I PROCESSI

I PROCESSI I PROCESSI Grave infortunio sui lavoro a Jjnea ferroviaria Savtma-Carmagno ìa tra 10 stazioni di Salice*" La Ditta Luigi Minetti di Saluzzo aveva assunto, mediante la stinulazio 16 di apposita convenzione, dal Compartimento di Torino delle Ferrovie dei0 Stato, la esecuzione dei lavori occorrenti Per " rinnovamento del binario in galleria « Belbo della linea SavcnaCarmagnola, e aveva adibito per la bisogna una numerosa squadra di propri °Per»i Eia abituati a siffatti lavori. Le ungo la ferrovia Savona-Carmagnola iOortc t'Appetto di Tom» operazioni ebbero inizio il 5 maggio 1931 c procedettero regolarmente Ano al L'4 giugno successivo. Otto morti e sei feriti In questo ultimo giorno la squadra de2u operai alle dipendenze del Minetti —quattordici in tutto — attendeva verso le ore 13 al lavoro sotto la galleria « Belbo », che è appunto situata fra le stazioni di Sale Langhe e di Saliceto. Si trattava di porre in due comuni carrelli, forniti dall'Amministrazione ferroviaria, appaiati e tenuti imiti dal carico, il materiale vecchio ricavato dal binario demolito. Un agente ferroviario, certo Carlo Pregliasco, vigilava le operazioni che si andavano svolgendo in località sita a due chilometri circa dall'imbocco verso Saliceto della galleria ed ove la linea errata era ed è in una pendenza che raggiunge e supera anche il venti per ^Sv, fa , f , , Collocate le rotaie in numero di l'eniclnque da dodici metri ciascuna, i quattordici operai, onde essere più proni allo scarico del materiale cne doveva effettuarsi subito dopo alla stazione di Saliceto, pensarono di salire tutti quanti sul carrello, .senza trovare, in uesta loro decisione'alcuna opposizione da parte dell'agente ferroviario Car o Pregliasco incaricato, oltreché di orvegliare il carico del materiale, anhe di guidare i carrelli. Allentati i freni, i carrelli sl misero n moto verso Saliceto, ma percorsi appena forse* cento metri, iniziarono ma C01'sa rapidissima favorita dalla orte pendenza della linea e dal ca¬ ico eccezionale. Per quanto fossero tati subito messi in funzione i due reni — che dall'inchiesta giudiziaria ubito eseguita dal Procuratore del Re di Cuneo, risultarono essere in condiioni di deterioramento — e si fosse altresì fatto uso di due stanghe di legno per interrompere la corsa, questa umentò sempre più. Fu cosl che i carelli non poterono superare una curva, l sbandarono uscendo dai binari e deerminarono la caduta delle pesanti roaie e delle persone che vi erano sopra. A causa e per gli effetti di siffatto • ,nstissimo incidente, trovarono la mor-!rttlSS^S?!18 delle- je}70™«Ca?«9 Pf£" gliasco e gli operai della, DittaMinettì, Luigi Moretto, Giovanni Poggio, Arri- go Dotta, Giuseppe Pregliasco, Filippo Beruttl, Luigi Ghiso e Angelo Gaiero, mentre gli altri operai, Domenico Rubino, Paolo Fcnogllo, Luigi Bresciano, Ernesto Berretta, Luigi Barlocco e Giueppe Bianco, rimasero più o meno graemente feriti. La vedova ed i genitori dei deceduti i superstiti si affidarono subito al parocinio del Patronato Nazionale per Assistenza Sociale, la provvida istiuzione creata dal Regime per la tuela degli operai sottoposti alle leggi ociali. Poiché risultò che la Ditta Lui gi Minetti aveva assicurato i propri dipendenti presso la Cassa Nazionale nfortuni — ora Istituto Nazionale Facista per l'Assicurazione contro gli inortuni sul lavoro — a quest'ultima sl ivolsero le richieste e le sollecitazioni dei Patronato Nazionale, ma ogni do-, manda fu vana perchè la Cassa Na-I zjonale, assumendo che il sinistro era av av wénuto durànTe"l'esplé^ ivoro non compreso nel contratto di u\uni UVMJ VÌWUUIt»U Siri UUiil.1 allU UIiassicurazione stipulato dalla Ditta Mi- L.ui _hs..