Il Re eroico

Il Re eroico Il Re eroico I tremenda del pericolo e del sagrlficlo, jil Re dei Belgi Alberto; e per cui fu dimostrato ancora una volta, come :n !u"a poesia di legganda meglio ohe nel- \{& storia' cne ognl ostlle imPoto di vlo-,a\lcnza" °Snl sopraffazione del più forte a\0 ingiurla di fortuna, ritorna nulla, se ssi stia all'incontro con pari animo, se ril buon diritto si armi impavido e re- | tsista, allo sbaraglio, Incrollabilmente; j ce fu dimostrato che l'onore, magari tut.tUna riga di Stefani, cruda; e la prima notizia, dieci parole telegrafiche, ma che purtroppo non ammettono dubbio, ci colpisce del più doloroso stupore, come sciagura che ci tocca ben davvicino, sciagura nostra. Italiani, il pensiero corre istantaneamente, con intensa commozione, alla nostra Principessa Maria, alla dolco sposa del nostro Principe Ereditario, così atrocemente, d'improvviso, orbata del Padre dilettissimo. Generazioni che vivemmo la grande guerra, compiangiamo spento uno dei più eletti e puri eroi della guerra, la cui figura si levò tanto alta tra Il balenio corrusco c u tuono delle armi e sull'orrore della strage, significativa, quasi simbolica d'Intemerata onestà, d'intrepido valore, di virtù supremamente umane e veramente regali: primo cittadino dei suo Regno e primo soldato, primo alla prova concreta e rneddsmdtbdLplUadtnnsqsgg I Ut perdere, ma salvare l'onore, è legge ; divina per i re, gloria imperitura dei I P°Po1'- dri\ E ancora, questa sua morte, questa j A iEua stessa morte, ce lo fa più caro e] 10 esalta: Lo riconosciamo, uomo.i 'Re, magnificamente rappresentativo delle nostre generazioni, di quelli di noi che credono al valore morale del! erischio, che praticano un esercizio fisico rischioso, non soltanto per dlpor- to, ma per fervore agonistico, perchè non si arrugginisca questo nostro greve fasciamo d'ossa e di muscoli, crescendo l'età, e non poltrisca lo spirito; ma questo si tenda ancora, frema di ardimentose volontà, e domini vittorioso. Quest'uomo di quasi sessant'annl, L r» cne mUore con le scarpe di corda ' ' dell'arrampicatore ai piedi, allenandosi da solo nella scalata di una paretina di roccia friabile, che nel suo paese senza montagne costituisce come una palestra per chi si addestri, e per chi, lontano dalle montagne, non voglia in sosta scadere di qualità; questo appassionato alpinista, intollerante.. di ozi, ansioso di cimento,. anelante di .difficoltà da.superare, ebbro .di.ascendere,, questo ci è inimitabile camerata, come ci fu commilitone in guerra, ci è maestro mirabile di attività e di coraggio, come fu esemplare In guerra. Ond'è che sulla salma dei morto Re, si morto da re, poiché con tale animo re guerrieri morirono in battaglia, ed egli stesso sarebbe serenamente morto in prima linea, dove combattè, per la disperata difesa del suo popolo, sfangando nella trincea col fante, nel più perverso infuriare del conflitto; sulla sua salma, che non la mitraglia, allora, ma oggi la combattuta roccia ha dilacerata; nel funebre corteo che lo riporta alla sua capitale brabantèa, mentre rintoccano lente le campane delle gotiche cuspidate cattedrali, per \tutto n DlUngue paese unito, fiammin|g0 e vallone, dalle basse e grigie spiag i ge del Mare del Nord alle selvose col l'ine delle Ardenne, dal florido Lussem pdiLgttpeesefgt,ta i a città, e dalle piatte rive o scoscese, ! specchio alle opulente e malinconiche campagne, a borghi e castelli e fattorie; e mentre l'ora funesta e il mesto procedere del corteo scandisco il romj bo dei cannoni di Liegi e di Namur, di | Charleroi e di Anversa, delle Fiandre i e dell'Yser; sulla salma dell'Eroe si piegano idealmente tutte le bandiere della grande guerra, si piegano il tri- colore italiano e i palpitanti gagliar- ! detu de, nuQV0 ordine nostr0i deUa no, -,stra irrompente giovinezza italiana, t a -| a | Rg A,berto era a Brusselle 18 Dall'infanzia al Trono aprile del 1875, dal Principe Filippo Conte di Fiandra e dalla Principessa | piarla Hohenzollern-Sigmarlngen; e al o ; tonte battesimale ricevette i nomi di - j a'Alberto Leopoldo Clemente Maria' iJMeinrad. - Non sarebbe stato prevc-. -;cUblle, dalla r.