Della confusione tra il sacro e il profano

Della confusione tra il sacro e il profano Fra i certosini alla Certosa di Pavia Della confusione tra il sacro e il profano o ; PAVIA, gennaio. Nella navata trasversale déUa Certosa dì Pavia, Ambrogio Fossano, detto il Bergognone, dipinse, nel 1490, Gian Galeazzo Visconti che, genuflesso ai piedi della Madonna, le presenta un facsimile del tempio da erigere per sua, iniziativa. Angeli, santi e personaggi minori effigiati tutt'intorno manifestano una gioia visibile, mentre la Vergine si limita al gesto di una benedizione generica, simile a un timido saluto romano o a una cortese indifferenza per le questioni architettoniche. Sulle sue ginocchia il bambino Gesù guarda addirittura da un'altra parte. I benemeriti fondatori L'illustre pittore non poteva sottolineare troppo l'iniziativa di Gian Galeazzo che in orìgine era di carattere privato. Infatti egli desiderava « avere un palagio per sua abitazio ne, un giardino per suo diporto e una cappella per sua divozione ». Fu il testamento della moglie Caterina a decidere altrimenti. E anche ciò non fosse stato, prima che nelle sfere celesti si potesse accogliere con minore riservatezza U potente duca di Milano, bisognava che la storia risolvesse la faccenda di alcuni suoi peccatucci, non ultimo lo scherzo giocato allo zio Barnaba soffiandogli il potere. La storia non ha ancora provveduto e, aspettando, Gian Galeazzo riposa nel monumento sepolcrale dovuto all'arte di Gian Cristoforo Romano. Il pizzetto mefistofelico ostenta la spavalda sicurezza del marmo; cantano la sua memoria le statue della Fama e della Vittoria; lo avvolge la pace. I suoi famigliari gli collocarono nella tomba altri preziosi valori, ma se li presero i francesi all'epoca delle glorie napoleoniche. Lo stesso Bergognone pose in ginocchio ai piedi della Vergine un al¬ ctro benemerito della Certosa che la,volle rendere u/n santuario dell'arte.,Ma anch'egli è tuttora sotto proces-\so per alcune bagatelle di carattere\i?1famigliarc e politico: Ludovico Moro. Che un grandioso tempio della fede riattacchi le sue origini e il suo splendore a due personaggi più portati alla prepotenza che alla preghiera, più diavoli che santi, è particolare non meno curioso del contrasto per cui tanta profusione dì rìccliezza avvenisse « per onorare li certo¬ sini i-, figli della povertà. E furono i!spese somme davvero notevolissime e tanche se, nei registri superstiti, IròE !viamo che il signor Vincenzo Foppa, | pittore, «.per certi profeti eseguiti e e o i è a l , , nel chiostro grande e alcune altre figure » ebbe soltanto lire due. Rivincita del demonio Per molti secoli la ricchezza andò alla ricerca dei chiostri con il dispettoso capriccio della donna respinta. Gli asceti sprezzavano i tesori della teira per cercare nella solitudine quelli dello spirito più duraturi e meno fallaci; ed ecco donazioni di principi, lasciti di privati, elemosine vistose riportavano il demonio per mille rigagnoli. Con esso accorreva la cupidigia degli estranei; peggio ancora, l'abbondanza dei beni provocava malintesi nelle vocazioni e i conventi finirono per ospitare tanti falsi devoti da guastarne l'essenza e autorizzare apparentemente la campa- a gna diffumatorìa dei m e I ge i ~« n°n erro, per a \granie disgrazia l'avere scoperto undetto i certosini, fuaver \liquore detto spunto chartreuse,S F""10 ^•«Mw-iW ^ fl 8M0 r.rofumo e il grato sapore. Il 3 bandolo, accoppiala allai ò ■ - !treuse 'esf(? neIla casistica un pecca 'i\ebbrezza momentanea il piacere di'riali dei padri. Una sbornia di char¬ i Ito tra i più complicati; ma peccato a «TOPe«to,w6xae agli occhi del com-e\mercio profano fu l affermarsi della , . n a a e, i marca