Rimbaud di Filippo Burzio

Rimbaud Rimbaud Rimbaud, ovvero l'avventura di Lucifero. Benché non me ne sia mai, finora, occupato di prò tel'ostleaid limi, iitiuia, u Ul viu posilo (come per Goethe, Nietz- iqusche o Rousseau), il « caso » |'oRimbaud mi ha sempre profon-llcsempre Prui,"'-:pvdamente interessato. Questuo- , mo, questo adolescente di genio, *'tuìplche a 19 anni — dopo aver da to alla poesia francese ed europea alcuni fra i più insigni capolavori dell'Ottocento — e mentre gli sorride la gloria, tronca di botto ogni attività letteraria, e spirituale in genere, per dedicarsi (a Cipro, a Giava, ad Harrar, ad Aden) alla vita pratica nelle sue forme più dure, conservando il più assoluto silenzio sulla sua esistenza anteriore, volontariamente avvolto in un oblio che durerà fino alla morte, sopravvenuta nel 1S91, a 37anni — quest'uomo porta in sè, certo, un mistero. Mistero tanto più sorprendente in quanto, fra i vari esemplari umani, lo scrittore è quello, forse, che ha maggior bisogno di richiamare su di sè l'attenzione : bisogno di confessarsi, di farsi ascoltare, si che épafer le bourgeois è una fra le più diffuse manìe. Le manifestazioni autentiche sono poche, e conviene andar coi piedi di piombo per non farsi ingannare : in vista della reclame, Alcibiade tagliava la coda al cane, altri, da Victor Hugo a d'Annunzio, ne studiarono di ogni colore; e Rimbaud, invece, silenzio. Del reclamismo ancora, questo silenzio, come tante pretese « conversioni », apostasie et simili a del giorno d'oggi? No, essenza del reclamismo è toccare prima 0 poi, e piuttosto prima che poi, il premio della propria mascheratura : non si tace per tutta la vita (come non si mente, in genere, davanti alla morte, quando, come diceva Augusto, « la commedia è finita ») se non per motivi autentici ; i quali nel caso Rimbaud, possono andare da un tremendo orgoglio fino a qualche cosa di più profondo e misterioso ancora, tra gli eroi tragici dell'Ottocento, Rimbaud è forse anche più significativo di Nietzsche, il suo silenzio più ricco della straripante verbosità di quest'ultimo. Seul le sileiwe est grand... Il silenzio di Rimbaud fu dunque così autentico da andare anche al di là di un orgoglio, che gli avrebbe fatto sdegnare di fornir spiegazioni ai suoi simili su quanto gli era accaduto? E che gli accadde veramente? « Che significato ha questa smentita così categorica che Rimbaud uomo maturo infligge a Rimbaud adolescente?». E' questa la domanda che, dopo tanti altri, anche Daniel Rops si pone in un suo appassionante e recentissimo libro (*) ; e a cui tenta rispondere con una interpretazione e una analisi del più grande acume. plvequneil tacirolatostlàconilindSrasdml'fulacdakdmPtn.saavcl'rpatzdrgtrpibuvuPer Daniel Rops, la tragedia di Rimbaud è una tragedia cristiana, ia tragedia della colpa, dell'espiazione, e forse della redenzione (se è vero, come alcuni sostengono, ch'egli si converti al letto di morte). « Il dramma di Rimbaud : mostruoso dramma dell'orgoglio. Nessuno più di noi è convinto che questo dramma abbia un senso cristiano ». E' il dramma stesso di Lucifero, il fulminato arcangelo, ribelle e antagonista di Dio : « Lo rivediamo ancora dinanzi a noi qual era in quell'età prodigiosa in cui, con l'anima splendente di genio, ma col cuore agitato da tristi sogni, egli giunge a Parigi, aspettato da Verlaine e deciso ad emergervi... Bellissimo, d'una bellezza contadinesca e maliziosa... il gusto della distruzione, la gioia frenetica di veder soffrire sono in ì dlui progressivi... ama ciò che è abbietto, ciò che insozza >. Cattivo ragazzo, dunque, « cattivo sangue » : l'existcncc enragee, la colere dans le sang; però anche dei sogni immensi e sublimi. « N'olite indicare : abbiamo su di lui tutt'i diritti, siamo normali, viviamo tranquilli, nel benessere e nella legge. Ma non inorgogliamoci troppo, egli è meno fariseo di noi... Persino nel fango, del quale ama imbrattarsi, attesta una purezza perduta il cui dramma noi vedremo che ne ha dominata la vita ». Ecco apparire, nella interpretazione di Rops, il tema della purezza perduta e da ritrovare : tema, il cui legame con l'altro dominante dell'esistenza rimbaudiana, l'orgoglio, non è forse evidentissi mo, se per purcssa non s'in da, rimbaudiananiente, uno slato insieme animalesco e divino, «al di là del bene e del male», alla Nietzsche — al cui ritrovamento, superando negando schiacciando con gioia feroce il senso cristiano della bontà, della responsabilità, del peccato, egli si vota con satanico orgoglio. Uomo di natura, insomma, Rousseau fine Ottocento, con