Olimpionici e campioni d'Italia saranno questa sera sulla pedana a Genova

Olimpionici e campioni d'Italia saranno questa sera sulla pedana a Genova Olimpionici e campioni d'Italia saranno questa sera sulla pedana a Genova Chi credesse che la manifesta7ionc genovese dovesse assumere l'aspetto di una rivincita di quella parigina sarebbe in errore: la scherma itaiana non si considera davvero sot rlinclo il peso d'uno scacco per andare1 bali ansiosa ricerca di resultati mi 1 gliori. Genova non è dunque, la ri percussione di Parigi ; Genova ri pete, se mai, gli stessi motivi ideali che dominarono nell'ultima serata talo-francese: simpatia, amicizia, fraternità sportiva fra le due grandi nazioni. Questa parola « fraternità » non è un'ipocrisia quando si menano le mani, e ben lo sanno tutti coloro che hanno fatto dello sport, ma di esser fratelli maggiori, quelli che ---rlio, qi possibile nvsnilsspBTmdonsomma hanno la meglio, questa ; lW1e? nssi epuò fare in tanti modi; si può man-|tdare la gente allo sbaraglio senza | deccessive preoccupazioni per quelj che possa accadere e si può, invece, volta ci piacerebbe. E' Dovrebbe esser possibile. Un programma schermistico dsaTdtdngcsnfdqnrssdcddiUsmtldivdèbagrgstenere una mano sul codice interna zionalc della diplomazia mantenendo l'altra sul freno. La festa d'armi di Genova è sorvegliata. Non si tratta d'un confronto italo-francese, uno di quei confronti per squadre in cui ei può dire ufficialmente che una nazione ha dominato sull'altra, ma una serie di incontri individuali in cui Francia e Italia hanno portato la stessa cura: non di vincere sulla carta, ma di fare del buono sport con uomini di pari fama e di pari possibilità. Anche se tutti gli incontri fossero in perfetto equilibrio c'è da tener conto che i nostri combattono in casa loro e la nostra fiducia sta anche in questo. Due tricolori di fronte H programma è succoso e nervoso come si conviene a una manifestazione schermistica d'oggi. Ci sono i giovani, gli anziani e i così così: un po' di tutto da parte nostra e di tutto un po' da parte francese. Un incontro che il tecnico possa dire quasi sicuramente deciso non c'è : 85 possono avere preferenze, mai certezze. Sui giovani e sugli anziani il lettore, dopo alcuni nostri bottoni, deve essere ormai sufficientemente ferrato e così non ci resta altro che da metterci davanti i sette incontri per tirarli fuori con le mol; le, uno per uno, guardandoli da ogni lato per vedere se ci scappa la rivelazione del segreto. Siamo cavalieri con gli amici francesi e tiriamo fuori per primi i grossi nomi di Gardère e di Schmetz, ai quali vediamo opposti Guaragna e Riccardi che, come titoli, come fama, come valore e come esperienza, non hanno niente da invidiare ai loro avversarli. Sono questi due bellissimi incontri che da soli potrebbero far la fortuna d'un programma; ma, ad esaminare per primo duello di fioretto, non intendiamo dare soltanto la precedenza all'arma classica. C'è un campione d'Italia e d'Europa che sale sulla pedana contro un campione di Francia: fuor dalla Borsa questi titoli hanno un loro valore ideale che può fare anche a meno di esser sottolineato con chiacchiere. Guaragna o Gardère, dunque? Per il francese è già un onore porre un simile interrogativo e, col dovuto rispetto al fiorettista che molto stimiamo e spesso lodiamo, tutto ci permette di sperare che Guaragna abbia il sopravvento. Non è soltanto la potenza del suo gioco, tutto il bagaglio della sua scherma che mettiamo a confronto con quello del francese: confrontiamo, soprattutto, i risultati e i risultati hanno sempre un chiaro linguaggio. Quando si sono incontrati Guara: gna e Gardère? In match non ci sembra, in torneo d'Olimpiade, anche perchè Gardère non prese parte ai campionati d'Europa, fa testo. Nelle due disgraziatissime gare di souadra che l'Italia disputò contro la Francia, Guaragna ebbe sempre la meglio su Gardère: per 5 a 1 la prima volta e per 5 a 3 la seconda.I Questo può voler dire, almeno, enei m£accosDaelcte tìa^Sdloli'Itocò sdi Guaragna e se l'italiano è a pun- to come crediamo che sia, e se il * n,i»cn un fncnieiin nrn- francese non palesa un' cospicuo Jprò gresso, il che è anche