Il documento italiano e iI memorandum Inglese sul disarmo

Il documento italiano e iI memorandum Inglese sul disarmo Il documento italiano e iI memorandum Inglese sul disarmo ripropongono all'Europa il problema del suo prestigio ai a L'Europa è oggi di fronte a due documenti che possono costituire un raggio di orientamento nell'oscura situazione internazionale che stiamo da mesi attraversando, il Memoriale comunicato dal Capo del Governo al Ministro Simon in occasione dei colloqui avvenuti ai primi di gennaio, ' ti memorandum britannico consegnato l'altro ieri alle varie Cancellerie. Non è il caso di fare confronti; ma, a parte alcune diverse valutazioni, vi è una larga convergenza verso i fini e le soluzioni comuni; ciò significa che il nostro punto di vista ha servito di base alle conclusioni diplomatiche odierne del Foreign Office. Visita non infeconda quella di Simon; la concezio- ne realistica mussoliniana pervade U documento britannico che, rispetto al progetto MacDonald e sopratutto rispetto all'atteggiamento tenuto alla vigilia del colpo del 14 ottobre, costituisce un notevole passo innanzi di adeguamento alle necessità dell'ora. Il Cancelliere Hitler, pronunziando il suo discorso, conosceva già il memorandum inglese; il suo tono equilibrato, conciliativo sull'argomento lascia supporre che da parte tedesca non si avranno difficoltà insormontabili. Resta l'attitudine dei- , . „ .. la Francia che esce da una delle più gravi crisi ministeriali ; tuttavia, ove Daladier vincesse gli ostacoli parla- mentari e il suo nuovo gabinetto prendesse consistenza, a noi sembra che la vicina Repubblica forse non ha altro uomo di governo che possieda più vivo il senso della realtà. Senza dubbio, dall'ottobre questo è il momento in cui la situazione può essere esaminata con lievi speranze di intesa. Tanto più che agisce sugli uomini e sulle cose il preliminare rilievo del memoriale italiano: siamo giunti presso il limite esiremo del tempo utile a superare il punto morto in cui ci troviamo dal giugno scorso. Se non sgombriamo il terreno una buona volta dal cosidetto problema del disarmo, se non arriviamo ad un minimo di accordo, urge la soluzione unilaterale di cui già si proietta l'ombra, la libertà della Germania di provvedere a suo piacimento alla sua sicurezza. E' la corsa più sfrenata agli armamenti, è la politica dei blocchi, è l'ignoto più minaccioso. Tale pericolo deve imporsi su ogni contrasto di cifre e di anni, che non, |e »«a.tto condizione di rivalità ma che e invece condizionato dalla ditti-denza capace di potenziarsi in unasrjecie di nsicosi bellica. Bisogna rea- JL» ««rr«r,,ttn miMtn -tfatr. d'ani- gire sovratutto a quesco staio a dm mo e ciò può ottenersi credendo, avendo fiducia nel Patto a quattro; è il suo spirito che deve trionfare; .. . p....,, . n„Bfrrri rnr~p riiornanao ai rauu a. qua.-i.ru, iuuic é fatale a meno di cadere in un epo- ca di convulsioni e di urti, si spiana- no gli ostacoli più dibattuti, perchè ■ . *; , vioinn» j: non si na ainanzi uni visione aiguerra, bensì una visione di dieci anni di pace. Dieci anni che costituì- ranno una parentesi ? No, in dieci anni di pace con giustizia l'Europa potrà aver cambiato il suo volto e mentre fuori di essa ruggiranno gli antagonismi oceanici, potrà aver riacquistato interamente il suo prestigio di civiltà e di potenza. Riserbo ufficiale a Parigi Parigi, 1 notte. La pubblicazione del memorandum italiano e britannico ha prodotto nella stampa francese una certa effervescenza. CI vorrà qualche giorno prima che tale effervescenza si acqueti e che lpensiero delle sfere ufficiali si delinei ccìi sufficiente chiarezza. Per rispondere a Roma e a Londra, il Quai d'Orsay ha deciso di pubblicare domattina il testo del suo memorandum del l.o gennaio: ma tale gesto retrospettivo poco ci dice sull'accoglienza che il Governo francese riserva al tentativo 'i mediazione inglese e italiano. Quello che si può dire per il momento è eh» il bilancio delle prime Impressioni su- ^Sio^é^^S?»^ getto britannico, nè a quello italiano. I due progetti Il primo dei due viene non di meno discusso in tono molto più aspro che non il secondo. Al progetto italiano si fanno innumerevoli critiche e princlpalmente quella di essere ancora più favorevole alla Germania che non 11 progetto inglese; ma non si può evitar»! di riconoscergli almeno un merito di prlm'ordine : quello di essere improntato a un realistico scetticismo e di fondarsi sulla previsione che nessuna delle Potenze armate disarmerà. Il progetto britannico è in apparenza più favorevole alla Francia, nel senso che accorda al Re'cb una cifra di effettivi in£eriore a quella proposta dall'Italia e che prevede una vaga forma di con trollo oltre a un sistema di consulta-zioni fra le Potenze in caso di violazione degli accordi da stipulare. Senonchè abolisce In cambio il periodo di prova; ammette la conservazione de j bile le forze paramilitari