Il viaggio di nozze di Re Alboino

Il viaggio di nozze di Re Alboino VIAGGIATORI E INTERVISTE FUORI TEMPO Il viaggio di nozze di Re Alboino Il belvedere della cupidigia -- Rosmunda, nome ingannatore - Le « tose » longobarde e Garibaldi del VI secolo -- Clotsuinda, chi era costei? RAKEK, settembre. Tra, i due viadotti ferroviarii di Borovnica c la stasioncina di Rakek, le autorità jugoslave verìficrtna, in treno, i passaporti. Nè il funzionario di polizia in borghese, nè il sottufficiale dal tipico berretto serbo con la cupola a lobbia hanno osservato, sul passaporto d'un viaggiatore di prima classe, un dato eccezionale: più che tredici sfcoli di età. Quel passeggero d'eccezione i Alboino, per nazionalità longobardo. E' ritornato per contemplare ancora una volta il panorama dell'Istria, dall'alto del monte che pur oggi porta il suo nome: il Monte Re. Senza- quella visione allettante — nel 568 — da quel naturale belvedere grandioso, delle vallate fertili e assolate, del mare lucente nel golfo di Tergeste, re Al baino longobardo non sarebbe sceso in Italia, e la più industre regione nostra avrebbe ora chi sa quale nome, invece che Lombardia, ossia Longobardla. / Lombardi di oggi hanno avuto dai Longobardi il nome, e un po' anche la pronunzia dialettale.Mentre il treno discende ili curA va ampia all'orlo dei boschi su la pittoresca vallata dell'Uncia, aU traverso il finestrino di sinistra re Alboino riconosce, ad occidente in terra italiana, il profilo caratteristico del Monte Re: isolato c scosceso, è un bel piedistallo gigante per un invasore cho vi si soffermi a meditare la conquista.Sull'orlo di quel ciglione checado ripido per circa ottocentometri, 1367 anni or sono re Al-lioìno si soffermò, sàgoma statua-iti dulia lunga lancia. «Longobardi» furono detti iSUòi, perche armati di « ll<»//«alabarda » a perchè forniti di«lunga barba»/ Alboino, in incognito, viaggiasenza alabarda. — Scusi, è la 2iiiina- volta clivmene in Italia? - - è la domandaconsueta che si fa allo stranierocompagno di viaggio mentre ilt™°- e Post"»"a' oar-ca la frontiera L _ JT,o; ò, la 3eC0"da' fa ì al-trit volta che venni passai un po'l"'« a settentrione, per quellastrada nella valle che il treno haattruverstito due volte, tra Vrhni-Ica e LongàUco: a quattro migliand occidente incontrammo il pri-mo vallo romano... — Quasi davo anche adesso èto frontiera italo-jngoslava... — E poco dopo ce nera un al-tro, nella Selva di Piro... — Ne limane ancora un beltratto, proprio su la strada. I fan-ti della Brigata Ferrara, ossia isolduti romani di oggi, vi hannomurato una lapide che consacrail ritorno agli antichi confini:^< Roma redit per itinera voterà 0o»*»'^? . , R» Alboino capisce bene il lati-fM}>Jf /(„s,,„Meed adottarono volentieri essi stcs-si solenni formule tratte dal fra-««rio classico. Gli invasori non. si assimilare-no troppo presto ne con facilitacon gli Italiani, ma Gregorio Ma-, ^-^STSb cZrlnòaiiep0poluzioni italiane la libertà di,.jre,.p secondo le leggi romane: gno comprese bene, un po' più tardi, che i Longobardi non sarebbero mai stati espulsi dall'Italia. Nell'albero genealogico di pa- recchi di noi c'è dunque qualcunodi coloro Re Alboino, alla cui memoria ancora, dedicato un monte, è ri- /,„• sapere che questa sua memo ,-m, è meno degna di vituperio ditornato in breve gita, anche perquel che i programmi didatticicontengono: — E' vero che:, discesi dal Mon te Re, i miei saccheggiarono Tergeste, la bella vostra Trieste di <>gni, e che portarono bagliori difiamme fin sul mar Ligure, manon bisogna dimenticare, ad esciti-pio, l'episodio di Paria. La città mi resisteva tot tre unni.' ed io giurai con rabbia che. prestila.non arre, lasciato pietra sii pie- *™J*J**!P!2:J* vlt±.?'l!!'ul?vi entrai, poi che si arrese finut-'ncnte, il mio cavallo cadde e non volle rialzarsi. Compresi alluni che il mio giuramento era malvagio: non lo mantenni e fui cle mente... Meriterei che l'episodio fosse commemorato con una lapitie, presso quella porta che alfora si intitolava- a San Giovanni...