Macallè nella stretta delle nostre colonne

Macallè nella stretta delle nostre colonne Macallè nella stretta delle nostre colonne Scontri tra le avanguardie italiane e le forze abissine - Gli armati nemici in fuga La preparazione logistica ultimata - Anche il degiac dello Scirè si è sottomesso Comunicato IN. 32i ROMA, 30 notte. Il Ministero per la. Stampa e la Propagan , ., . i da dirania 11 seguente ■ Comunicato Num. 32: « [\ generale De Bono 1, i r , * f * ! « Ieri, 29 ottobre, si bb , j j; » ut F« «5 %. sulla linea raggiunta in ^ ^™ ^ ' nostre truppe abissini sono stati posti in . Gll armati fuga. i « Il degiac dello Scirè ed alcuni notabili della stessa provincia si sono presentati alle autorità ' militari di Adua per fare ,. . . atto di sottomissione. « Attività aerea normale sui fronti eritreo e somalo. « La preparazione logistica è ormai ultimata ». L'incursione oltre il Setit (DA UNO DEI XOSTKI INVIATI) Asmara, 30 notte. Mentre le colonne Maraviglia. Biroli e Santini portavano la vittoriosa bandiera italiana al di là del Mareb, e iniziavano l'occupazione del Tigrai, dando ad esso una nuova vita e mentre con l'avanzare delle truppe fasciste avanzava, fra quelle terre addor meniate nell'incubo di un regime di terrore e di oppressione, la ci- : vii tà e la libertà, sul fronte occi ; dentale del Tigrai, nella regione ! di Om Ager, non avendo il nostro ; Comando ritenuto necessario nes1 sitii movimento di penetrazione, veniva adottata una. tattica dilenlsiwt. pici, a cui si erano uniti gruppi di armati irregolari si erano adden- setti sulle sponde del Setit, tentali- do, come è noto, parecchie volte di passare il fiume, che segna il Il nostro sbarramento Infatti reparti di regolari etio- confine fra la nostra colonia Eri- ^ »^5^5f ranza di trovare la sponda Italia-\ "a incustodita, e di potervi pene- trare di sorpresa, per aggirare poi le nostro orientale. Ma, come, vi abbiamo già informati, questi tentativi di penetrazione sono sempre stati sventati c rintuzzati dalla vigilante linea difensiva italiana, che, composta da truppe regolari di ascari e di bande irregolari coloniali, al comando del generale Cuturi, formava sulla nostra sponda, celata dalla vegetazione e dalla natura del terreno, un'impenetrabile sbarramento. Dopo un'azione in grande stile da parte epiopica, svoltasi nella nottata dall'S al 9 ottobre, per forzarti la nostra difesa e risoltasi con un insuccesso clamoroso, che aveva costretto gli etiopici a fuggire in gran fretta, lasciando una posizioni del fronte t\Jll V'ZVL^tt™.!ti?IlÌe.r:!reno, le truppe regolari del negus avevano senz'altro abbandonato la posizione, ritirandosi verso l'interno. Tuttavia sulla sponda nemica erano rimaste in agguato le armate irregolari etiopiche, e di continuo venivano scambiate tra le parizione sulla riva opposta di uo \li.[\due rive scariche di fucileria e di.mitraglia. hIn questi ultimi giorni i nostri capoposti avevano avuto sentore di un insolito movimento tra le' bande nemiche. La frequente ap- mini armati, un intensificarsi del la sparatoria, divenuta più, frequente e più nutrita, rivelarono che qualcosa di nuovo doveva ve-\ritienisi negli accampamenti etio pici. Evidentemente il nemico doveva aver ricevuto dei rinforzi e si preparava ad una nuova azione offensiva. I nostri reparti, costituiti per la maggior parte da gente del luogo, da lungo tempo manifestavano il desiderio di infliggere una dura .lezìone agli etiopici, ma il grande' spirito di disciplina che li distili- gue aveva impedita finora che le razzie e le scorrerie etiopiche dij Ras Aileu Barrii, che a loro tempo avevano tenuto sotto il terrore