Profilo di Lord Lindistarne

Profilo di Lord Lindistarne Profilo di Lord Lindistarne LONDRA, gennaio. Lord E. K. John Lindisfarne of... (tutto il resio '."on un sacco di lettere maiuscole) è giovane, esile, svelto e sportivo. È' riero uno di quelli sportivi inglesi ex-universitari e dilettanti di nuoto, caccia, calcio e tennis, che sono, per chi li vede all'opera, oggetto «li perpetuo sbigottimento. Effeminati al punto da essere sdolcinati e svenevoli, pieni di moine preziose di gatte in attesa di essere accarezzate, non si riesce a comprendere in quale segreto ripostiglio del loro corpo nascondano muscoli e volontà di vincere. Sono come quelle camere di alberghi moderni ove letti, armadi e comodini si ritirano ih buon ordine nel muro, lasciando, a testimonianza della loro esistenza notturna, una leggerissima traccia su un muro levigalo, oppure un oggetto che non ebbe tempo di seguirli nella loro fuga all'apparire della luce del giorno. Anche i muscoli di questi lordi in erba hanno esistenza spettrale, ma si gonfiano e si irrigidiscono al momento dell'azione sull'arena delle prodezze sportive nazionali. Lord John con tutto il resto di lettere maiuscole, mi onora da un anno in qua di un'amicizia a modo suo. Ha capito che, svenendo a mio lato, non lo avrci raccolto nò gli avrei posto sotto il naso sali di ammoniaca, e fra tante altre cose ha «anche compreso che « mylord » non lo avrei mai chiamato. Siamo dunque arrivati a rapporti di diplomatica amicizia, grazie alla quale egli è semplicemente John con me, e John con rigo intero di nomi e lettere maiuscole la sola volta all'armo che mi scrive. Sulla busta John accetterebbe, se pur non desidererebbe, l'intero alfabeto. Non lo esige, forse per lasciar lettere maiuscole ai suoi pari, che di esse hanno bisogno quanto lui. L'amicizia tra noi è sorta quale conseguenza diretta della mia irrefrenabile tendenza al battibecco. Le pose surriferite di elegante gatta siamese, le aveva adottate la prima volta che mi incontrò, rovinando in tal modo, con graziose oscillazioni del capo e con estetiche pose dinanzi ad un monumentale caminetto, rovente da presso e gelido ' su°j Kiudl?' su"a ?0hU";tv " e sulla musica. Parlava ammirevol-da lontano, l'effetto che su di me sta- vano producendo , suo, proposit, ed mente, e su ogni problema aveva idee chiare e precise. Sosteneva principii •inattesi e snesso originali. Siccome aveva addosso perlomeno •una dozzina di maiuscole, non potei fare a meno di combattere con assurdo accanimento quelle idee che, non essendo originali, potevano essere anche le mie. Per bisogno di lotta attaccai, la prima volta che ci incontrammo, Picasso, come se mi avesse parlato di Lavery o di Grosso, demolii con colpi piuttosto fragorosi James Joyce, come se si trattasse di Galswortny o di un Guido da Verona, e insultai Honcgger, come se l'osse l'autore della « Vedova Allegra ». Ci guardammo in cagnesco ; ma uscendo dalla casa ospitale divenuta arena del nostro duello oratorio, Lord Lindisfarne, un momento prima pallido di esasperazione, mi sorrise e, con un gesto squisito della mano, dopo aver stretta la mia, rientrò la punta di uno spillo che era rimasta infissa sullo svolto del mio pastrano. Questo gesto di sarta mondana, che in altre condizioni mi avrebbe messo in furore, mi apparve una così inattesa e paradossale conseguenza del battibecco precedente, che sorrisi anch'io, accettai la sua preghiera di tornare a discutere, e scopersi come sotto le apparenze suaccennate v'era un uomo ed un vero gentiluomo. Non mi sono sbagliato ed egli sa oggi quanto lo apprezzo. Egli occupa una carica piuttosto misteriosa al Foreign Office. Per lungo tempo l'ho creduta