Primi giorni di vita civile dopo secoli di barbarie di Guido Baroni

Primi giorni di vita civile dopo secoli di barbarie L'impronta di Roma nel Tigre riconquistato Primi giorni di vita civile dopo secoli di barbarie Fervore di opere feconde in tutte le regioni occupate: Centinaia di pozzi trivellati e cinque giganteschi serbatoi d'acqua - Quattro centrali elettriche e 190 chilometri di strade Continuano le sottomissioni di capi, popolazioni e comunità religiose - Nuovi episodi dell'avanzata su Adua. Comunicato IN. 22 Roma, 18 notte. Il Ministero per la Stampa e la Propaganda dirama il seguente Comunicato Numero 22: «Il generale De Bono telegrafa che — salvo ricognizioni dell'Aviazione — non vi è nulla da segnalare sul fronte eritreo e sul fronte somalo. «Continuano le sottomissioni dei capi, popolazioni e comunità religiose ». Forze etiopiche in moto verso i due fronti (DA uno dei nostri inviati) Adua, 18 notte. Nessuna azione bellica da segnalare: vigilanza intensa agli avamposti, rastrellamenti eseguiti da pattuglie, voli di ricognizione della nostra aviazione; nelle retrovie continua febbrile il leverò che ha accompagnato e che consolida l'avanzata italiana. Gli aviatori che hanno incrociato sulla zona intorno a Makallc riferiscono che forze abissine vanno concentrandosi nel Tcmbien, la regione a nord-ovest di Makallc. Delle colonne di armati abissiniIsono stale viste in marcia verso il nord: si crede che queste forze appartengano a Ras Kassa al quale si attribuisce il divisamente di tentare un'azione controffensiva'contro l'ala destra del nostro schieramento. Secondo notizie pro-\venienti da disertori abissini, nel-\ lo regioni a sud di Addis Abettaìsi vanito riunendo dei contingeiiti\militari per rimpazziare i vuoti' provocati dall'invio dei soldati di quella nord. regione verso il settore Strade e acqua In tutto il retro-fronte continua intensa l'attività delle nostre compagnie del Genio con la costruzione e il miglioramento delle arterie stradali, di recente aperte al traffico degli automezzi. Anche la strada camionale fra Adua I e Aksùm 0 ormili compiuta. Gli automezzi hanno' potuto iniziare il percorso e raggiungere la città santa etiopica. Le difficoltà] per completare la suddetta strada sono state grandissime e hanno dimostrati "Udirà una voltai la possibilità isti nostra rapida penetrazioni '/'portatrice di civiltà e di !• si contata, sulle nuove posizioni 190 chili".' .tri di strade: c così .,>. A tuli oggi possibile oggi, nei settori dei tre\Corpi d'Armata, il rifornimento di viveri e munizioni a mezzo di,autocarri, escludendo fin dove ù possibile, come e nelle direttive del Comando superiore, il servizio dei muli che c lento c talvolta scurso al confronto. Si fa sempre più rado, dietro la armata, il traffico delle autobotti. Le ricerche di pozzi e le trivellazioni del terreno nelle contrade jconquistate, permettono in molte,zone alle colonie di affrancarsi in parte dai rifornimenti idrici itti- lizzando l'acqua dei lgl pozzi tri- velluti negli ultimi dieci giorni e quella fornita dai torrenti, che co-\tossali distillatori rendono potavi-\le, o quella delle sorgenti, tre initutto, riattivate. Cinque gigliate-schi serbatoi in cemento urmutosono stati costruiti nelle contradepiù aride. Dove arrivano questi grossi serbatoi, le popolazionismettono quella loro uria cotltem-piativa niente affatto fucile a me- ravigliarsi o a entusiasmarsi, e si abbandonano a manifestazioni di delirio. Continuano fluttuato a preseli-tarsi ai nostri comandi delegazio-ni di villaggi fuori del territoriooccupato per fare ulto di obbedienza. Fra le più notevoli sottomissioni avvenute oggi e quella del priore di Eudu, Medttil Aleni, che si è presentato ul nostro Comando di Aksum insieme a nove altri capi di comunità religiose. Dal fronte somalo si ha notizia che Ras Nussibit, che ha posto il quartiere generale nei iircssi di Harrar, esattamente a Tomsa, sfa ora marciando, con le sue 'orze versa il sud. Tale mossa, he ha carattere e intenzioni strategiche, è appoggiata sul fianco Igiornalistica recandomi fra le no sire truppe e vivendo per qualche dalle truppe di Ras Sesta che marcia lungo la valle dcll'Uebi Scebcli. Lo scopo strategico della marcia dei due ras è quello di incunearsi e separare le divisioni italiane. Ai nostri avamposti Ho compiuto un'esplorazione ora la loro vita. Ho lasciato Adua stamane alle cinque, ali dirigo verso le nostre posizioni avanzate a 'sud di Adua. Attraverso l'altipia ho, che ha ripreso il suo aspetto \normale. Gli indigeni sono tornati \ allo loro occupazioni. Ma qualche ìcòsa di nuovo, di bello c'è nell'u\riu. Nei campi ferve il lavoro: e ' I ] i in questo lavoro che riprende si scorge già la fiamma nuova che lo