Pagine di Mussolini all'Italia e al mondo di Marziano Bernardi

Pagine di Mussolini all'Italia e al mondo Pagine di Mussolini all'Italia e al mondo Si apre con emozione questo nono volume desìi Scritti e disdirsi di Renilo Mussolini che L'editore Hoepli ha finito di stampare il 20 novembre. II libro doveva uscire alla fine di gennaio del [936. Per ordine del Capo esce invece con due mesi e mezzo di anticipo. Si legga l'ultimo dnmNcCzgalperiodo: «Oggi noi siamo tulli mpegnati in una nuova battaglia : ma. poiché il Popolo italiano è infrangibilmente unito ed].dncrollabilmente deciso, conqiii- ssteri, ancora una volta la suajmpicna vittoria». Incrollabilnieii-I pe deciso: le bandiere al vcnlo| ldei iS novembre, primo giorno del « crimine assurdo » sanzionislieo, ili tutta Italia e su ogni embo di terra dove palpita un cuore italiano, altro non furono che la colorala immagine di questa afférmazione lapidaria. Ancora una volta, alla parola del Condottiero rispondeva il molo del Popolo. K allora si comprende, in quest'ora eroica e decisiva, il perchè dell'anticipazione. Le pagine vogliono essere un viatico spirituale per lutti gli Italiani ; un mònito solenne per tinti gli stranieri. Alai la parola tutti, formula di adesione piena dell'intelligenza e del sentimento, sonò con tanto incisiva aderenza alla realtà* Vanno, esse pagine, dal dubiloso ma virile interrogativo del 2 gennaio 1934 («. Che cosa por tcrà l'anno nuovo? Andremoltverso tempi migliori o la situa-|1zione peggiorerà gpezrmbmb«csnsabssudlmulteriormen- ste?») all'incitamento guerriero Cdi questo Quattro Novembre.imDue anni di vita politica. E qua-fili anni'! Cóme su Un piano indi-dnato i falli inesorabilmente sci-] 1rvolano tino ad assumere a volle un ritmo di fatale caduta, la situazione d'oggi maturava; e l'orizzonte del mondo si colorava, or fosco, ora azzurro. Dall'acme drammatica si passava alla respirante pausa. Dollfuss cadeva'aassassinato, ed ecco il 26 Inglio'gdlioa1'avvenimento fulmineo : l« La indipendenza dell'Austria cper la (piale egli è caduto è un cprincipio che è stalo difeso e ssarà difeso dall'Italia ancor più sstrenuamente». 11 1935 s'iniziava con un avvenimento politico, di fondamentale importanza, l'accordo italo-francese, ed ecco il 7 gennaio, subito dopo la firma dell'accordo, le dichiarazioni ai giornalisti francesi adunar ti a Palazzo Venezia : « L'anno cruciale comincia sotto i segni propizi degli accordi franco-italiani. Lavoriamo ora con intelligenza e perseveranza perchè essi diano ciò che il mondo attende » : — annunzio di serenità magonqgperò temperata dall'accortezza \dell'uomo foggiato da tutte lejesperienze : « Ci occorre ora allontanare il pericolo che deriva sempre da un ottimismo esagerato. Non bisogna credere che tutto è fallo e che nulla resta a fare. No. Anche l'amicizia deve essere continuamente coltivala, per sincronizzarla con lo svilup: po naturale dei popoli e dei loro interessi ». Chiaroveggenza, nel tempo buio e nelle cose da venire, fornita da quell'intuito ch'c l'essenza stessa del genio, onde chi lo possiede scorge, mentre ogni altro è cieco? L se mai, duplice chiaroveggenza: di fatti apparentemente contradittorii.lPerchè mentre oggi il Governo]di Parigi aderisce alle sanzioni, a squadre, a legioni, a masse po-|polari gli ex-combattenti di (Francia, i mutilali, i decorati, i partiti dell'ordine e della Vitto- ria moltiplicano i loro appelli,]centuplicano i manifesti, levano unanimi il loro grido d'esecra- zione contro la criminosa follia dei nostro assedio economico.,Non è forse la risposta popolare alla stupenda convinzione del 2]ottobre," quando venti milioni di | uomini occuparono le piazze d'Italia e « mai si vide nella sto- lere umano spettacolo Iria del genere umano speli più gigantesco»? «Sino a prò-va contrària, mi rifiuto di crede-re che l'autentico e generoso po-[polo di Francia possa aderire a]sanzioni contro l'Italia. 