Letteratura e politica

Letteratura e politica Letteratura e politica Poiché l'Italia è stata più volte chiamata in causa durante alcuni interessanti dibattiti avvenuti in Francia e altrove sulle possibilità e le conseguenze della politica nella letteratura, sarà bene chiarire alcune idee in proposito. Ivo scrittore tedesco Stefan Zweig, in una intervista concessa ultimamente a un giornalista parigino, parlando della nuova letteratura nazionalsocialista dichiarava che sarà anche possibile che un giovane di grande talento, preso nel movimento politico di quel paese, scriva un buon lavoro teatrale o un buon romanzo, ma aggiungeva di conoscere troppo la storia dell'influenza della politica sulla letteratura per credere alla nascita spontanea di quest'ultima. « ha. rivoluzione francese con tutto il suo enorme entusiasmo non ha prodotto che un solo poema: La Marsigliese. Napoleone avrebbe dato certamente il titolo di duca o di principe al poeta che avesse celebrato le sue azioni, ma non ne trovò nemmeno uno. La rivoluzione russa, in quindici anni, ha prodotto un solo poema : / dodici di Alessandro Block e cinque o sei magnifici film. Mussolini, che ama e incoraggia altrettanto la letteratura, non è riuscito a scoprire un vero canto del Fascismo ». Egli non crede, dunque, che il Governo tedesco riesca a creare immediatamente quella letteratura eroica e nazionale che proclama necessaria. « Le vere opere d'arte si formano lentamente e in genere in aperta opposizione alla politica che corre. Sono i talenti inferiori e mediocri che cercano di profittare delle grandi correnti politiche ». Questo il concetto espresso da Stefan Zweig. Poco prima egli aveva avvertito il suo intervistatore di non essere mai stato membro di un partito, nè di un gruppo, nè di un go; verno; di aver sempre rifiutato ogni titolo, decorazione e onore ; di non aver mai messo piede in un Ministero, nè in un'Ambasciata; di non intervenire di solito ai banchetti e alle cerimonie ufficiali e di non mostrarsi mai in pubblico. Perchè, allora, aveva concesso questa intervista? Il giornalista parigino non ci dice di aver compiuto molta fatica per ottenere questo colloquio. Anche Gorkj, del quale tutti sanno fino a che punto abbia sacrificato per la politica la sua indipendenza artistica, non è mai intervenuto ai banchetti, non ha mai messo piede nei Ministeri, non ha mai concesso interviste, rimanendo uno strano animo solitario; eppure, calpestando fino all'eccesso la sua calma interiore, i suoi libri, dal punto di vista artistico, sono senza dubbio superiori a quelli di Zweig, che con Amok dà un esempio di come non sia lecito impadronirsi di una materia coloniale per ricavarci un medio ere romanzetto giallo. Tuttavia, mentre Stefan Zweig parlava, i giù dici del Premio Goncourt, nella stessa Parigi, dichiaravano vincitore André Malraux che sul quadro politico della rivoluzione cinese ha scritto un libro di innegabile forza artistica. *** Del resto, proprio in questi giorni, il più solitario e forse il più grande scrittore della nostra epoca, Knut Hamsun, usciva dalla foresta in cui vive come un selvaggio, da dove ha minacciato più di una volta di morte coloro che tentarono di visitarlo, per fare delle dichiarazioni sull'importanza del Fascismo. Sembrerebbe incredibile un fatto simile in un uomo della sua mentalità. Tutte le volte che abbiamo pensato a lui raffigurandocelo, come egli stesso si descrive, come un nevrastenico che vuole stare lontano dagli uomini, dai caffè e dai giornali, dopo una complicata e avventurosa esistenzanon abbiamo lontanamente immaginato che egli potesse seguire con interesse i movimenti delle rivoluzio ni. Che gli ideali del Fascismo siano potuti giungere da soli fino al cuore di Hamsun, nell'interno dei boschi da lui abitati, rappresenta una tale prova di penetrazione delle nostre idee nel mondo che sarà ben possi bile, di rimando, aspettarsi la nasci ta di una grande letteratura politi ca. Avendo ogni vero scrittore i findell'arte, questa letteratura politica non sarebbe più intesa come propaganda, ma come rappresentazione poetica della vita di un popolo. Noi sappiamo che in Italia non esistono metodi di imposizione letteraria. Mussolini lascia agli scrittori la più ampia libertà di esprimersi. E noi speriamo che proprio da questa regolata libertà verrà al Fascismo il canto dei veri poeticome nell'epoca di Augusto nacque il poema di Virgilio. I risultati saranno più duraturi perchè più lunga fu l'attesa e più solida la preparazione. Ci stiamo giovando delle espe rienze occidentali da dove non giun ge un accento che non sia il frutto di una decadente estetica e di un lento esaurimento; ci gioveremo dell'esperienza dei russi per non ca dere nei loro medesimi errori. La nuova cultura italiana nascerà in una forma del tutto spontanea, at traverso il rinnovamento fisico delle generazioni. Ci basterà per fare dell'arte politica di aver presente, in primo piano, il nuovo costume. Naturalmente, non pochi fra noi sono gli scettici e d'altra parte non pochi coloro che fremono al pensiero del tempo perduto. L'uso che dobbiamo fare dei verbi al futuro e, peggio ancora, al condizionale ci