La tesi dell'uguaglianza alla Conferenza navale

La tesi dell'uguaglianza alla Conferenza navale DA WASHINGTON A LONDRA La tesi dell'uguaglianza alla Conferenza navale Vn.i nuova conferenza navale, I dirche ha per programma la riela-1 reiboraztoiic degli accordi conclusi a ritWashington or son qnan 35 anni tredi con l'intendimento di limitare gii accordi navali, si e allerta a Londra. Singolare è il momento e più la sede delle discussioni per gli eventi in corso; notevole il fatto che alle trattative preliminari parteciparono più o meno esplicitamente la Germania e la Russia: un vinto e un caduto nella guerra mondiale (militarmente parlan do); non trascurabile la circostanza che il Giappone s'è sciolto nel frattempo da ogni vincolo colla Società delle Nazioni. Molto diverso, dunque, in confronto del primitivo, l'ambiente in cui si tenterà ancora una volta la disciplina degli armamenti navali del mondo. Diverso, ma non migliore. Un assalto all'ant egemonia navale inglese allora, un nuovo assalto adesso: dall'America 11 primo, dal Giappone il secondo. Nè America ne Inghilterra hanno mantenuto il livello pressoché uguale degli armamenti convenuto a Washington, ridiscusso e meglio definito poi a Londra, mentre il Giappone ha raggiunto appieno quello convenzionale (inferiore all'angloamericano) di cui si dovette accontentare. Le altre potenze. Francia e Italia, non hanno in passato voluto cosi nettamente definire la loro posizione nè fra loro nè rispetto agli altri contraenti ed hanno ricusato di precisarla a Londra, e anzi hanno sottoscritto soltanto una parte degli accordi di carattere generale là. conclusi fra -America ed Inghilterra. Oggi, ir. confronto al 1021, è indubbiamente migliorata nel quadro mondiale la posizione assoluta di Francia e Italia e anche quella dell'Italia rispetto alla Francia. America e Giappone mossero e muovono all'assalto dell'egemonia inglese con aperto e palese riferimento ad ipotesi di contrasto guerresco. La Francia ha sempre invocato una marina che garantisca la sua sicurezza. L'Italia ha invocato dapprima la parità assoluta con la Francia; poi, per bocca del Duce, una marina pari a quella della più forte potenza continentale europea, ma ridotta al minimo livello di potenza possibile. Richieste internazionali e programmi navali sono stati in realtà governati non soltanto da un più o meno chiaroveggente apprezzamento delle circostanze politiche contingenti e future ma dalle possibilità finanziarie del momento. 11 programma italiano è stato chiaroveggente e realistico ad un tempo, scevro da imperialismi, antie- è mepevi esssegtenmaquograsagegifosi za pevilnemvobeteil mmAncchlucadedosapegrriimdirigral■ItMS.è risininegaOdatrzidaqunie trcogemonico (ci si consenta il nuovo! feaggettivo), in senso umano, nnn'ìdcontro una determinata egemonia Sulla baso della parità con la Potenza continentale più armata e nella nuova enunciazione altamente attenuata, l'Italia consentiva che l'Inghilterra potesse darsi in avvenire una flotta poco inferiore alla somma delle due italiana e francese, con un rapporto di forze sensibilmente migliore per! l'Inghilterra, di quello che l'Inghilterra stessa aveva dichiarato accettabile nel 11)12 di fronte all'accrescerai della Marina tedesca.' L'offerta italiana teneva anche conto di una eventuale risurrezione della Marina tedesca. Ora che questa è autorizzata, mercè uno spontaneo consenso da parte inglese senza preventivi accordi coi contraenti di Washington e Londra, non sembra che dall'Inghilterra possa invocarsi un'attenuazione o variante della nostra tesi. Il rapporto di forze, anche quando la nuova Marina germanica sarà pronta, non varierà a danno dell'Inghilterra fino a porla in condizioni peggiori di quelle del 1014 in confronto della francese e della tedesca riunite. Naturalmente ciò per quanto si riferisce al contrasto delle forze navali militari pure, nel campo militare puro. Le cose cambiano se si consideri la lotta al traffico cui sommergibili come fu attuata nella guerra passata, I' avvento delle forze aeree ed il crescente progresso quantitativo, e più quello qualitativo, di queste ultime. Ma per affrontare' questa parte del problema generale occorre rifarsi un momento alle ragioni che sono state spesso invocate per giustificare rapporti di potenza navale diversi da quelli auspicati dall'Italia. nioSLUcoCnfusclalaademloDtamnpcOlladvvblOtslri cl'iti largamente di ogni altra ragiono è sfata invocata la necessita, per i grandi imperi coloniali o per i paesi che si affacciano a più mari, di poter disporre di una maggiore quantità di forze navali in