Il peccato originale di Alfredo Signoretti

Il peccato originale Il peccato originale II grande rumore con cui gli, elementi ultrasanzionisti d'In-jnghilterra, di Francia e di Gine-; avra avevano circondato la noti-je zia delle proposte concordate! Stra Lavai e Hoare, lasciava sup-| toporre che si trattasse di un jl'progetto abbastanza favorevole sai diritti del nostro Paese. Vi,dera quindi negli italiani una cer-! sta curiosità, sia pure non dis-jogiunta da diffidenza date tante indolorose esperienze, di cono- Osccre i termini esatti delle pro-jrposte. Noi non vogliamo ionta-jnnamente cercare di anticipare!aquelle che saranno le decisioni sin proposito del nostro Gover-1rfno; non è nello stile fascista isdiscutere alla leggera intorno a;sproblemi essenziali per l'avve-j dnire non solo dell'Italia ma del-,al'Europa e della civiltà, per/> è] minclubbio che nel laborioso cit- sladino italiano cui questi mesi di izalta politica e di profonde in-jrgiustizie hanno costituito una i pindimenticabile scuola di carat-|ttere, esse hanno prodotto unitsenso di viva delusione. Sareb-'sbcro queste le famose concessio-jani per cui tanto si strepita a lLondra, a Parigi, a Ginevra, 'nusando le frasi in voga che la noi a del negus ha subito raccol-! to con atto di sfida? Con quei ! gdue famosi paragrafi sarebbe- ; pn.iuw>>i ,'tLi ubidii ljui v'jut. •amente soddisfatti ibiso-!£gni di sicurezza e di espansionejAdell'Italia in Africa Orientale, pcome forse è magari nelle buone! intenzioni dei progettisti? Purtroppo, di fronte a qualche elemento positivo che non è tanto in indicazioni concrete quanto in certi sintomi e in alcune preoccupazioni tendenziali, risalta lvsm^fli no di più viva luce gli elementi lPnegativi, dine. Procediamo con or- mtpSi propone la cessione all'I-! iai Pi0P"ne la tebbione dui tnlia del Tigrai Orientale fino;Oai limiti sinora occupati mentre | cè noto che il confine meridiona-l gte del Tigrai è l'Amba Alagi;>unon solo, la zona Tigrina ad oc-1 lrirle.no rìi Adua con eentro Ak- madente di Adua con cenilo Ak-.msum, dovrebbe essere evacuata zdalle nostre truppe e restituita, mai negus. A parte ogni altra! pconsiderazione di diverso ordi-| ene, sarebbe ciò possibile dopoi nche le popolazioni di quei terri-j ltori, con alla testa le più alte | ibero sottoposte ad ogni sopru- ouuupoLi. au «0«» o«i , so e ad ogni barbane, come e nel! autorità del clero di Aksum,] channo entusiasticamente inizia-1 sta una collaborazione feconda! in ogni attività civile e milita-! re coi nostri soldati e colle no- sire Camicie Nere? Esse sareb-1 libcrati dovrebbero rimettere lai millenario costume abissino; e; mentre le strade e le sorgenti, diventerebbero in breve tempoinservibili, migliaia di schiavi catena ai piedi. Bisogna noni possedere la minima conoscen-; za della mentalità etiopica per ritenere civilmente attuabile un j; a^.Jripristino del governo di Addis ' 0 -- Dotare l'Etiopia di un libero] Abeba in alcun lembo delle re gioni da noi occupate. sbocco al mare è uno dei sogni | più ardentemente dai protettori del negus coll'e- I vrdente'scono di'indebolire'uì- tèriomente la sicurezza Sk^tei tormente la sicurezza già tante, relativa dei nostri posse- dimenti e di svuotarli della loro funzione essenziale di transito; \ questa volta si sono posati gli] occhi su Assab a cui l'Italia dovrebbe rinunciare sic et simpliciter. Ora Assab è un punto da cui, meno che da ogni altro luogo, potrà mai essere ammainato il tricolore. Ad Assab per la prima volta in terra d'Africa sventolò la bandiera del giovane Stalo italiano incamminandosi | per quella faticosissima cruenta-ascesa che sino al giorno d'oggi1 ci viene contestata palmo a pai-1mo. Assab, è vero, è il porto del;Mar Rosso più vicino al cuore!d'Etiopia; appunto per questajconsiderazione fu previsto nel ltrattato del 1928 la creazione di una zona franca. Al di là di questa concessione l'Italia non può andare. Infatti su questo problema, come su tanti altri, la premessa essenziale è nella possibilità di buoni, pacifici rap- porti tra l'Italia e l'Etiopia; ovequesti possano realizzarsi, un porto franco è sufficiente