Vittorio Amedeo II in Val d'Aosta

Vittorio Amedeo II in Val d'Aosta Vittorio Amedeo II in Val d'Aosta i ! 1 | ! ] LA SALLE, v" [A chi, visitando la Val d'Aosta, ' tran- un'antica, ma tuttofa leggibilissi- ma iscrizione, dipinta sulla fac- ciata di un'assai modesta casetta. L'iscrizione, all'altezza del primo |piano, è chiusa dentro una baroc- ca romice ovale mire diointa a rami lìnUa^arò Recando in 'nero™ fonde^ùr^'Sè eh uno stile estremamente laconico, quasi come il linguaggio dl queste popolazioni: LE 17 DU MOIS DE SEPTEMBRE 1711 Sa MAJESTE' LE ROI DE SICILE A LOGE' EN SETTE (sic) MAISON. |SIPer quanto molti fra i numero- si visitatori e amatori della Val d'Aosta conoscano questa iscrizlo- ne, non mi risulta che essa sia sta- ta finora tolta a materia di parti- colare commento. Pure un com-mento sembrami che si richieda per due circostanze principalmen-1te: anzitutto per il "non comuneionore venuto a una modesta bor-gata, per l'ospitalità, sia pur pas-seggera data a un sovrano; quin-di anche per la strana qualifica del Sovrano medesimo, poiché di S? trr>t^nnlCÌ m.piìl" data se intorno a quella data per la.Val d'Aosta, non è ricordo nella storia. Nel 1711 la Sicilia appartenevaancora, nominalmente almeno, alla corona di Spagna. Re di Spagna, nonché di Napoli e di Sicilia, era allora Filippo V di Borbone, nipote del re di Francia Luigi XIV, e capostipite del ramo dei Borboni di Spagna. Sebbene stret to parente del duca Vittorio Ame- deo II, avendone sposato nel 1701 la figlia giovanissima. Maria Lui-sa Gabriella, non vi è luogo a pen sare che Filippo V effettuasse alcuna visita negli Stati dei Savoia in quel torno di tempo. D'altra parte oravi ancora abbastanza lustro nel titolo di re di Spagna, per lasciare nell'ombra qualsiasi altro titolo sovrano. Il titolo di re di Sicilia spetta notoriamente a Vittorio Amedeo II, che lo riceve dalle potenze riunite a congresso in Utrecht nel 1713, e lo detiene sino al 1720 sostituendolo quindi col titolo dire di Sardegna. L'assunzione uf-d<!> titolo sovrano da partedi Vittorio Amedeo, e anzi esatta- mente del 22 Settembre 1713. Da fonti che si possono dire uf- ficiali, risulta tuttavia, come circa la metà del mese di Settembre 1711 Vittorio Amedeo ebbe effet-tivamente ragione di soffermarsiper qualche tempo in Val d'Aosta Ed ecco come. Dopo la vittoria , ... per quanto strepitosa, di Torino, li 1<06, non erano cessate le osti-lita tra il Duca sabaudo, alleatodegli imperiali, e Luigi XIV. Con-tinuava ancora la lotta tra Fran- eia e coalizione europea per lasuccessione del trono di Spagna, Al re di Francia che risorge dopola sconfitta con novello vigore, tengono testa degnamente Vitto- rlo Amedeo ed Eugenio di Savoia. Quando ad accelerare la soluzionedi una lotta cosi sanguinosa e ro-tutti, interviene la vinosa per morte dell'imperatore d'Austria Giuseppe I (17 Aprile 1711). La stanchezza naturalmente determinatasi nelle parti combatten-ti, dopo anni di guerra, e la man- canza di una superiure direttiva centrale, inducono presto le parti iuteres3ate a scendere ad accomo-damenti e ad affrettare la pace. Che sarà quella di Utrecht. Nel settembre di quello stesso anno Vittorio Amedeo rientrava dalla recuperata Savoia in Piemonte alla testa delle sue truppe. [L'enorme massa di uomini d'arme, ,m^o^% stranieri, venendo c*al Plccol° s- Bernardo, scendeva n.otr0 atc"ic° del f Y^Lttl^H- sl *% .«*"^.den^nav0vf7ime^Lo . «^L^Lf"iwSvimn |Part,c,° ?'mentfe te"™iL1'?,l e nel1 altro.sl *«™ ffi?£?t d?Pm " ma in agosto, dal Piemonte in ba vola, tutta la cavalleria del nostro S03a.no, con fanteria cavalleria- munizioni: poi verso la line di set- sercito, elevantcsi a 40.000 uomi-|ni, senza contare tràini, equipaggie approvvigionamenti di ogni aor- S ta. Lungo tutto il cammino, fu fat- Ito un vero saccheggio di vigne inpiena maturità, di foraggi, di tutto ció che si trovava in piena campa- gna. Si era ben cercato di prepa- fare dei grandi magazzini, e di da- re tutte le disposizioni perche i ri- fornimenti fossero distribuiti con una certa regola; ma la confusio- ne ru cosi grande, in una regione cosl angusta come la nostra, che:nan fu possibile di far osservare l'ordine fra tanta gente cosi poco 1disciplinata e di nazionalità cosiidifferenti ». ! Sappiamo poi, che il giorno 11 isettembre, Vittorio Amedeo, giun-|geva ad Aosta e vi si soffermava ; per tre giorni. Il giorno 17 però egli era indubbiamente a La Salle, 1 e q£ivi P?™0"6,' . , J; Dono due o tre anni da questi I faLti, Te campagne fertili e solatie di La Salle e di tutta la Valdigna ' non conservavano dei danni della | guerra più che un vago ricordò. dipinta il ricordo dell ultimo suo passaggio tra loro. Trascurando !1 anacronismo tra la data delie-guerra più che un vago ricordo Quasi per suggellare la fine di un periodo triste nella memoria, i buoni Lassallesi, orgogliosi di vedere innalzato alla corona reale il loro principe valoroso ed amato,fermarono allora in una epigrafea pigrafe e la qualifica del sovrano, combinarono forse involontariamente un indovinello, la cui non difficile soluzione fu lasciata all'acume dei posteri. G. B.