CINEMATOGRAFI e TEATRI

CINEMATOGRAFI e TEATRI CINEMATOGRAFI e TEATRI Sullo schermo: // piccolo gigante, di Roy Ruth • L'uomo dalla hispano, di J. Epstein. I baò"afnTtta"que»a che, cinematografi Ogni film deve avere una tipica Impronta nazionale, deve rispecchiare un momento, o un tono, o un ambiente dei Paese che lo ha prodotto. E' un principio, questo, non mai abbastanza detto e ripetuto; e a tale riguardo gli americani sono davvero esemplari. Persino di fronte alla piaga del yamysters non hanno esitato a portarli sullo schermo, giungendo talvolta a un' esaltazione più o meno n sordina: era il banditismo veduto in un alone un po' sportivo e un po' alla West. Ora il contrabbando d'alcool è finito, con l'abolizione del regime secco; e uno dei soggettisti più diigenti di Hollywood, Robert Lord, su- -^nente!"laggiù si sarebbe anche potuta chiamare una disdetta: e imma- rfna che aara costretto a fare un Al £ 0 piu 0 mmo m sedicesimo, Im0rovvisamente disoccupato, e d'altra rarte <lecls0 a ritirarsi dalla vita de^u K arfarj lo spunto è certo nuovo * vivace; e vedere un gangster che conta orinai di pacificamente godersi i suoi milioni, affrontando, armato soltanto d'una marsina, ambien'i per lui ostici e ostili (gli ambienti del cosidetto « gran inondo »), sfoggiando pretese intellettualoidi, comprando quaUri perchè è di moda comprarli, citanu0 ^usicne e poeti a casaccio, è cosa spassosa e ben trovata. Purtroppo la commedia de) gangster ben presto acompare; e la sostituisce quella del nuovo ricco, di recente memoria postbellica, ma che ha sovente imperver3at0 ane ribalte e su gli schermi. Bugs Ahearn torna a essere un gangster quando s'avvede di essere stato raggi¬ ?ato dal suo futuro suocero che, d'accorao con la nglia, ffli ha appioppato per trecentomila dollari azioni e preFidenza d'una sua banca in dissesto. una telefonatimi, allora, alla fedele banda di Chicago; e questa, sempre disoccupata, balza su due trimotori e corre in aiuto del capo, allegramente forbendo pistole, carabine e mitragliatrid. Ma basta l'apparizione di quei ceni a far riprendere il pacco d'azloni a chi di dovere; e il film si conelude con una buffa partita di polo, giocata dal banditi più che mai disoccupati e in vacanza. Lo spunto, ripeliamo, era ottimo (cosa abbastanza rara, ai nostri giorni); e poteva prestarsi a un film dove la satira affiorasse Ubera e cruda, e anche la fars» fosse giustificata, nei toni d'una Grani ina aggiornatissima, e veduta da Hollywood. Basta pensare a che cosa avrebbe saputo trarne un Chaplln, per restare laggiù; o un Clair, per venire un po' più vicini a noi. La commedia sfiora invece qua e là la commediola, con intenti satirici un po' a fior di pelle, con sfondi e motivi un po' a rime obbligate. Lo spettacolo è però quasi sempre piacevole, talvolta giunge a una sua autentica comicità, soprattutto per la recitazione di Edward G. Robinson, che viene dalla ribalta, e ancora un po' se ne ricorda; ma sempre efficace, con quel muso da can mastino che sa ottenere effetti non facilmente dlmenticabili. La regia cleri Ruth è d'ordinaria amministrazione: con l'errore d'aver scelto tre attrici dalle fisionomie, assai slmili. Mary Astor riesce tuttavia a staccarsi dalla compagne. Accanto a lei e al Robinson, Helen Vinson, Kennet Thomson^ Sirley Grey, Russel Hopton. L'uomo dalla hispano è stato invece diretto da Jean Epstein. Ogni volta che si rivede sul cartelloni quel nome non si può non averne un senso di ma« linconia. Giunto al cinema dalla letteratura, cauto e guardingo come pochi, ambizioso di giuste e alte ambizioni, ben deciso a dare al suoi film sempre un'impronta d'arte o almeno d'intelligenza; dopo esser stato di fianco al movimenti d'avanguardia cinematografica che si ebbero in Francia qualche anno fa, dopo aver dato saggi non dlmenticabili con un film dedicato a! centenario di Pasteur, e soprattutto con quel Coeur fidale che fu la vera rivelazione di Gina Manès e di Van Daele, è poi caduto in una produzione piattamente commerciale, dalla quale ha cercato di risollevarsi con La chule de la Maison Usher, tratto dal racconto di Poe. e con un documentarlo, Finis terrae, e dedicato alla vita dei pescatori di Ouessant. Ma poi, con Sa tète, ricade; e anche L'uomo dalla hispano ricalca i toni della media produzione francese di questi ultimi due anni. Non per nulla è edito dalla Vandal e Delac, specializzatasi in teatro filmato; e :\ film, desunto £j romanzo^dl Pierre FrondajfX «ualche^buon SoStTwi^S^ ffif£ quel S at?o« cheTseml pre Jean Murat. ni. g. L i di Bhè l

Luoghi citati: Chicago, Francia, Hollywood