Il popolo austriaco vinta la minaccia marxista si stringe compatto intorno a Dollfuss

Il popolo austriaco vinta la minaccia marxista si stringe compatto intorno a Dollfuss Il popolo austriaco vinta la minaccia marxista si stringe compatto intorno a Dollfuss Significative adesioni al Governo di organizzazioni operaie Vienna, 16 notte. « Vienna si sveglia da un pesante sogno, il più tremendo che questa città abbia mai sognato — scrive oggi un giornale. — / viennesi di oggi non sono più quelli di ieri. I tempi erano duri già da tempo, ora si sono induriti anche i cuori. Chiunque conosca Vienna ed i suoi abitanti non potrà sottrarsi a questa sensazione ». La romantica similitudine con il sogno calza tuttavia fino ad un certo punto, poiché ai nostri occhi si offre la realtà, ed il risveglio serve piuttosto a far vedere quali gravi, anzi gravissimi pericoli siano stati risparmiati al Paese dall'energia del vice-Cancelliere Fey. Una delle case comunali rivelatasi fortezza, costruita in previsione della lotta di classe, è stata già ribattezzata con il nome del liberatore di Vienna, il quale Jia insegnato che se la guerra civile è inevitabile anche in essa bisogna trovarsi in prima linea. Nel pomeriggio di oggi il ViceCancelliere Fey è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Miklas, che ha ascoltato una sua lunga relazione sugli avvenimenti ; il Presidente Mikla-s ha ringraziato Fey dell'attività svolta, e dopo averlo lodato per le prove di valore personalmente date, e della moderatezza ■usata nella repressione della rivolta, gli ha conferito la più alta onorificenza della Repubblica. Il bottino di guerra si annunzia enorme: l'esercito ha combattuto contro un avversario che era si privo di cannoni, ma che si difendeva bene trincerato e ben provvisto di armi e munizioni. Il rastrellamento delle armi Fino a mezzogiorno di oggi risultavano consegnati: 3.276 fucili, 73 mitragliatrici, 3.608 rivoltelle, 32.000 cartuccie per mitragliatrici, 184.000 cartuccie per fucili. Le cifre da noi date ieri sono dunque ancora salite. L'elettricista municipale Karl Mager non avendo ieri fatto a tempo a consegnare 1200 cartuccie per fucile che gli erano state affidate in custodia da un emissario vello scorso autunno, ha tentato di togliersi la vita assieme alla moglie disperando di beneficiare del perdono. E' intanto da ritenere che una buona parte delle armi dei ribelli siano rimaste nascoste. Se si esamina il quadro per rioni si nota infatti, che mentre il rione di Favoriten, ad esempio, ha consegnato 28 mitragliatrici e 520 fucili, quello di Simmering, dove le lotte sono slate violèntissime, e che di certo non disponeva di un armamento minore, ha consegnato 3 sole mitragliatrici e 580 fucili. Un rione ha consegnato 3.000 rivoltelle (cifra che rappresenta un record), due appena 30, altri due 300 l'uno, altri sette nemmeno una. Non c'è dubbio che il rastrellamento sarà eseguito dalla polizia in modo da escludere la possibilità di sorprese. Il Neue Wiener Tageblatt avverte che le ricerche, dato il loro carattere minuzioso, richiederanno molti giorni: le soffitte e le cantine delle case comunali dovevano essere piene di materiale bellico più delle stesse abitazioni. La polizia per incoraggiare la popolazione a consegnare le armi ha promesso, garantendo l'immunità e il segreto del nome dei consegnatari, due scellini (5 7ire) per ogni fucile, e 50 scellini per ogni mitragliatrice. Quanto alla cifra dei morti, abbiamo questa sera una prima statistica ufficiale che fa ammontare a 102 le perdite dell'esercito e della polizia, e a 137 i morti della popolazione civile; i feriti sarebbero 319. Nella sola Vienna si sono avuti 105 morti. Fatalità ha voluto che il comando delle truppe che hanno espugnato la casa « Carlo Marx » fosse affidato ad un maggiore che porta appunto (senza per questo vantare