La terribile notte del Tronador nella quale scomparvero Matteoda e Durando

La terribile notte del Tronador nella quale scomparvero Matteoda e Durando La terribile notte del Tronador nella quale scomparvero Matteoda e Durando (PER CABLO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE) Buenos Aires, 17 notte. L'alpinista Zanetti che faceva parte della squadra che, insieme a Matteoda e Durando, avrebbe dovuto partecipare alla scalata del Tro nador, è giunto, come vi avevo ieripreannuncialo, a Buenos Aires edlia comunicato all'Ambasciata //a-liana la seguente reiasione firmata da Gugliada: i Conoscendo l'importanza alpinistica del Tronador, Durando e Mat¬ teoda ci invitarono a fare un'escursione vicino al monte stesso per studiare le possibilità di un'ascensione ed eventualmente della sua effettuazione, oppure di facilitare il cammino agli alpinisti italiani al loro prossimo arrivo. Matteoda partì da Buenos Aires il 19 gennaio e il 23 partimmo con altri tre compagni. Alle ore 21 del giorno 25 raggiungemmo Matteoda che ci aspettava a Casa Pangue; il 25 e il 27 non facemmo nulla causa la pioggia; il 28 salimmo al Righi studiando un punto favorevole di attacco al Tronador lontano circa 25 chilometri. « Proseguiamo soli » « fi giorno 30 partimmo da Casa Pangue con uomini pratici dei bo schi, con tre muli e sei cavalli sino a Cantera ove comincia una selva quaai impraticabile. La notte dello stesso giorno stabilimmo il campo ° „ . C1 . numero 1. Il giorno 31 si riprese ^« marcia, eccettuato io che rima si a custodire la tenda e i viveri lasciati per alleggerirsi. La sera giun nemmo al campo n. 2 ove rimasero Matteoda, Durando e un uomo men^ ff ^ g due uominj ritorna. , „ , „ , j?-„t*n.,t„ nt,,f ™»? al campo n. 1. Frattanto Mat teoda e Durando tentarono di giùn gore all'attacco della roccia lungo il dietro pernottando al campo ». 2 entr6 (lU aHri m ai campo n. l./z gionw ^ mentre con Gugliadami recavo al campo n. 2, Mat- Iato est; però dovettero tornare w'-^Zi altri giunsero al campo n. 2 tro varouo solamente un biglietto che avvertiva sull'opportunità di perv.otL ml vecchio accampamento in teoda e Durando cercavano di giungere alla zona della neve. Quando attesa del ritorno dell'uomo che avrebbe insegnato la strada. L'uomo infatti giunse portanto un bigliettoc/ie diceva: « Siamo in un luogo dove pare facile giungere al colletto sopra il bosco; proseguiamo soli, allbiamo pochissimi viveri; il portato- re verrà a recarli venerdì. Proseguiamo con la tenda piccola perchè quella grande è troppo pesante. Se venite, siate solo in due. Il cammino è segnalato da ometti di pietra. Venite a prenderci martedì. — Sergio ». « Durando e Matteoda seguironodal camP° n' 3.? %uf ° »• . 4 °f 9™>f™ venerdì 2 febbraio. Rite ncndo che fosse possibile incontrarli al campo n. 3 e di poter stare tuttine/to tenC.a piccola, salimmo sabato mattina allo scopo di raggiungereMatteoda e Durando. Giungemmo alcampo n. 3 ma non li trovammoavendo essi proseguito perchè, cau- sa il nostro ritardo, credettero chenoi non giungessimo. Licerti fra il tornare e il proseguire, finimmo Pcr proseguire e infatti tre ore dopo li vedemmo da lontano. Sparammo ireUfoi di rivoltella e Durando scese { imnedirci di woseauireveloce per impeanci ai proseguire causa il pencolo della oaduta di mossi di ghiaccio. Dopo mezz'ora soese anche Matteoda e preparnm mo la cena passando 'una lieta sera<a. Preparammo quindi il necessario per ^ascensione: 50 merri di corda, ![0 hiodi marten0 „;upr; ne' ^ cmoai>. Ulì martello viveri per' due giorni, due aste di legno e aue bandierine. L0 scatenarsi della bufera . *" 2 inattinti if Cielo era stellato;so?o w»a leggera nebbia si stendevani di sotto; la temperatura era bas- sa. Preso il caffè, Matteoda usci y^enza il passamontagna con solo un fazzoletto sulla fronte e Durando con un fazzoletto alle orecchie « Matteoda e Durando si lcgaro-\ no in cordata e partirono con 7a! ferma speranza di vedere dopo o(/o|or6 la bandiera che portavano con"sè sventolare stilla vetta, lo e Gugliada rimanemmo al campo. Gugliada voleva partire con Matteoda e Durando ma non lo fece causa la sua poca pratica del ghiaccio. Decìdemmo di attendere il ritorno dei partiti al campo n. 4 anche perchè Gugliada non aveva gli attrezzi necessari. Prima di partire Matteoda raccomandò di non mettere il piede skZ ghiacciaio perchè pericolosissimo. .