Storia del serpente di mare

Storia del serpente di mare FANTASIA E SCIENZA Storia del serpente di mare E' storia che risale alla... preistoria.li presunto mostro di Loch Noss, in- torno al quale si sbizzarrisce rumo-rismo del vecchio e del nuovo mondo, ha fatto appunto sorgere l'ipotesi che un postumo residuo della fauna che ffSTJ " tempi preistori-fo'" « ^"TSZXè stato appunto un ufficiale di marina, M r. t. Gould, autore di un libro suiserPen'e di ma-re pubblicato tre annior sono che sul Times del 9 dicembre ha svolto l'assunto che ri serpente Clmare probabilmente non è affatto unserpente, ma un rettile di un tipo prel-storico, anacronismo ambulante, una fPecle insomma di plesiosauro o d'ai-tro personaggio del genere, che, vaga-bondando nel Loch d acqua dolce, sa- rebbe tutto quel che si vuole salvo un SfrPente °? m\re- £' T' S°U,d non si e accontentato di affermazioni cam-paté in aria e, sentendo parlare di un serpente di mare in Scozia, ha creduto suo dovere fare un'inchiesta personalesul posto e, se non ha avuto la fortuna'straordinario animale nel Loch Nessdaterebbe già, da qualche anno. Se non se ne è parlato prima è perchè quelliche hanno visto, o hanno creduto diaver visto, si sono trattenuti dal par-larne per paura di esser presi in giro, perchè si sa che la gran massa del pub-di incontrare il «mostro*, ha però pò-tuto raccogliere numerose testimonian-se secondo le quali l'esistenza di uno blico ride volentieri se gli si parli delserpente di mare, Dal Leviatano di Isaia... \,m r,,,,. )„„,.!„„ i„ „< . ., ti. h.F t Jh m , «osidetio mo-?n« ™i,^uf am < « h « 5ÌÌ?i„JJ ? f\S tstl'fdi!eUantizoologi, fotografi, ecc., che stanno as-.. *™1,, ° 11 ja=o scozzese, e un ratto,11 serpente ai mare ha ormai una unga storia, c e chi e salito a. Levia-'ano ^ cu' Pa"ano nella Kibbla. Glob-De e 11 ,?r° . Isala- al mitologico ser- Pente<n ^a<*m°' al dragone che faceva §r£. i ipm^t aI„*lofJ°P~ ,al , f?010'. aJuara ,dl Lo.r""a;- }f\a- una letteratura favo.osa chenon e detto sia stata, sempre frutto o-^™ de a fantasia tanto che I na-turaIsti la Uni 1 anno trovato un nome al mLs erioso ammale clamandolo p/n-*efe"'«> e narrando ch'esso smoveva ericacciava da sè tale quantità d'acquada poter inabissare un bastimento e da sollevarne in aria i relitti come sI tratasse di una tromba marina. Uno studioso francese, Paul Budker, che ha studiato il problema sulla rivi-sta nautica Sabord, assicura però che sono stati gli Scandinavi a parlarne per primi e a descriverlo in maniera meno leggendaria. Essi lo chiamarono anzitutto '.. Soe-Trolden ». ossia ■k flagello —— ■■—- -, —> ».UBw... del mare >, col barone Carlo de Grip nnntulm i.ha l'ivi»,. m»cn r,o, „r,o Hai penheim, che l'aveva preso per una del le « Gummer's-ores » del geografo Bu roens, le Isole meravigliose che si vebevano apparire tra gli scogli dinanzi „ ot„m,l t f„„t i„ „S> „.„ a Stoccolma. I pescatori lo chiamavano v . ^_ t , Kraken > e raccontavano che dalla sua enorme massa galleggiante uscivano delle braccia con le quali avrebbe potuto avvinghiare un grosso bastimento da guerra e che, quando scompariva sott'acqua, spostava tale volume da provocare dei vortici spaventosi Olaus Wormins lo chiamava « hafgusa », ed egli pure lo rassomigliava ad un'isola affermando che avrebbe vissu- to quanto u mondo. Ver0 è che nel 16g0 „„„!„.„„. T, ,„ ■„ _l 1 un S10Vane « Kraken » venne ad inca- gliarsi ed a morire tra gli scogli di Alstahong e l'assessore concistoriale EViio locMA on^n^ «ho li t,,,„ Friis lasciò scritto che il suo corpo riempiva quasi tutto il canale e che la „ decomoosizione ammorbò talmenfua Qecomposizione ammoroo tamiente 1 aria da minacciare un epidemia di peste che avrebbe desolato l'intero pae se. Pottossidan infine scrive che si cre deva talmente all'esistenza di questo animale che il dubitarne avrebbe fatto >^% ™ « fi fc«e messa in dubbio 1 esistenza dell anguilla. Gli si dette anche il nome di « soe-armen » o di «aletust» e gli si attribuivano 600 piedi di lunghezza, una testa di caval- 1 norvegesi pretendevano che na scease sulla t€rra ferma che foMe nnfibif) rnmp lf> at»wm..n T>\\„\n » annmo' come 10 affermano Plinio elo, occhi neri e criniera bianca, c Eglisi drizza - si raccontava - come unalbero maestro e getta delle strida che agghiacciano come quelle di una tempesta ». Fantasie norvegesi Valerio Massimo, e che non abbando-nasse la terra se non quando avesse raggiunta tale grossezza da rendergliHonsgrud e di Olaus Andersen, di aver visto il 6 gennaio 1656 questo serpente avviarsi al mare rovesciando tutto sul suo passaggio, compresi gli alberi gavano il terrore ed i pesci, divorati o messi in fuga, scomparvero dalla cc sttti tanto che i pescatori non potero no o non osarono continuare il loro mestiere e nessuno azzardava più di andare alla spiaggia. Alla fine d'au- tUnno gli abitanti di Odale lo videro a distanza e giudicarono che la sua te- sta fosf fossa T?e una 11 su° corpo e le case di legno; le sue urla propa-&£2T££ sTdidnorvt^ per un' Un secolo gnus gli dava 200 piedi ili lunghezza! 20 di circonferenza: la criniera blan-; grosse squame ne ca era di due pied coprivano il corpo e gli occhi brilla-vano come fiamma. Egli usciva dalle roccie nei dintorni di Bergen nelle not- roecìe nei dintorni di Bargen nelle noU ti di luna per divorare il bestiame, ed *, .... .. ' eziandio attaccava i bastimenti e'fa ceva preda dei marinai. Bastava pe rò, aggiunge Magnns, spandere del l'essenza di muschio perchè l'animalel'essenza di muschio perchè . si tuffasse sott'acqua e scomparisse ». Il lettore potrà pensare che slamo sempre nel regno della favola: e sta bene. Nel 1892 r'rò uno scienziato wnc. ìici jo« ii-u unu aticusioiu au-tentico, Oudemans. volle vederci chia- ro ed esaminò i dati che fino allora era possibile raccogliere con severo1 metodo critico. Orbene: egli, nella sua opera The Great Sea-Serpent concluse che non era possibile negare l'esisten-!za del mostro dopo aver esaminato.cronologicamente ventotto sue appari-1 zlon* a"a' 1522 al seco'o decimonono: e1134 da1 1802 « 1890 : ossia 162 osser J^f^f«gg^fda ^.pitani di lungo corso, da missionarijda pastori e da altre persone degne difede. Le dimensioni indicate di solitoj variano fra i 30 e i 65 metri; la testa. è d'un venticinquesimo della lunghez,w presenta due pinne somiglianti a iquellp delle Iocne e termina con una coda affilata che forma la metà della ! sua lunghezza totale. Ha pure due pia ne posteriori; la pelle è liscia e brillante, il colora bruno ma più scuro sul dorso. Per quel che riguarda la crfnlera le referenze sono discordi. In attesa di ulteriori precisazioni, Ouder mans ha pensato di dare al mostro un di « Megophias me- nome quello *****." . . « che non si nomina » n 8Ìgnor Racovitza, ex-vicedirettore dei Laboratorio Arazó di Pariirt ed at^^^^^Z^^^x^. no di Cluj, nel 1903 faceva una comunleazione alla Società zoologica di Francia nella quale, sulla scorta di Oudemans e forte della esperienza personale d'una campagna nell'Oceano Antartico, si disse persuaso dell' esi- ; Utenza del discusso animale e narrò le|osservazioni fatte da lui stesso. NeHiuglio 1(597 il luogotenente Lagresille deila cannoniera Avalanche, incrociò | nella baia di Fal-Tsi-Long, a nord del- la baia di Along, due specie dell'ani-.male di circa 20 metri di lunghezza delle cannonate. Non avendoli raggiun- : ti con i proiettili cercò di abbordarne • uno di cui aveva verificato un movi-Umento ondulatorio verticale. La cac-:eia durò un'ora e mezza, ma si dovet- 1 te abbandonarla per il sopraggiungere ' deila notte. Il 23 febbraio, l'ufficiale ; per tre. Lo stesso ufficiale il 15 febbralo 1898 ne incontrò altri due nella stessa baia e fece sparare loro contro' raccontò 1 suoi incontri a Paolo Don mer, governatore dell'Indocina, durar- ; te un ricevimento dato dall'ammiraglio j La Bédollère, e l'indomani, nella st.es- . sa baia- n comandante Johannet del .Bayard scorse i due animali e dette :loro la caccfa Per trenta-lnque minuti. L'ammiraglio scrisse allora a Paul ì Doumer per confermargli il fatto che F—^.»