Una stagione eccezionale

Una stagione eccezionale L'ALPINISMO ITALIANO NELL'ANNO XIII Una stagione eccezionale no ora un meritato riposo o si ci-, vinostri La grande stagione alpinistica I rievolge ormai al termine. Dopo le | sumassime ascensioni estive, dopo Nec conquiste più belle e difficili i tivmentano in imprese di più modesta portata, fin dove, cioè, lo consente l'autunno che incalza. L'alpinismo italiano può guardare con fierezza all'annata che muore. Annata eccezionale, sotto! ogni aspetto: per lo straordina-j rio favore del tempo, per le gran- arrampicatori si concedo- ■ te sinsi vedemdi vittorie conquistate, per "l'eco Lache tali vittorie hanno avuto nel pubblico. Mai, forse, come nell'at- ; ptuale stagione l'alpinismo italia- no ed europeo ha spiegato sulla i catena alpina tanta brillante atti- mvita; mai tanti «problemi» della {trmassima importanza hanno trova- ! bruto la loro soluzione. Segno indilo-]'itbio questo, oltre a tutto, di una {alprofonda evoluzione tecnica e Imsportiva, a cui il nostro alpinismo1 tlha portato un contributo cliiaro! Led efficace, un contributo che ! scvorremmo dire decisivo. I progres- ! sos! realizzati nelle scorse stagioni guhanno avuto quest'anno una lumi-igenosa conferma; gli arrampicatori ] „1italiani occupano ormai, nella sca- mla dei valori dell'alpinismo euro-,guardia saldo alpii posto di avan- L'Impresa più clamorosa A voler fare un sia pur rapido bilancio della stagione alpinistica dell'anno XIII si resta seriamente imbarazzati. Le ascensioni di valore, non solo, ma le « prime » assolute sono stato numerosissime ovunque, sia sulle Alpi occidentali, che su quelle centrali e orientali. Un'impresa, però, emerge su tutte per la sua grandiosità, per la sua audacia, per l'eco clamorosa che ebbe, anche nella massa profana e merita il posto d'onore: la GGlescalata deli' inviolata" parete!»'Nord delle Grandes Jorasses. Una ] mimpresa che definisce e caratterizza tutta un'annata. La ragione del clamore provocato dall'impresa portata a compimento il 27-28 giugno dai bavaresi Peters e Mayer non sta tanto nelle difficoltà dell'ascensione, quanto nel fatto, come disse un nostro valoroso accademico, che la « Nord » delle Jorasses * rappresentava esteticamente il più bel problema da risolvere nelle nostre Alpi, anche perchè più conosciuta, più in vista, più clas- ^ WB-S.id^rt^Si^JlS £en 27 anni venticinque cordate fe«3£, PdT una se tima'nà "ne unu &lru "i una stiiiiuaiia ih- tefi^^E^tft Gervasutti e di Lambert e della Boulaz l'I e 2 luglio e quella di Steinauer e Messner il 7-8 luglio. Ma se i primi trovarono tempo e roccia eccellenti, ben più aspra e faticosa, per lo scatenarsi violento degli elementi, fu la scalata di Chabod e Gervasutti; ciononostante i due fortissimi accademici italiani, con una prova superiore di resistenza fisica, compirono la ascensione in un tempo minore dei tedeschi. Nel regno del « Sesto grado » Dopo l'ascensione alla «Nord» delle Grandes Jorasses tre altre grandi imprese hanno caratterizzato la stagione: le scalate della parete Nord del Picco del Dru, della parete Ovest dell' Aiguille Noire de Peuterey e della parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo. Tre « problemi », tre « 6.0 grado >■, che da tempo pure aspettavano una soluzione. E se la prima fu opera di Allain e Leininger — due valenti scalatori parigini a cui si deve quest'anno pure la trmgSmto8nde « prima » al Dent du Caiman (Ai guille de Chamonix) direttamene te per la parete est e la seconda ga]fta (]a terza vcnne compiuta da Gervasutti, Rivero e Piolti) della Cresta des Hirondelles con tr.iver- ] : sata fino al Colle delle Grvndes Jorasses (3 giorni e 2 bivacchi) — le altre due imprese sono vanto e gloria