quelle popolazioni, fossero rendi- Nella nottata di ieri, però, il ge. iterale Cuturì, considerando che la provocazione etiopica diveniva, di giorno in giorno più insistente c noiosa considerato che le acque del Setit, che man mano erano divenute meno impetuose c abbondanti coll'allontanarsi delta stagione delle pioggic, permettevano facilmente il passaggio delle truppe, considerato infine che un'azione esplorativa al di là del fiume avrebbe potuto fornire elementi informativi preziosi, ha ordinato ai suoi reparti di guadare il Setit, nei pressi di Om Ager, dove le acque raggiungevano appena un metro dì altezza, per far cessare definitivamente l'insidiosa e molasta insistenza etiopica. Di fronte alla nostra decisa azione, le bande armate etiopiche si sono date alla fuga, dopo un breve e del,ole. tentativo di resistenza. Qualche grup\po nemico che si era attardato !"eW« /".<•/«, con la speranza di Un \pedirc il guado ai reparti italiani.]lè stato sopraffatto, lasciando nel- ' ile nostre mani parecchie decine di .prigionieri. Dopo aver esplorato [per un raggio di parecchi chiìome-. tri la regione, raccogliendo dugli\\indigcni preziosa ed esatte infoi' mazioni sul numero degli armati .etiopici, sulle loro intenzioni e sul-\ h„ organizzazione dei loro piani. ' bellici, iill'ordine del gen. Cuturi., i reparti hanno riguadato il. fiume tornando ad occupare le primitive posizioni di vigilanza. Vìveri e munizioni L'Intendenza generale rende na¬ \tl °'J(>X alcuni interessanti dati sul .costruito otto raddoppi e .ì6 devia'toi. Il nucleo di assistenza auto mobilistica ha effettuato Ili ri cuperi. j Per la costituzione dei gruppi di salmerie, l'Intendenza ha costruito i in Colonia, con mezzi praprii, 20 la preparazione logistica del nostro Corpo di spedizione. Per la preparazione del primo balio offensivo, i trasporti dell'Intendenza a traino meccanico assommarono a atì mila tonnellate, e i trasporti a trazione ferroviaria a -10 mila tonnellate. Il Genio ferrovieri ha | mila bastelli per trasporto e sai- omcrie, ed ha. creato un grandioso m'parco quadrupedi per i ritorni- menti al Corpo di spedizione. La\hDirezione del Genio e dell'Ititeli-\ A, e e e e a o denza ha costruito un grandioso impianto per la produzione del ghiaccio, capace di 70 mila frigorie; ora la produzione è di 120 quintali di ghiaccio al giorno. Con tale impianto ha aiuto inizio la conservazione e il trasporto ili carne congelata con frigomobili, capaci di trasportare alle prime linee r,n crune al giorno. Subito dopo l'avanzata, l'Intendenza ha trasportato immediatamente dietro alle truppe operanti ingenti scorte di derrate e munizioni, per assicurare l'immediata sistemazione sulle nuove posizioni raggiunte. In pochi giorni sono state costituite adeguate riserve e organizzati nuovi magazzini dell'Intendenza, nella zona avanzata ad immediato contatto con. gli organi e con i servizi delle grandi unità. Tutti i servizi dell'Intendenza, diretti da ufficiali superiori esperti, sotto l'impulso dell'Intendente, hanno condotto ad una preparazione logistica senza precedenti nelle altre campagne coloniali. Guido Baroni. f«ti dgmcdo Massima* ttonnellate di vCz2l. br'q; rr' edfId■ sgRli mìd\s' s,slegrafai l'annunzio della ripresa 'dei movimenti della nostra Ar-Come Camicie Nere e Ascari sono giunti al Tacazzè Dalla lìnea delle operazioni, 30 notte. La sera del 26' ottobre vi te- mata e, precisamente, della colon- .]'"1 ct»'™'e- accampata nella re- ' ">,me dell Entisciò. La colonna Uti o -. i\'"- aveva "h accampamenti, e radeva la valle del Faras Mai discendendo dal monte Siluriti e dal monte Menater dove, da vari