discendenza o parentela) il nome del fondatore del socialismo. La fortezza « Carlo Marx » Intervistato dal Neue Wiener Tageblatt il maggiore Marx ha detto che la casa è una fortezza costruita nella maniera più raffinata: per l'attaccante è quasi impossibile avvicinarsi senza essere minacciato dal fuoco di fianco dei difensori. Nell'interno dell'edificio esistono misteriosi corridoi, apparentemente destinati a permettere il controllo delle condutture del gas e dell'acqua, ma che in realtà nascondono acale le quali consentono di passare in brevissimo tempo da un piano all'altro senza essere visti. Di questi corridoi segreti i militi dell'esercito socialista si sono serviti per attaccare alle spalle i tiratori delle Heimwehren penetrati nella casa. Il maggiore Marx ha detto che i socialisti avevano rese deformabili le pallot-\ iole dei fucili, e ad esse devono le tremende ferite riportate dai membri delle Heimwehren al primo assalto dato all'edificio. Il tenente colonnello Ribbeson ha poi descritto lo spiegamento di for¬ zcdd5mdmLètaVlptppaslqsssaepdslmsePcApdt\h1cptltqpBrpnedTstcmesdncpKgd i e a e e a . 5 l o a r o . o e o o e i o i -\ e a ¬ ze che si è reso necessario per accingersi al disarmo degli abitanti della casa marxista: due battaglioni del 3° Fanteria, una compagnia del 5° Fanteria e 12 cannoni postati a monte del famoso Campo di calcio della Hohe Warte, a non più di 500 metri di distanza dall'immobile. L'effetto psicologico dei cannoni si è dimostralo non inferiore all'effetto materiale. Gli schutzbiindler sanno molto aggirarsi anche nel sottosuolo di Vienna: questa notte agenti di polizia calatisi nelle fognature nei pressi del Konzerthaus (avendo sentito dei rumori sospetti) sono stati presi a fucilate. Spente le fiaccole per non offrire un facile bersaglio agli aggressori, gli agenti hanno visto esattamente nel buio, grazie al lampo delle detonazioni, il punto dal quale partivano i colpi ed hanno risposto. Sotto terra, nella oscurità, si è svolta una scaramuccia che sembra non abbia fatto vittime: gli aggressori sono riusciti a scappare. A Vienna ed in provincia aziende ed istituzioni socialiste passano rapidamente nelle mani di fiduciari blcinnhclzpdcrdtlemNpNgPncddbmDdell'aulorilà governativa. Da .ieri,lso?io occupate dalla Heimatschutzìhla centrale dei pompieri (il cui comandante socialista Wagner, arrestato, ha già avuto un successore) e la casa operaia per gli ammalati. Per ordine della polizia sono siate chiuse la centrale c te filiali della Arbeiter Bank, temendosi che essa scgnncnpolesse favorire l'esodo di depositi i di leghe e di personalità socialiste, ti, questo istituto finanziario, che]t\ha un capitale azionario di circa 10 milioni di lire e depositi per circa 17, ci siamo ripetutamente occupati: esso controlla, o controllava, tutta una serie di aziende rosse delle quali le più grandi sono una editoriale ed una cinematografica che qui vantavano una specie di monopolio. Il direttore della Arbeiter Bank, Otto Grossmann, è stato arrestato. Sette condanne a morte Oggi sono stati tratti in -arresto pure ì capi della organizzazione sionista socialista « Mendel Singer » ed i capi del partito socialista ceco di Vienna, Vavrousek e Machat. I Tribunali eccezionali continuano a svolgere la loro attività, ma è da ritenere che le condanne a morte, anche in seguilo ad -interventi diplomatici stranieri, non verranno più eseguite. Oggi a Vienna, ad esempio, sono stale pronunciate sette nuove condanne alla pena capitale; però in giornata non se n'è eseguita nessuna. Viceversa a St. Pólten le due condanne a morte pronunciate nelleì prime ore del pomeriggio sono sfate eseguite in giornata. Il giovane] Kala.b che avrebbe dovuto essere im-\ piccato già ieri per avere ucciso un, ufficiale dell'esercito, se la caverà] con dieci anni di reclusione. A proposito di interventi stranie