Filippo Juvara di Marziano Bernardi

Filippo Juvara Le celebrazioni piemontesi Filippo Juvara "Il ciclo dolio celebrazioni delle prandi figure eteriche continua. Oggi alle ore 1". nell'Aula Magna dell'Università, l'architetto professor Francesca Fichero illustrerà la vita *j le opere di Filippo Juvara. j l'| stDi Juvara, per la stona dell ar-; lachitettura piemontese, basta rite- dnere una data: 1711. E' l'anno che pil trentottenne abate messinese, mgià accademico romano di S. Lu- sca e tutfaltro che oscuro come svorrebbe la tradizione corrente, prende contatto — tramite il cai'-: tidinaie Ottoboni — con Vittorio eAmedeo II venuto in Sicilia ai cin-\dlavoia ^trattato' df U&cht te^^^^^W^Ì^posizione te darebbe argomento | cper un bel quadro storico alla mo- • rda del niilleottocentocinquantal ; quella di un Vittorio Amedeo II sche parafrasando l'incitamento di! rUrbano Vili al Bernini avesse indetto a un Filippo juvara povero ce ignoto: <: Tu sei fatto per Torino de Torino è fatta per te». Sembrò: acondividerla lo stesso Telluccini. ili spei limitati mezzi delle finanze dello Stato — alle arti, rimase tuttavia subito conquistato dall'artista, il cui nome era ancora oscuro ». Amabile, arguto, bonario (e basta guardare, per convincersc- più attento storico e critico del dJuvara, quando scrisse: <. Per una sdi quelle misteriose leggi del de- ; listino che talora decidono della vi- < nta e del successo di un individuo, ì eil re, non ostante fosse uomo piut- tosto rude, vissuto imo allora in smezzo alle armi e non eccessiva- | Mmente portato — per natura u' lapcidtrne, il silo ritratto dipinto da Ago-: dstino Masuccì per l'Accademia eli ts. Luca), facondo e convincente: cera Juvara. e tale si conservò j lesempre anche in età avanzata ne- : Mgli amichevoli ritrovi del Caffè di'. Castello — sulla piazza omoni- ; Cma —. centro intellettuale della : lpiccola Torino sabauda: ma è as- ' Me? Eftffi&fiS faceto ppresa simili qualità tipicamente I smeridionali; e meno probabile an-1 pcova che lo seducesse l'esser sta- tto il siciliano discepolo di Carlo mFontana e seguace fedele di Fran-1 Jjcesco Borromini, architetti che il ! °fiero principe conosceva forse sol- ' stanto di nome. La verità è evidentemente un'altra: il nuovo re aveva bisogno di dar lustro alla nuo-,,va rlirnità -incile col fasto edili- Mva dignità anche col fasto eaui sllzio, c d'altra parte era una mos sa accortamente politica scegliere l'architetto di Corte tra i figli di quella terra che proprio allora gli era stata aggiunta alla corona. Scelta, comunque, eccezionalmente, fortunata per l'arte tutta quanta e non solo per l'architettura piemontese, che l'abate di Selve per circa vent'anni, forte del regale favore, intervenne attivamente in ogni cosa artistica del I Piemonte; ma fortuna insperata I panche pel giovane architetto il | Vquale, giungendo a Torino sulla fine del 1714, vi trovava campo sgombro di competitori, languente ormai fra tardi imitatori la tradizione guariniana, libere — e quasi in attesa — le forme struttive di un'impronta vigorosa che imponesse loro nuovo stile. E lo stile juvariano, immaginoso senza artificio, elegante senza pntbrrldccreIslezio, fastoso senza magmloqucn- ^tati^^^mM^^struttuiali. daweio modellante 1° | espazio per usare l'espressione del Brinckniann adatta ai migliori ar-jgnlurprti hnvnfrhi minilo crilp ni. i dschitetti barocchi, quello stile, insomma, che sen'essere del tutto originale piegava a libere, leggiadrissime interpretazioni gli schemi borrominiani (confrontare in proposito l'impostazione della cupola e d-;i campanili di s. Agnese al Circo Agonale con quella di 00perga) e ad esse aggiungeva un vigore e un'invenzione che si potrebbero derivare dal Bernini, in una città piccola, dagli edifici in gran parte modesti tolti quelli dei due Castellamente, del Vittozzi, del Guarini, del Lanfranco!, del Pellegrini, ecc., dalle vie strette e ancora irregolari, s'impone e trionfò senza sforzo alcuno. Quasi nessun rivale, terreno pressoché vergine. Condizioni ideali per un costruttore di larghe vedute anche urbanistiche (si pensi alla sistemazione dei « Quartieri > ed a quella della Contrada d'Italia e di Piazza Vittoria — oggi Via Milano e Piazza Emanuele Filiberto), per uno spirito indipendente ed ardito che non esitava a gittare un evppfii^svSdgttddrei di marmi bianchi sulla antica ròcca romana e medioevale di ,W^?o,^ en,°,;^nVi™ inventore di progetti in gran par- te inattuati (il Palazzo del Sena-1 to od il Castello di Rivoli) nei I quali però ancor oggi si può leg-1 :"L*™$!^i™*:lgerc i segni di una rabile, di un coraggio costruttivo singolare. Tacquero intorno al .siciliano persino le invidie; ed è dir tutto, specie in una città quasi provinciale: ed a quel vago malignare che talvolta i suoi trionfi gli su scitavano mente, s intorno, egli, bonaria-! accontentò di rispondere con le - forbici;, impresse nella ! regale Scala che da esse prese no- quindi esercitare per ol- nni (fino a quando cioè j me. Potè tre vent'anni morte lo colse il 31 gennaio 1736 i a Madrid) una vera dittatura ar-1 Ustica in Piemonte, tolte le ripetute gite a Roma, a Mantova e in altre città italiane dove fama lo chiamava, e il viaggio in Porto-1 gallo. Né fino alla "nascita dello stile neoclassico questa dittatura. > anche postuma, si spense ; per la bellezza e la compiutezza la Ea.-ilica di Soperga, l'atrio e lo,scalone di PalT/zo ISada^à e KMPalazzina di caccia di Stupinigi ch'è senza dubbio il più riposato.i. _ . * * t. Palazzina di caccia di Stupinigi sereno, elegante edificio ' civile sorto nel Settecento in Piemonte t-, *" . t , ■ » * Per queste impronte lasciatenella nostra terra Filippo Juvara ha diritto a cittadinanza piemontese; e per questo oggi lo si celebra con gli artisti e gli altri valentuomini del nostro passato regionale. Ne è fuor di luogo che — morto il Telluccini mori uno studioso dell'architettu ra barocca ed in rocco siciliano. France che a un altro architetto ha 'ira dedicato G. B. Vaccarini che, per usare un linguaggio matematico, sta al Ec-nini come .Tuvara sta al Borromini. Marziano Bernardi lo comme-