-. r— u gi0rno avanti aveva sollevato l'ila- | rlta del convenuti al ricevimento. j jj Brudker cui dobbiamo queste no-1 Uzie scrive: «Il « Megophias » sembra I abbondante nella baia di Along in ra-lgione della ricc-hezza eccezionale della £ua fauna mai-ina; ma esso è stato vi-1 sto in tutti i mari, ed In particolare : nol nt>rd dell'Oceano Atlantico, al lar-| go delle coste della Norvegia e degli (Slat1 Tjmti. Il Racovitza riferisce che a PunLa Arenas parecchie persone gli hanno parlato di un animale gigantesc0 fa le sue apparizioni al Capo delle Vergini». Come va però che non è accaduto che nessun Megophias Sia mal venuto In sesca su qual phe costa, cosa che accade così di fre¬ quente ai cetacei? Il Brudker risponde che negli stessi paraggi di Along1 un dottore di sua conoscenza, del quale però non fa 11 nome, ha trovato 1 resti del naufragio di un Megophias e cioè una vertebra gigantesca che un Indigeno gli disse aver appartenuto a « colui che non si nomina r> e che per qualche mese aveva appestato l'aria con la sua putrefazione. Il dottore conserva tuttora questa vertebra che non è nè di balena nè di alcun altro cetaceo conosciuto. Inoltre, aggiunge sempre il Brudker , il signor Krempt, direttore del Servizio oceanografico per la pesca in Indocina, ha riferito in una nota inviata a Saigon 1115 settembre 1921 che 11 mare aveva respinto alla spiaggia un serpente di mare che un Annamita aveva visto e toccato trentotto anni prima. La testa era scorriiparsa; il corpo misurava 19 metri di lunghezza su uno di larghezza ed era composto di segmenti successivi dì circa un metro su 0,60 di spessore; portava due appendici lunghe 80 centimetri e il suo tegumento risuo- n.„. Al lotta Hi rinvat.ta ri. nava come fosse di latta. Si dovette rimorchiarlo al largo per l'odore pestilenziale che trajmandava. Il Signore del mare Merita ancora di essere citata la testimonianza dei dott. G. Petit, autore di un libro sull'industria della pesca al Madagascar e membro di due missioni scientifiche effettuate nel 1920-1926. Nell'inverno di quest'ultimo anno, tornando a Hulear in piroga, s'incontrò fcon "f amraale 1VJ«oJ?» 20 ,a 25 me" *• a€£Sa T% ?"amandava una luce fosforescente simile a quella di un proiettore di marina. A detta del bar caioli, ohe tremavano per tutte le loro membra e prevedevano qualche proysl- ma catastrofe, quell'animale che essi chiamavano « Tompondrano » o « Si gnore del anare » non fa che rarissime apparizioni. Il suo corpo largo e piat to sarebbe coperto di squame come | quelle del coccodrillo; la posizione del- ia bocca lo obbligherebbe a rivoltarsi come U pe3cecane&per attaccare .1 ne-ffi« Signore del mare » gli indigeni sospendono un'ascia e un anello d'argento alla prua della barca. Abbiamo dato, adunque, una serie di s cerr>ent » raccolte le testimonian „%S«ffvf Z trpjfn, M J™i M ?Jg*U* maVe >Per arrivare alla testimonianze e di fatti che è sufficiente a dimostrare come quello che si dice sul serpente di mare non è tutto favola. Anche l'inglese M. R. T. Gould, cui abbiamo più sopna accennato, ha nel suo libro pubblicato nel 1930 a Londra « The Case for the =«35a.*S. po£ tuttavia un residuo di fatti assoluta- l |^l^J, ^t^l**?™™^?. gazione. Egli, prudentemsnte, non la dà : ed ora, nel caso della « creatura » , ^0CÌ Ness' biposto una doman da: plesiosauro o batrace gigante? "~ " »:*- . Insomma, come diceva giustamente Ut, o-r-amla cfV1f«nvrQTn l*HllVlrfiV TirtTl Kl_un grande scienziato, l'Huxley, non bisogna limitare le possibilità. Diverse ipotesi sono possibili e niente esclude che fra di esse ci possa essere la buona. V.

Luoghi citati: Antartico, Bergen, Francia, Indocina, Londra, Madagascar, Norvegia, Saigon, Scozia, Stoccolma