-scita, ch'egli cingerebbe : la corona reale. Il Re Leopoldo II. allo- ! o | ra regnante, non aveva più figli ma- : e | seni, e non ne avrebbe indi mai più di | o ,, legittimi; e il fratello cadetto, appunto - ] il Conte di Fiandra, padre di Alberto, -1 era diventato l'erede presuntivo del troa ' no. Ma Alberto veniva secondogenito, o ! del Conte di Fiandra, dopo 11 Principe , ! Baldovino, nato nel 1869; e In favore - ' di questi il padre aveva già rinunziato e i ai suoi diritti ereditari della corona. ai Principe ereditario era quindi il primo- 1 genito Baldovino. Sennonché, nel 1891, a I quando Alberto contava 16 anni, 11 prin- u- che dilagarono nella casa reale del Eel di j uccideva. Cosi Alberto divenne l'è i- «de del trono. i, principe Alberto segui, come tra- ;dizione, ia carriera delle armi, comin- na i dandola da luogotenente nel reggimen- n-|to del Granatieri. Ma le sue incllnazio- li ni si manifestavano piuttosto per gli di studi matematici e fisici e meccanici, il e soprattutto per alcune applicazioni |di queste discipline, come la metallur- di:già e l'elettrotecnica. Il futuro-re se-te j gul i corsi della rinomata scuola elet-ra ! trotecnica di Liegi; poi, per pratico ad-o, j destramente, vestito lo scafandro de le ! minatore, scendeva nelle miniere della to | Vallonia, c indossata la blusa dei: jpe- a la sua iniziativa, alla sua direttiva, alla sua tenacia, il Belgio deve l'acqui sto di un immenso e ricchissimo impe ro affrieano, verso cui nulla, nessuna tradizione e nessun altro impulso lo rl chiamavano, e che non gli sarebbe stato in nessun modo destinato, raio, lavorava Intorno alle macchinettnelle officine e nelle fabbriche di Mona I e di Charleroi. E assai più che come i dllettante, si dedicava insieme a s,tudi di economia politica e di sociologia; c s'interessava con entusiasmo di problemi aeronautici. La grande, la prepotente personalità di Leopoldo II invadeva la scena politica dei Belgio, cosi ài méttere in ombra ogni altra anche eminente individualità, soprattutto della casa reale. L'opera sua, durante il lungo regno, per 44 anni, dal 1865 al 1909, si sviluppò con un'armonia di concetti e Una sicurezza di attuazioni, con una abilità diplomatica e una abbondanza di risultati, che inducono a giudicarla tra le più geniali c imponenti e fortunate d'ogni capo di stato o di governo, in Europa, nella seconda metà de) secolo decimonono e sul principio di questo secolo. Suo capolavoro gigantesco,- la fondazione dello Stato del Congo e la trasformazione in colonia belga. Soltanto a lui, al suo lungimirare, Leopoldo n. che passa nella storia dei Belgi col titolo — il Grande, — moriva il diciassette decembre del 1909. A1fèì.touccecleva " nlp°te' " prlnClpe Austere virtù „. T"1" .J™ all.ora' dun1ue- Alberto, Firn epe Ereditario, era rimasto m ombra, pcppdesEper l'opinione pubblica dell'Europa e del mondo, nell'ombra che spandeva intorno la sovrana figura del grande Leopoldo. Ma non cosi pel popolo belga ; il quale aveva da tempo riconosciuto le preclari doti di mente e di carattere dell'ancora futuro sovrano, c simpatizzava con lui, specie per l'austerità e semplicità di vita, ch'egli dimostrava, e per il suo interessamento a ogni questione viva del paese, questioni politiche e sociali, militari e coloniali, economiche e industriali. Co' suol intùiti che non fallano, il popolo apprezzava e amava già il suo sovrano, nell'atto stesso che egli raccoglieva la successione del for. midabtle Zio. Questi scendeva nella tomba forse più ammirato che amato; ,e la maggioranza, nel Belgio e fuori, sembrava disposta a giudicarne séver ramente, per i suoi trasporti' galanti e le disavventure della sua vita prlvatra, piuttosto che celebrarlo per 1 suol superiori meriti di monarca. Nel successore, U popolo belga si compiaceva ritrovare, oltre all'Ingegno e alla