gior- i -\ i. con rapida marcia durata sci ore, raggiungeva gli obbiettivi. ., e ; I I I ¬ i o 0 a a o i a a L'apertura della strada Appresa la notizia mi recai sulle linee per raccogliere particolari. Migliaia di operai e di solda-\ti lavoravano alla costruzione del- 'la strada. Vera strada romana ta- e/Hata ben diritta, fra la basca- glia, e sui monti, bizzarramente, disegnata. Essa prende il nome dalle legioni fasciste essendo sta- ta appunto da queste tracciata al momento della prima avanzata, La strada si allaccia a quella di Mai Edagà, attraversa, il fiume, Belesa e VVnguiar e, infine, pe-\ netra fra i monti e le ambe del-] l'Entisciò con ripide svolte e alt-, daci, salite. | Sul ponte del Belesa vidi tre\ soldati del genio appostati con /Hcili in mano e pronti a tirare:' scrutavano tifile intime; acque del fiume, se non scorgessero cocco-'drilli. Nel Belesa infatti vivono le mule bestie, grandi al massimo settanta centimetri. Non so-\ no temibili ma certamente non sono gradevoli. L'attenta guardia dei tre soldati ne aveva colti due piccoli e brutti. Dopo il Belesa si apriva, al memore sguardo, il fantastico scenario delle ambe, con radi cespugli sulle cime: sulla destra il monte Raio alzava la sua vasta mole e al di là c'era Adua con le sue catene di monti azzurri. A sinistra appariva l'Afferà simile, a grandiose terrazze quadrangolari. Quando raggiunsi il comando di li:: -.siane, il generale Baltico aveva ricevuto, appunto in quel mo! mento, il messaggio di Mussolini trasmessogli dalla radio. Raduna1 f; gli ufficiali, il generale comandanti la aXXIH Marzo» lesse il , messaggio. Vi tra intorno viva : commozione e le parole scandite \ con voce ulta pareva s'impritnes| vlio nei ciiuii. Giungeva da tanta lontananza l'incitamento, il co\ mandamento del Due, della Pa■ Irta, accolto ani una sola anima li dele e con una incommensurabile devozione, Il grande silenzio ■lei monti tu percosso dal grido fragoroso degli ufficiali «A noi!» e tutta la valle ne fu invasa. Le trB GOlOnnB ■ Era il preludio della giornata del\2S. In tutti gli accampamenti, co-Inoscinto il messaggio del Duce, i ilenionari alzarono il grido potente ] della certezza e della vittoria. Que |sti legionari, per la maggior parte toscani, sono ammirabili. Quando non si marcia, costruiscono strade e ponti, aiutano gli specialisti dei telefoni, i cercatori di .sor;. - liti, lavorano insomma tutte le ore del giorno con inaudito ent:<.i>< smo, con vigoria meravig' sa. E vorrebbero essere sempre i primi «effa fatica e nell'avanzata, spes- sa non meno aspra dei vanga e di piccone. E lavori ili ora sotio orgogliosi di tenere le punte estre me del fronte. Nella, notte fra il venerdì e il sah(,tn. la linea tenuta dal Corpo di Armata Pirzio-Birali — del gitale fanno parte le tre Legioni della «XXIII Marzo» col gruppo di artiglieria ed i vari servizi, i gruppi i battaglioni ascari ed il gruppo di battaglioni di Camicie Nere del geli. Diamanti — era segnata dal monte Salirla e dal Menater e si collegava al monte Rato, dominan te là valle di Marietti Scioiutfl. Di vise in tre colonne, le forze del Corpo d'Armata iniziarono l'avanzata. L'ala destra, costituita dalla 202 Legione, aveva raggiunto nella giornata le pendici dcll'Heden. bat, e, con velocissima manovra, raggiungeva il Kessad Kelait, il 'quale, appoggiato dalle artiglio; rie, dominava il Faras Mai sbarrando la « via imperiale » fra Adua ' e il capoluogo. Non tragga in inganno questa denominazione: la via imperiale fatta costruire da Menelik nel If-96 è solamente una carovaniera di importanza strategica la quale ■ si prolunga fino a Macallè e. raggiunge la