tedesche limitandosi a vietare loro l'istruzione militare e soprattutto poi dispone, a dlfi'uren?a del progetto italiano, la diminuzione delle forze francesi. A conti fatti, Simon accorda al Relch, secondo i calcoli deìl'Intransigeant, l'ottanta per cento del suol « desiderata ». Mussolini gli accorda forse una percentuale maggiore; ma In compenso egli non chiede nessun sacrificio alla Francia, la quale viene lasciata libera di conservare i propri attuali armamenti. Il difetto più grosso del progetto italiano, agli occhi delle sfere parigine intransigenti, consiste nell'escludere che le Potenze armate procedano, per '.a durata di un settennio a ulteriori aumenti delle loro forze. E' questo appei-lo alla tregua degli armamenti che nonpiace al portavoce dell'industria pesan-te francése. Ma in seno a queste sferenovera „no rnrrente nm, trascura-di Governo una corrente non trascurarla innegabilmente ammesso la tempo, come riconosce oggi l'Oe«weche le possibilità in materia di disarmo sono sostanzialmente due: o disarmare gli armati e impedire alla Ger ! mania di riarmarsi, o lasciare gli ar-!™" nelle loro condizioni attuali e per- . mettere alla Germania un moderato au ment delle rie t I u tenore del progetto italiano non è'.;dunque tale che quelle medesime sfere j possano dichiararsene sorprese o dis- iorientate- La questione sta nel vedere se esse nQn preferiranno la seconda SO- | luzione, per le stesse ragioni per cu ! la preferisce l'Inghilterra, ossia per re- stare, in apparenza, fedeli al principio del disarmo e cercare in una conven zioue ^ meccanismo estremamente •■ complicato, la possibilità di riservars egualmente una certa libertà d'azione 1111 ogni caso le sfere di destra e, prò ' babllmente, anche gli ambienti milita, aareDDer0i secondo le congetture d Notre Temps, meno ostili al progetto1 italiano che non a quello britannico, in i a e i r m a e i a o o o o » ^ . o e i ù 1 ! i e i a - considerazione del fatto che il primo ventila per lo meno l'esame degli armamenti francesi là dove il secondo ne chiede la riduzione. Le congetture dell'organo radicale non sono ancora pienamente confermate, ma quello che è fuori dubbio si è che il memorandum di Simon incontra già nella maggioranza della stampa borghese, dall'Ecfto de Paris al Temps, un'accoglienza nettamente ostile. La stampa di sinistra inclina a prendere l'atteggiamento opposto, ma non sappiamo fino a qual punto, ciò facendo, essa sia guidata dal desiderio di non inasprire i socialisti e di non perdere contatto con l'Inghilterra, e dove cominci la sua effettiva persuasione che il progetto britannico abbia maggiori probabilità di successo che non quello italiano. La riunione a quattro Una cosa che non sfugge a nessuno, frattanto, è l'importanza dell'invito ad una riunione di Potenze contenuto nella conclusione al memorandum del Governo di Roma. « Conviene notare — scrive in proposito L'Information — che il documento italiano comporta in fine un suggerimento che, pur essendo espresso brevemente, riveste lo stesso una grande importanza, altrettanto e forse più grande del resto del documento. Per la prima volta Mussolini propone ufficialmente la riunione delle quattro Potenze occidentali, alla quale sugge i risce di aggiungere i rappresentanti di 1 altre grandi Potenze europee. Si tratterebbe della Polonia e della Russia, le cui idee sul disarmo e la sicurezza, non sollevano dubbi. Questo progetto di Conferenza a sei, dovrebbe, secondo il Governo italiano, effettuarsi non appena i negoziati abbiano sufficiente mente progredito, cioè quando l'accordo sarebbe stabilito su un certo numero di punti che fin d'ora appaiono acquisiti in comune. Una simile proposta i e a e r i e e i e a - iètcaos'embra indicare il vivo desiderio di I Mussolini di ottenere che, una volta per n, -1 teat° . e \ qualsiasi — per esempio quella - l'uscita della Germania dalla Lega tutte, la discussione si apra sotto una forma concreta e diretta fra i Capi di Governi responsabili, e che sia fatto un tentativo serio per giungere a risultati magari modesti, ma immediati e pratici ». L'organo finanziarlo della sera riconosce che il progetto di incontro di Ministri formulato a Roma, In cui il j < Journal des Débats » vede una chia-1 tu domanda di applicazione del Patto j a quattro, ha avuto un carattere che per la Francia non è privo di interesse, Daladier, il quale fu con Mussolini uno degli artefici del Patto del 15 giugno, riconoscerà probabilmente a sua volta I che il richiamo all'impegno di collabo- i razione firmato dalle quattro Potenze | è nella logica della situazione. A que- j sto riguardo non si deve tuttavia per-1 dere d'occhio che sino ad un certo pun-1 to le reazioni francesi saranno influen-1 zate dall'atteggiamento del Reich e j che, se il Reich dovesse persistere In | un contegno di intransigenza assoluta., lo stesso Daladier potrebbe trarne pre-, per a e, r- ! -| è schermirsi dietro