Tre morti e un ferito a Gorizia

Tre morti e un ferito a Gorizia Tre morti e un ferito a Gorizia per lo scoppio di un tubo di gelatina a o, - . - 1 Gorizia, 31 notte. Una grave sciagura è avvenuta, questa mattina, a Luciuico, presso il ca. rizia-Udine. La sciagura, die ha prò vocato la morte di tre persone, men-|. ta mattina, a Luciuico, presso il ca- elio ferroviario n 29 della linea Go- -)trP un'altra è rimasta ferita,.è dovuta-I all'esplosione di un tubo di siduato di guerra, che il casellante J a-bio Silligoli, di 51 anno, aveva adope-rato qufle sostegno di alcune piante di vite che formavano una specie oUpergolato. Lo Sfiligoli, che lavorava in-torno alla vite, è rimasto ucciso a-l'istante; ferita è rimasta una sua fi-glia quattordicenne, Natalina, che sitrovava in cucina, e sono rimaste uc- else una donna e una ragazza che in quel momen?" trtnXvano in blciclet- ta lungo la strada. Come sovente accade, la fatalità ha |avuto la sua triste parte neUa trage-ldia Lo Sfiligoli era da molti anni tito-]lare del casello, nel quale viveva con !la moglie e la figlia, dedicandosi, oltre che ai doveri del suo servizio, alla col-1tivazione di un orticello. La casa eraprotetta dalla parte della strada da una barriera in cemento armato e da un pergolato di viti a sostegno delle quali. a a a a, d e o è a o ¬ e - , - tre anni fa il casellante aveva collocato, appoggiandolo su quattro pali di legno, un tubo di ferro lungo circa quattro metri. Certo il poveretto non deve aver mai sospettato che quello fosse un terribile ordieno residuato di guerra. Si trattava, infatti, di uno di quei tubi di gelatina che venivano usati all'inizio della guerra per far saltare i reti-colati nemici. In questi giorni lo Siili- goli aveva pensato di aggiungere unl i i e altro tubo al sostegno che non bastava più alla pianta, e stamane verso le ore 11 era intento a questa operazione. Si i e a l . a n - o l s 3 i o i n o l , o trattava di unire il nuovo tubo a quello vecchio, con l'aiuto di un pezzo di le- gno. La moglie, in quel momento, si trovava da sua cognata, in una casa situata al di là della ferrovia. Sola in cucina, occupata presso il fuoco, si trovava la Natalina. Poco dopo le 11 una formidabile esplosione squassava tutto il paese: il tubo di gelatina, probabil-mente in seguito ad un colpo ricevuto, era esploso seminando la morte. I pri-mi animosi che accorsero videro la gio- vane Natalina andare loro incontro tutta insanguinata, invocando la mani- ma; due donne c due biciclette sfasciate giacevano sulla strada, a pochi passi dal binario. Un altro cadavere, quello dello Sfiligoli, era steso al suolo, sotto un cumulo di calcinacci. La facciata del casello, investita in pieno da una miriade di schegge, era in piedi per miracolo : porte, imposte, mobili, tutto era sfasciato. Anche tutti i vetri delle case del paese erano rimasti infranti. Fra i primi a portarsi sul posto furono i carabinieri, che provvidero a far trasportare all' Ospedale di Gorizia quella delle due donne che dava ancora segni di vita: una ragazza, che purtroppo è deceduta anch'essa durante il tragitto ed è stata deposta nella cappella mortuaria dell'Ospedale. L'altra donna, come del resto il corpo del casellante, era maciullato dalle schegge e quasi irriconoscibile. Entrambe le donne non hanno potuto essere identificate; è stato solo possibile accertare da un documento che una di esse aveva con sé, intestato al nome di Giuseppe Persie, da Cosane, che esse si recavano in bicicletta a Gorizia per pagare una tassa per conto di costui. Quanto all'identificazione delle due poverette, un contadino di Cosana ha creduto di riconoscere in una di esse una compaesano, certa Jaclun, che fu profuga con lui a Napoli. La Jachin sarebbe madre di tre figli. . Ucciso dallo scoppio di un proiettile residuato di guerra Gorizia, 31 notte. A Vertoiba, nel comune di San Pietro, l'operaio Giovanni Dcvetag fu Biagio, di 47 anni, mentre lavorava la terra nel proprio orto veniva mortalmente ferito dallo scoppio di un proiettile residuato di guerra, che egli aveva urtato inavvertitamente con un badile. Il disgraziato cessava di vivere poco dopo. Un masso sulla linea ferroviaria e la prsnteiza di un macchinista Bergamo, 31 notte. Un grave accidente ferroviario è stato scongiurato sulla linea della Valle Brembana per la prontezza del macchinista Graziotti. A tarda sera un masso di oltre 25 quintali, a causa del disgelo, è precipitato dalla soprastante montagna, fermandosi in mezzo alla linea ferroviaria, poco prima che passasse l'ultimo treno della sera. Il macchinista, accortosi del pericolo, riuscì a frenare il convoglio a pochi metri di distanza dall'ostacolo. I viaggiatori si sono vivamente rallegrati con il Graziotti per la sua prontezza. Vecchia avvolta dalle fiamme che si getta in una roggia Novara, 31 notte. Stamane la vecchia contadina Antonietta Pasero fu Carlo di 65 anni, da Cravagliana, recatasi in campagna a raccogliere della legna, volle accendere un po' di strame per scaldarsi, prima di far ritorno a casa. Ma a causa del vento, le fiamme si appiccarono alle sue vesti ed in breve la poveretta si trovò in pericolo di rimanere arsa viva. Disperatamente, ma in tempo, la vecchia correva a gettarsi in una vicina roggia, dove l'acqua è alta oltre un metro, salvandosi cosi dalle fiamme. Sarebbe però certo annegata se non fosse stata subito soccorsa da due contadini sopraggiunti. Essa non riportò che leggere ustioni e molto spavento.

Persone citate: Antonietta Pasero, Giovanni Dcvetag, Giuseppe Persie, Graziotti

Luoghi citati: Bergamo, Cravagliana, Gorizia, Napoli, Novara, Vertoiba