Il Canada non è agli ordini di Eden

Il Canada non è agli ordini di Eden Il Canada non è agli ordini di Eden Il delegalo canadese che in ottobre aveva proposto l'embargo sul petrolio sconfessato dal suo governo Parigi, 2 mattino. (Il Canada per bocca del suo Prime Ministro non tiem affatto dplvilddspopolo canadese a c.ioni militari contro cgmsKcvpsbgppcovqpdasgpdctnbbapdlitippdbndudStanad aver? l'onore dell'Iniziativa per l'embargo sul petrolio, iniziativa che va attribuita, rome tutte le altre ostili, contro l'Italia, all'Inghilterra. Secondo un dispaccio da Ottawa il nuovo Primo -Ministro canadese Mackcnzie King, capo del partito liberale. Ita infatti dichiarato che il Canada non sottoscriverà alcun impiglio che possa condurre il adottare sa una Potenzi qualsiasi. Questa dichiarazione del Primo Ministro na per obbiettivo principale di liberare il Canada da ogni proposta che polisse ossei e fatta a Ginevra o altrove e dovesse suscitare l'atti nuovi suscettibili di condurre ;! paese alla guerra. Ma King sottolinea pure che le recenti dichiarazioni fatta alla S. d. N. da \V. A. Riddell consigliere britannico cdei Dominions per quel che con- scerne l'embargo sul petrolio e sul carbone « rappresentavano puramente l'opinione personale del signor Riddell e non il punto di vista ufficiale del governo canadese ... < Noi desideriamo fare chiaramente sapere — ha soggiunto MacKenzic King — che se il gabinetto canadese è pronto ad appoggiare tutte le sanzioni economiche, ritenute necessarie contro l'Italia, non desidera affatto perseguire una politica che possa condurre a sanzioni militari che, del resto, non potrebbero essere accettale senza che il Parlamento canadese sia stato prima chiamato a dare il suo consenso. In fine è inesatto il dire che il Canada ha preso l'iniziativa di includere le principali materie prime nella lista dei prodotti e delle merci la cui esportazione in Italia è, o dovrebbe essere, vietala *. Anche sull'atteggiamento degli Stati Uniti le informazioni modificano assai le impressioni delle quali andavano fieri nei giorni scorsi i sanzionisti ad oltranza. Il corrispondente del . Petit Parisien i- da New York riferendo al suo giornale sulla posizione del governo americano circa la questione dell'embargo del petrolio si limita a notare che il governo americano segue attentamente lo sviluppo della questione ». Aggiunge: v Non sembra che sino a questo momento vi sia stato nessun scambio di vedute ufficiali con nessun governo straniero, sulla prò- posta dell'embargo Tutto quello Mche ì circoli ufficiali dicono o che »essi tutto osservano attentamente. I Ma. che cosa vedono.' Si sa che questi circoli hanno veduto au- g mentare in modo considerevole le esportaziom del petrolio america- no per l'Italia. Eni sono riusciti con pressioni dirette ad arrestare navi già cariche e pronte a par-' I1 tire; ma non hanno mancato di prender nota anche delle giuste osservazioni fatte dalle grand: compagnie petrolifere americane che da anni e anni riforniscono il petrolio all'Italia e che non hanno nessuna ragione per sospendere queste spedizioni, finché un embargo generale non venga imposto. v Si c lascialo capire che il governo americano, pur sconsigliando le transazioni, non considera alla stessa guisa le spedizioni dette normali del tempo di pavé ed I contratti conclusi per i bisogni della guerra. Per ciò si fa strada a Washington l'idea di permettere la spedizione di quantità di petrolio, basata su quantitativi medi, rispetto agli ultimi anni. Questo progetto non è ancora stato studiato a fondo perché solleva molteplici difficoltà. Ma, nei circoli bene informati vi si annette una certa importanza. Tuttavia, per il momento, non si tratta che di un semplice progetto. Roosevelt, attualmente assente da Washington, non sembra averlo studiato né a maggior ragione approvato, ma si aspetta il suo ritorno nella capi¬ v! sdb, qì glos|aI i d: ni!arnI nsrmvdrnj datgctale per impartire direttive allu camministrazione. v- Comunque, è poi sicuro che il Congresso si piegherà davanti allu volontà di Roosevelt? Se il Senato si pronuncia.