16txx)jmorti di liligny, caduti in un eroico assalto che strappò un ri-]conoscimento di ammirazione al-10 stesso comandante nemico,|trasalirebbero sotto la terra che 11 ricopre». L'adesione vera, quella del sentimento, non e in- l'alti venuta Ma oltre gli eventi che impon-gono l'azione pronta o il lavorio tenace e stremante degli equili-bri mi capitali che tengono inquieto il mondo, la diagnosi terribil- mente esatta, con anticipazione di mesi e di anni, dei mali chematurano irreparabili. «Q laSocietà delle Nazioni si riforma o perisce». « Una Lega che nonha nel suo seno tutti i l'aesi più potenti è priva di qualunque efficacia. Perchè sia efficace, oc- ,1,11^^ ^ 011 wuja 11 ,c uvgn wuiii.. ri, la visione ciclica dei proble- li capitali che tengono inquieto corre che regni l'accordo con lePotenze che possono turbare lapace SeH J934 non produrràquesto accordo molto probabil-niente si ritornerà al vecchio si-slema dell'equilibrio fra le Po-tenze». Ciò si legge nell'artico-, • .hb i. 1 ioli • lo scinto per 1 giornali dell Lui-versai Service degli Stati Uni-ti d'America e pubblicato sulPopoloyItalia il 2 gennaioirjil- E pochi giorni dopo, conpiù preciso accenno al discorso i Lilvinof ed ippo-cinesi : masla assente, la Società del rivelalo — sia pu rei liagli avvenimentiIm« L'Europa è ri-iS._ le eN'azioni ha rivelalo — sia nurelucili un rapporto e l'invio di unalsCommissione— la sua impoten- pa», litiche, a metà del '34, sii piunge al dilemma irrefutabile, ll monito preciso alle sfere re-1 inponsabili della politica inondia-'lgiorno in cui i delegati sella Conferenza del disarmili sche il dir muna subli-lde: ovranno dichiarare anno è una utopia, me, ma appunto per questo più I sericolosa utopia, la Società del-] ve N'azioni avrà perduto ogni si-|ero che la vita: del Popolo, deio Stalo, della Nazione fusi iniuncato e prestigio». Tragica crofezia di una decadenza i cui nffetti, per la remissiva fiacche/.- a di Ginevra di fronte alla li- dannide britannica, ora noi stia- mm/o sperimentando con l'incrolla- abile volontà di annientarli; pre-èmesse ideali onde l'ormai cele- Mbre formóla del 31 luglio scorso, m con Ginevra, senza Ginevra, I rontro Ginevra », diviene un pemplice, e lògico corollario, ePerchè l'appassionante fasci- no di queste pagine che sono lo npecchio della nostra storia in llto, gli annunzi cui immanca-1aile tien dietro l'azione, i brevi,i«folgoranti proclami, anzi, (piai gli incisivi « comunicali » di na situazione o di una vittoria, eriva appunto dalla formidabie coerenza spirituale che le cementa, 'l'ulta la vita e nulla ai- zvpcDnesieme dalla prassi fascista. Nel sCapo di Governo è sempre V.tto- lmo che pària o scrive, nulla ri- nfiutando della sua umanità cai- ida, fattiva, meditata, realistica, v1 pensiero politico prende allo- ma ima sua bellezza che osianv pologo (discorso glia rurali del 26 «definire artistica, anche perchè do stile incalzante, sferzarne, ora aronico, ora pacato, ora incisivo, zora persino patetico, ora non calieno dallo sfruttare il bonario Mni capi fami- bOttobre '3.O, nmila ignora dei modi espressivi he tendono all'evidenza, alla rcristallina chiarezza, alla indi- pculibile persuasione. Per que- tsto, e perchè il libro respira ed cesalta, fa blocco quasi con tra- cma narrativa dalla prima parola:s1 prima parola [sall'ultima (ed è narrazione de- egh eventi eroici della Patria, adi gopera del Duce che questi desti-lani forgia e provoca!) — per dquesto chiediamo di poter scor- «gere-nel Capo anche l'artista che dpiasma a gran tratti la materiaIvrovente della storia, e plasmali-[pdola descrive e confessa la suaImmane fatica. ' rCosì è che alia lettura ciascu- i10 sente vibrare in sè quell'ito- 110 politico che il Fascismo ha (educato in ogni Italiano, qua-bunque sia la sua condizione ci- svile, la sua professione, il suo egrado di cultura. Ciascuno ri- vede le tappe essenziali della sua reducazione di Italiano seguendo e tappe della Rivoluzione chejcontinua. Attraverso la parolaUdì Mussolini (discorso in Sena- to del 13 gennaio '34) gli riap- pare la visione organica della [genesi, dell'essenza, dei linea- menti dello Stalo Corporativo :i « Non esiste il fatto economico,di interesse esclusivamente pri- vaio e individuale»; «La prò- prietà privata completala per-| sonalità umana: è un diritto, e se è un vere ». Con ciucila dello Stato]Corporativo gli si prospetta la] sintesi del Regime (discorso del 18 marzo'34 per la Seconda Asseinblea Quinquennale])-: « Nello Slato Corporativo il lavoro non è più l'oggetto delFeconomia, ma il soggetto, perchè è il lavoro che forma ed accumula il capitale»; « Si va verso ntio-j ve forme di civiltà tanto ne" politica che nell'economia. diritto e anche un ciò-1l| ]wo I Stato riprende i suoi diritti e il suo prestigio, come interprete unico e supremo delle necessità deila società nazionale. Il Po- polo è il corpo dello Sialo e lo Stato è lo