che danneggia va altri produt-tori meno raffinati nella qualità enell'oneslà della merce. Certo si è che l'essenza spirituale dei certosini venne combattuta anche in nome di questo spirito liquido e i professi staccarono nettamente ogni loro punto di contatto con i liquoristi. Posso anche sbagliare, ma, nella attesa che i certosini escano per la passeggiata settimanale, ho rischia- to i campi della meditazione e mi ci confondo : qui vedo dispersioni di ordini, di conventi, d,i congregazioni, di vescovadi e di semplici parrocchie in nome dei loro possedimenti che facevano gola agli sfaccendati politici poveri in canna; là, in un lontano punto del medioevo, ardono piccoli fuochi rossi dove bruciano i Fraticelli, mandati al rogo come eretici, proprio per un motivo opposto, perchè esigevano, sino ad arrabbiarsi, la pratica più austera della povertà, com'era nella predicazione di San Francesco e fella vita di Cristo. Se i venerabili padri, uscendo subito per la passeggiata, mi distraessero, sarebbero veramente gentili . Eccoli. Ma non porrò domande imbarazzanti: il loro semplice apparire ha smorzato l'ardore del giornalista. Ignoro se abbia ragione Anatole Franco quando osserva: « ... niente di più impenetrabile e inintelligibile che l'anima di un monaco. Il pensiero di questi cenobiti che vivono in comune per gustare meglio la solitU' dine è singolare come la loro vita...». E' probabile che il suo sguardo abituato all'esame critico e all'ironia, solito a sezionare le anime, quasi fossero materia inerte, per giungere a una frase capace di sbalordire il lettore, lo allontanasse dai giudizi esatti; o forse ì monaci che egli vide erano più sbalorditivi. Quando mi sono avvicinato ai certosini, non il loro mistero mi ha disarmato ma la loro semplicità. L'idea machiavellica, sul punto di cogliere il successo, si è afflosciata, rifiutando di vivere. Offrireste voi di accompagnare una pastorella-in un sentiero del bosco con il segreto proposilo di rubarle, a un certo momento, le fragole che ha raccolto? Sarebbe un furio che non inerita la fatica, di doverselo rimproverare più tardi. I mici certosini sono quattro. Pro¬ dmlcqlmè,cedono in fretta, quasi con la pre,mura di chi esegue un lavoro. Vnfat\ti non passeggiano:, applicano un ar\ticolo dei loro statuti. Nel narrare 1 i »: particolari di una vita difficile » non ha fatto cenno, nell'articoloprecedente, al cilicio che questi de- voti non lasciano mai: camminare non è del lutto un piacere. Chiacchierata amichevole Al mio rispettoso saluto, quattro teste si volgono contemporaneamente e sorridono. Nei loro volti è l'allegrezza; l'occhio è vivo, la voce è dolce. La voce del silenzio. Comprendo come possa sedurre. Le domande che m'ero proposto non nascono. Evidentemente le uccide prima che si affacciano la zona silente che circonda i padri come un'armatura. Ma qualche cosa mi bisogna pure dirla dal momento che cammino con essi. — Fa molto freddo, oggi. — Per volontà di Dio. Pausa. — E' simpatico che i certosini siano ritornati nella loro dimora dopo tanti anni. Gli uomini che li cacciarono furono ingiusti e cattivi. — Bisogna affrontare le difficoltà le prove e le tentazioni del mondo. Sono stati affacciati molti dubbi sui vantaggi della meditazione nel-ìdi verità preconcette e immodifica ■.rito esplora togliendogli la semente feconda dei pensieri altrui; nel caso ìspecifico, avviandosi con il bagaglio IWZi, si ritorna U»l * partenza. Voglio dire che dal mio colloquio non potevano balgar fuori cose mirabili; non per " l'isolamento. Questo volto della su perbia, realizzato in nome dell'umìly^L^fl^tlL^u tfJLÌ&inevitabilmente s«i la .sostanza il evi carattere religiosomi si presta a scoperte individuali non