puramente onorifica, poiché Lord Lindisfarne non s'è mai mosso di casa la mattina prima delle dieci e, quando è andato in ufficio, non vi è mai giunto prima delle undici in punto. Inutile dire che il sabato è per lui giornata di riposo, dedicata a gite a cavallo, alla caccia e ad un culto molto entusiastico per tutte quelle bevande che contengano almeno il cinquanta per cento di alcool; e che la domenica è spesso dedicata all'acqua di Viehy e all'aspirina, per rimettere dell'ordine là dove il culto alcoolico aveva messo troppo disordine. Un giorno ho chiesto al mio caro lord che cosa fosse questa sua cerimonia mattutina a base di un'ora nel bagno, di un'ora dinanzi a un maestoso breakfast, e di un'ora di peripatetiche meditazioni lungo i viali di St. james Park. « Veda — egli mi rivelò un giorno — al Foreign Office viviamo nel passato, dal quale ricaviamo prestigio e deferenza. Orbene, prima dell'invenzione della ferrrivia. prima cioè del nostro grande Stephenson. gloria che nessuno è venuto e verrà mai a rubarci, il corriere diplomatico da Parigi arrivava a Londra su carrozza trascinata da ben Ire «avalli verso le dieci del mattino. 1 a corrispondenza era distribuita dardi uscieri alle undici. Il diplomatico si recava nell'ufficio alle undici ed un minuto ». « Capisco, capisco — dico io — ma og?i i treni del continente arrivano a tutte le ore e gli aeroplani colmano irli intervalli di silenzio nelle stazioni ». Lord ACCDKF (ed altre maiuscole), ride e mi guarda con quel fare effeminato causa di tanti malintesi tra di noi. « Lo so, ma il Foreign Office ignora treno ed aeroplano, come la Camera dei Ce munii e la Camera dei Lordi si ostinano ad ignorare i giornali quotidiani. Noi lavoriamo a partire dalle undici della mattina, perchè il corriere diplomatico non può dignitosamente arrivare a Londra se non in berlina a tre cavalli ».Se dovessi definire Lord Lindisfarne, direi che è un uomo immensamente civilizzalo. Il suo cervello è nel presente e talvolta nell'avvenire, il suo carattere rimane nel passato. ILo hanno formalo una tradizione di secoli, una eredità pure secolare e le frustate ricevute a larghe dosi du-ìSrante il suo agitato soggiorno ad j dIiarrow. Egli è però come Lord Sa-jtlisbury, un acerrimo nemico delleI lgrandi scuole pubbliche del suo pac-1 se. Vi ha passato anni che, a causa del suo carattere, debbono essere stati infernali, e dice di non avervi nulla imparato. Basta vederlo per comprendere che appartiene a quell'ampia categoria di suoi consimili nati per esser vittime delle brutalità di una scolaresca. A Harrow ha imparato a servire, a lustrar scarpe, a portare la mattina presto il breakfast e a fare i complimenti di etichetta ad uno studente di pochi anni più anziano di lui. Divenuto anziano, s'è vendicato delle mortificazioni facendosi se i re coi riguardi dovuti a un autentico nababbo. Comunque ha imparato infinite cose indispensabili al ben vivere, a fianco di altre che, temo, sarebbe felice di fare a meno se potesse lottare contro la sua natura. Da questi anni di studio gli è rimasto addosso, oltre a pose poco virili, un disprezzo profondo per i suoi simili di .alto e basso rango. Gli ricordavo un giorno la frase famosa del principe di Windischgraetz : « Der Mensch faengt erst beim Baroli au » (l'uomo incomincia col rango di barone). « L'uomo nasce canaglia — mi rispose secco ed irritato — poi diventa un gentiluomo o un farabutto ». Come si vede, John non è un ammiratore di Gian Giacomo, è però un pessimista a modo suo. Un giorno gli chiesi che cosa egli intendesse fare della sua vita, e aggiunsi che non poteva rimanere dilettante a perpetuità e conservare l'atteggiamento di persona