Come venne seguita da terra la tragica lotta tra l'apparecchio e l'uragano

Come venne seguita da terra la tragica lotta tra l'apparecchio e l'uragano IL DISASTRO AVIATORIO DI CORBIGNY Come venne seguita da terra la tragica lotta tra l'apparecchio e l'uragano Parigi, 16 notte. Perdura vivissima la sensazione causata dalla catastrofe dell' Emeraude la cui notizia è pervenuta a Parigi mentre gli equipaggi del generale VuUlemin si trovavano riuniti a un grande banchetto presieduto dal ministro dell' Aria, Cot. Questi asciò il banchetto in mezzo a una emozione facilmente comprensìbile, per partire in automobile per il luogo della catastrofe Un'ala recisa Il Ministro dell'Aria, che stamattina è tornato di nuovo a Corbigny, dopo essersi inchinato dinanzi ai resti delle disgraziate vittime, ha incaricato due tecnici di fare un'in¬ qdnplpn«trtsvtd—gmiUUWV UVWO VW»*V* l*« J UI \s tvm tilt,' i chiesta sulle cause dì questo spaven- \ntoso dramma dell'aria. Già una prima osservazione era stata fatta. Un pezzo d'ala staccata a un chilometro dal punto di caduta reca una- rottua rettilinea nettissima su tre me-1 pdcsltri di lunghezza. Si sa che l'ultimo \èrniiS.mrn.mmn. m»n ,lstU'ri.ernn!.avnìdradiogramma emesso dall'aeroplano tre minuti prima della catastrofe in dicava che auesto volava a mille-set lp.ecento metri in mezzo a una bufera ,tdi neve, e si sapeva pure che pochi'\Pstanti dopo che V apparecchio era stato visto precipitare il paese di Corbigny era stato immerso nella oscurità. Da ciò si deduceva che l'aeroplano avesse urtato uno dei fili che trasmettono la corrente elettrica ad alta tensione. Ma, come in tutti gli accidenti di aviazione, non è facile ottenere subì- ; to informazioni precise e concordanti\circa le cause della catastrofe e i ri- '.sultati dell' inchiesta non saranno resi noti prima di qualche giorno Pel momento occorre limitarsi a da re le varie versioni derivanti da va-\rii testimoni dell'accidente. Fu una- j nimemente affermato che il tempo,iquella sera, era spaventoso: una violenta tempesta si era scatenata nella regione e dei lampi rigavano il cielo mentre la pioggia e la neve si alternavano. Il tempo sfavorevole non aveva permesso di seguire facilmente le evoluzioni deZI'Emeraude. L'apparecchio, proveniente da Lione, volava in direzione dal sud a nord ed era apparso al di sopra di Corbigny a bassa quota; riprendendo poi quota era tornato dopo un viraggio in direzione nord-sud. Fu allora, secondo alcuni testimoni, che una delle ali dell'apparecchio si staccò. Ora i pezzi ritrovati nei due campi vicini al luogo della caduta sono pezzi d'ala successivamente strappati. Secondo quegli stessi testimoni, l'aeroplano, dopo aver perduto l'ala, avrebbe continuato il volo per precipitare poi in fiamme a una distanza abbastanza grande. La seconda versione, fornita dal commissario speciale di Nevers, signor Armand, pretende- che V aeroplano non poteva più dirigersi e lottava contro il maltempo. Per una causa indeterminata — probabilmente un urto — rimase avariato. Fu allora che si sarebbe prodotto il vero accidente. L'antenna della radiotelegrafia pendeva sotto la fusoliera e passando al di sopra di un filo della forza elettrica avrebbe creato un contatto che appiccò il fuoco all'apparecchio. Infine, una terza ed ultima versione è stata data da uno dei tecnici più rinomati dell'aviazione. Esaminando gli avanzi dell'apparecchio e in particola^ modo una delle ali dell'aeroplano, quel tecnico notò che un'ala era strappata e che il metallo presentava delle ammaccature. Secondo lui, l'accidente sarebbe unicamente dovuto allo scoppio in volo di una bottiglia d'ossigeno che serviva ad avviare i motori. Numerosi testimoni corroborano tale versione affermando di aver udita una detonazione prima della caduta dell'apparecchio. Il racconto di un testimone Come si vede, le opinioni sono divise e sarà necessario aspettare il rapporto dell' inchiesta ufficiale per conoscere le- cause certe della catastrofe. Ma dagli scambi di vedute effettuatisi sul posto alla presenza del Ministro, prima ancora che l'inchiesta ufficiale fosse cominciata, risulta, senz'ombra di dubbio che la catastrofe è stata provocata dall'uragano. Un medico dì Corbigny, il dottor Moutarde, testimone oculare della catastrofe, ha fatto al riguardo una importante dichiarazione: « La serata di ieri — egZi ha detto — era più penosa e triste delle altre perchè il cjelo era coperto di grandi nubi minacciose e grandi lampi squarck'iano il cielo. Era una di quelle serate che si passano