capacità, anche quelle sobrie virtù domestiche, che acquistano ai regnanti solida autorità e un più persuasivo fascino. In tali virtù Re Alberto aveva degna compagna la consorte, la Duchessa Elisabetta di Baviera, ch'egli aveva sposato il due ottobre del 1900. Era stata, la loro, una felice unione d'amore. Ed Elisabetta, quando diven. ne regina, già si era accattivate profondamente le simpatie popolari per la sua pietà, per le beneficenze, cui si dedicava con ardente zelo e attività incessante. Continuava in lei la filantropia alacre e illuminata del padre, 11 duca Carlo Teodoro, che fu medico ttFlsneMmscmsrigmuptmbnteplts. popolana jdel Belgio conosceva già re Alberto, Isoprattutto, per averlo veduto mecca- 1nico e ingegnere all'opera, nei pozzi delle miniere e davanti alle bocche degli alti forni, guidando una locomoti- va o rimontando una macchina uten-1sile. e per averlo sentito dibattere que-stlonl sociologiche e di organizzazioneoperaja; e conosceva la regina Elisa-- betta, perchè ella era salita nelle sof-fitte, a cercare mii»erie da lenire, aveva sostato nelle corsie dei poveri, negli ospedali a confortare 1 doloranti, e nelle carceri aveva recato anche più provvidi lenimenti a mali morali, an-che più salutari conforti. Preparato cosi, il re Alberto, all'è-sercizio dell'alto potere, dotato di una | meditata esperienza del proprio paese, del proprio popolo. E a questa si ag- j „lungCva l'esperienza dei viaggi com- ' piuti all'estero, in Europa, in America, . f AffriCa. Qua aveva percorso quasi jnter0i £ a ^ass0| „ domi- ! nio de, Cong0j spingendosi an. - : che ^ regiom fino allora inesplorate.i | Aveva un acuto spirito di osservazio o , , e e o . , - ne, l'Istinto e la perizia dell'indagine: e le esperienze e le acquisite conoscen- ze s'inquadravano nella sua mente. esercitata alle scienze esatte, con si-stematico ordine e lucida chiarezza.Un assennato equilibrio governava il suo intelletto, come una severa diaci- plina morale regolava la sua coscienza. Fino alla guerra Dall' avvento al trono, Re Alberto, partito decisamente prevalente nel paese. Con- , noyrarono ^ ottenere un mutamento- essenziale del sistema di votazione- j elettorale; ma le elezioni del '14, allatorall e scolastiche. Nel 1913, la lotta si acutizzò veemente; e i socialisti ma-- j vigilia della conflagrazione europea - i mandarono ancora al Parlamento una li notevole maggioranza cattolica, i, : Nella politica estera, Re Alberto acni j centuò il suo accostamento alla Franr- eia, o meglio al complesso delle inte- e-' se e alleanza tra la Francia, la Rust-1 sia e l'Inghilterra, quella cerchia che d-j si stringeva intorno alla Germania di e : Guglielmo II. L'asquisto leopoldiano la i del Congo aveva portato 11 Belgio, coe-1 me accennavamo, a una più rilevan- te, un'immediata partecipazione alla ! t politica mondiale. Le smisurate rie-'t chezze di quella colonia, aggiunte aliai uEnmdgst„.opiù nettamente là catastrofe bò"ica incui l'Europa era avviata E mentendo 'uche esulava o quasi dal' potere dc^li iprosperità interna del Regno, e l'importanza-di Anversa, che oramai rivaleggiava con Amburgo, e insieme la stessa posizione strategico-geografica del paese, consigliavano a re Alberto e lo decisero-di provvedere a un riassetto delle difese- e iklle forze militari. Egli fu forse tra coloro che previdero tralltà del Belgio sarebbe stata rispettata, secondo le garanzie dei trattati. Fin dal 1912, ispirato personalmente dal Re, il capo di Stato Maggiore dell'Esercito belga Intratteneva conversazioni con lo Stato Maggiore inglese, per l'eventuale aiuto dell'Inghilterra, nel caso d'Invasione del Belgio; c già erano stabiliti accordi con lo Stato Maggiore francese. E già era apprestato 11 sistema fortificato verso la frontiera germanica, 1 campi trincerati di Anversa e Liegi o Namur. Il Re eroico dell'eroico Belgio Con lo scoppio della guerra, ro Alberto, poco notato dall'opinione pubblica mondiale prima d'allora, si aderge d'un tratto maestoso, concentra