Il libro degli animali

Il libro degli animali Il libro degli animali Questo è un libro divertente; nella sua gaiezza, nel brio, nelle mezzetinte umoristiche scorre una vena amorosa e sollecita, che dilaga rapidamente in delicate commozioni: poi il racconto riprende il suo corso, sfaccettato e ironico; ma quel fondo di pietà, di comprensione, è come un accordo basso e sostenuto che sottolinea le variazioni della fantasia. Per farci | la storia dei suoi animali, parian- ti o no, — Il libro degli ammali. r.on illustrazioni di Anselmo Bue^ Mondadori Ed. — Fabio Tombari sl è fatto un pry favolista, un po, zoolog0| osservatore attento delle cose della natura, interprete malizioso di primordiali istinti; ci ha messo dell'immaginazione e uno spirito graziosamente avventuroso; ma soprattutto si è rivelato tenl'iqpdndmmaetotiepoeta. Non v'è dubbio che questi animali siano veri animali, nel chiuso orizzonto della loro bestialità, con bizzarrie e capricci improvvisi, con un che di vago — psicologia, umore — che li fa ad un tempo lontani e vicini all'uo mo. Ma è anche certo che il Tombari li ha portati su un piano poe tìco, in cui la rappresentazione realistica trova sempre sfoghi e svo,^u variati ; mani. festazioni di una saggezza oscu- CassmsgrrCra e fantastica. Ecco la vacca nel la stalla: « D'inverno, se nevicava, vedeva la neve. La guardava scendere con malinconia. La neve era qualcosa di diverso dal toro, dal giogo, dal vitello, ma non era estranea. Le procurava un diverso sentimento che le metteva freddo, l'isolava. La bestia non pensava — dove sarà il mio vitellino? cosa farà stasera?... — guardava la neve, e tutto, le distanze e la notte che scende e il proprio respiro erano fuori del tempo, inevitabili. Poi un ragno si calava da un trave: la bestia volgeva gli cechi, fissava quel ragno ». Tra tanti passi caratteristici abbiamo scelto questo per il suo equilibrio, per la misura rappresentativa e fantastica. Quasi non ci si accorge di quanto sia calda qui, e delicata, l'interpretazione poetica. In altri passi il realismo dell'atteggiamento bestiale, o l'arguzia o la fantasia, possono con maggior prontezza prendere il sopravvento. Qui la rappresentazione è sobria e controllata; eppure quante cose sono suggerite, bestiali e umane, grosse e sottili, che soltanto la poesia sa fondere ed esprimere garbatamente: quella psicologia inferiore, quel sentimento di una differenza appena percepita tra i varii fenomeni che si sovrappongono nella vita de! povero, paziente animale, quell'intento volgersi e posarsi degli occhi. Piccoli spunti — « dove sarà il mio vitellino? cosa farà stasera?... —; e l'autore dice che la bestia non pensava a queste cose, ma le fa pensare a noi, ma le suggerisce come un sogno inconscio e eosmico di quell'animalità posta fuori dell'intelligenza; come un tratto felice che allaccia realtà e fantasia. Il volume è spiritoso e aggra e o i e o e - ziato; quasi allegro nel moto del j lo stile. Talvolta l'interpolazione ; umana, la bravura, il gioco delle similitudini, delle allusioni, una specie di funambolismo pittoresco e ameno, vanno un po' oltre, forzano il tono e l'accento della scrittura. V'è una. scena di jazz e di caffè notturno tra orchidee, banane, colibrì e scimmie, in una isola del Pacifico, v'è la fine di un beluga sulle rive del Tamigi (e sei ragazze del balletto Miss ! | Colosseo che lo scoprono tra stril-i-ili e risaie) che stridono un po', i Ma queste cosette, come certi -1 spunti o appoggiature del raccone1 t0| cpme nel|a Volpe la figura di l famoso detective, come lai i| i , . chiusa dello Storione, se pur incrinano la fluida e felice piacevolezza del volume, non la intaccano a fondo. Il Tombari non si è del resto aggrappato a un unico stile di favolista e narratore, per queste sue figure e figureUe animalesche; ha variato modi e itoni' le ha fatte Parlare 0 le ha j lascia.e tacere, si è rifatto alla : vita domestica, all'esperienza quo- : tidiana di ognuno, o si è abban- donato a fantasie di profonditàmarine, di grandi foreste, d'isole 0! lontane. Ha cercato per i suoi- cro; una verità semplice e primi-- ti ed na vomlo esprimerli-, , ^ maniera muslcale e pitto-1adatta per ciascuno di Spesso vi è riuscito. E ove la legittimità delo l'osservazione naturalista pare - ; lievemente compromessa, egli è a certamente riuscito a esprimere & « f-»; • sciogliere fantasia e - curiosità. Curiosua astuta e te- ' nera, sogni e vagabondaggi tra i ' f: une e flore domestiche o selva- j tiche. - | gcende rautunno con tempeste. -, travoMmenti di acoue e di i i co" fi.T la distruzione 6 U buio e [ venti, e la aistiuzione, c u duio i improvviso in un mondo che sii' spegne. Poi ritorna la primave-à; ra, la grande estate: è la rinasci-Maso-e orano a ! senza pietà; è l'assalto belluino.- [ il fucile dell'uomo, la mano pron- a ! ta a ghermire e uccidere della - ' cuoca. Cade il galletto nella pen- tol Ia ieonessa è abbattuta dali . ' ,, „ „,it „„. , . - cobra, il cervo mitragliato dai - cacciatori. Ma poi ogni cosa, ognia ! animale, morendo, « s'arresta sule, ; proprio presente =, e c'è un'isola li : nello spazio ove il tempo si pia-ca 0ve gli alberi abba.tuti rie ! pendono la loro statura, ove il &Ì»^ "rito e il gallo O' Fara- -1 Plrl ritrovano se stessi. Qui, in i ' questo paradiso della natura è la ' mèta delle piccole morti sparse -! pel mondo; il concilio delle anin me semplici; e qui è una grande li, pace. E. rultimo capitolo del lio r. . r., , , ! bro, ove l'autore conchiude le sueu s- no fantasie, con l'accoramento e lo stupore delle belle favole. Non è certo il capitolo più bello, ma è quello ove tenerezza e poesia modulano più dichiaratamente gli ultimi accordi. Francesco Bernardelh

Persone citate: Anselmo Bue, Fabio Tombari, Fara, Mondadori, Tombari, Volpe