volentieri in casa. Io tornavo dall'ave) fatto una visita a un ammalato in città. Mi ero seduto nel mio ufficio, quando pochi minuti dopo udii il sordo ronzìo di un motore di aeroplano. Notate che la cosa non mi sorprese, poiché, data la vicinanza dell'aerodromo di Nevers, numerosi apparecchi sorvolano la nostra cittadina. Tuttavia, feci questa riflessione : « Purché non rimanga preso nella tempesta! ». Istintivamente tesi l'orecchio. Di solito, il rombo di un motore al di sopra di una città è passeggero. Questo invece si prolungava in modo inquietante e la sua intensità andava crescendo e diminuendo. « Questo aeroplano gira intorno — dissi a mia moglie — certamente gli accadrà una disgrazia ». Uscimmo. Tutti erano sulle porte e alle fi- -, ■•• nestre e guardavano girare al di so pra della città i quattro fari che indicavano la posizione dell'apparecchio. <i E' un grosso aeroplano », disse qualcuno, « si vede la cabina illuminata». Un altro soggiunse: «Ma è perduto: va alla deriva, sta per co-1 dere! ». / minuti passavano e il Ve-lpass livolo girava sempre intorno. Ben presto la nostra inquietudine si mu- tò in una vera angoscia: lo vedemmo Passare dietro la chiesa, poi risalire verso la stazione. Per due volte il rombo del motore raggiunse il massimo di intensità. Evidentemente il pilota tentava di allontanarsi dalla zona abitata. Il resto avvenne nello spazio di pochi secondi. Vedemmo i fanali scendere verso il suolo, mia violenta esplosione e itti mediatamen te si innalzò una fiamma immensa ohe illuminava tutto il cielo. Tutti gridavano: <E' caduto! Brucia... ». « Allora, nella notte oscura, tutti si precipitarono verso il colle di Bel Air. Dalla stazione avevamo già mi- surata tutta la gravità e la tragicij tà dell'accidente. La collina sembrava avere un cappello di fuoco, un fuoco rosso sul quale si proiettavano i profili degli alberi. Dei meccanici dicevano : « Non vi è più essenza : ora è l'olio che brucia ». E quando dal braciere sorgevano grandi fiamme bianche: «Sono i razzi che esplodono ». Dopo oltre un'ora l'incendio cominciò a decrescere e noi, che a migliaia ci trovavamo sul posto, tentammo di avvicinarci nella speranza disperata che per miracolo qualche passeggero avesse potuto salvarsi. Ma la nostra speranza fu delusa. Dell'apparecchio non rimanevano che avanzi informi: nessuna traccia di esseri umani! ». La violenza dell'esplosione Anche il sindaco di Corbigny, signor Naudin, ex-aviatore, ha fatto una narrazione abbastanza precisa della scena di cui egli è stato testimone. « Tornavo in automobile, quando vidi un grande aeroplano che sfiorava gli alberi e sembrava cercasse un terreno per atterrare. Il vento spirava in quel momento con estrema violenza. Ebbi subito l'impressione che il pilota tentasse l'impossibile per evitare una catastrofe. A un tratto mi sembrò che un'elica si fosse spaccata. L'aeroplano si impennò oscillò e come una freccia precipitò al suolo. Appena l'apparecchio si abbattè a terra, a; produsse una formidabile esplosione. Contorto, stri- tolato, l'aeroplano si infranse in mille pezzi e il suolo in breve fu pieno di rottami informi e fumanti. La violenza dell'esplosione era stata tale che la carlinga, staccata dal resto dell'apparecchio, era stata lanciata ad oltre cinquanta metri dal punto della caduta. Io non posso conoscere le cause della catastrofe, ma credo che il maltempo avesse costretto il pilota a cercare di atterrare rapidamente. All'ultimo momento il pilota ebbe il sangue freddo di tentare una ultima manovra per ristabilire l'equilibrio dell'apparecchio. Infatti udii nettamente, mentre l'aeroplano cadeva, che il motore girava a pieno gas, ciò che indicava il tentativo da parte del pilota di riprendere quota. Tale manovra però non riuscì e l'apparecchio venne lanciato contro il suolo a tutta velocità ». Lo spettacolo che offriva stamane il campo in cui U trimotore era precipitato era impressionante. Di quella che fu una delle più belle unità della flotta aerea francese non rimanevano che rottami contorti e calcinati. Le ali sono state letteralmente polverizzate, i motori sono scoppiati. Cinquecento metri più in là sono stati ritrovati una valvola, una molla, due pesanti pezzi del timone, che sono stati trasportati alla gendarmeria, ove i tecnici e gli esperti li esamineranno. Ammucchiata in mezzo al campo, stranamente risparmiata dal fuoco, vi è un po' di biancheria. Il Governo ha deciso che le esequie vengano effettuate a spese dello Stato,

Persone citate: Naudin

Luoghi citati: Lione, Parigi