strada di Addis Abeba. Reparti avanzati della stessa colonna convergevano siili'Afterà i mende l'ala sinistra, composta ìdai battaglioni del colonnello Pau\sano, si dirigeva con la caratteri' stica celerità degli ascari eritrei ,sul Faras Mai, partendo dal Warrà e controllava l'Amba Ton. Al centro delle due colonne operava il battaglione mitraglieri che, raggiunti e superati gli obbiettivi assegnatigli, procedeva 'oltre e si apprestava a difesa sulle colline. Il cammino era diffici- lissimo. Dalle cime dei monti le compagnie discendevano veloce; inenfp, costeggiavano profondi burroni, penetravano impetuosamente nelle valli ove acceleravano il passo. Dai reparti di avanguardia giungevano voci di incitamenI to e tutti gareggiavano in veloI cifri. Dai tukul, nascosti tra il fraI scarne o costruiti all'ombra dei grandi sicomori e di solenni baobab, prima, timidi e poi con slan- \cio si affacciavano i contadini con 'tutta la figliolanza e accorrevano "'contro ai soldati. Le donne lan Piavano trilli di gioia, i bambini, , Per n"Ua timorosi, si confondeva no c°> soldati ai quali rivolgevano incomprensibili parole, Alle undici, dopo sei ore di mar eia le colonne si accampavano sulle posizioni conquistate. I bat, taglioni di Diamanti si. spingeva\ no pure essi al seguito della co] lonna centrale e le si affiancava, no mentre tutte le altre, forze se¬ \ :' l -'o -\ e i n a a à i i l a e a a o o » guivano i reparti avanzati e alzavano le tende nel fonilo della valle del Faras Mai o sulle cimedei monti. Immediatamente reparti del genio divisionale cominciavano l'aspro lavoro della, organizzazione del terreno tracciando le strade, stendendo i fili telefonici, issando le antenne della radio. L'importanza della manovra Il possesso della regione ilei Fara» Mai ci dava cosi il controllo della, k via imperiale » aprendo le porte della, regione dell'Austen e del Tembien. impedendo le infiltrazioni dentro le nostre linee. L'operazione compiuta con tanta, celerità e slancio dimostrava infine il perfetto rendimento delle nostre truppe, superiori ad ogni elogio. La- processione delle fanterie, delle autovetturette, dei muli percorreva subito dopo l'occupazione la vaile e risaliva i monti, e migliata di soldati lavoravano sulle strud" e migliaia e migliaia di metri di filo luccicante venivano distesi su pali di fortuna, acacie, sicomori c baobab. La marcia era durata come abbiamo detto sei ore. Il gen. Bastico aveva seguito attimo per attimo il movimento delle sue forze, informando, attraVei'SOv la radio, il Comando del Corpo d'Armata. I nostri esploratori avevano segnalato la presenza di bande abissine. In lontananza, gruppi di armati erano stati , avvistati in fuga precipitosa. Que- \ste lìande erano state mandate da ras Seyum i n per combattere gli el[ italiani ma per esigere tributi dai o-: contadini del Faras Mai, regione i ricca di armenti e di messi, e ■ La regione, appunto perche tere ] fife e e lattei o ati ire < E mi s- ricca, ha sempre attirato ■.ione fiscale di ras Seguili: il 30 per cento dei prodotti spettava al negus rinate tributo personale, un altro SO per cento al ras e il restante era diviso tra i pic"ili capi locali e l'agricoltore. La ■ibolizione di questi tributi da parte dell'Italia ha prodotto arando impressione e i contadini si sottomettono lieti e continuano il Io¬ li ro lavoro, oi Alfio Russo. Mdióurròi OAàìjacLE ' ••" ,%j\~ChensebeA Dembepgumg ^ Tbculé V /•V"'\i / —nHAUSIEN s/éT V/^jfyV \\: li no" VA2891 UNA COLONNA DEL. CORPO D'ARMATA, INDIGENO INIZIA LA MARCIA VERSO LA VALLE DEL FARAS MAI

Luoghi citati: Addis Abeba, Asmara, Colonia, Italia, Pau, Roma, Ton