Le forze di ras Seyum in movimento di Alfio Russo

Le forze di ras Seyum in movimento Le forze di ras Seyum in movimento Ricognizioni aeree sul fronte eritreo - Anche le popolazioni delie zone non ancora occupate si sottomettono - I lavori di preparazione logistica da parte nostra sono a buon punto Comunicato N. 26 ROMA, 23 notte. Il Ministero per la Stampa e la Propaganda dirama il seguente comunicato Numero 26: « Il generale De Bono telegrafa: « Niente da segnalare sui due fronti, salvo la sottomissione di popolazioni dell' altopiano e del bassopiano occidentale, zone non ancora occupate. « La Aviazione ha eseguito ricognizioni sul fiume Taccazè, sulle zone Amba Alagi e Danakil. « Tra le popolazioni dei territori occupati la vita ha ripreso il suo aspetto completamente normale. « Gli indispensabili lavori di preparazione logistica sono a buon punto ». Le truppe di Ras Seyum verso l'Ueri Gherà? ADDIS ABEBA, 23 notte. Il concentramento delle truppe abissine alla frontiera nord è terminato. Si attende su questo fronte una offensiva etiopica. Ras Seyum ha portato le sue truppe nella regione dell'Ueri Cherà, affluente del fiume Taccazè, rinforzando cosi le sue posizioni a nord di Macallè. Nel Tigre settentrionale le sue truppe hanno avuto uno scontro con le avanguardie italiane. Una manovra di ras Seyum di accerchiamento non è riuscita, perchè le sue truppe sono state respinte dagli italiani. (Radio A. 0.). Miserie e orrori del regime schiavista! (da uno dei nostri inviati) Adua, 23 notte. Provenienti dui piii lontani vii raggi centinaia di pastori e contadini, con le loro greggi e con gli at menti, passano quotidiana mente al di qua delle nostre linee, domandando protezione. Si presentano a gruppi, coperti da cenci logori e da sciamma di colore indefinibile, portandosi sulle spalle i piccoli e trascinandosi rare viasserizie e misere provviste. • iIl continuo affluire di questi in-\Il vaso di Pandora digeni, fenomeno di per sè stcs-so pietoso in quanto raffigura, contragica evidenza, le tristi condizio, ni umane dell'impero etiopico, acquista un notevolissimo significato politico, come dimostrazione della volontà dclla grande maggioranza delle popolazioni, di non soggiacere più oltre all'arbitrio ed all'oppressione di Addis Abeba. Come la rottura dcl vaso di Pan. dora, dal quale scaturirono tutti i mali, così il disfacimento dell'impero etiopico rivela malanni c sciagure millenarie, da tagliare alla radice per impedire la cancrena mortale. Mentre seguivo una pattuglia di esploratori nella intricata boscaglia dell'Bntiseià, ho visto giungere alcuni di questi uomini. Spingevano con grida rauche e spente vitelli macilenti e capre magre; quando si accorsero dclla presenza dei soldati, agitando le braccia in segno di saluto tentarono di correre loro incontro ma, esausti per il lungo cammino e per i grandi digiuni caddero, risollevandosi a stento. I nostri soldati li soccorsero amorevolmente, offrendo gallette e pane. Per dicci giorni quegli uomini si erano nutriti solamente del latte delle capre, avendo esaurito le magre provviste di dura e di granturco. «Se raccontassimo tutte le miserie che si nascondono sotto l'insegna del Leone di Giuda — dicono uh nostro collega parigino — nessuno vi presterebbe fede. In tutte le Provincie con/mónti col Tigre le forze del Negus si sgretolano e si disperdono. Nessuno, nemmeno i più fedeli ai rast.coni- e a e e e e o m . prendendo la ineluttabilità del fenomeno, osa impedire l'esodo delle popolazioni verso le nuove pro- ..... r,.. „. .ti, la.sporcizia, i ne, il sopruso, il schiavismo sono svincie italiane. I massacri più or- rendi, la miseria, la sporcizia, mali, l'oppressione brigantaggio, lo scmuvisma sonasvelati. La acute fugge questa buia atmosfera di terrore c corre iiciso la luce cl,c emana dallo spi-, nto della umanità civile». [«Se sapessi descrivere la vita di certi uomini, incontrati a tor-ìme sulla via di Adua, dove accor-1 revano a celebrare la libertà ricon-)quistata; se sapessi raccontare la storia di molti massacri tragici, vi potrei dare una visione esatta delle condizioni degli schiavi etiopici. Questa gente vive in capanne di frasche, aperte ai venti ed alle pioggie. I tukiii, in confronto a questi tuguri, sembrano palazzi principeschi. La maggior parte denti schiavi non ha »„,i ,/!