La città del 3

La città del 3 ITI3STERARI BIZZARRI La città del 3 Un laghetto periodico - La prediletta dell'Etna - Un parente di Emani Involami - Le viventi statue digiune - II tempo è relativo RANDAZZO (Catania), febbraio. Se — come afferma un detto latino non aureo ma secolare — omne trinum est perfectum, la, città della perfezione è sulle pendici settentrionali dell'Etna: Bandazzo. Una locale tradizione vuole che Ran¬ dazzo sia « città » a causa di una illusione ottica di Carlo V: l'Imperatore, vedendo da lontano tre merlati campanili, li prese per importanti castelli e domandò: — Come sì chiama questa città che ha tre sì bei castelli? I notabili rundazzesi, gongolanti per l'abbaglio preso dall'Imperatore, acciuffarono la bella occasione e ringraziarono Sua Maestà Cesarea per il titolo di « città » che egli si era compiaciuto di conferire a Bandazzo. Ciò sarebbe avvenuto, secondo la tradizione, presso quel bizzarro lago di Gurrida il quale esiste solamente una parte dell'anno: in estate si asciuga e diventa pascolo. Per trovare un altro lago periodico dobbiamo recarci all'estrema frontiera orientale d'Italia, nella Venezia Giulia, oltre Post amia, ove il lago eliconio è periodico anch'esso: il grande lago — che sol per un piccolo lembo è in territorio italiano, e gran parte in Jugoslavia — d'estate è coltivato a grano, che le acque sono scomparse, inghiottite da caverne e pozzi. Ma l'episodio di Carlo V sulle periodiche sponde del laghetto dì Gurrida è pura leggenda: una delle tantissime che fioriscono qui: sgorgano e si soli-dificano come i getti di lava nereggiano, a larghe strisce paurose Bandazzo è la città più vicina al cratere dell'Etna: ne dista appena 15 chilometri. L'audacia di queste case medievali, ricamate di bifore e solide nelle mura massicce, non ha irritato il vulcano, il quale ha sempre rispar- ; minto Bandazzo, inerpicata a mezza costa da epoca remotissima. Era certamente già « cittó :> — con onori ed òneri — nell'epoca in cui sarebbe avvenuto l'episodio di Carlo V. Negandolo, sicché, non le si toglie nulla: anzi! V«ùalAChe Bandazzo sia di orinine assai antica è fuori dubbio: che tutto i cinuto sia regione ricchissima di e...... attici, sicelioti, italioti, è documentatodalla mirabile collezione del Museo Va¬li vi ,imeìi. . gliasindi: ma la bella fantasia linguijstica si è sbizzarrita nelle più stravaganti filiazioni per stabilire la paternità del nome di Randazzo. E' vero che la temerità ciimologlcanon ha confini: e non si basa su unacalunnia l'epigramma del cavalier Jac- ques de Caillg contro Gilles Ménage: Alfana vient d'eqiais sans doute: mais il faut avouer aussi qu'en venant de là jusqu'ici il a bien changé sur la route ! Se il pedante maestro di Madame deSévigné riuscì a far discendere alfana da equus, non c'è da stupirsi che si sia voluto far derivare Bandazzo dal Tiracium di cm parla Plinio (HI, 91). Tra questa e altre etimologie — elleniche, latine o bizantine, collegate a nomi geografici o personaggi — assai sensata ci sembra l'opinione popolare: randazzu, in dialetto locale, non significa forse « grande, grandioso »? Ebbene: Bandazzo è randazzu. La grandiosità, Bandazzo la conserva ancor oggi, pur semidiruta com'è, mentre si avvia a risurrezione per un intelligente piano regolatore, una, bella strada die abborderà l'Etna per congiungersi a quella che ascende da, Catania. Saran messi in valore tutti quei gioielli d'arte che qu/i si incontrano ad ogni angolo: bifore, colonnine agili, rosoni, palazzi maestosi che hanno l'aspetto di maniero, portali ingenui di botteghe medievali... La Vòlta di S. Nicolò, o via degli Archi degli Uffizi, è — pur così com'è ora — un idillio storico-pittoresco: quattro archi allineati su la viuzza stretta, in pietra cupa allietata da ciuffi vegetali: a sommo di una, bifora ad esile colonnina tòrtile, forma giocondo irsuto pennacchio pallido un'acrobatica agave in cerca di sole. , i e r o o i a e o a e o n a , a e -] psaSdnBandazzo è la «cititi del Irei. C'osi può chiamarsi questa bizzarra cittadina in cui, ancor oggi, prosperano tre cattedrali. Tutta la storia di Bandazzo è, fondamentalmente, la storia della rivalità tra le tre chiese: Santa Maria, S. Nicola, S. Martino. Aspetto austero, esternamente, conserva la trecentesca Santa Maria, dalla poderosa struttura in lava: una lapide nella sacrestia ricorda che la costruzione cominciò nel 1215: mille ducento decem quinque septena [fluebant tempora post Genitum Sanctae de aras| [Virgine... |li resto della lapide è enigmatico o addìrittura enigmistico e menziona, co-\me artefice, un Leo Cumier del quale non si ha altra notizia. ; Probabilmente questo Leo Cumier non è mai esistito: fu un Leo non me-1 l 5 e e o - a n V. glio identificabile, che in vece di Cumier, va letto culmine... Il Leo Cumier menzionato autorevolmente da alcuni storici sarebbe sicché un personaggio simile al Be Tappella o ad Emani Involami. All'altro estremo della città, presso]il Palazzo Ducale, è la chiesa dì S. Mar. ! tino, troppo rimanrngiata in varie epo-\ Ache, ma che ha, salvo, un meraviglioso 'merlato campami'- trecentesco in lava, con bifore e trifore che la lava e la\pietra calcare pallida zèbrano grazio-\samente ì „ ,' . 