Un discorso ottimistico di Paul-Boncour

Un discorso ottimistico di Paul-Boncour Un discorso ottimistico di Paul-Boncour In occasione della discussione al Senato di alcune interpellanze sulla politica estera, il ministro Boncour ha preso la parola per dire che, con-trariamente alle opinioni manifestate da alcuni degli interpellanti, le difficoltà internazionali odierne non giustificano nè inquietudine, nè scoraggiamento. «Bisogna riconoscere — ha detto — che il concetto di razza invocato dalla Germania hitleriana urta con le idee che della Nazione si sono sempre fatte i francesi e tende a valicare le frontiere per rivendicare l'annessione In nome di una supposta unità di sangue. Comunque non bisogna lasciarsi impressionare oltre misura. Per quel che riguarda la Sarre, la Francia non può rinunciare al plebiscito e nessuna offerta di vantarsi economici potrà fare mutare parere. Il plebiscito si farà « sarà sincero e libero. Noi veglieremo acciocché nessuno possa essere colpito e motivo dell'atteggiamento tenuto durante gli anni precedenti ». Boncour ha trattato quindi la Binazione austriaca, ricordando che l'Austria è la chiave di volta dell'equilibrio europeo, che la Francia le ha fornito il proprio aiuto fiaanzia- rio e l'ha difesa sul terreno giuridico e che l'Anschluss è stato condannato, Francia e Italia essendo d'accordo per far rispettare l'indipendenza austriaca. In quanto agli altri settori europei, il Ministro affermò che lo sforzo della Francia por riaggruppare intorno a sè il maggior numero possibile di Potenze e ricostruire l'Europa non ha per iscopo l'accerchiamento della Germania, frase che ha già fatto troppo male durante l'ultima guerra. « Noi tentiamo semplicemente — disse — di unire e rafforzare le Potenze decise a mantenere la pace. Tale opera si svolge sul piano di collaborazione in tpnadgternazionale c dipende dalla Germania collaborarvi con noi. Il modo stesso in 1 ccui abbiamo accolto le offerte tedssche, H=l^atÌÌÌJ,S?n aÌ^^SfePc?r^°' ! stro desiderio elle il Roich sia p:cna- mente associato al nostro sforzo nelle: forme che esso stesso potrà proporre,' cpurché, come abbiamo indicato nel no-. dstro memoriale del l.o gennaio, si trat- ■ nti non già di infirmare le garanzie di ; psiourezza risultanti dagli accordi in vi- cgore e specialmente dall'accordo di Lo- icarno, ma di stipularns di nuovi met- tendo 1 firmatari al coperto tanto da ?ogni minaccia contro la indipendenza1 esterna, quanto da ogni tentativo di in-; gerenza negli affari interni.s. laBoncour rispose poi all' accusa di ! Lémery e di altri senatori di avere; cori la propria politica allentati ì vin- dcoh che uniscono la Francia alla Po- plonia e alla Piccola Intesa, sostenen- v do che è questa una leggenda unica- g mente diretta a contrastare presso ; ;una parte dell'opinione francese i progressi del riavv'icinamento fran- sco-itahano. Al contrario, secondo il,Capo, del Quai d Orsay, i patti sti:. nulati dalla Francia m questi ultimi ; tempi nell Oriente europeo e il fatto, vcmct che essi non abbiano sollevato obbie- ; zioni da parte del Governo di Roma; proverebbero che la situazione in Eu- ! o e i o l a r frontiere e subordina qualunaue revisione di esse alla regola dell'unanimità. « Sappia il Senato — ha esclamato Boncour a questo punto — eh» i nostri interessi sono più vivi e attivi che mai, a tali resteranno!». Tuttavia, continuando, il Ministro ; ammise che la Francia non vuole ' neppure lasciarsi chiudere in un si stema di alleanze, e, per meglio spiegare il proprio pensiero, soggiunse: « Tutti sanno quali malintesi esistessero fra noi e l'Italia. Nessuno ignora la tensione che regnava durante i primi mesi dell'anno scorso fra l'Italia e la Jugoslavia. Non si può certo dire cha ogni cosa sia stata appianata, giacché gli avvenimenti non camminano tanto presto; ma quello che posso dlr-j vi è che i nostri rapporti personali con l'Italia sono totalmente mutati. E che dire del Patto a Quattro, che taluni vorrebbero già seppellire solo perchè mente spero — la possibilità giuridica di funzionare? Qualora esso non aves- j giustificare da parte nostra l'averlo firmato». * | Boncour ha quindi accennato al. £F8flf&2Z%?ESSfà canto suo con altri Stati patti ana- loghi, abbia rafforzato il senso e la portata del patto di non aggressione stipulato con la Francia. Nell'ultima parte delle sue dichia- r„lTl?Sr t^Tiip^ì JS i problema della Lega delle Nazioni Lner ribadire la solita tesi francese dell'intangibilità «attuale» dei princìpìì fondamentali dell'Istituto e della necessità di mantenere la fiducia in esso senza tuttavia rinunziare per questo al beneficio di conversazioni particolari fra le Cancellerie delle Grandi Potenze. In quanto al viemorandum del primo gennaio il Ministro ha dichiarato, concludendo, che la posizione conciliante ma ferma presa dalla Francia è stata unanimemente approvata e che anche le Nazioni dell'Europa centro-orientale rimarranno fedeli agli stessi principii. A Boncour ha tenuto dietro alla 1tribuna il senatore De Jouvenel, ex- iAmbasciatore di Francia a Roma,:per esprimere il proprio consenso con le idee enunciate dal Ministro, :approvare le conversazioni dirette :nnn Rwlirm e qnp»7i,rp una lancia in con Berlino e snezz^re una lancia in favore delle sue note concezioni sulla « paix francaise ». Contrariamente a queste manife- stazioni ottimistiche prevalentemen-;te destinate a placare l'ostilità di una parte del Senato contro la tat- Una Hisarmiqta sesruita da Paul-Lica aisarmista s^ua aa ruui Boncour nel memorandum ée\ pri- mo gennaio, 1 impressione dominan-te a Parigi e che 1 orizzonte diplq- matico sia lungi dal rischiararsi, che le divergenze franco-tedesche si • _ -v ' 1 : - , " ridurre le importazioni francesi in - ìGermania di 160 mi'ioni di francni. acuiscano invece di mitigarsi, che la Germania non tornerà a Ginevra nemmeno sotto Darvisi della Sarreterra nè l'Italia vogliano conclude: re nulla in sua assenza. Osjgi agli altri motivi di preoccupazione si aggiunge la notizia che il Governo jSi tjJIu i,„ .s,.,,™ ^icr,^=i,ir,ni nere n — Tale decisione sarebbe la risposta alle pretese accampate recentemente dalla Francia di ridurre le importazioni tedesche in Francia di 300 milioni di franchi. C. P.

Persone citate: De Jouvenel, Paul-boncour, Paul-lica