Come si vive oggi nella nuova Adua di Giovanni Artieri

Come si vive oggi nella nuova Adua Come si vive oggi nella nuova Adua a i (Da uno dei nostri inviati) Adua, 30 notte. Abbiamo già raccontato come due mesi di permanenza italiana ad Adita, siano bastati a gettare le basi di una vera e propria trasformazione edilizia della, citta, trasformazione di cui oggi già si vedono i frutti. Possiamo aggiungere che, proprio nella zona nominata, si sono aperte scuole e si procede in maniera perfetta alla organizzazione della assistenza ospedaliera. Alcuni tnkul più spaziosi, convenientemente riattati, servono da provvisori edifici scolastici, ove ogni mattina, dalle 9 alle 13, quattrocento bimbi si recano ad Imparare gli clementi della lingua italiana-, i primi rudimenti della nostra storia, lo nozioni dell'aritmetica e alcune fondumentuli regole dell'igiene. Negretti a scuola E' uno spettacolo certamente singolare, non privo di delicata poesia, vedere per le strade di Adua, clic solo adesso vanno assuviendo un aspetto che meriti veIì rumente questo nome, bhnbetti dalle vesti, grazie alle fontane co- j struitc dagli italiani, indiscutibilmente candide. Ogni negretto, armato di una lavagna nera come il suo volto si avvia alla scuola. Arrivano sulla porta dei tukul, distinti da targhette di legno in classi e sezioni, vi entrano come una carovana di formiche, e li vedi, accoccolati su quattro file> dinnanzi al maestro — che è di solito un nostro ufficiale o un funzionario — sillabare l'alfabeto comparato latino-tigrino, scrivere i numeri arubi, compitare i versi di « Giovinezza ». L'inno fascista e stato il canto italiano entrati, ad Adua prima ancora delle nostre truppe; infatti un vecchio maestro del luogo, un nostro fedelissimo, lo aveva già insegnato fin dall'anno scorso. Sulla spianata del ghebi di ras Sci/urn, sorgono le tende dell'ospedale per gli indigeni. Vasti padiglioni, che presto cederanno il posto a costruzioni in muratura, accolgono in parecchie sezioni i bisognosi di cure. Ve ne sono di ogni genere: moltissimi sono affetti ita lesioni di poco conto, che l'assoluta ignoranza di qualsiasi forma di asepsi ha però mutato in muli gravi. La riconoscenza degli indigeni si esprime in forme faconde e spontanee. I nostri ufficiali di sanità sono oggetto di un rispetto, che confina con In venerazione. Si vedono per le strade non pochi maggiorenti e notabili che, dopo decenni di insanabile male agli occhi, mercè l'applicazione di UH appropriato lìdio di occhiali hanno, come per miracolo, riacquistato il sommo bene della vista. La ripresa del commercio // giornalista non può che dare un quadro axsui sommario di quest'opera, che si svolge non solo ad Adua, ma in tutto il Tigrui. Il senso e la proporzione della riconoscenza degli indigeni è dato dal fatto che, dovendo una nostra grande unità spostarsi in avanti, fu creduto che la partenza delle truppe avrebbe privato la popolazione dell'assistenza sanitaria. I notabili, con il cicca locale, si re- LrlzMvBtlgLvrsvclSfe i e o o -|flf„ s<)lo a Uliuìc sostitu -\venuta o, -" - „a|.0 i ii forma tólenne a mi-finn :caiono in forma solenne a piega- re il Comando d\ soprassedere lullu partenza, e solo ritornarono,rasserenati quando seppero eh e ! /ti sezione sanitaria sarebbe par-\ione av-ì ,, ., . Possibile coni uni- ! de iifiimc statistiche, relative ,.>ill'istm-.ione- pubblica e all'assi-\e\steìlsa nmllc<i, nonché all'edilizia, -|go,0 f|| Aduttj ovc ieri c st(Uo „. - | /(J (d tru,nco u jìnntc Mlmo_li ìjn- s((( G|(s.0)|0 stufi _.,,.„. o./f -(w ,,wi; uvU'0 spaz}0 di {„.!- djcj (/,un,j, -i n'movimento dcqli affari sui e ,lnuldi mercati dei principali cal. tH É aumelltato in modo struordi- ¬ ncino. Ad Adua, ad Aksum, ad A- \" sìfr^à .! e s e s, a Uiai9rati a Macallè, le carovane af -\fluiscono ininterrottamente, anche, ,dall'interno dei territorio abissino.1 tutto clic commerciante del* dello Tscghedè, del-1 del Bcghemedcr, dell'A-\P''' smistino sui mercati tigri- C,• ioro carichi di caffè, di sue- chero, di pelli, di i,ranat,lie, sicu- ri non solo di poter collocare lu , ' .. ,. ., , merce, ma contenti di accettare /«|nostra valuta, specialmente in pez- :i d'argento da 10 e 20 lire, è clo-\quentc. Le nostre autorità hanno rilascialo, nell'ultima quindicina, -Uj,} ,/,• 300 permessi di transito per - j'g, 'itteo jai; Ad Ad (. lll)SflWjlr comprare]- ,,/,,-„,; urtasi- ,/„7 ,.,„,,'a!;'^'"... ,L }a rf',"'il o a di ul di e e spumante alle 1pellami alle cotonate, allo zaffe- 10110. La inonctn di carta in fogli'Ida 50 e cento lire e gli spczzati-da ideici lire vi limino ormai corso </c- \neralizzato. Anchc i piccoli nego- ìzianti, che ancora non conoscono ,-i .. 1 . 1; i„..n ii»..,.,.,.Ut valore di quei fogli litografati, crf esprimono grande diffidenza,\\sono prestissimo illuminati c coh-|11 -l'ufi dall'intervento di altri col-\lcghl, c seduta stante li accettano.n{Molti indigeni hanno già acquista- Ifi all'Asinara degli autocarri Fiat[che. grazie alla rete stradale co- 1 , .:' , t ■ 1, a .• .„.. ,slr,„tu dai nostri soldati, si ren- dono utilissimi accelerando il '"- 'e-ol 'Jolarc ritmo degli scambi. _ _ Giovanni Artieri

Persone citate: Negretti

Luoghi citati: Adua, Aksum