« Essi partirono alle 3 del mattino in direzione ovest, seguendo la via tracciata al campo per la parte posteriore, stante l'impossibilità di attaccare direttamente il ghiacciaio sia per la pendenza che per gli enormi crepacci. Appena partiti, la brezza leggera si tramutò in vento e le nebbie basse si alzarono. Verso le ore 7 eravamo immersi in una nebbia fitta che rendeva impossibile la visione. Verso le 10 si scatenò una bufera con neve c grandine che andò facendosi sempre più violenta sino a tarda ora della notte che fu terribile. Pensavamo di doverci rifugiare nelle rocce abbandonando la tenda, ma questa resistette. Solamente il mattino di martedì, ossia dopo 48 ore, cessò di nevicare ed il cielo si rasserenò. La temperatura era rigidissima: 7 o S gradi sotto zero. Data la terribile tempesta e le condizioni dei luoghi dove dovevano aver effettuato il passaggio nostri compagni, restava poco da sperare sulla loro sorte. Inutile attesa . p« Uscimmo appena potemmo gri- dando e sparando e vedemmo Vorri- ;do aspetto della montagna. Dalla parte prossima alla rotta seguita sa- :boto, si erano staccati immani bloc-\K.-JT. ■ , 7i)„7*„ ,j: iKfl;chi di ghiaccio dell alterni di 150 metri e lunghi vane centinaia. rjufa|la montagna aveva cambiato uspet- ;to. Essendo impossibile resistere{per la fatica e la fame, scendemmo al campo base linciando viveri ai campi né cu. 3, Nel pomeriggio di mercoledì salimmo nuovamente al campo n. 3, ma non vedemmo nulla ■ di nuovo. Giovcd\ facemmo un'ulti-\ ma esplorazione; quindi scendemmoja chiedere soccorsi per quanto li ri-1[ltenessimo inutili. eli venerdì mattina giungemmo^a Bariloche avvalendo l ambasciar | tare Arlotta e il Club Ayidino. Quella'stcssa sera alle 9 partiva Guglia- la stessa je jjeijfing; percorrendo \strada. Dopo un" marcia affrettata irfa con due alpini-iti locali, Claussen essi giunsero sino al campo n. 2. Gugliada, impossibilitato per la fatica a seguire gli alpinisti, diede indiragioni vrecise per raggiungere il Lu-iunt, f ... a/, j .„„„_ !campo n. 4. Gli alpinisti incontravo- \no il campo e proseguirono nell'e- grazio J saJo trovare alcuna. Il o»mo dopo essi ^-|incontrando una secoyida comitiva composta di Dchimott, Venzano e altri due nomini. In seguito alle informazioni della prima squadra tutti scesero e venne diramato il comunicato che vi è stato a suo tempo trasmesso e firmato Claussen e Meiling La relazione '.ascia poche speranze ed è opinione generale che Matteoda e Durando siano periti. Le ricerche Ivttavia proseguono. S. B. Un comunicato Stefani, datato da Santiago del Cile in data di ieri mattina, precisava cosi la portata delle di chiaraz:onl fatte l'altro Ieri dal Guglia- da noi ieri riferite: «Le notizie|. Lllhhlìéàtr'dai fiìorn £~ rtirSva a Puerto Mont dell'alpinisti'ìnai! di' Santiago cir-1j Gugliada e le dichiarazioni fatte dallo stesso, relativamente alla tragica fine * Matteoda e Durando, travolti da una valanga gy^^-jf-^ ìzrf'J: ^rano mossi dall'accam \ „^eVt„ basso "auando Durando e Mat |te0da partirono per l'ascensione dei ! Tronador Restano poch< poche speranze che valorosi alpinisti italiani siano ancora salvi, ma il Gugliada e gli aviatori ar ventini e cileni continunano le ricerche »,

Luoghi citati: Buenos Aires, Cile, Santiago