delusa, la quale dalla vita non attenda più nulla. A guisa di parabola o di autoprofezia, egli mi rispose narrandomi la storia di Lord Rosslyn. « A ventini anno il giovane conte, rimasto orfano, aveva ricevuto in eredità titoli di Stato per un valore di mezzo milione di sterline, un magnifico castello, sei grandi miniere di carbone ed una tenuta di dimensioni lealmente mastodontiche. I beni.l frut-i c un red- ' dit0 a»"«° di circa ventimila sterline. t bisogni cu lusso de, ^mztìe vI«cedrdzasoqiiantlinque male amrninistrati a\YaeAe ventunenne u lord lo posero prestissimo nelle ma ni elei più insaziabili usurai del paese, i quali, in solo sette anni, condussero Lord Rosslyn alla perdila completa di tutti i suoi beni ed alla bancarotta. Povero in canna, il conte si trasformò in James Erskine e, grazie alle belle apparenze, tentò, sotto questo nome, di calpestare le scene dei teatri di varietà. Il tentativo fallì ed Erskine si ritrovò in uno stato tragico di completa inutilità a se stesso ed ai suoi pari. Un giorno apprese per caso che Lord Northcliffe stava cercando un giovane audace, il quale fosse deciso ad affrontare a buon prezzo i rischi e gli incerti angosciosi della campagna nel Transvaal in qualità di corrispondente di guerra del Daily Mail. Rosslyn, o meglio Erskine, sentì rinascere le speranze. Si presentò a Lord Northcliffe ed il giorno dopo partì alla volta del SudAfrica. In Inghilterra tornò ricco e con fama di magnifico giornalista. Si divorziò subito dalla moglie, compagna della sua vita spendereccia e, di passaggio a Montecarlo, subì i fascini irresistibili di un'attrice a nome Anna Robinson. Il matrimonio fu contratto in un batter d'occhio : i fidanzati si presentarono dinanzi ad un amico comune, il quale fece loro giurare reciproca fedeltà ed ubbidienza, su un voluminoso e ben rilegato indicatore del telefono fungente da Bibbia. Poi, dopo un periodo di spensierata luna di miele, Rosslyn e la moglie tornarono a Londra per porre un po' di legalità nella loro unione. Il matrimonio fu presto disciolto e un anno dopo il conte stravagante e indisciplinabile si sposava con una giovane ed ingenua fanciulla figlia di agricoltori. Egli aveva allora trentanov'anni e lentamente si avviava verso l'abisso nel quale lo avevano già una volta trascinato le sue passate stravaganze. Sopraggiunse la guerra. Da dandy senza soldi, da dilettante di audacie o di dolce far niente, Rosslvn si trasformò in eroe. Sui campi di battaglia di Fiandra conquistò onorificenze e persino il grado di colonnello. Comandò un reggimento di truppe britanniche e tornò in patria non solo un eroe, ma un uomo interamente trasformate. Aveva vinto la grande battaglia della vita ». Quale cataclisma sarà necessario per dar tempra d'acciaio a Lord John of ABCDEF? Non una rivoluzione, perchè ad essa egji non crede ; non condivide però l'opinione di Bismarck, secondo il quale : « Finché in Inghilterra avrete corse di cavalli non avrete rivoluzioni » ; ma pensa, forse non a torto, che in questo paese, a differenza degli altri, una rivoluzione può prodursi in senso verticale anziché orizzontale, ossia mediante un'ascesa più o meno rapida delle classi povere al rango delle classi alte. « La rivoluzione — mi dice Lord John — sarà fatta in Inghilterra dal gentìemcii e non dalla plebe; ma per fare una rivoluzione i gentlcmen non sono ancora in numero bastante. 1 poveri diavoli vogliono essere tutti geiitlcineii. Domani saranno sirs, dopodomani lords. La rivoluzione sarà allora fatta senza rivoluzione. La scomparsa della Camera dei Comuni sarà il primo risultato di questo movimento in senso verticale delle masse paesane ». RENATO PARESCE. sndsMlssds—csi