spirito del Popolo Nel concetto fascista il Popoli è Stato e lo Slato è_ Popolo» «La Corporazione è l'istituti con cui rientra nello Sialo an che il mondo, sin qui estraneo e disordinato, della economia» E sempre, dalla teorica scen- dendo alla pratica, il senso prò- : fondo di umanità coordina .legrandi direttive della norganiz- j «azione — su basi attualistichc e realistiche — dello Slato : «La[ parola d'ordine è questa : entro alcuni decenni, tutti i rurali ita e viceversa; il Fascismo rista bilisce nel mondo contempora- neo gli equilibri necessari e lo Stato esigerà dalla macchina di ritornare ad essere strlimentoldi liberazione d cileni., -■ ^^ - liani devono avere una casa va sta e sana ». l.o Slato è Popolo. iIl uomo e non [accumulatrice di miserie come nella fase capitalistica: — or-;, .. .. , 1.,„,.,„„.,^ iene, non son queste le_piume- jsti! se per quella realizzazione terreno economico «di una più alla giustizia sociale per a^polo "italiano » garantita dal di- 1scorso di l'ari, ribadila un me-dal scorso di Ilari, ruiauiia un se dopo nel « Discorso agli ope- rai di Milano»? ' „, ' ....... lutto si lega quindi, dal peti- siero alla parola del Capo, con magnifica logica sentimentale. Si parla di più alta giustizia socia-Ìe per il popolo italiano. È' cosadel Paese; è affare esclusiva im¬ mente nostro. Ma e l'idea fasciSla (« Ripeto, ora, con maggior eonvii. ione che il 1934 segnerà una lai Mia d lappa decisiva m questa ta¬ scislizzazione del mondo») che possa creare partizioni nette Ira politica interna e situazione inernnzionale? Onesta giustizia nvocata per il lavoratore itaiano non va idealmente opposta alla «più nera delle ingitistizie » che il mondo vuol conimettere contro di uni, «quella di toglierci un po' di poslo al sole »i dopo che «attorno al lavolo della pace esosa non tocearono all'Italia che scarse bri- ciolc del ricco bollino colo niale»? Da molli mesi ormai la ruota del destino si muove verso la mèta. Fin dal 28 aprile il Capo annunzia il «clima duro». Ma è il 14 maggio che in Senato Mussolini abborda esplicilamente la questione della sictirezza delle nostre colonie: «Il problema dei rapporti italoetiopici è all'ordine del giorno, non solo in Italia». Undici giorni dopo alla Camera, denunciaa la malafede e la minaccia abissina, è l'impegno solenne: « Quando si tratta della sicurczDza dei nostri territori e della vita dei nostri soldati noi siamo pronti ad assumerci tutte, anche le supreme responsabilità ». Da allora (piale Italiano non ha nel cuore i discorsi di Cagliari e di Eboli, risposte ferree allo scatenarsi della campagna di stampa britannica!' Quattro so li mesi son passati da (piando nell'articolo // dato irrefutabile il problema italo-abissino veniva dal Duce «poslo in termini militari» e dichiaralo quindi idinassfslehr«di una immediata semplicità, di una logica assoluta» non ammettendo « con Ginevra, sen.-|(za Ginevra, contro Ginevra —\che una soluzione»; ed Adua c\dMàkallè son vendicati, e le li- lberale genti del Tigrai già bc- neliciano della civiltà italiana. ! I",' contro quest'opera di liberazione e di rivendicazione, è per negare alla Grande Proletaria «un po' di poslo al sole che tre quar i ilecoalizzati contro di noi. per con-1 stimare con l'ignobile blocco l'inondo si sonostimare con l'ignobile economico la più nera delle higiustizie «contro questo Popolo ai quale l'umanità deve talune delle sue più grandi conquiste », « contro questo Popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, di trasmigratori » : — perchè ancora, una volta, di fronte ai brutali egoismi maleriali, è ai valori dello spirito che il Duce si è appellato. L'assurdo crimine è in atto, Ma ancor risuona il grido sttblime: «Italia proletaria e fa- setsta, Italia di Vittorio Veneto e della Rivoluzione, in piedi!», K il grido echeggia ed echegge rà dalle gole alpine ai lidi ionici finché i segni della resipiscenza, t-he qua e là accennano, non si Uaran tradotti in risultati con creti. ^la comunque, e sempre, ricorderemo. Giovani, ricordcverno con la nostra azione. Vec chi. ricorderemo quest'abbuia mento di coscienze straniere ai nostri tìgli, ai nostri nipoti, per che in loro la memoria non si spenga. Finché avremo fiato, Finché un Italiano respirerà e di ]t sarà in piedi su questa nostra Iterra di quarantaquattro milioni|nani. Marziano Bernardi. [1 bivacco MACALLE'

Persone citate: Duce, Hoepli, Ilari, Mussolini