Mister Diene di Corrado Alvaro

Mister Diene Mister Diene deto giavealtcu«la qule E'.gspcocobilpedoporeDisucudoTigchmE' risaputo che gl'inglesi sono imperturbabili e che presso di loro è per Io meno un segno di pessima educazione mostrare una qualunque debolezza del carattere, di quelle che colgono gli uomini alla sprovvista. Ora, accadde che uno di colesti signori, che noi chiameremo Mister Diene, affacciandosi un giorno dal suo palazzo che abiava in una delle strade più frequentate .della nostra città, si accorse che sotto le finestre, anzi dietro i cancelli che chiudevano l giardino del suo palazzo, c'era un movimento insolito. ]/attenzione dei passanti era rivolta a un individuo in uno strano costume, di quelli che sembrano costumi di un tempo remoto, e che nello slesso tempo sono modernissimi, come accade in certi ritorni della moda. Costui aveva un viso espressivo, dei begli occhi neri lampeggianti, e si appoggiava con maestà a un suo bastone pastorale che portava come un inglese porterebbe uno scettro. Intorno a lui era un gruppo di curiosi, poiché noi abitiamo una città ordinala dove lutti vestono allo stesso modo e reputano ciò un segno di grande e matura civillà. Mister Diene fece subilo una constatazione di principio: che cotesto individuo non era uri gentiluomo, e che se lo era non ne aveva pun to l'aria, e quindi era lo slesso che non lo l'osse. Tull'al più lo interessava un cane che seguiva il personaggio; poiché egli pensava che i cani, se l'ossero uomini, sarebbero di certo dei gentiluomini, la qual cosa è la sola che conti per della gente come Mister Diene. Lo spettacolo di cotesto individuo che passava si ripetè per alcuni giorni di seguito. Mister Diene si informò chi fosse, che cosa volesse, eccetera. Anzi, una manina, alzatosi per tempo, volle vedere da vicino l'individuo che sembrava interessare. Rtanto la folla. Mister Diene crai quritraP(in(amTrvediria lecomdel parere che ogni individuo è un fior di canaglia e che sol tanto l'educazione dei gentiluo- bommini riesce a far dimenticare Muna cosi grande calamità. Eglìl^dunque scese in istrada, lìngen do di andare a passeggio, e, ., lo apparve lo strano indi-I'1 scqtiaui viduo gli andò incontro. Gli occhi di colui lo fissarono intensamente. Mister Diene, sentendosi guardato, credette dapprima di avere qualcosa fuori posto; si spaventò, si rassicurò, poi si spaventò nuovamente, se è vero che lo sguardo dello sconosciuto lo fece balzare indietro di un passo. Non era un movimento che avesse ragione in un allo ben preciso dello sconosciuto il quale aveva la colpa di portare in fronte un paio d'occhi mollo espressivi ; ma nello sialo dei nervi di Mister Diene. Che questi avesse un viso inespressivo come un cucchiaino da tè, si può anche mentovare come una ragione all'occhiata del passatile; nella quale Mister Diene credette di leggere soltanlo una certa insolenza. Ma che a quello sguardo egli facesse un salto indietro, cosa indegna di un gentiluomo, è un fatto ugualmente accertalo. Vi furono molti testimoni di quel salto indietro : allenumledaverilafoninlavflluselemmvedevedòcosipchmsunuti I „,««,•„.; ,-l„. i onell'o,", tuttt 1 pasbanti elle a quel ora\scsi trovavano nei pressi del pa-|Vlazzo di Mister Diene, 11 quale ,siebbe dapprima un vago senso 1 vdi confusione; poi, rientrato in | casa, si diede a rimuginare quel lo che gli era accaduto. Che egli la sua coscienza di gentiluomo ma a questo non volle neppure pensare. Gli si presentarono alia niente i visi dei passanti che avevano veduto il suo balzo in Ic,.„«,"fattn mi m«n indiètro\aauwL , , 1 w77 ln.ulc1lr1° oeia un tatto certo nei tonilo uei- Sslaql'mdietro, stupiti e sorpresi. Poi si «_,;„„ ' ,i:ci ;„,„,,.,.,.. ,.