ri nelle faccende dell'Austria, si ag giunge alla vivissima impressione nvccnlddestata dalla scoperta dell'origine ce- coslovaccu della maggior parte delle armi e delle munizioni dei ribelli, quella suscitata dalla notizia che i cupi socialisti Batter e Deutsch, fuggendo dall'Austria, hanno potuto riparare nella vicina Repubblica essendo muniti di passaporti rilasciati dalla Legazione di Francia a Vienna, e vistati da questo Consolato cecoslovacco. I due rossi si sono trattenuti a Florisdorf fino a quando la battaglia non è apparsa. perduta (Deutsch ha anche riporta, to una ferita), quindi hanno preso tihtorso. !Sarebbe ora interessante sapere 1se ser dei passaporti francesi essi si foà- ■o muniti ancora prima di scate-\n 1istante. Siccome poi risulta ehélDeutsch l'altra sera è arrivato o|Pesburgo hi automobile, sorge istintivo il sospetto che il passaporto non fosse intestato al suo vero nome. Tanto Bauer quanto Deutsch intendono proseguire per Parigi, forse per organizzare il socialismo fran nare la rivolta, o se invece non JKS? C^lf„ r^"I^"T Iceae in maniera da garanttre per il prossimo scoperò parigino non i 26 morti registrati alle rive della Sen-na la settimana scorsa, ma le cen- tinaia e centinaia che in Austria si stanno ancora contando. L'appellO dei lavoratori della GarinZÌarl Abbiamo detto ieri che i lavora- pori della Corinzia hanno preso lainiziativa della formazione di una nuova organizzazione di carattere patriottico. Dando l'esempio aglioperai delle altre provincie austriache essi hanno lanciai to un avvelloi» mnUn ««> in modo pie- nel quale dichiarano in ... r„ ciso e uicoHrfizionaio di volere ""dAustria libera e indipendente. I tremendi sacrifici di sangue che si sono dovuti affrontare a mo-tivo dell'odio scatenato dall'antica direzione del partito viennese — dichiarano i lavoratori nell'appello — devono far aprire gli occhi a tutti. Noi siamo davanti alle tombe di i i l a o 0 . i o i i i e o l l , e i . e i bravi operai, tratti in errore, i quali hanno ciecamente ubbidito ai capi criminali che viceversa prendevano il largo. Il romanticismo rivoluzionario e la politica di prestigio internazionale fatta dai teorici marxisti hanno provocato sciagure infinite a centinaia e centinaia di famiglie di lavoratori. « Gli atti criminosi contro le forze dello Stato hanno provocato deplorevoli sacrifici anche da parte dei difensori dell'ordine statale che con spirito di abnegazione adempirono al loro dovere. La libera Lega dei lavoratori dell'Austria viene a tracciare una netta e irremovibile linea di demarcazione fra il passato e il presente. Noi non abbiamo col marxismo più nulla a che vedere. Noi vediamo i segni dei nuovi tempi, sorti in maniera così dolorosa. Noi abbiamo da tempo intuito i grandi pericoli dei quali la nostra Patria è minacciata da parte del nazionalsocialismo, il quale minaccia la nostra libertà e la nostra indipendenza, e non esita nemmeno davanti all'idea di distruggere la libera Austria. « La Lega dei liberi lavoratori si mette a disposizione del Cancelliere Dollfuss che da mesi sostiene la drei,lotta per la libera Austria. La Lega zìhn. piena fiducia nel Capo dell'Ali ) . e a a stria, e si sottopone ai suoi comandi con gioia e con fede. Noi siamo degli austriaci pronti a difendere la nostra Patria contro i nemici esterni e interni dello Stato. L'intera classe operaia deve capire una buo na volta che il nazionalsocialismo è 'unico grande pericolo contro il panndseliginsmtudsbpegdvpPsBdaCqvtlarzli i quale noi dobbiamo rivolgerci con , tutte le energie possibili, combate]tendo fianco.a fianco con quanti so^ a , e r o » o I a où o nn e eì ae] m-\ n, à] e g e no fedeli all'Austria « La libera Lega dei lavoratori vuole sostenere gli interessi della classe operaia in ogni campo. La classe operaia rappresenta un organismo importante e sostanziale delle