1 . . 7 j„77„ 1 Fra le due chiese, nel centro della, •Ai - t r , ■ o nr; . 7a „i.„ì citta, e la terza chiesa, S. Nido, che\' ' pare una fortezza. . 7, Dinanzi ad essa, su la piazza e VaU«statua dì Randazzo vecchia», bizzar-\ra figura umana che la compagnia di\ini leone ren-\un'aquila, un serpente dono sibillina, Sono questa mero tre. Chi sa con quali argomenti reconditi, si vuole che la statua sia la veriI dica effigie del ciclope Pgracmoii. Del 0 ancora Ira curiosi simboli, inL% strana citta ove domina il »»-; i ola c,w fosse nudus: e 1uest0 P,ram ¬ 'resto> anche Virgilio ci fornisce pochi. ìi\eomwtatidi lai: ri dice (Eneide VIII,\ 425) rhr. fnxse ntidus: e onesto Pim)il-i mone é nudo. Il pudore delle autorità 1 randa zzesi foglia. gli ha lionato una metallica aì conciliare con un a sitasi le tre chiese, - come ovunque altr compromesso qualsi die una sola ■— ove — fosse la cattedrale. Sicché anche oggi le cattedrali sono tre: ognuna per un triennio, a ■ turno. I E nessuna delle tre cede all'altra, i nemmeno come primato artistico: ognueìna possiede una ricca mazza pastoraa\le, tre copie dello stesso lavoro. E così * * * SNon ci fu modo, attraverso secoli, di per i calici ed altri oggetti dei tre tesori. Poco più che un secolo fa, nel 1824, alla morte di Ferdinando I, la chiesa di S. Nicola — che funzionava da cattedrale del triennio — celebrò solenne funerale: ma, dato il caso specialissimo, anche le altre due chiese vollero celebrare ciascuna il suo: e i funerali furono tre. Questa tripartizione, corrispondenti; a tre rioni, si connette con l'origine di Bandazzo, città composta da tre diverse popolazioni che, sino al XVI secolo parlavano ancora tre dialetti diversi. Non c'è da stupirsi che avessero tre cattedrali, tre vescovi... Unica, però, è la bara, strano appellativo — che nulla ha di funebre — di un singolare altissimo trofeo recato in processione nella festa dell'Assunzione : | l'armatura, di legno e ferro, alta 20 metri e rivestita dì cartone variopinto, |sorregge fii/ure simboliche viventi: so )l0 fanciulli vestiti da pretoriani, mar\tiri 0 angeli, legati a un grosso tam ouro rotante. ; / ragazzi — martìri tutti, anche se vestiti da pretoriani — dovrebbero sof1 frire di „luZ di nlare per H rotnr deX tamburo cui son legati: ma non c'è pericolo: per un paio di giorni sono stati tenuti prudentemente a. digiuno. Se la Bandazzo medievale lascia un ricordo indimenticabile, una visita al ]Museo Vagliasindi desta un'ini press-io ! "e non meno forte, diversa, \ L'archeologo, con occhi cùpidi, am »»»»•« quella ricca collezione di vasi, tra ' Viali la celebre oenochoe raffiguran\*e d mito dei Boreadì che liberano Fi\nco> re dl Salmidesso, dalle Arpie. In ì tatto e perfettamente conservato, nel- 1 la vernice neppur screpolata, è questo , , . . 'c '.. ' ?, ì recipiente con cui st attingeva il vino \, , K_ , ■' ,, cUil krater per versarlo ne! bicchiere, , ventiquattro secoli or sono. Nel mondo U ^ \-JaiiH ■ ' \'/ttum dJla oenochoo vagliasindi su\*gra Jg Mi.e pe). hcUc„tl J Superano anche in finezza di fattura gntdspticpm8mQlstnaCpurhrL ioìelli di qualunque museo d'Europa ; m cKe Jm raoHohimi nelle vetril\e. . Rand,L^0 ^ , \sogUo pi'm e i ' quelli qui, presso la finestra che si apre sulla valle dell'Alcantara, la quale custodisce ancora chi sa. quanti altri tesori. Il proprietario del Museo, Podestà dì 8ErinsèLnmplnr 1 Itelike e plmostra con legittimo or-i olpe, aryballi e trulle,' anelli: arossi recipienti di or-I gilla, con coperchi a chiusura perfettai ì quanto quelli dei modernissimi thermos. Ma sopraiutto ti commuovono i pie Scoli vasi che ornarono la tavola di toe- fetta delle belle dame, più che duemila oc sono Iiisimiandol quattrocento ami le dita nell'ansa graziosa, questa ti sembra ancor tepida, per il calore della mano giovane e bella (he la teneva. Le teorie einsteniane affermano che il tempo è una nozione < relativa-!,. Oltre Einstein lo dice, con' più efficacia, anche la storia, quando la storia diventa bellezza e poesia. T0DDI d Randazzo: Bifora in via Lanza. « oenochoe , Vagliasindi.

Luoghi citati: Catania, Europa, Italia, Jugoslavia, Randazzo, Venezia Giulia