purissima dell'alpinismo italiano. La parete ovest del l'Aiguille Noire veniva vinta, in| fatti, il l.o agosto dall'accademico I torinese Gabriele Boccalatte e I dalla signorina nii'enese Nini Pie- trasanta, che sul pauroso salto di |roccia di 800 metri lottarono per |18 ore consecutive, mentre la pa] rete Nord della Ovest di Lavare Jdo, un inverosimile strapiombo di 500 metri, era dominata, dopo tre ' t , : : i — » e e o o — t giorni di fatica estenuante sotto la bufera, dai giovani lecchcs! Riccardo Cassin e Vittorio Ratti. Tecnicamente le due scalate (da notare che le due pareti passavano per invincibili e che attorno alla Nord della Cima Ovest si avvicendarono invano ben 27 cordate, tra cui una guidata da Comici), | devono ritenersi di gran lunga le migliori dell'annata. Del resto, altre vittorie di valore conquistarono queste due cordate. Boccalatte e la Pietrasanta (una delle poche donne alpiniste di sicura classe) scalarono la parete orientale dell'Aiguille de la Bren va per la via direttissima e, in u nione a Chabod e Gervasutti, com pirono l'elegante traversata del Pie Adolphe Rey, mentre Cassin e Ratti, due autentici campioni del promettentissimo Manipolo Roc ciatori dei Fascio giovanile di Lec co, vinsero l'arditissimo spigolo sud-est della Torre Trieste. Una nuova via sul versante sud-ovest della medesima Torre venne aper ta da un altro lecchine: Dell'Oro, con Giudici e Longoni. ridgr1qgmqdslerasssdcbIlats'stp«tteme7lPplcfpc . , . . . . à 0 0 8 i r. " La vecchia guardia piemontese Ma l'elenco delle « prime » effettuate nella stagione non finisce qui; altre meritano di essere ricordate: la parete est dell'Aemilius (Chabod e Gervasutti), la parete sud dell'Aiguille de Rochefort (F. Ravelli-Debenedetti), lo spigolo sud delle Petites Jorasses (Rive ro-Castelli), la parete S.E. dell'Ai guille Croux (A. Ottoz-B. Hurzeler), la traversata completa dall'Aiguille Dru all' Aiguille Verte (Lehmann-Kaiser) nelle Alpi Occidentali; e poi, nelle Alpi Centrali e Orientali: la direttissima spigolo N-0 di Cima de Gasperi (A Andrich Zan Cristoforo-Bianchet). la direttissima parete est del Crozzon di Brenta (Detassis-Giordani), la parete nord della Cimai Occident. della Croda dei Torni (A. e F. Schranzhofer) ed altre numerosissime, di cui si sono resi protagonisti particolarmente i roc ciatori torinesi, milanesi, lecchesi e alto atesini. Nè vanno dimenìi cate la via aperta da Gervasutti e dal francese Devies per la Cre sta sud-est al Pie Gaspard, pel Delfinato e le due as"ensioni alla immane parete nord del Cervino. Questo il bilancio, assai succinto, di un» - -i- i'o che nii'Và fa Jin- - i t .-,-.ie c untuose vitto vivaio di promesse per l'alpini rie, conquistate in massima parte su pareti ai limiti del possibile, Nel quadro grandioso di questa attività spiccano le affermazioni col- Vtnrnzte dai giovani rocciatori lecchesi, sino italiano, mentrein Piemonte | csi nota una certa decadenza. La 1 cvecchia guardia combatte e difen- j 6de valorosamente le sue posizioni, j vma se non fosse di essa... | tAldo Marsengo j e — - La formazione della L&Z10 ' a „. i l p-r I incontro con la Juventus d Roma, 2 notte. M La Lazio, che domenica prosai- Lma scenderà a Torino per incon-tDtrarsi con i campioni d'italia, se- 'nruendo te direttive di Alt per quo- ' ita settimana non sosterrà alcun j dallenamento sul pallone ma si li- rmiterà a tenere brevi sedute di a-1 tletica leggera, La squadra, con ogni probabilità scenderà in campo allo stadio Mussolini domenica prossima nella seguente formazione: Blason: Roggero, Manza; Baldo, Viani, Pardi „1; Visentin, Bisigato, Pióla, Camolese, Levratto. tceleg

Luoghi citati: Guardia Piemontese, Lazio, Piemonte, Roma, Torino, Trieste