•«/„ Tili, """ a^ag-i giato la farina e la carne, nutren-dosi sempre di latte di commettaIe di eapra. Senza muscoli, senza'vigore, sema luce umana nello1 sguardo quasi sempre oscuratoda a! n i a e . ombre, pigri e senza volontà, ignorano non dico la bontà e la bellezza dclla vita, ma persino la ragione stessa di conservazione, istintiva, brutale. Sono esseri nemmeno uguali agli animali, ai quali provvedono nelle lunghe giornate del pascolo. Non vi racconto leggende, ma realtà vista, e la tristezza che dà questa vista, e di per se stessa così greve ed opaca, da non lasciar possibilità di esagerare il racconto con la fantasia ». «Sono entrato in alcuni di questi tuguri sènza tetto, senza letto, senza nessun ornamento. A terra due o tre stuoie; al muro cenci. Le donne, spente, macerate dai mali, snervate dai digiuni, prolificano scarsamente e molti dei nati soccombono alle prime licci malattie per mancanza di cure. Ad interrogare questa gente si ollc.it• igono in risposta incomprensibilirauchi suoni. Vite senza luce «Alla cima del sistema schiavi sta sta, come sapete, il ras o il eapooil ricco vale a dire quegli che è di condizione privilegiata per ragione politica o per denaro, il quale mai si disgiunge dalla ra- aione politica etiopica. Al scollilo -\dci ras, dei capi, dei signori vivo-<)a guardia armata e tutti traggo n] no danaro dai servi, ai quali spil , o, e . T.^^^'r^g^M'ùi'eM «t!amenti, ma il padrone requisiscele bestie clic nascono e al padro- limo il faticoso guadagno. I servisono pastori nella maggior parte, ... „ „„ , ..„.„ . nulla al suo possessore, il gitale, fra 1 altro, spesso si vedo costret-L to ad intaccarlo, per donare al pa- no spellano anello i frulli della terra. Insomma, il capitale delloIschiavo, costituito da greggi erf! armenti o dalla terra, non rendoìto ad intaccano, per aonare m pa-| dronc ti più bel capo in occasione, di matrimoni, di funerali e di /e- «e. Pena la torma, ,1 servo non [potrebbe alienare neppure per teso proprio nessun capo di bestiame; ;ccco perchè lo schiavo si nutre soltanto di latto. Il grano devo cs- scrc consertila to al padrone; ecco perche il contadino servo non co-' nosco la farina. Questo stato di cose viene ora a cessare in quella parte del territorio etiopico conquistata dagli italiani. Il bando del generale De Bono, rigorosamente e rapida- mento applicato, porta la libera- siane dei servi senza per altro pro-,;,r,,,r rotim ri Mxii m*h*£»*a vocaie, come u dissi, resistenzada, parte dei padroni. Nella atolte di Gondar, nello Scioa, »tel-lo Scirc e in tutte le regioni non ancora sotto il nostro dominio. centinaia di migliaia di nowinisoffrono l'onta della, catena Le inquietudini di Addis Abeba E' giunto da Addis Abeba il si- finor Fabio Castani, capo dell'uf- fido telegrafico etiopico. Egli ri-mii.s-c alcuni giorni prigioniero ncl-In sua casa, assediato come- era da bande di armati, quasi, senzaacqua e .veir.a luce, filialmente potè fuggire, sottraendosi con i«ni;„>„„' «dcsioiic allltuliu'dctVAhn |„ft c dcl capitolo di Aksum. Co astuto stratagemma alla severasorveglianza. Egli racconta cpiso- dt significativi dello scoramentodei/li ambienti di Addis Abeba, dizio che fu svanita la speranza di vedere gli italiani battuti ria ras Seguili e da ras^Kassa Ai(iV.Si fanno sforzi incredibili per raccogliere armi e armati e inviarli nei territori dove si presume imminente l'avanzata italiana. Il clero copto di Addis Abeba si mostra particolarmente colpito dalla c da presumersi che at-rc«,,a..o atri^ rf^.^''^'f™ ; « da sconvolgere la compagine detta cliusa copta, sulla quale u negus faceva grande assegna- mento. l Alcune suore delle Missioni dcl-Alcune suore delle Missioni dclla Consolata di Torino sono ricn | tinte a Giliuti da Addis Abdia, dirette verso l'Italia. Ad Addis Abeba resta ancora il dottor Borra. !»nc*teo "l>l»ini° lidia Missione\della Consolata torinese. Alfio Russo. , 4PPI 2 Ii |j RAS GUGSA', il Governatore del Tigre, segue le evoluzioni di una squadriglia di aeroplani nel cielo di Adua. i d! ! ', NOTABILI E IL CLERO Dl AKSUM PRESENTANO AL GENERALE BONO

Persone citate: Addis Abdia, De Bono, Fabio Castani, Negus, Tili