forze statali necessarie all'economia. Lo Stato è suo, così come lo è del borghese e del contadino. L'operaio vive del lavoro nella sua Patria, ed ha diritto di ricevere dallo Stato protezione nel suo lavoro, e la possibilità di sviluppare la sua vita economica e culturale. Per questi motivi noi vogliamo collaborare alla costruzione di una nuova Patria. Basta con le negazioni; basta con la sterile e sciocca critica ». L'appello termina con la preghiera al Cancelliere di essere magnanimo verso gli operai tratti in errore. Al Cancelliere è oggi pervenuta una dichiarazione di lealtà da parte del vice-borgomastro socialista di Kitzbiichel, a nome anche di tutti i membri della sua frazione. ITALO Z1NGARELLI ucbmMachiavellismi Parigi, 16 notte. L'attività diplomatica determinata dagli avvenimenti austriaci continua intensa nelle tre capitali dell'Occidente. L'ambasciatore d'Italia; &an2*w«23ìX un„luI1S0 colloquio : con Doumergue, colloquio seguito1 imr.iediatamente ad un altro avuto dallo stesso Doumergue con Benes c con Barthou. La notizia che Gran. ctcvrite- ài, da parte sua, ha trattato la questione in una visita al Foreign Office induce a credere che tanto l'Italia come la Francia e l'Inghilterra siano intente a ricercare d'urgenza una formula d'accordo per un'azione comune in difesa dell'indipendenza austriaca. Una nota a Berlino? Secondo notizie provenienti da Roma, l'Italia avrebbe presentato a Parigi e a Londra un testo che po. rvvmsRììgcsmdnlle h, ua aa oo a a. a, gSSKl'SSS f JSSto 2 tihennernente il Reich dal persistere j !nel suscitare ostacoli sui passi di]sarebbe re 1 Dollfuss. La Francia non à- "«na clall associarsi alla dichiara-1 e-\^}onG e dall associarvi i suoi allea-1 n ti ma pare che tanto l'ima che gli. 1 altri non siano ancora riusciti a li- hélySà^^l^mi»S^ms^^ì o|ta dall'Italia possa servire Dio sa |nn e. nse n T I &siUtoSnrda! sospettose ! possa servire Dio sa^ quali misteriosi scopi particolari di;Quello che aggrava j quest'ultima tale esitazione è il timore che il Go- e cne 11 uo-1 verno britannico non sia disposto adi associarsi senza riserve a tale proce-jdura, confinato qual'è nel noto at-^teggiamento agnostico che cerca, il giustificare con considerazioni di 26 apolitica interna, e cioè appellandosi n-\ all'opportunità di non incorrere nel |n- biasimo dell'opposizione, col Sanzio-■ si nare implicitamente la condotta se: 8»*J* Dollfuss nei confronti dei! socialisti. Ìa! Par5S' sembra dunque preferire la procedura già contemplata e sug- a- gerita a Vienna del ricorso alla Lela]ga delle Nazioni, e ciò tanto in ra-l na gione della gravità delle doglianze. re 1 allegate da Dollfuss nei riguardi dei-; gli\]a^Germania, doglianze alle quali_^a aGermania riconosce un carattere in-!loi ernazionale, quanto in ragione del «> 1(5 stipulazioni del patto societario < e- dei trattati di paCe relativi all'indi „ tpattat, "dipendenza dell'Austria |La commis-'sione degli esteri del Senato, riunì-1ue itasi questa sera e informata_ della o-j situazione dal suo presidente Bérenca ger, tende ad associarsi a tale punto — lo tdi di vista, augurandosi che il Consiglio della Lega venga convocato il più presto possibile. Ma su quello che possa essere il risultato pratico e del ricorso a Ginevra nessuno osa fa:\cre pronostici. I precedenti sono cosi!pa è poco incoraggianti che i profeti si astengono dal pronunziarsi. Barthou avrebbe consigliato a Benes di non fare colpi di lesta e di non perdere il proprio sangue freddo, invitandolo, d'altro canto, a osservare che il fatto che i capi socialisti viennesi abbiano cercato rifugio in Cecoslovacchia e che le armi in loro possesso siano state riconosciute di provenienza cecoslovacca, mette il governo di Praga in una situazione delicata, potendo far ricadere su di esso una parte della responsabilità degli eccidi del 13 febbraio, e gli impone, di