— Adesso è Porta Garibaldi... Coincidenza bizzarra: il cagno-me del vostro eroe lo abbiamoportato noi. in Italia: il re bàia-io Garibaldo non fu forse il ge-nero di Anturi, sposo della buona Teodolinda t Pronunciando il nome della pia regina che aveva portato il sor-riso alla corte- dei suoi succbssoì'Ì — Anturi e Ai/itnlfo — re Alboino«?n può non rabbuiarsi, per altriricordi: _ La „ ^ ^ nwlì.ucci- mule minore, poi che i guai più grandi me li ha procurati dopo morto. A causa di lei, io non godo certo la simpatia dei posteri... Ci sembra- legittimo raminin-ture a re Alboino la faccenda del'-ia causa dei mici „ Rosmunda! E l'avermi fatto „ derc da Elmichi è ancora il 11 i gainn si disc ros; c anelli liano avete «rozza». nolo brindisi nel cranio di Clinimondo, l'ucciso padre della regina dal nome soave. Il re longobardo risponde con un riso amaro: ;- Già: vi sembra un nome fio- rito e profumato: Rosmunda! Ma ,r ' . . „ . le tose non ci entrano affatto, poi cln ni lingua nostra Rosmunda di»' da ross, che vuol dire «co- vallò »: è lina paròla che vi abbia- mo-ìaaoUtta in Lmnbardia; a Ber- ■ 7,^ ;„ u„. L na pausa: poi aggiunge sarca- s''<".' — Perciò Rosmunda se l'in ten -deva con uno scudiero: Io l'avevo sposnta perchè m'era apparsa la più bella e brava, tra ^mci,mepreso prigioniere ai Grputi di Ch- nimondo: e mi separai dagli Avari, poi che l'Italia ci attirava:spedizione di conquista e luna dimit-ie insieme... Era il mese di aprite... Alboino rievoca - l'unno «vii»™-AiooiMO nevoca. tanno scgiicn- te a Milano. Nel u73, la tragedia di Verona: La conoscete bene, poi che si studia in tutte le scuole, ove >•«- 0 f„„^i„i7„ ,..,„ jganzi e fanciulle apprendono rirfodiarmi, purteiiiiiando per Ro- „■„„„,;„ -li . i,,-; ,. ii j muntoti Ma bisognerebbe legger toro il bruno di l'arilo Diacono, i/nostro stmiro, dove sì narra cpielche ella combinò per adescare Pe-i etico: pia troppa non potete P»k-bucarlo, per ragioni di moralità! E' doveroso riconoscere infatti che noi posteri abbiamo un po' i"1™'" ]u f^'lZi w „f ™"""(/n' fai se affascinati dall'apparenza "T» Vcfk'T i» lei la flint-itala dalle lunghe chiome, trascinata prigioniera da m Jg ,„..,,.„ uccìso'n pil(ìì.e e deieranio di lui aveva fatto una ma-" coVPn- jj «Io stesso —. giura Paolo Diacono nel nome di Cristo — in km iiiomo di festa ho visto il pria-tipe Rttehi tenere in mano questa coppa per mostrarla ai suoi com-mmsali» (Hist. Langobard., lib. ,.'St. E all'uccisore del padre di Ro- smanila sacrificava le lunghe e/.io- me, secondo l'usanza nuziale km- gobartot. Di questa cirimonia è ri- Mt £ bardo di oggi: la rag,,-,, è «tosa», un paesello tutto allungato su la via, ai due lati della chiesuola che ha uno strano orologio quasi lu g libre: il quadrante è nero e le sfere sono dorate, ossia intonsa, poi che le non sposate portavan lunghe trecce: erano «in capillo(Liutpr. log. I. 1, 2). Di tose e di tosatt non si parien bbe oggigiorno a Milano se, tredici secoli fa, i Longobardi non fossero discesi dal Munte Re. Sotto il Monte Re è Prevallo, Li si biforca la strada, per v i- pacco a Aidùssina e Gorizia, e per Scìioscccìiiu it Scstiìiu e Trieste. E' hi strada delle invasioni dall'o- riente.^ Otigi. al bivio, c'è l cippo con i !<lxcio ^t^ ^ ^ €0rl. gino della S. S. IV 57 del Vipacco e dell'Idria: Tronco I ». Presso il bivio è l'unico edifìcio alquanto animato del paese, poi che vi ha sede l'ufficio postale e uno spaccio di un po' di tutto: di- nunzi al negozietto sì ferma l'uuto- corriera iti Postumia e Gorizia. Nell'androne sono alcuni tavolini« gai colori. Una fanciulla bionda serve, seil-za timore, un « (yofo » di birra a un «foresto» dalla burba mipo-nenie, il quale sta raccontando cida obbligò la complice a bere il resto della venefica pozione... Il forestiero titilla barba imponente sospira e conclude: — Se re Alboino non fosse rimasto vedovo della primi, moglie, non avrebbe sposato Rosmunda. La prima consorte. Clotsuinda, una storta truce: narra la tragica j- ,. q . , , , - jUie di Rosmunda che, fuggita, con Efmie/u dopo aver fatto uccidere A/foohio, o f?ai-e)tna lo avvelenò: Niello spasimo della morte, il regi- era una brava donna, e non com »ii.sc- delitti. Per questo, ai vostrifiglioli e alle ragaz storia ricordando uva ut fi ti un. t Clotsuinda no. :e si insegna mRosmunda, e' - Toddi. Un legislatore longobardo. (l)a uu manoscritto ik-l geo. Vili) IL MONTE RE, E IN BASSO, PREVALLO

Persone citate: Diacono, Garibaldo, Niello, Paolo Diacono, Paria, Piro, Post