Come è stato rivelato l'affare Rickett

Come è stato rivelato l'affare Rickett i primi poteri in Abissinia: la spia e la mancia Come è stato rivelato l'affare Rickett e l a i e ; e o , o a di o e, di a o o a o e¬ (DA UNO DEl NOSTRI INVIATI) GIBUTI, ottobre. — E lassù come si vive? L'italiano, reduce da. Addis Abc- ba, mi (juarda di nuovo con occhio duro. Stiamo seduti ad una tavola del Caffé Rigas, il club diali avventurieri e beviamo. Il consiglio dell'alto funzionario della Ferrovia Gibuti-Addis Abeba di bere e bere molto onde non irritare i reni per il sudore eccessivo, è facilitato dal vecchio Rigas, un greco gottoso e chiacchierone: le bibite, difatti, vengono servito entro bicchieri da far invidia ai bocks monumentali dei birrai tedeschi. Il compatriotta ne vuota uno di colpo, prima di rispondermi: — E come volete che si viva ? Si vive male! — Le derrate cominciano u mancare? Le spie.., — Non ancora! Ma la sorveglianza, a cui si è sottoposti, rende l'esistenza impossibile. Non conosco martirio più sopraffino. Tutto è controllato: i vostri posai, le vostre relazioni, i vostri discorsi, come son controllate le persone che ricevete o visitate, le lettere che ricevete o spedite... Una macchina speciale, arrivata dalla Germania, apre, senza lasciar traccia, tutta la corrispondenza che un tigrino, ex-allievo delle scuole di Asmara, legge con il comodaccio suo, e vi fa tenere dopo un paio di settimane. E non lamentatevi! Che le buste se portano bolli di ceralacca vengono stracciate con la conseguente dispersione delle lettere rispettive... — Anche se raccomandate? — Naturalmente! — Possibile? Il vecchio italiano mi dà sulla voce con una certa vivacità: — In Abissinia, tutto è possibile. Per conto mio, proprio ogga tributi, ho saputo che mi vennero spedite, mesi fa, tre raccomandate con altrettanti vaglia bancari per un valore complessivo doltre seimila lire. Non ne ho rice-vuta manco una. Purtroppo, umartirio della sorveglianza non slimita alla posta. Nella stradanella casa, presso le famiglie amiche, ovunque, voi avrete sempre l'impressione che un occhio attento vi scruti ed un orecchio sia teso ad ascoltare le vostre parolechi le dirige A questo punto, Impressionato e curioso, domando: — E chi dirige tanto meticoloso servizio? — Un levantino, perdinci! — mi risponde quasi stupito della mia ignoranza -—; il capo dell'Intelligence Service AbbissinoCleanits Muscopnlo, ex-guardia municipale di Salonicco. — E l'assecondano? — Altri levantini! Una banda di 400 greci, siriaci, armeni e turchi compone, difatti, i quadri dquesto Intelligence Service in sedicesimo, mentre l'ottanta per cento della tntppa viene fornita daglzabanias... — Gli zabanias? — Gendarmi etiopici, vagamente vestiti ed istruiti all'europeaPer quindici talleri il mese — sessanta lire circa — costoro ad Addis Abeba regolano la circolazione automobilistica e quella piimponente e complicata dei muldei cammelli e dei pedoni; sorvegliano il mercato ed acchiappani ladri. Dal marzo in qua, però, lloro principale mansione consistnello spiare gli italiani con la scusa di assicurarne l'incolumità. — E come se la levano ? — Bene e male, secondo i casSe, nel servizio spionaggio, si lasciano « vedere » un po' tropponel servizio « incolumità stranieri», al contrario, sono perfetti. A parte una sassaiola contro le casdegli italiani Marciano e Cerioincidenti degni di rilievo non nvennero registrati mai. Per ordne del Negus, ogni tentativo xenofobo dev'essere represso — come spiegarmi?— ab ovo coti lscioglimento d'ogni minimo assembramento. Così tre o quattrindigeni si radunano al passaggid'un europeo? Subito, uno zabania piomba loro addosso, urlando« Ba Hailè Selassiè!... Ba! Ba!...che, poco su poco giù, può tradursi: «In nome di Hailè Selassiè, scioglietevi! *. Se gli indigententennano, esitano o tardano umomento solo, entrano in lizzcerti sfollagenti in pelli d'ippoptamo, che dove arrivano... Il mio informatore sulla videi bianchi ad Addis Abeba sorrdo « precisa,. — Con l'indigeno, lo zabania non discute mai: picchia. — Con l'europeo? — Si prende la rivincita, discutendo ore ed ore per un'infrazione qualsiasi; discute fino a quando, stufo, l'europeo gli rifila il hascisc. Il « bascisc » Mentre si chiacchiera e si beve, un'umanità nera, slracciona, ulcerosa e rachitica è venuta ad assediare la nostra tavola e biascica una melopea triste, monocorde, ostinata. — Tendete l'orecchio! — mi dice il compatriotta. — Chiamano