*a ,.. r. J; i Vaitro dichiarata assolta ia Cassa Na-, donale dalle attrici domande; si dicbm-i^^^^^r^ netti, rifiutò la corresponsione di ogni qualsiasi indennizzo, Dai canto suo la Ditta, anch'essa inerpellata in seguito alla risposta del'istituto assicuratore, sosteneva di es-; ere pienamente in regola con gli ob-i blighi derivantigli dalla Legge infortiini ed affermava quindi che la Cassa Nazionale era tenuta al pagamento del- eD^t^alcompm,ament0deuaDit- a e dell'assicuratore al Patronato Nazionale non restava che adire l'autorità giudiziaria competente ed a mezzo dei 3Uoi legali di Cuneo promuoveva nanti a qUei Tribunale Civile tredici cause con le quali richiedeva la condanna so«dale ed alternativa dell'Istituto assicuratore e della Ditta Minetti al pamonto delle spettanti indennità. Dopo ampio dibattito detti giudizi si chiudevano con la pubblicazione di tredici ditinie sentenze ste.=e dal Presidente di quei Tribunale, con le quali veniva sen carleo della Dltta MIneUi 0 dell'Ammiustrazione Ferroviaria, ordinando l'intervento in causa di quest'ultima, Avverso a tali s3ntenze appeUarono ritualmente singolarmente gif attori nel ^ 0 1933.XI :;pi(,galldo6 le jBtanze armente assicurate, sia per aver or dinato l'intervento in causa dell'Amministrazione Ferroviaria, nella fattispeeie del tutto estranea al rapporto tute-ato dalla Legge Infortuni, in quanto gli operai non da essa erano stati as-sunti e dipendevano, ma dalla Dittaconvenuta. La condanna della Cassa infortuniVennero scambiati tra le controparti vari documenti e voluminose concluslonali ed aggiunte. Quindi, dopo lunga ed esaurente discussione fatta dalle controparti, le cause stesse venivano assegnate a decisione della Corte d'Ap- pello, Sezione Terza. In questi giorni sono state pubblicato le relative sen-tenze, due per tutte le tredici cause, che la Corte giustamente ha riunito in due gruppi; l'uno comprendente i casiin cui fosse possibile una discussione sulla vivenza a carico a' favore dei ri- chiedenti, l'altro per le altre cause oveuna taie discussione non può affacciar- si. Dichiarata cosi la riunione delle cau-ss, la Corte ha riformato totalmente le sentenze appellanti ed accogliendo lel conclusioni principali del Patronato Na-! zionale per gli appellanti, e della Dittai Minetti, ha mandato assolta quest'ultima condannando l'Istituto Nazionale' Fascista par gli Infortuni a rifonderle; e spese ed onorari tutti di giudizio di I c II grado. Nei rapporti fra gli appellanti e la Cassa Nazlonalp « sospesa ogni definitiva decisione di merito e sulle spese; ordina che a cura degli appellanti ven- ! ga richiesto l'intervento in causa del; Ministero del!e Corporazioni per l'ul-l teriore sviluppò che avrà la causa me- : desina* (quella relativa al primo grup-| po per la vivenza a carico e riguardali-: te soltanto tre di sette casi mortali).; In entrambi le sentenza sl cammet-l ono per intano ad esperimeno i capi; di prova per testi dagli appellanti dedotti s atti a provare l'infortunio atea- o o o irn ri e poiTvr^nztTcarico"primo grup'i Le cause stesse, quindi, sono rimesse! a f™^^^^^*^^ [corso.^ ^ ^ ^ ^ j Patronato Nazionale; la Ditta "Minetti i dall'on. Solari di Cuneo e dall'avv. Arturo Momigliano di Torino, e la Cassa Nazionale dal prof. Toesca di Castellazzo e dall'avv. Vigo. o o a ti ra e Si rral o e a ra e r i ne i n r i o i o a ¬ o e a e e a , . o Motociclista Imputato di omicidio colposo (Tribunale Penale di Torino) La mattina del 17 agosto 1933, ver- ci Iti ni-n Q InU nlniUn Ottona „„„»^ lltamLoW^^,^=W«^eJnPnW ^"J?°ÌC1SÌ?n°f,™/rfrte Dora clic dal centro di Collcgno por-i ta a quella stazione ferroviaria. Giunto ; n 'Mimn rnn lo vio Tnrlnn r, Tiropioo-1 all'angolo con la via Torino, e precisa mente in un incrocio indicato da ap FmV^i^ril1.10 C<?me «arvaJP,?Tic?1°SB'! 'Ett XSS1*8, mvcsti,to dall'autobus ielettrico che fa giornalmente servizio dal centro di Collegno alla stazione tranviaria Borgata Regina Margherita. I Ricoverato immediatamente all'Ospe-:dale Umberto I di Torino, l'Ottone ve-jniya operato prontamente di laparato- : mia che rivelava come lo stesso avesse anche riportato la rottura della milza per il che, dopo 24 ore, decedeva. L'autista investitore veniva rinviato a giudizio per omicidio colposo. Il Tribunale ha condannato l'autista Gaudlna a sei mesi di reclusione, più una provvisionale sui danni, liquidata in lire diecimila, a favore dei genitori del defunto, che s'erano entrambi costituiti parte civile col patrocinio degli ;avvocati Scaletta e Bianchi Mina. Dlfe- j sa avvocati Giulio e Goria-Gatti. j ■ ■ L'amante Violento |,T„_,„ t. -i0r . • Mari0 Mor;t,co,ne — deI ! quale ci siamo occupati nel nostro nu- Tmero^do1„1. — <luan<ioi Pr«<o da una l «S P£^?