenza frsneese in Austria, e si comincia colà a temere che 1* fine dell'austromurxismo spinga U paese danubiano un poco troppo sotto l'influenza dell'Italia. Ai riguardo tutti 1 giornali mettono in rilievo quella certa nervosità che sì manifesta in proposito negli Stati vassalli della Francia per quanto riguarda un aumento della te- .fluenza italiana te Austria, nervosità espressa soprattutto dall'intervista di Titulcscu al Petit Paiisien, che parla della mano libera che l'Italia ha a Vien sa. Queste preoccupazioni degli Stati vassalli sono mense in tutto 11 loro rilievo dal Berttner Tageblatt, il quale vi aggiunge un colloquio di un W9 redst- tore a Budapest co) capo dell'opposl- zlone parlamentare ungherese Eckardt il quale ha ospresBo al giornalista preoccupazioni analoghe a quelle espresse da Tituleacu nella sua intervista. L'Angriff, infine, arriva a dire che la dichiarazione significa senz'altro « una formula d'imbarazzo » che si riconnette sempre con la rivalità solita fra le tre Potenze che rimonta fino a Ver* sailles, e a prospettare al riguardo l'ipotesi che la Francia abbia acconsentito all'Italia una certa mano Ubera a Vienna In compenso di un maggiore appoggio dell'Italia nella questione del disarmo; ipotesi alla quale li giornale aggiunge: « dubiUamo che tali calcoli siano giusti Per crearsi a ogni modo un atUvo, i giornali notano che la dichiarazione praticamente costituisce quel che rimane, del progettato ricorso a Ginevra dell'Austria, al quale si sarebbe rinunziato per volontà dell'Italia. 0. p.

Persone citate: Petit