il bascisc... « Base... base... base... ». Bascisc! Parola magica, che riassume fedelmente i nostri concetti europei d'elemosina, mancia, offerta pia- mezzo per sbarazzarci d'un mendicante noioso e tenace, per evitare un grattacapo o una multa, per ottenere un favore e, magari, un appalto o una concessione. In Etiopia, lo domandanotutti: il lebbroso al crocicchio del-la via, l'indigeno per fornirvi una indicazione, lo zabania per chiudere un occhio sui fari spenti e per non prendervi il numero se avete schiacciato qualcuno. Lo pretende l'untuosa, viscida coorte greco-armeno-siriaca, appaltatrice dei biglietti d'introduzione presso i funzionari governativi, municipali e militari; lo esigono i ministri per appoggiarvi presso t'Abuna, e t'Abuna, grande manager dei Negus Neghesti, per ottenervi un'accoglienza, una concessione, un monopolio... Nel paese dell'erede del giusto, incorruttibile Salomone, tutto si compera e si vende, si ricompera e si rivende... — E gli intermediari di tali oscuri mercati sono? — I levantini e i preti copti. Il reduce d'Addis Abeba si interrompe alcuni istanti, per domandarmi poi a bruciapelo: — Conoscete l'affare Rickett? — Abbastanza! — Saprete, dunque, ch'egli ven- ne introdotto presso l'imperatore\ da una lettera del patriarca cop-o — a , a a -1 to: i j Pei i to di Alessandria? — Lo so. Il colpo del diacono copto — Ma non saprete di sicuro che, nell'affare colossale, la chiesa copta si riservò il due per cento di bascisc. E non saprete neppure in quale modo il vostro collega, sir Percival Philips riesci per primo a darne la notizia al suo giornale, il Daily Telegraph...VernmenZe, no. Invece di continuare, il mio tn-terlocutore accende la sigarettae comanda da bere — Parlate! — lo prego, estre inamente incuriosito. — Oh! niente di rocambolesco — riprende tranquillo. — Nelline, ch'egli sborsò, illico et im-mediate, al segretario dell'Abunaun diacono, che nella contratta- ] prezzo è precipitato. Interviste, j il Negus ne concede troppe. Con zione aveva servito da traduttore del testo amarico. Costui, in pre cedenza, aveva offerto la notizia e il testo della concessione ai corrispondenti del Times e del Dai-| ly Mail, che sui due piedi non disponevano della somma... Il pio segretario, difatti, pretendeva di esser pagato non solo subilo ma anche in contanti. Frappone una nuova pausa e battendosi sulla spalla: — Senza il bascisc, amico mio, i vostri 11)0 colleghi, che affollano in questi giorni gli alberghi di Addis Abeba, non potrebbero fare manco un colpo... — In parole chiare, volete dire che le stesse interviste col Negus sono pagate? L'uomo scoppia in un ridere rauco e secco come un sarcasmo: — Si capisce! sono pagate! Un'intervista con l'erede di Salomone costa 100 talleri, 400 lire. Costa? Non è esatto! Costava 100 talleri. Adesso, come per le merci in sovrapproduzione, il talleri, se ne può ottenere una fii mille parole. — In breve, a parte le intervi ste imperiali, i miei colleghi lassù come lavorano? — Come possono! Ogni tanto, vengono convocati all'ufficio stani pa dall'egiziano Soleiman, un exprofessore del Liceo Menelik, che sostituisce il capo-ufficio titolare, un meticcio tedesco oriundo di Gerusalemme, certo Davide Hall, attualmente in Europa; e lì, qualche volta, ricevono un comunicatine stringato, stringato... — E quando non lo ricevono? cmvrevLbslt1dFns— Allora, appunto, entra in futi-, ■'ione il «bascics» e nre^n SoZei- sone u « oascics » e presso xoie\-\ "">» e presso t suoi dipendenti e, ' presso qualche funzionario dei va ri dicasteri o dello Stato Maggiore. — E se, per dannata ipotesi, il « bascisc » non produce alcun effetto ? — Un rimedio estremo, i vostri colleghi, lo trovano sempre: inventuno. E, nell'inventore, pur col ri e] ~^"Smutò"ai "gZmamuìàtìni -i S...,—„..,„ ±............. o i l . e tedeschi, queVi americani ed inglesi eccellono. E scoppiando nello stesso ridere rauco e sarcastico che mi ha col- pito poco fa, il reduce dall'Etiopia', *L . 1esclama — Naturalmente, le loro panzane son tutte rivolte contro l'Italia... — Tutte? Anche quelle degli americani ? — Anche quelle! A questo punto, interrompendolo, io osservo: — Mi spiego benissimo l'atteg -\^Mfnt? ««to/o&o « molti giora l nali inglesi; ma non mi spiego la irresisiibile simpatia per gli etio-pici dei giornaS d'America, doveìuotiio nero e considerato poco pilidi una bestia. — Io me lo spiego. La maggiori-| a,\ne "! c°lure- Paolo Zappa