perogni opera di collaborazione fe conda; la cessione invece totale di uno sbocco equivarrebbe a fornire l'avversario di un'arma molto insidiosa. dDalla Dankalia all'Ogadcn,I^nei paragrafi del progetto (e nasndl'cgsssanche nelle menti degli esperti e dei ministri?) è il vuoto; il Sultanato dell'Aussa in uno Riato endemico di ribellione, e 'Harrar popolato da stirpi mussulmane governate col terrore da Addis Abeba, vengono tl'ascurati. Eppure per qualsiasi osservatore imparziale un minimo di sicurezza in Africa j dOrientale non ci può essere ga-imrantito che dall'unione territo- "naie fra l'Eritrea e la Somalia; altrimenti ogm- j,jano conterrà; sempre tante incognite da favo-1 rfre gli intendimenti di chi de-! sidera che la nostra posizione sul Mar Rosso e sull'Oceano Indiano sia una palla di piombo al piede della nostra libertà di; movimento. Comunque, tralasciando anche tale considera-; zione basilare che vedremo si riaffaccerà sotto un aspettoi particolare, non è nemmeno tut-1 to l'Ogaden che ci verrebbe at-1 tribuito: non dobbiamo acco-j starci troppo alle carovaniere e alle camionali che uniscono' l'Harrar alla Somalia britan-j nica. . . , Ma ecc„CI finalmente al colpo I grosso' alla vasta zona tra 18"' cctbcididguntLdiftdseòi parallelo e il 35" meridiano su ■ ■ . . , , ,,, £.ul S1 dov^bbe esercì are 1 .tiAuenza econonuca dell Italia. Si parl* ^immense ricchezze na ^lrlfeI^Le<^ uggpvlubri dove potremmo anche tro-1 avare uno sbocco demografico; I z^sono supposizioni forse fondate, lma non bisosrna correre tronnól ^UeaUdelTfanS nerehè ffrLinni^riS^i lle regioni considerate sono le >P>u mistenose della già tanto lmisteriosa Etiopia. Ma ammet-j tiamo per vere le congetture sul .'paese; si presentano subito due : ^ incognite tali da infirmare alla C °, nrpannrn <renPi-osn onn , cOase la presunta geneiosa con- d cessione. Una è di natura geo-I grafica: la zona in questione ha; un ostacolo difficilissimo nella m lontananza degli sbocchi sul m mare'una problematica eravita- Smaze u. a piODiemaucagiawia- zione sul Kema e per noi inani-, ^ missione, mentre il necessario v passaggio verso i nostri porti l eritrei risolleva fatalmente la, necessità della congiunzione tra' l'Eritrea e la Somalia. L'altra, s incognita è ancora j| ;per esperienza secolare e che sem-\ , i , . ! pre hanno scrupolosamente ri- piu minac- ciosa: non si può tentare di sfruttare economicamente un territorio senza un minimo di garanzie militari; e questo un assioma coloniale che inglesi e francesi ben conoscono quella sulle carte sottoscritte ] spettato. E' assurdo pretendere che noi arrischiamo ricchezze e vite umane senza un minimo di protezione armata, perchè di dal Negus sappiamo bene qua conto tenere, | Le proposte franco-inglesi, come tutta la attività diploma ,. , , _ . . £ . ,. tica dentro e fuori la Società segno di un identico peccato delle Nazioni intorno a quesia disgraziata faccenda, hanno il j originale.^ quello di credere che| buona volontà e sulla lealtà del ! Negus, capo rispettato e ubbi- ! ^tl dì un organizzato Stato o " , etiopico. Se tale condizione pre- liminare fosse esistita, certa \ mente la situazione in Africa ] Orientale non sarebbe mai giun- ta ad un conflitto; nell'applicazione schietta e amichevole del Trattato del 1928 si sarebbe trovata la soluzione di tanti problemi che hanno tormentata l'ingegnosità dei progettisti Ma la bilateralità è una pura! finzione giuridica: da una parte | è l'Italia con tutto il peso di una ;-responsabilità che non viene 1 mai elusa, dall'altra e il vuoto o i1 l'insidia o la gonfiatura ridicola! ;della nota etiopica di ieri in cui! si assisteva allo spettacolo far- j jsesco di un capo-tribù barbari-1 l co che impartiva lezioni di diritto- e di morale e si ergeva pala- dino della civiltà e del principio I tirata d'orecchi del Leone ■ pi | Giuda? Stiano però bene in e;guardia, soprattutto gli Stati colonizzatori: serpeggiano in rj quel documento ventate di ri- le e a a volta di razza. Gli errori e colpe di oggi potranno esserescontate domani a caro prezzo. Alfredo Signoretti

Persone citate: Addis, Assab, Hoare, Negus