per la forma, giacché l'abitudi-ne al silenzio induce alle frasi fatte. E poi vi par facile indurre a confes- \sarsi chi fa professione dì confes sereì ì La mia intervista con i certosini \si è ridotta a un'amabile chiacchic- •. costruisco tre sintesi. Il periodo bello è durante la vocazione: la for-za die li chiama supera in intensi- rata con gentili compagni di viaggio. Per quanto evitassero dì scendere ai particolari della loro vita, qualche cosa l'ho pure carpita e ri¬ supera m tà il fascino di ogni amore: è Zuce, splendore, musica, delizia. La stra- da per giungere alla méta è però seminata di asperità scoraggianti: 'abitudine non viene in aiuto e il sacrificio di ogni giorno è duro coinè quello del giorno precedente. Il duello tra l'anima e il carpo non cessa mai; la materia non si dà vinta; più è castigata e repressa nei suoi istinti, più rialza il oapo e aggredisce^ Ma il diavolo non ha. molta forza di resistenza; caparbio, ritorna dispettosamente finché la- preghiera lo caccia tante volte da indurlo ad, abbandonare la preda per sempre. AUora il raggiunto dominio della materia e delle passioni regala ci monaci il fresco piacere di sei; timi fanciulli e di oziare nei giardini della pace. « Quelli » dei liquori Cosi le rughe che segnano il loro vólto non hanno la durezza di quelle che incontriamo nelle strade del secolo. Sono rughe mute come pagine bianche. Dicono il tempo passato, non le sue devastatoli i, poiché il campo è verde e rigoglioso come nella giovinezza. Dopo ii periodo della lotta più aspra, il certosino vive con la. leggerezza di un'ala e scivola verso la tomba in istato di sogno. Che cosa può importare allora se, alla soglia dei chiostri, una folla resa pazza dalle parole di altri pazzi urla e bestemmia f c'è l'amarezza peri disgraziati che si abbandonano al disordine e una preghiera occorre perchè Dio lì illumini, ma nient'altro; die un trono crolli, com'è avvenuto nella Spagna, può rattristare per il momentaneo successo dello spirito del male, ma non è ^odioche riguarda il certosino; " u certosino; né lo ri guarda l'eventuale raffica che colpisca in pieno il suo nido terrestre e lo costringa ad ondarsene con l'autorità della legge. Il certosino è fiaccato dalla terra e non ne ode le agitazioni che come un rumore indistinto, dinate, Satana fa le cose più m gran uti boroottiocupo; egli è già abituato a Satana -i. t ~ : t~ . „„77_ «;.,n7., ..*....: jì.ah che strepita; nelle rivoluzioni disor- \de, ecco tutto. La tempesta non c in grado dì vìoUuc lo strato di pace _1 che avvolge la sua anima perchè i desideri sono morii da tempo e, con essi, l'inquietudine, l'incertezza, la paura. Un monastero si vuota o anche si scardina? un altro si apre. Se crollassero tutti, il certosino potrebbe passare per le vie più chiassose del mondo, avvolto dal silenzio come da un mantello ideale. La ricchezza degli umili è con lui conquistai a per sempre. Ma poiché insisto tanto per conoscere un particolare di cronaca, nonè vero che ì certosini siano stati espulsi dalla Spagna. Vari ordini religiosi sono stati colpiti da scioglimento e da sfratto; i certosini no Essi potranno rimanere, se rorranno. — E vorranno1 — / superiori comandano. Già. TI certosino è figlio dell'ob- bedienza. -- Ma ho letto Tarragona... Per la prima ■ tero colloquio, un rompe. Non sono « quelli » dei 'liquori padre m ^ faW) tconomico che por.M te confusione in un fatto reti-gioso, ANTONIO ANTONUCCI che ì certosini di r.Ttn lìurnntr T'iti-Ata mirante« i « certosini. Sono

Persone citate: Ambrogio Fossano, Bergognone, Gesù, Gian Cristoforo Romano, Gian Galeazzo, Gian Galeazzo Visconti, Ludovico Moro, Vincenzo Foppa

Luoghi citati: Certosa Di Pavia, Milano, Pavia, Spagna