-^c contro il progetto presidenziale — e il passalo è ricco-di insegnamenti sulla rivalità dei due poteri — la nuova sanzione non varrà più nulla c bisognerà abbandonarla. Gli Stali affiliati a Ginevra si accorgeranno allora di avere senza risultato alcuno esposto l'Europa ad un immenso per.colo. Infatti, anche supponendo che L'Italia non voglia dare seguito alle sue minacce, si può temere che essa conservi un sentimento duraturo, inesorabile che presto o lardi saprà mantenersi in particolar modo contro il suo vicino Senza violare il patio, le Potenze dovrebbero, secondo il « Petit Parisien : , aspettare almeno che da parte degli Stali Uniti si siano realizzate completamente le condizioni senza le quali la nuova interdizione di esportare non sarebbe che una parola vana e il gior- usqfnYvsltsbtscsdpsnnldrtptnaie si augura che il tempo cosi Iguadagnato venga impiegato con izelo sempre maggiore a negoziati vdiretti ad una soluzione pacifica. sAihneViva impressone a Ginevra Ginevra, ì mattino. Una nolizii diramata dall'U/lited PfCòs, (secondo la quale il cPresidènte dei Consiglio canadese Mackenzie King ha dichiarato, che < la proposta presentala nell'ottobre scorso da! signor Riddell di estendere l'embargo del petrolio è stata fatta a titolo personale e senza per nulla impegnare la pol.lica del governo canadese ha prodotto viva impressione negli ambienti ginevrini, tanto più che questa dichiarazione giunse nei momento in cui da parte inglese si stava delincando una manovri per ottenere iche la proposta definitiva per la ! restensione dell'embargo al petro- silo dovesse nuovamente essere sprcsentata da', rappresentante del.cc (Canada, elio, evidentemente, signor Eden considera come suo strumento. Fisso il un Ginevra da una mezza dozzina di anni come successore del senatore Dandurami nella carica di delegato permanente presso la Società delle Nazioni, il signor Riddell aviebbe dovuto impalare ormai a interpretare le direttive della politica estera del Canada a seconda delle correnti che si avvicendano al governo. Ma ciò non sembra dal momento che egli si e comportato stavolta esattamente come se si fosse trattato di seguire le istiuztoni passategli mesi or sono dall'ex Premier conservatore Bifrnett. Mackcnzie King, che appartiene al partito conservatore filoamericano, rivendila una assoluta autonomia per il Canada e a tale politica si ispira nel caso specifico. Sembra che il signor Riddell presagisse da qualche giorno la minaclamorosa sconfesè stato visto a piti riprese in abboccamento col presidente del Comitato dei Diciotto, De Vasconcellos, dal quale otteneva, a quanto sappiamo, che venisse tolto dall'incartamento la qualifica di « proposta canadese » per quanto riguarda l'estensione dell'embargo al petrolio, al rame, a; ferro, all'acciaio e alla ghisa e sostituita con la designazione proposta numero 4.a <•. Si apprende frattanto che il Segretariato, in esecuzione a una proposta fatta ieri dal comitato degli esperti circa l'opportunità di comunicare i testi delle sanzioni a taluni Stati non membri finora non tenuti al corrente delle deliberazioni ginevrine, ha pensato bene di inviare questo documento alla Città de! Vaticano, alle Repubbliche di San Marino e di Andorra e al governo delle Isole Filippine. L'inclusione di quest'ultimo Stato è avvenuta su pioposta del delegato inglese Stephenson; se non che al momento di inviare la nota qualcuno faceva benevolmente osservare ai funzionari del Segretariato che lo Stato dello Filippine, pur godendo di una certa autonomia in materia di politica estera, dipende dagli Stati Uniti; e quindi veniva evitata in extremis questa madornale gaffe. G. T. c'a d> questa siono, tanto che il

Persone citate: Mackenzie King, Petit, Riddell, Roosevelt, Stephenson