una scusa deiLega delle Nazioni — dall'invito di conformarsi al Patto a quattro, e tentare invece is strada delle conversazioni dirette franco-tedesche che non è ancora detto non goda, pel momento, delle sue preferenze. E' probabile che su questo punto la presenza di De Jouvenel nel Ministero sia destinata ad avere certe ri- ' percussioni. Ma in ogni caso, la que- . i stione dell'incontro fra 1 Ministri de- igli Esteri delle quattro Potenze, con ej0 scnza i-appendice di altri Interlocu--jtorl> non si porrà ta modo precLso gee;non quarido il contenuto dei diversi O-L memorandum » in presenza sarà sta- ui. to accuratamente ponderato e quando e-[ie eventuali possibilità di transazione o! saranno state accettate, vale a dire n- non prima di un certo tempo. Sfamo e I convinti, comunque, che la rinunzia V. si disarmo della Francia proposta dai- e. l'Italia non potrà non imporre sempro ò- più la forza del suo crudo ma san'.- a- realismo, a misura che gli sforzi per di giungere ad un accordo si avvereranno to più ardui e delicati n C. P. Alla stretta decisiva Londra, 1 nottfe. La pubblicazione del memorandum. inglese e di quello italiano sul disarmo è accolta con molto compiacimento da tutti questi giornali. I motivi di tale compiacimento sono diversi, tuttavia, a seconda del colore politico di questi organi della pubblica opinione. Par alcuni il memorandum britannico ha il grande vantaggio di determinare una brusca e indispensabile precisazione di Idee col risultato di accelerare un'azione decisiva a Ginevra. O il progetto britannico, con lievi ritocchi, sarà accettato dalla Francia e dalla Germania, o la Conferenza dovrà definitivamente dichiararsi sconfitta e lasciare a ogni Paese la libertà di pensare alla propria difesa. Come dice il Daily Mail, 11 memoriale rappresenta un pregevole sforzo per raggiungere risultati positivi. Se non si otterrà ciò entro breve tempo, ad esempio entro le prossime sei settimane, « una sola via rimarrà aperta al Governo, cioè quella di chiedere e ottenere l'immediata chiusura della Conferenza del disarmo oppure di ritirarsi da essa ». Dai molti giudizi favorevoli espressi da organi di idee analoghe a quelle del Daily Mail si scorge il convincimento che il memoriale subirà la sorte di quelli che lo hanno preceduto col vantaggio di chiarire la situazione e di permettere all'Inghilterra di riarmarsi in via dell'incerto futuro. Appunto perciò questi giornali ultraconservatori si astengono dal porre in risalto il fatto, fondamentale dal punto di vista britannico, dell'adozione espressa nel memoriale di eventuali sanzioni a carico della nazione che avrà violato i termini della futura convenzione sul disarmo. Il Times però pone in risalto l'im portanza di questa concessions fatta dall'Inghilterra allo scopo di calmare le inquietudini francesi e riconosce che essa sarà certamente criticata In Inghilterra. Si deve sparare, dice il Tini es, che le altre nazioni del continente riconosceranno « come il Governo britannico si sia ora avviato su una strada che si discosta dalla politica' tradizionale e che susciterà indubbia¬ mente delle critiche all'interno. Il buon senso di questo Paese comprenderà certamente che non vi può essere ra gtonevole speranza nell'abbandono di armamenti da parte di singole nazioni, a meno che al posto delle armi non venga organizzato un sistema colletti vo di sicurezza per la difesa comune | contro l'aggressore ». H memoriale inj giese, sempre secondo il Times, « e1 stende gli obblighi consultivi a una 1 violazione della convenzione sul disar1 mo e implica, qualche cosa molto più j in là dj un semplice consulto ». | interessanti sono i commenti della , stampa uberale e laburista la quale si , ca^titia essenzialmente col governo e particolarmente con sir John Simon, per avere con l'attuale memoriale « accettato — come dice il Daily Herald — il semplice fatto che la promessa dì eguaglianza fatta alla Germania deve essere adempiuta tanto in pratica quanto in teoria. Siccome le altre razioni non vogliono disarmare al livello della Germania, quest'ultima dove, col consenso delle altre, riarmare al livel- «o che sono disposte a fissare por i prc Pri armamenti v. Il memorandum Orl¬ I tannico ha poi, secondo i commentato'ri odierni, il vantaggio sui documenti jdei genere che lo hanno preceduto di accettare per la prima volta senza sot tintesi o ripieghi la realtà della situa zione. « E' inutile — dice l'organo la turista — por qualsiasi Potenza avan za re Ideali irraggiungibili, come è inu tue per una singola potenza di impun- tarsi sulle proprie vedute rifiutandosi di fare concessioni alle vedute delle al tre ». Questo realismo profondo de! me \ moriate è in realtà il risultato dei col !oqui di Roma fra Simon e il Capo del Governo italiano, j Nei commenti odierni non si apprc- 'fondiscono i vari aspetti dei due me-

Persone citate: Daladier, De Jouvenel, John Simon, Macdonald, Mussolini