CALEPINO

CALEPINO CALEPINO Commedie dell'Ariosto — Importante edizione critica è questa in due grossi volami, curata da Michele Catalano: Lo Commedie - Nicola Zanichelli Ed. In una dotta e minuziosa introduzione è fatta la storia, e l'esame dello edizioni del teatro di Ludovico Ariosto, e sono dichiarati i criteri filologici seguiti dall'editore. Il Catalano ha voluto, con Ha sua nota competenza, ristabilire il testo, ed ha cercato di rintracciare, sotto le varie patine lasciate dagli amanuensi e dalle successive riproduzioni, l'autentica sembianza, la forma originaria ariostesca. Raro interesse deriva all'edizione anche dalla possibilità che ebbe il Catalano per «il fortunato acquisto di un codice, privo delle numerose scorrezioni e delle deficienze che si risconto-ano nelle stampe », di includervi « con una veste presentabile il primo getto del Negromante, che essendo qua3i sconosciuto, ha sapore di una vera e propria novità». Gli ariostisti, dice il Catalano, conoscevano una sola redazione del Negromante, que'.la rappresentata nel 1528 sul palcoscenic d del teatro di corte ferrarese, stampata dal Giolito nel 1551, e riprodotta ralle edizioni poste- rlorl- « Eslste Però una Prima stesura, conosciuta dal Baratti, attraverso una. antica edizione tanto scorratta che dimise ,.ldea dl ristamparla/pur essendosi accorto detta differenza grandissima che intercedeva tra essa e la forma più diffusa della commedia ». ora il Catalano ha potuto offrire agli studiosi la preziosa rarità. Tutta l'edizione, del resto, con lo accurate varianti, e presentata in bellissima veste' non può che suscitare u Piu ^Y0 interesse nel mondo degli studi. In quanto al valere poetico del teatro ariosteo, dopo il giudizio del De Sanctti, non si saprebbe dire gran che dii nuovo II genio di quel grande non è qu'. Le sue commedie classicheggiante 1 • rudite, salvo qualche cenno o tratto, come nella Lena la « figura picaresca » di Corbolo rilevata dal Toffanin, sono freddine e artificiose. La commedia dell'Ariosto, precisa il De Sanctis « è una ricostruzione, non è una - creazio¬ ne: e- intento al meccanismo, si lascia fuggire le più balle situazioni e cantra- sti comici ». Come mai la sua atta fantasia non riusci a svincolarsi dalle convenzioni e mode teatrali del tempo, a creare un'opera viva anche sul palcoscenico? A questo interrogativo la risposta migliore, semplicistica ma forse esauriente, è ancor quella dello stesso Toffanin: «il genio dell'Ario- sto era riservato al Furioso ». * Ristampa del Cortis. — Si intitolava dapprima così; fu dietro istanza dell'editore Casanova, — « ...la prego caldamente di voler unire il nome al co~ gnome del personaggio da cui prende il titolo il romanzo » — ch'esso divenne il famosissimo Daniele Cortis. Ora il Daniele Cortis è ristampato nella bella edizione Mondadori di « Tutte le opere di Antonio Fogazzaro ». Di questa edizione lussuosa e fornita dl fotografie, note e appendici curiose « interessantissime si è già parlato più, volte; è curata con particolare intelligenza e buon risto da Piero Nardi, e porge al lette loda lettura e informazioni preziOte. Anche nell'appendice al nuovo volume si trovano cosa ghiotte e pittoresche, atte a illuminare la storia del romanzo e del suo autore. Lo studiolo di Elena nel Cortis corrisponde alla stanzetta della Villa Valmarana a Seghe di Velo in Val d'Astico, ove il Fogazzaro soleva passare annualmente alcuni mesi, ospite della suocera. «Nel cassetto del tavolino che vi serviva da scrivania — riferisce il Nardi — sono state trovate incise le parole: Hyeme et aestate —■ Incominciata la 'tila del romanzo —> 50, 5, '81. E più sotto: Mangio 1881 — Creare, creare ancora fantasmi ». II Nardi dà poi alcuni schiarimenti sulla identificazione dei luoghi del romanza con il paesaggio della Val d'Astico. E riproduce certi appunti inediti, trovati fra le carte dell'Archi vio Fogazzaro a San Bastian. Alcuni di questi appunti sono di per sè graziosissime, delicate impressioni; molti frammenti poetici, * dai tempi delle parole in liber- ta> non hanno altrettanta freschezza, Come questo ad esempio : «Dal sofà deilo studio, cespuglio di rose nel verde, piU su viale bianco, più su prato, fron ^ verdi chiare magnolia a sinistra con "*e e vento, frondi dl vite dall'alto con tro il cielo che mandano ombre oscil lanti sulla pietra bianca della soglia. Pria Fora boscosa a macchie di sole e Pratotmaturo ^^llastro Fo- s^e della casa tremano, flon oscillano. r Pannegg amen to bianco erosa si movo a onde (porta aperta e finestra, tìn tonano vetri) ». .. „ .. , *" Romanticismo piemontese — AI l'argomento ha dedicato un libretto Giovanni Acutis: Albori del romanti c.j,s.?H<, in picmonf. Vi si parla di Tom Valperga di Caluso, di Diodata _ . 5. % „j„,,i„„ m „„„„„ Saluzzo, di Ludovico di Breme, del Pellico. Il carattere conciliativo, misu rato, del romanticismo italiano si fa manifesto anche in questi inizi : qui In Italia si aveva nel sangue una tradizione di classicità, di accademismo an- che, e di buon senso, che attenuò sem- m l'originalità e l'impeto romantico, deducendone più motivi di grazia e gentilezza patetica, che furore ed ec- cessi. Il buon sapore provinciale con feriva ai contributi della coltura inter nazionale un che di ingenuo e sfumato, come in vecchi e cari ricordi famigliari; certe cantiche e tragedie del Pel llco certe Uriche gentili della Saluzzo, , _„„„„_„< da ma'„jr,mma „.,„, 1uet PaeSd"1 aa nio-ociramma, quel Medioevo eloquente e rettonco, le qua drerie dell'Azeglio, le stampe alla Go nin, hanno via via creato, negli anni, un'immagine cavalieresca, domestica e sentimentale di quei nostri avi appaa- , f, „ „....?. „„ .. .,,,*'*_" slon^} c nobilissimi; ma sotto l'imma Rine fremevano idee e sentimenti, au olimi capacità di sacrificio e di lotta aj servizio della Patria. Melanconie se polcrau, fantasie alla Ossian assumc , arcadici e nt.,,ftdemici- 11 o-o. ^ano ",oai arcaaicl e accademici, il ge ne-e trovadorico non era disgiunto da un certo fare borghese; ma in quel vec t-hio Piemonte, spronato dall'invasione francese, si andava pertanto maturan j0 ben altra forza e virtù dl animo e J1 P^siero: albori del Romanticismo, \ ,, , . . , preludio del Risorgimento. *** Radigiwt e la poesia — Sono .«.cimr/ites e la poesia — Sono pas3ati d,iecl armi dalla scomparsa dl Raimondo Radigu^t, morto a 20 anni dopo a^r scritto un romanzo di rara perfezione : Le bai du Comte d'Orge}, Si ricordano di lui tratti curiosi, e tra ,l'altro l'abitudine di abbandonare qua e la £og!ietti sgualciti, sui quali aveva j scritto poesie deliziose, e che bisogna- V** atta

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