tutt'i fermenti di violenza e ferocia già germinanti nell'epoca, e che tanto fruttificheranno poi. Ed è certo questa anche l'idea di Rops, poiché dice: «Il poeta ha scelto di cercare nella sensazione, nella gioia piena che danno la natura, il mare, il sole, tutto ciò che parla al corpo, e ad esso solo. Ora, questa, scelta è vg'dpsmblasvndQvsongtlfsmdhcanClUSbcpvamdarIcssp[gjj.lpndN 'oggetto stesso del dramma cri- gtiano: mantenerla fino all'ili- qimo e portare una sfida a Dio; pa sfida di Nietzsche, che lo porterà alla follia... Aveva, cos'i, l'orgoglio di ritornare al suo stato primitivo di figlio del Sole... Gli individui che conoscono npsds , « ■ , . . . Iquc.st,°. desiderio di purezza per 'os' d!re animalesca sanno la clcntaz,one,.dl dc-civilizzarsi, di gpva i , , c , * l0™.Vlta ™ tura libera, compiacente, coni plice. La civiltà moderna molti plica vera.. urtare a ritrovare;seno di una na- Isda e difficoltà di una vita ». (Curioso a notarsi, questa è pressa poco 1a posizione, oggi, di Lawrence, e spiega il suo straordinario successo: tanto l'umanità soffre dei ceppi\fcivili ! Però la soluzione miglio-!ro è diversa, la via giusta è quel-1 la della liberazione intima piùt- tosto che esterna, la via del di-\stacco, del sogno, della magici-1là, del demiurgo). Ma allora, se così stanno le cose, la spiegazione dell enigma non è belle trovata? Rimbaud'ila smesso di scrivere, è andatoIin Asia, in Africa, a fare il ne-1 griero, o giù di lì, per realizzar quello stato, quella «purezza», per passar dalle parole ai fatti : non è chiaro? « Anche pensiero di continuare stenza di letterato, cioè di ren dcrc in piccoli poemi delle vi sioni di fuoco lo disgustava » gieivaI*,. ,. " Adagio, dice Rops, la rosa e più complessa ; e io penso abbia ra gione. Rimbaud ha dapprima ;tentato di realizzar quello stat Isuperuniann. <> antelunano, cui anelava, in altro modo : chiedendo alla poesia (e diremo meglio, a qualche cosa di più occulto, una specie di magìa, ch'era nel- il solo Meun'esì- standocopdoa|qudchv(p;•lo stesso tempo vertigine dell'intelligenza e «disordine regolato dei sensi ») la rcstituìion de la \franchise première. Il poema in !cui egli adombrò questa espc1 rienza, la Saisoii cn cttfer, egli voleva anche chiamarlo libro \pagano, o libro negro: e, certo, 1l'intenzione è rivelatrice. «Pare che, per qualche tempo, egli ab-'s bia conosciuto una gioia straor-W dinana, dopo che ebbe accon'sentito a quella scelta». Poi. di! Iun tratto, come una folgore, la|d1 rinuncia, il silenzio: le copie, I zIp[lestNlispinvcta già stampate, della Salson cu eiifer sono distrutte; egli se ne va e tace per sempre. «Dcll'ado- nduMescente geniale,; che ha mani te- p stato ih parole di fuoco delle[pangosce sovrumane, l'uomo s'a-jndopcraa cancellare persino il ri-[vcordo... Siccome il repentino ri- tpiegamento ebbe luogo subito rdopo il dramma di Bruxelles, squando v'orlarne gli sparò ad- pdosso, se ne e talvolla dedotto pch'cgli era stato disgustato nel cvedere il povero Lelian vivere u(pici che lui, Rimbaud, pensa- Sarebbe questo sufficiente [;•(/... singolare atmosfera di orrore». W,,IF A6chu ama„qué la sainteté ! Avventura di Lucifero: con|danna, espiazione, forse redenI zinne. Possibilità di questo ge- per spiegare tutto, e specialmen-1 [le il suo silenzio assoluto nel re-|sto della vita?.lo non lo credo». Nemmeno io, c'è dell'altro. «Al limite estremo di quella « caccia spirituale » che inseguiva, ha intravista. Rimbauc una realtàl veramente occulta e vietata? E Icerto, ad ogni modo, che su tut- ta la Sais'on cu enfer grava una .' nere a parte, per me il dramma di Rimbaud si risolve anche in un duplice peccalo contro la poesia, cioè contro lo spirito: [per averle chiesto troppo, prijnia, cercandovi un'arma per di[ventar simile a Dio: per averla tradita, poi, rinunciandovi per recedere ad una forma di csi stenza inferiore, qual'è l'attività pratica bruta: e l'eccesso della prima spiega per reazione la sc concia. La verità, la sana verità umana sta forse nel mezzo : lo vedete voi un Goethe rinuncia [re alla poesia perchè gli ha da- é 11111 * ■ 1 * 1 to delle delusioni.' ma la poesia |è diventata sangue del suo san RcnuMglie, anima odia sua azione : ad essa non si rinuncia, perchè è COlinaturata alla vita. Goethe non le ha chiesto mai se non àl quel ch'essa può dare, ed è tan-:l -, nn»ei!i nr,n Ito. la felicita. ^P«™; - rende uguali a IJ10: e 1 arma ine a .Iddio ci ha data per trasfigura- 're la vita, per far di noi dei demiurghi. Filippo Burzio , , '.

Luoghi citati: Aden, Africa, Asia, Bruxelles, Cipro, Harrar, Parigi