confronto delle potenze a iuterossi pur così dire localizzati. Qu-.nto è avvenuto in questi ultimi tempi toglie all'argomento ogni valore. L'Inghilterra ha concentralo nel Mediterraneo e nel1' adiacente Mar Rosso pressoché tutte le sue forze navali, certamente tutte le sue forze di qualche valore precedentemente dislocale nelle Colonie, gran parta della sua stessa flotta metropolitana. Non si è avuta una analoga concentrazione francese per la diversa condotta politica della potenza vicina. Se però si rifletta che molte delle unità inglesi vennero dall'Estremo Oriente e talune dalla Australia, appare ovvio che in assai minor tempo avrebbe potuto anche la Francia concentrare in Mediterraneo tutte le sue forze. Le necessità marittime son dunque maggiori per una grande potenza rivierasca di un mare interno o di più mari interni senza sbocco marittimo sugli oceani e che possa essere bloccata con una concentrazione di forze agli sbocchi oceanici, delle stesse esigen- telfismumnaèmghaze marittime di grandi potenze. che all'oceano liberamente si af-lfacciano. Soltanto l'assoluta neu-j^tralizzazione di tutti gli stretti di'l I diretto ed indiretto accesso, e, osé1 rei dire, un perfetto equilibrio ter ritortale nelle zone adiacenti, po trebberò mutare questa condizioni di cose. a a o à ù e 1 - La formula marittima del Dure è — come a libiamo visto — pienamente giustificata per noi. e non pecca per eccesso di esigenze. Ma vi è di più, La formula potrebbe essere utilmente generalizzata assegnando come livello unico di potenza navale per tutti gli Stati un massimo pari al più alto qualunque di tali Stati, e consentendo ad ognuno di raggiungerlo e di aspirarvi se ne abbia i mezzi necessari. Questa tesi dell'upuaglianza generale sembra essere oggi la smp' ddi asnsrduqfpbt'vttvgiapponese, almeno pel Giappone, sE' questa, per di più, la sola gformula logica: con essa soltanto csi afferma e riconosce l'uguaglian-1 dza morale e giuridica necessaria! per una lega onesta di popoli civili, poiché non ve equa comunione di interessi se non fra pari, come da tempo ammoniscono le favole di Esopo. La formula potrebbe soddisfare anche le esigenze teoriche della sicurezza francese. Amm. Silvio Salza. Til vice-Governatore della Somalia! Roma, 23 notte. Con decreto reale in corso è no- j minato vice-Governatore della So-' malia il cav. di gran croce dott. Angelo De Kubeis, segretario gc- | ncrnlc (li colonia di prima classe adufncGche prenderà imbarco per la Co-j cluma. A sostituirlo nella carica di pcapo di gabinetto del Ministero fdelle Colonie e nominato il comm. fbs• ddott Renzo Mtrogazzi. Commissario regionale di colonia. Il Capo del Governo. Ministro per le Colonie, presente il Sottosegretario di Stato on. Lcssona. ha ricevuto il dott. Meregazzì, cui ha iimpartito le opportune istruzioni, c. irgE. il cav. di! do De Rubeis aucugdi parallelismo con l'analoga ca- : hriea esistente nel governo dell'E La nomina di S, gran croce dott. An._ all'alta carica di vice-Governatore ■Itila Somalia, e del dott. Renzo Meregazzi a capo di gabinetto di S. E. il Ministro delle Colonie, si è resa opportuna sia per ragioni ritrea, sia per supplire alle necessità dell'alta direzione dell'amministrazione della Colonia la quale, nella temporanea assenza da Mogadiscio di S. E. il Governatore Oraziani, che in qualità di Comandante del Corpo di spedizione si trova alla direzione delle opera- tdszioni presso la fronte, sarà retta I dal vice-governatore. j S. E. De Rubeis proviene da i dquella schiera di funzionari colo-1 a| cjt] dniali che hanno dato nell'oltremare j e presso l'amministrazione cen" trale le migliori prove. Valoroso I combattente, lascista di provata 1 o! fede, l'attuale vicè-goveniatorè jn'ìdc,1;l Somalia è stato per sette an-|a a i i r! a.' e e o oi rni Capo di Gabinetto del M iniste-1 io delle Colonie, collaboratore di i S. E. De Bono prima, e di S. E. j Lessona poi, in un periodo di par- Ululare importanza per la politica coloniale italiana Il dott. Renzo Meregazzi, nuovo Capo di Gabinetto del Duce, Ministro delle Colonie, è un giovane funzionario coloniale che ha tra-, scorso i primi anni di carriera nel-;la Somalia, ove ha assolto brillanti incarichi di fiducia reggendo anche per lungo tempo il governo i di popolazioni indigene, nonché] elevate mansioni presso quell'ani-1 ministrazione, Egli venne destina-i lo •■prima al Ministero presso la] Direzione Generale Africa Oricn- ! tale e successivamente fu chiamato dalla fiducia di S. E. Lessona come Capo della Segreteria particolare e quindi come vicecapo di Gabinetto del Ministro. ; ! I i