In sé la simpatia e l'ammirazione del mondo. Troppo universalmente conosciuti questi fatti, perchè giovi rievocarli particolareggiatamente. La Germania impone al Belgio neutrale di lasciare libero 11 passo, attraverso il territorio, ai suol eserciti; c propone adeguati compensi. Il Belgio, materialmente, avrebbe tutto da guadagnare da un atteggiamento passivo; e d'altra parte l'ultimatum tedesco, con le armate che si concentrano sulla frontiera, minaccia la rovina del paese. Re Alberto, appena ricevuto l'ultimatum, riunisce il Consiglio della Corona, la notte dal due al tre ago3to 1914; e senza esitazioni sostiene che un popolo non può abdicare all'onore, a costo di qualunque rovina. E l'ultimatum è respinto; mentre l'aggredito Belgio leva la sua protesta, per il violato diritto, In faccia al mondo; e si accingeva a difendere il diritto con la forza della disperazione. Si può dire: che* ut quella notte, per merito di "Re Alberto, le sorti del conflitto furono- decise. Nell'atto stesso, è implicita e fatale la sconfitta ultima degli Imperi Centrali: perchè seguirà immediato l'intervento dell'Inghilterra; perchè l'opinione pubblica del mondo insorgerà Indignata contro la Germania; e fin d'allora si prepareranno gl'Interventi decisivi dell'Italia e degli Stati Uniti d'America. Il Re è a capo dell'esercito, resiste alla dilagante marca dell'invasione. Ma il suo eroismo e quello dei suoi soldati, di tutto il popolo belga, non riescono a impedire l'avanzata nemica; |lspelndltdnsdfnvcllaastèvrsmmriescono soltanto a ritardare la marcia; e consentono cosi all'esercito francese, sorpreso strategicamente, di rac cogliersi e prepararsi per la suprema difesa sulla Marna. Del paese helganon resta più che un minimo lembo di territorio, libero dall'occupazione nemica; e questa segna la distruzione, l'annichilimento, per quanto si estende. vacilla la fede, s'indel Re: tra 1 com j «*iw»». «w« - t»- che un combattcn Ite- Plu clf ^jfSìSrSJ?Ì£" SS m- ,viven.tc j'°»a S^,j*Sffi ^ 1 morire, che deve avere e aspetta la sua rivincita. E l'avrà. Quattro anni durano lo sforzo e la - reccidio e Vorro„. Ma finalmen1 »lJ«: ^ corrc la vittoria finale dej^0,,1 ^aHpccn , saua vlttoria, debe,_ ,^ mettendo fuori causa l'Austria1 ivrXvi„t«. « i„ n»,mor,in r. rnntrpttn a ' bn^herla' e Ia Germania e costretta a cedere, e si arrende a discrezione. Re Alberto rientra trionfalmente Brusselle, nel novembre del 1918. i i f_t,lj»à ; La »aw,u* j ; j col ristabilimento della pace, con cui 1 il Belgio acquistava 1 territori di Eu : peu e Malmédy, nel Ltmburgo, e una 1 buona porzione dell'Affrica orientale te. ! desca, Ro Alberto attese alla ricostru zione industriale e commerciale del pae se. E questa si svolse con sorprenden te rapidità, con un maraviglio ìncre mento di attività e di potenza. Parti- i coleri intese con l'Olanda, per la navi- . gazione deila Schelda alla foce, e con 11 Granducato del Lussemburgo, per le . comunicazioni ferroviarie, giovarono j più direttamente alla ripresa cconoml- ! ca; mentre l'alleanza militare con la.1 Francia garantiva le frontiere, ' Anno fausto il 1930: quando l'ultl ■ mogenlta di Ite Alberto e della Regi ; 3a Elisabetta, la Principessa Maria, si univa In matrimonio col nostro Principe di Piemonte. Indi un legamo d'af- fetto, per il Re dei Belgi e per la sua I reale Famiglia, si aggiunse all'ammira ! stre Alpi; e partecipammo con orgo- a mune dalle più terribili battagli 1 guerra, e che aveva dominato eccelse vette alpine, qualcuna delle più difficili e pericolose, doveva soccombere in i o - una prova di allenamento, su per un sasso scheggiato, sul dirupo di una collinetta: là, presso Namur, dove fiammeggiò la prim resistenza, organizzata da lui, suscitata e comandata da lui, contro lo armate dell'invasore. Allora, nell'ora solenne del fati della Patria, la morte, eh' egli sfidò a viso aperto, fortunosamente lo risparmiò; oggi, l'ha sorpreso, a tradimento, là: oggi, dopo vent'anni dalla disfida. MARIO BASSI