£ p!l^ilg?0^a GiUST „«SSP^ V,.5Sband0^°. la m°S"e- ni^tf?n)°.a o0*"""6 coll'amante, ma si stabjll in un alloggio proprio. Eirli, nel suo interrogatorio lia "affermato che ormai stanco della relaziono peccaminosa, aveva intenzione di ritornare colla propria moglie: anzi, nel colloquio che ebbe cosl spiacevoli conseguenze egli aveva esposto alla donna le suo precise intenzioni. Fu appunto la comunicazione di questo suo dlvisamento a provocare il diverbio chiusosi nelle circostanze già narrate. L'assolutoria di un autista (.Pretura di Torino) Il 24 aprile dell'anno scorso sullo stradale di Rivoli, In prossimità di • , Collegno, avveniva tin tragico investi-!mento automobilistico. L'autista Giu- £" seiPPe Rosai di Antonio, di 35 armi, re, Bidente a Rivoli, guidando una mac- - o , , i r i i e l i -, -I a china di proprietà dell'industriale Michele De Matteis investiva il bambino Testa Felice. Prontamente soccorso dallo stesso ' autista, il Testa fu ricoverato all'Ospedale Martini ove i sanitari gli riscontrarono gravissime le-1 sioni alla testa. Il bambino guarì In | giorni settanta di malattia: dopo essere stato in pericolo di vita causa lai frattura della base cranica. L'autista rinviato a .giudizio per rispondere di lesioni colpose gravi, com- j parve ieri davanti al Pretore: si di-i fese dichiarando che l'investimento eral stato causato dalla imprudenza del | bambino che, improvvisamente, aveva iattraversato lo stradale, per recarsi ad acquistare un gelato presso uni banco che si trovava di fronte, per culi non gli fu possibile evitare l'investi- j mento. Furono sentiti vari testi i ! quali confermarono che l'investimento '; si era fulmineamente svolto cosl come: II difensore ( esposto i *W. De Marchi sostenne che 1 autista Ii T' " • 1*. il f _ I - doveva essere: proscioltoi colla Più ain-; i Tri» formula <]pll» inesistenza di reato. i pia formula della inesistenza di reato, ed il Pretore, cav. Guelielmi, pronunziò sentenza in tal senso. i ; -, -i r^ -; -i a - - à ei i e o i i ;n;ip3idDue vigili notturni assolti da una grave imputazione di furto Milano, 6 notte. Nella notte del 21 settembre un fui-jrmlneo colpo ladresco veniva effettua- ] d. . ,, , , ,,,, , „ , j„n„;pte al Palazzo dell'Arte nel recinto della &Tnennale. Il padiglione dell'Austria j nera stato preso di mira dai ladri per i : oricchì gioielli ivi esposti. Rotta una ve- J ttrins, gli ignoti si impossessavano del'e■ .... , , , , j- ,i spgioielli più vistosi del valore di olUo;gcento mila lire. Corse gente ma nel- •l'ombra non sbucarono che i viglH not, turni di servizio. Le infruttuose gini fecero cadere i sospetti sugli stensi vigili notturni i quali furono arrestati. Della refurtiva però nessuna fdno el e traccia. AI processo i due arrestati, ta-1 nIl Pietro Di Mereione e Giuseppe Fo> rilli hanno recisamente negato sia la responsabilità diretta, sia la complicità nel furto perpetrato. In base alle emergenze processuali il Tribunale ha assolto i due imputati per insufficienza di prove. pTdtPdc 'i H testamento di un italiano e! redatto in California ^ Roma, « notte. ^ j qu^^^« ^SST^ -■me civile della Cassazione efficacia di un testamento da un italiano relativacostui spettanti, e siti i tuaU in Italia, a - Il signor Pietro Antonietti aveva fatto il proprio testamento in California, secondo le ncrme di legge ivi imperanti, e cioè mediante atto privato scritto In italiano, non di propria mano ma da lui firmato alla presenza di duo testimoni: l'Antonietti lasciava alla moglie i propri beni situati tanto in California quanto nella provincia di Torino. Il testamento veniva omologato in California, e reso cosl esecutivo in ordine ai beni situati colà. La validità del testa¬ ^ w=m situali cui», ug. VlllHUia UK1 LlTO>,a- W mento veniva poi misconosciuta dai rfratel» del tastatore, i quali sosteneva-i h„ s. dn...