mette spesso in uno stato di imbarazzo e di nervosismo. Alle volte vorremmo che tutta la costruzione fosse già innalzata per poterci godere lo spettacolo delle opere compiute e per potere usare il presente storico che e il verbo impiegato dai classici« Venuto a conoscenza di questi fatti, Cesare parla ai soldati. Rammenta tutti i torti fattigli dagli avversari in ogni occasione; deplora che Pompeo sia stato sviato e pervertito da costoro; lamenta che nello Stato etc. ». *** Gli scrittori sovietici hanno commesso molti errori in questi ultimi tempi. Quando Stalin iniziò il piano quinquennale per lo sviluppo della economia dell'U.R.S.S., i dirigenti del Rapp, che è un'associazione di scrittori proletari, proclamarono la necessità di elaborare un piano parallelo per la letteratura. Averback, il capo del gruppo, fece le seguenti dichiarazioni : « Abbasso l'anarchia creatrice. Viva l'arte organizzata su una base razionale! Bisogna stabilire un programma ben definito di produzione letteraria ed esigere che gli scrittori lo seguano con un ritmo crescente come quello dell'industria e dell'agricoltura. Il solo scopo dell'arte sovietica deve essere quello di mostrare la realizzazione del piano quinquennale e della lotta di classe. Ogni romanzo, ogni novella, ogni poema, riflettendo la industrializzazione del paese e la collettivizzazione dei villaggi, deve risvegliare l'entusiasmo del lettore e spingerlo alla lotta per il comunismo. Tutto ciò che non serve a questo unico scopo è un attentato contro l'unità del fronte letterario ». Queste dichiarazioni furono naturalmente seguite da una vera campagna di stampa, autorizzata e favorita dal partito. Sui giornali letterari si poterono leggere testate enormi con questi interrogativi : « A quando un'opera sulla lotta di classe nel Turkestan? ». « Perchè non abbiamo ancora dei poemi sul bacino petrolifero? ». « Rileggete Marx, Engels e Kaganovitch prima di mettervi a comporre dei versi di amore ». « Scrittori, le officine metallurgiche di Leningrado vi attendono ! ». « Ispiratevi alla coltivazione_ del cotone piuttosto che all'ana lisi psicologica ». Alcuni si videro restituire i loro manoscritti con decommenti simili a questo : « Manca di attualità. L'azione si svolge intorno all'anno 1929. I problemi del 1932 non occupano che il 12 per cento dell'opera ». Venne deciso di mettere gli scrittori sovietici a immediato contatto con le realizzazioni depiano quinquennale. Centinaia dprosatori furono inviati a prender parte alle manovre militari perchèassuefacendosi alla vita del campo e all'uso del fucile, ne venisse fuori un romanzo o un poema sull'Armata Rossa. Diecimila operai e contadini che mostravano una qualche disposizione letteraria vennero reclutati per rinnovare i vecchi quadrartistici. Però i dirigenti del Rapp dovettero presto riconoscere che questo non era, tutt'al più, che del giornalismo forzato a completo detrimento dell'arte. Averback pagò le conseguenze delle correnti ostili formatesi dentro l'Unione; venne sconfessato e inviato in esilio. I migliorlibri che uscirono subito dopo, quando si restituì un minimo di libertà agli scrittori, appartengono a uomini convinti della ricostruzione sociale della Russia, ma assolutamente contrari alle formule e agli schemicioè alla razionalizzazione dell'arteNoi dobbiamo augurarci di non raggiungere questi eccessi. E' facile comprendere quanto essi siano lontani dalla natura degli italiani, oltre che dalla natura umana. Ma poiché la Rivoluzione deve rispecchiarsi nelle lettere che la tramanderanno netempo, è necessaria una reazione violenta a tutta la letteratura borghese, dal teatro al romanzo, dalla poesia al cinematografo. La politica deve entrare nella letteratura come morale, civiltà, reagendo ai mezzmediocri che, invece di elevare, abbassano lo spirito delle folle. Soltanto ispirando sentimenti, passioni, entusiasmi e grandi ideali, gli scrittoritaliani potranno stare, oggi, dentro la vita dello Stato partecipando attivamente alla sua trasformazione sociale. Al di fuori di esso non csono che i rottami della piccola borghesia, i residui di un individualismo smoderato. Il loro repertorio fornisce casi patologici di isolata tristezza, le loro ore sono contate, la loro sorte segnata. Politica significa in letteratura espressione di una fede e di uno Stato e non propagazione dteorie. Tutta la nostra più grande letteratura, da Virgilio a Leopardida Leopardi a D'Annunzio, è politica e civile, quando non addirittura rivoluzionaria; eppure chi considera quelle opere come iniziative di propaganda? Se uno scrittore, uno, s'intende, che non sia mediocre, nè arrivista senza talento, si sentisse sedotto dall'idea di un'opera poetica sulle bonifiche, incontrerebbe, sulla strada del Circeo, Vincenzo Montiil_ quale cantando il regno di Feronia,_ una volta fiorente e poi converso in palude per l'ira di Giunonepreconizza che: nè zelo, arte o possanza Di "omini Sacerdoti oll'onor primo Interamente il renderanj che l'opra Immortal. gloriosa ed infinita Ad un più grande eroe Berna il destinoCORRADO SOFIA

Luoghi citati: Berna, Francia, Italia, Leningrado, Leopardida, Parigi, Russia, Sofia, U.r.s.s.