anima. Il contadino tigrino sa ora che il suo campo è veramente suo; sa che il frutto della sua terra non gli sarà portato via dall'ndiuto rappresentante del governo di Addis Abeba, che kurbasch alla mano, verrà a requisirglielo. Egli su, ha visto coi suoi occhi, che le armate dell'Italia fascista, precedute da racconti e da descrizioni di favolose crudeltà ad opera degli ignobili propagandisti razzisti, hanno portato il benessere, lui tranquillità e la fiducia. Il mio passaggio è salutato dagli agricoltori col saluto romano. E quel braccio nero che si leva in alto non è un ossequioso ed untuoso atto di omaggio al più for,tc, non saluto per timore. E' un mìutll Sp0HtanCO, riconoscente. entusiasta. E' l'Italia benefica e passa- lunghe file di muletti, carichi leale di Mussolini che viene neo\1toSciuta. Sulla mulattiera ,di provv{ste per le nostre truppe.UMi avvicino alle posizioni tcnu-\te dui 23" battaglione indigeno. Il1battaglione che stroncò la resi- stenza nemica a Ernia Johumcs e a Amba Scbut. Il mio muletto fu prodigi di equilibrio. Raggiungo Icosì il cocuzzolo di un'amba, che jrfoHiture una conca, lussureggiante Idi bassa vegetazione. Dall'ulto ,scorlJO m ,„.,„,,,„ di tende: sono 7o tl.lulo dc,lU ujilcMu di varie cowy,af/Mjc indigene. Faccio (alco m quairìlc centinaio di metri e solw uUa preselI,„ dei „oaM \avampostÌ, che si trovano a Elida \chidane Merci, i ] Ad Amba Sebat l jil sole luccicano le canne del]^ mitragliatrici pesanti, puntute i VCrso il sud. Gli ascari fanno cir] colo intorno alle armi. Stavo per -ìscendere dal muletto, quando un - ufficiale mi si para dinanzi, mi i chiama per nome e mi abbraccia, i Non lo riconosco subito. Si toglie \ \i berretto: è Dino Rimcdiotti, 1agile e nervoso come sempre. Mi -Unvita a dividero con lui il rancio o]della scrii. E' entusiasta del suo a , e e , o 23" battaglione Ambesà. Fa freddo; ci ripariamo sotto la tenda; sono con noi il maggiore Fenoglio, comandante del battaglione e diversi ufficiali. Parliamo dell'azione che il 23" ha svolto duruntc l'avanzata di Adua. Il combattimento sostenuta da questo battaglione ad Amba Scbut può considerarsi come l'azione più importante di tutta la nostra avanzata. Dopo le 11 del giorno 6 il te nente Rimcdiotti, comandante là terza squadra di esplorazione, rie- sce a raggiungere il cocuzzolo dell'amba. Il caposquadra alza la bandiera bianca: via libera. Rimcdiotti avanza con un plotone fucilieri e due plotoni di mitragliatrici pesanti. Il ?ieniico adotta la.tattica dell'attesa. Non vuoleI impegnarsi con le pattuglie di] punta, e scoprire così le sue forze, pensando di poter battere il gros- ' .so del nostro compagnia èbafpefa°Z'feV-pTl ra>Kiiun<iere le pendici dell'amba che dalia sinistra sbucano fuori | ir,oo armati etiopici, che aprono \ un nutrito fuoco. Il nostro ufficia- le intuì la manovra dell'avversa- rio, che tentava dividere il batta- \ glione e impossessarsi delle nostro mitragliatrici. Lascia pochi fucilieri alla difesa dell'amba e piazza tre mitragliatrici pesanti ad impedire che il nemico svolga la sua tattica di aggiramento. Contemporaneamente il secondo e il terzo plotone della terza com i estrema sinistra, riesce a dare un pagnia e il primo della prima i avanzano. Il nemico divide le sue preponderanti forze, baldanzose e\ violenti, e sembra certo della vit- ■ . . . , „|roiift. E così la teiza compagnia \ c/ic riesce a tenere lontano il ne-. mica dal grosso del battaglione, Al tempo stesso il primo plotone della prima compagnia viene alla ; estrema sinistra, riesce a dare un colpo sensibile al nemico, che teii--tava disperatamente di sfondare, la nostra estrema sinistra per squadra, cadeva U'ito. All'ufficiale che voleva soc- \correrlo, il morente rispondeva: 1 «Niente paura! Niente paura.' Sempre avanti! Viva l'Italia!». I piombare sulle salmerie. Il nemi-, co ripiega, il suo fuoco si fa me- no violento, lascia sul terreno due- cento uomini, fra morti e feriti,'poi si dà a fuga disordinata. ! L'azionc ha dato luogo ad epi- sodi bellissimi. Il buluk bàsci Ne- ijussiè Tsofu, alla testa della sua ?ZtlÌ!^"Ie11 A Mariani Scicouibu avvicinati-1rio.si a un tukul il nostro plotone] viene fatto segno a colpi di fu¬ Xcilèrìq, Fatto cessare il fuoco, i nostri entrano nel tukul e catturano, fra gli altri il sedicente uccisore del nostro tenente MarganUni. Lascio la tenda degli ufficiali. Il cuore gonfio di commozione, di serenità, di gioia. Il mio mulo lento o sicuro risale l'altipiano. Sul tardi sono r1'. ritorno ad Adua. Guido Baroni. XnrcUIAh LA SVEGLIA A BORDO del «Ganpo- in navigazione per 1'».

Persone citate: Addis, De Bono, Dino Rimcdiotti, Fatto, Fenoglio, Mariani Scicouibu, Mussolini

Luoghi citati: Addis Abeba, Adua, Harrar, Italia, Roma