possibile, la j carta parla chiaro, bi noti,, comun-; que, che Gardère è il maggiore e il i migliore dei due fratelli, Eduardo e non Andrea, il campione numero | ,i„i|„ famiglia insomma. I«no delia lamigua, insomma. BtlndandrunNBcprpfoPsfbsprmIncontri equilibrali Fra Riccardi e Schmetz la fac-1 cenda è più imbrogliata, prima di +nt+n «orMiè l'arma csteta rnnrri- tutto perche l arma stessa contri buisce ad imbrogliarla, poi percne fra i^due uomini non assembra ci sia nè distacco di classe nè distacco di forza. Senza ricorrere all'archivio ricordiamo che, in due incontri a distanza di tre anni uno dall'altro i risultati furono opposti: Riccardi battè Schmetz a Nantes e Schmetz battè Riccardi a Parigi. Che Schmetz e Riccardi si siano incontrati altre volte è possibile, certo si son trova- ti Hi frnnfp in moltissimi tornei,1 ti di «onte in J"0"^^ ' cerbssimo il gioco dell uno non ha misteri per il gioco dell'altro Schmetz, che quest'anno ha abbandonato volontariamente il titolo di campione dì Francia, è lo spadista su cui non si può sempre contare: Riccardi è più costante, quantuque il suo rendimento sia in proporzione diretta all'efficienza delle sue gambe. Se la luna è buona per Schmetz, le probabilità del francese non saranno inferiori a quelle dell'italiano. Continuando a metter la lente sugli ospiti, troviamo Bondoux che torna all'arma sua, mentre l'avversario, Ragno, l'abbandona. Un momento: Ragno è un eccellente spadista, d'accordissimo, ma quante volte l'abbiamo visto far miracoli anche col fioretto in mano? Di far miracoli contro Bondoux non ha bisogno: vinca o perda il distacco non dovrebbe essere grave, ma che proprio Ragno abbia da perdere è cosa "a ysdersi. Anzi, se un pronostico esplicito dovessimo fare uer forza, lo faremmo alla rovescia. Fra tutti gli incontri, a dire il vero, questo è ',— .*-'." «ciu, >- quello cne ci piace meno : due bei,nomi che non vanno d'accordo, un j esultato che non dirà nulla. Ha aria di un ripiego. Avremmo rivisto volentieri, come n un primo tempo era slato annuniato, il campione di Francia di scia oia,'Tournon, che a Parigi battè il ostro giovane Turchi. A nostro avviso, Piuton non avrebbe subito latessa sorte. Avversario del padova no sarà, invece, Piot, a cui manca titolo, ma non manca il valore, ebbene in Francia l'uomo che alla ciabola abbia un suo peso in cam-o intorna:j'onale sia. ancora da naoere. Piot è più schermidore di Tournon: è stato campione dell'ar-ma e potrebbe esserlo nuovamenteomani. Opponendogli Pinton, glipponiamo un autentico giovane easciamo in quest'arma inoperosi inostri grossi càlibri: non vogliamo travincere sapendo di stravincere: quilibrando la battaglia, ci conteniamo soltanto d'un'onesta speranza di vittoria, Quattro giovani Vengono poi Godin e Deydierdue giovani che han fatto qualcoellina in Francia e non moltissimo agli ultimi Giochi Universitari di Torino. Terracina, che vale un podi più della fama regionale che da empo s'è fatta, e Visconti, che vale di certo la piccola fama ormai internazionale che s'è guadagnata, sono gli avversarti dei due spadisti franesi. Vinceranno? Perderanno? Più icuro è l'assalto di Visconti, ma su nessuno dei due si può contare. C'è poi uno dei nostri, il buon iorettista Verrai ti, campione mondiale dei goliardi per una volta e quasi per due, che, senza colpa di nessuno, nominiamo per ultimo. Pae, infatti, che non abbia un avverario sicuro. Jarricot forse ? Se queti accoglierà l'invito d'ultima oradiamo Verratti vincitore. Se Jarriot non venisse, pare che sarebbe disponibile Lemoine, uno schermidore che ha piegato le spalle sotto l peso d'un titolo più grande di luiUn match Lemoine-Verratti? Un emplice assalto accademico? Lasciamo andare le ipotesi e tagliamo coro, dato anche che, per chi ha letto e prime righe, si può fare a meno di tirar le somme. A noi sembra che francesi, cercando fra le loro giovani forze, non avrebbero dovuto dimenticare Pecheux. ma questo non è affar nostro. E' affar nostro combattere con lealtà e con onore, dare alla battaglia un tono fraterno e signorile e far dimenticare a chi lo ricorda che, quando si fa sul seriogli schermidori italiani possono esere battuti, ma non sopraffatti. NEDO NADI