|,M „„,.ll,,1 hmiSL a distinguere, che quello\aIlodnon era un passante ma un individuo che si aggirava lutti i giorni per quella strada; che colui non era un individuo che faceva paura ma un nonio spaventoso per chiunque. Egli si perse in queste sonili distinzioni che servivano soliamo per fargli sentire come egli fosse capace di giudicare da gentiluomo; alla fine si disse che il suo non era stato un balzo indietro ma un gesto di dignitoso riserbo. Questo lo acquietò per qualche tempo. Ma non interamente. Per farsi coraggio trovò che egli non era affatto sicuro delle intenzioni di quell'individuo e, anzi, che nessuno nel vicinato poteva reputarsi sicuro. Infine, come e dove si procurava da vivere quel passante? Di che cosa si nutriva? A questo punto è necessaria una spiegazione. I genti luomini, vivendo molto appartati, concepiscono una somma venerazione per i pasti. Mister Diene ricordava che nella storia inglese v'è addirittura un perio do che passa sotto il nome di Epoca della Grande Fame. Da allora i gentiluomini si dedicarono allo studio delle linee di navigazione, e più tardi ferroviarie ed aeree, immaginando con una fantasia molto accesa quali alimenti arrivano attraverso tanti convogli che solcano i mari i deserti e i cieli. Egli si ricordava inoltre che Mister Gionata, una volta, temendo che il suo paese morisse di fame, diede il consiglio di mangiare i bambini poveri, e ne aveva for- lecrAdslendslasmccp de William, poggiarono sul latto di aver più o meno da mangiare. Insomma, il mangiare divenne l'equivalente di amare e altre voluttà, o passioni, che il cuore di un gentiluomo scaccia la sé; Mister Diene decise di Fare qualche passo per accertarsi dele intenzioni di quell'individuo. E'.g!i aveva stabilito alcuni segni speciali della sua amicizia, che consistevano in .simboli di decorazioni; nel suo istinto di no- bililare tutto, come aveva l'alto !per il mangiare, allo stesso mo-|do seguito da un gran re che portò al più alto onore la giarrettiera d'una signora, Mister Diene aveva un brachiere che i suoi amici, o meglio quelli dei cui sentimenti non era sicuro, dovevano portare sul cappello. Tigli dunque uscì col suo brachiere di onore che alcuni, come AI. Durami, portavano in- ruto alcune ricette. Insomma, il nutrimento divenne la cosa più sacra: si punirono popoli interi con la privazione di esso ; si yin- seni guerre: molli drammi e tragedie, inclusi quelli del gran-j l'amicizia ; egli ne ! segno più prezioso; |sac.r:l ; cni 1:1 viola torno al capo come uno spegni- moccolo, allacciando soltanto la punta del naso sull'abbottosia- tura. Egli uscì incontro allo strano individuo, si presentò »' b'i. . con molla educazione gli| offrì il gran brachiere cui l'epoca della Violazione (Ielle Vergini, avevano lavoralo sognando tutte le zitelle e le donne mal maritate della sua casata. 11 passante, senza dir parola, prosegui per la sua strada, senza allungare la mano l'onorifico brachiere. Mister Dione tornò indietro e. misurando a gran passi le sale del suo palazzo, pensava agiia« Cosini dal-1 lamenle i offeso il amicizia é fa un sacrilegio; chi la sacrilegio è un empio che Dio punisce: egli va accuratamente punito ». figli disse proprio « accuratamente ». Quindi si abbandonò alle più sfrenale fantasie su tale argomento; tirargli a bruciapelo mentre passa: cucirgli la bocca in modo che non possa verso 1 violato più mangiare; e altre cose di questo gènere che Mister Diene sapeva escogitare con un talcn io supremamente originale. questo punto il gentiluomo saccorse di essere enormementserio nelle sue elucubrazioni di aver perso le migliori (inalila della sua natura che consistono nel fatto di essere un uomo spiritoso, cosa ormai sia-l.ilita da quando (pici suo con-terraneo Iti messo in prigione perchè aveva dello semplicemen- te che il re era obeso. Questo . lo lece tornare in se. e con- eluse: « Macchiarsi di un de- lino uni ì)idilti p interro unno mio. 111,11. Nei li e guerre spno cose che si adulano agli stra- nitri, e non a gentiluomini,purisangue e puritani ». 11 seguilo l'avete lutti nei giornali di ciuci tempo. Ricorderete che, dalo che per i gentiluomini i sette peccali mortali si riducono a due o Ire, di cui il più ghiotto è la gola, egli Cito lece un bando per cui nessunodovesse porgere il menomo cibo;d passante, eccetera Corrado Alvaro