„„ „ ' , ' . ^iireessionr o ; f°$£* fn „rdin» ai beni situati in -1 ".eJ,Lura^ 12.., , 1 ■ 51IUH.ll ljl Italia: il Tnbunale prima, e la Corte di Appello poi, ritennero anzitutto non B'! sufficiènte in ordine alle leggi vigenti s im California ja semplice attestazione o del console italiano presentata dalla e vedova; ritennero poi che, essendo la a. I omologazione limlta|a al beni situati in e-:Callforai n0n poteva essa estendersi -ja quem situati in Italia; infine che il - : testamento per essere valido in Italia e a a ù a i i doveva essere scritto tutto di pugno del testatore. La vedova Antonietti, a mezzo dell'avv. Corrao, proponeva ricorso in Cassazione sostenendo che l'attestazióne del Console faceva prova della Jegge di California; che per la validità del testamento in ordine ai beni situati in Italia non occorreva l'omologazione e non occorreva che il testamento fosse ;di pugno dei testatore bastando, come - j nel caso in esame, che l'atto fosse staj t0 formato secondo i dettami della feg- ■ ge straniera. Su conforme richiesta del |Pubblico Ministero comm. Glaqulnto, la Corte Suprema con la sentenza oggi I ! pubblicata, ha accolto il ricorso stabi- Tendo che l'attestazione dei Console ttaa Hano circa la disposizione della legge T stranSera ha lo stesso valore della 15- bizione del testo di ouesta legge; e cSe a se n testamento è formalmente valido , secondo la legge estera, la successione o l dei cittadini italiani per i beni posti in Italia va regolata dalla legge italiana, sia quanto all'ordine della successione, sia quanto alla misura dei diritti di successione. successione. Dieci anni al piazzista uxoricida Milano, 6 notte. E' terminato oggi alla Corte d'Assise il processo contro il piazzista quarantacinquenne Luigi Boati, che la notte del 4 gennaio 1933 uccise a coltellate la propria consorte Adalgisa Nebulonl, dopo una violenta scenata, di gelosia. Abbiamo narrato ieri come si svolse il fattaccio e come il Boati fosse stato in precedenza ricoverato tre volte in un manicomio. La Corte, vagliate le emergenze dell'accusa e della difesa, ha concasso all'imputato la diminuente del vizio parziale di mente e lo ha condannato a 10 anni e 8 mesi di recluaidn, oltre a tre anni di ricovero in una casa di cura e tre anni di libertà vigilata. , oltre a tre anni di ricovero in una casa di cura e tre anni di libertà vigilata. Investitore assolto dalla imputazione di omicidio colposo Alessandria, 6 notte. -1 n | ai - j Imputalo di omicidio colposo c com-i parso in Tribunale il ragioniere Giual seppe Vlncca, di 27 crini, da Fossano, l | per avere 11 12 maggio scorso, verso a ile 17,30, investito, uccidendolo, con la i sua automobile, lo scolaro Giuseppe ni Becchino, di 9 anni, da BubUio, che li scendeva velocemente in bicicletta lun- j go quella 3trada. La discussione è stai ! ta vivacissima data la contestazione o '; delle responsabilità, ed i giudici hanno e: finito per assolvere l'imputato per !ne ( sufficienza di prove. a I B -; ij, ricttatore condannato B i-j,» „ touiu 0 ricettatore condannato Alessandria, 6 notte, II contadino Giovanni Bosio, di 28 aDni, da Rivalta Bormida, si era recato il 29 ottobre 1933 ad Orsara in compagnia dell'amico Carlo Caneparo, di 36 anni. Dopo aver mangiato e bevuto in ima trattoria, si recavano a dormiri» da tale Luigi Malfatti, al quale il Bbaio nella notte, 45 lire. Sorpreso rubava, dal Caneparo, offriva .a questi dieci lire perchè tacesse su quanto aveva visto: &trawW pertìl venivano scoperti e de nuaciati all'autorità. Il Bosio è stato ora condannato dal Tribunale, per f ar to, a 3 mesi e 10 giorni di reclusione, e 350 lire di multa; il Caneparo, irnputato di ricettazione, ad 1 mese e 10giorm c o00. lire di multa. ^m pgr 8SpàtrÌQ CÌ6ndeStinO Novara, 6 notte. Il pregiudicato Adriano Benvenuti fu Raffaele di 43 anni, da Valle Predosa, per avere espatriato clandestf- namènte in Svizzera, da dove venne poi espulso, è stato condannato dal Tribunale a 4 mesi di reclusione. L'operaio Carlo Folghera di Gaudeuzio di 33 anni fu sorpreso ad espatriare senza passaporto e denunciato. Processato in contumacia è stato condannato dal Tribunale a 3 mesi di .reclusione e 2000 lire di multa.