conseguenza, più che mai una condotta prudente e riservata, tale, insomma, da non giustificare risentimenti e reazioni da parte dell'Italia. Questa faccenda delle armi non viene trattata a fondo dalla stampa parigina forse perchè nemmeno a Parigi si sente la coscienza abbastanza tranquilla ■ ''. z ■ I consigli di prudenza impartiti a Benes sembrerebbero confermati dalle dichiarazioni fatte da Krofta alla Commissione degli Esteri della Camera Cecoslovacca, secondo le quali il governo di Praga non avrebbe la menoma intenzione di intromettersi negli affari interni dell'Austria e tanto meno penserebbe ad intervenire militarmente, ma sarebbe pronto a collaborare ad un'azione comune delle Potenze per la liquidazione del problema. mactgRi a a è o a a i . a a i i Consigli a Benes La circostanza che, ad onta di una così intensa attività delle Can- celierie, non sia stato ancora possi- bile mettersi d'accordo sui mezzi;migliori per ottenere un risultato ina; - ;ntp,.css o : p/°p™anl0 alle intenzioni del Go o1 o s . che tutti dichiarano augurarsi iden. tico, giustifica tuttavia il sospetto che la sincerità di qualcuno dei governi iri causa non sia totale. Vor- remmo ingannarci, ma abbiamo "fa ìimpressione che in talune sfere" polì-itini,» ta„t„ o P=^i„i «it Ifia a ona a o. ro machiavellismo. Questo machiavellismo consiste nella speranza di vedere la situazione aggravarsi in misura sufficiente per creare uno siate di tensi ye irreparabile fra Roma e Berlino. Coloro che sino a ìar.; io nnwiio';»* j„i ^oUvTnVffi sfoi„ ìen la cordia.ua dei rapporti italo- germanici preoccupava ostentano dicredere che la politica dell'inerzia se offre dei pericoli abbia per lo meno il vantaggio di mettere l'Ita- lin rnn 1p <-rnlìp al muro nhh!i°-an-ila con lei spaile al muro orjD.i-.an dola ad assumere nei riguardi delsalvataggio dell'Austr.a una posi-zione tanto scoperta che il pericolo di una sui ulteriore collaborazionecol Reich ne risulterà definitiva- mentP espine Qualche tornale mente esciuba. yuaicne noriiue non ha temuto, d altronde, ai aliti-dere apertamente a tale ipotesi, ìm- putandola, però, non agli uomini digoverno francesi, ma a MacDonald. li fattore che più probabilmente concorre a neutralizzare queste vel- leità di speculazione è, comunque, la naura che di'U'inerzia degli altri Ro-~„ _„„„„ hiftn tmv-ìrema possa, m .1 grado'tutto, trovare modo di avvalersi per far trionfare verno di Roma, esse vengono prò-spettate cor::- segue dall'organo fi-nanziario della sera L'Information:«L'Italia ritiene che il vero rimedioalla situazione difficile dell'Austria ri-siede in un fronte unico delle Potenze appoggiato su .in potere centrale forte ed autoritarie, solidamente installato a Vienna. L'idea di ricorrere11 a Socie- tà delle Nazioni non e infatti scarta-ta malgrado ia posizione precedente- ménte assunta cui nei riguardi della2 * g&W su, fronte de, Tiro* «more j stati smenf" di]£^*$f e temere si « istituzione di Gtaevra L'opinione ita- ialanro sun mezzo per garantire l'indlpenden- za austriaca: tutti sono convinti chenon bisognerebbe neppure esitare a . .. a-1 Armata a Bolzano e rinforzate le guar-a-1 nigióni dell Alto Adige La questioneli. dell'Austria ,■ :[^»%*&™ ^™*i- come una questione di ciitesa naziona-verrà trascurato per rego-considerata ora a Roma^ìwl mlB"or m°d°"gl"i ^te'ressi &*a |Ia paceeuropeaj se ! EìA ... a^ " guF remus. Wladimir D'Ormesson,di;in un articolo profondamente pes-a j simistico esamina quello che, nelleo- eo-1 cjrcostanze attuali, si potrebbe sne-di ,.are da una eventuale restauraziónee-j,„_.. . ni troni austriacot-^g Absbu'Oo, sui t»m mUn« C. P. a, . di che tale so si avversata dalla Piccola Intesa amel |sce con il concludere che « senza la o-■ »■*a"X dò'condtòà alla n?uss ae: J»J»•«Ì°$EuiwSL ei™*™0™ dell europa. ungherese, e, pur riconoscendotale soluzione è violentemente