Gli arrampicatori fascisti di Lecco

Gli arrampicatori fascisti di Lecco Un ii.-u.cleo dì campioni Gli arrampicatori fascisti di Lecco Milano, settembre. T*no dei fatti più importanti e psignificativi per l'alpinismo italia- pno nell'anno in corso è stata la vclamorosa rivelazione d'un nucleo td'atleti che si sono portati alla te- psta deirarrampicàmerito nazionale cunicamente in virtù del proprio tvalore. Questi valorosi sono gli Arrampicatori Fascisti di Lecco, dei quali i giornali hanno riportato la serie di stupefacenti successi ottenuti nel volgere di pochi giorni sulle varie cime del gruppo della Civetta e di Lavaredo. Quanto cammino in pochi anni: Chi scrive ricorda i tempi in cui, n Grigna, non s'incontravano che 6lvQacilnpoche e modeste cordate, venute ydalla grande città a ripetere le. ^«vie» aperte dai pionieri prima j ~e immediatamente dopo la guerra. Il caso, e la comune passione, mi fecero avvicinare quattro anni fa i primi lecchesi che ogni sabato sera, risalendo l'aspra Val Calolden, si portavano al verdPiano dei Resinelli per muover'indomani di buonora all'attaccdelle rocce. Andammo subito d'accordo: giù dal «cappello» deFungo, sulla ■ paretina» del Sigaro, nella « fessura del Torrio- j ne Magnaghi, mostrai loro come ! si scende a corda doppia è come è più agevole salire stando col corpo distaccato dalla roccia an- ' zichè appiattiti contro di questa. Erano tutti ansiosi di vedere, di apprendere, di perfezionarsi. L'entusiasmo fece il resto. Stufi di ripetere le < vie » degli altri, : cominciarono ad aprirne delle nuove, naturalmente su itinerari più ardui degli originali percorsi comuni. Si sa che la via comune' è sempre la meno difficile: Il miglioramento della tecnica cominciava ad avere i suoi effetti, anche se in fatto di pedule i miei amici fossero tuttora all'età della pietra: cioè suole di corda o addirittura le sole calze; Ogni festa, la brigata aumentava i suoi effettivi, e migliorava suoi risultati. Perchè presto il quarto grado era diventato una... passeggiata pei miei compagni: e scoprirono gl'itinerari dicGt'«smp'aCdnrvRG1 DgIMglamquinto pgrado e anche più. Risalimmo la sparete gialla della Punta Ange- vina e, dalla base, lo spigolo del : eFungo; Dell'Oro vinse gli stra-'lapiombi della Mongolfiera, Panze- tri quelli del Torrione Magnaghi e nCassln sul Sigaro apri la più bel- ma «via» che si possa immagi- tmare. gGli arrampicatori lecchesi di- cventarono presto i dominatori del- sa. Grignetta. Ma bisognava usci- re da quel ristretto dominio, e te-\ scarsi nelle Dolomiti a dimostra- bzione dell'abilità raggiunta. 11 pri- tmo assaggio venne compiuto nel- c'autunno 1932 dai due citati Cas-lnsin e Dell'Oro, ed ebbe risultati csoddisfacenti. Nella primavera ■ tsuccessiva, venne invitato Emilio lCòmici per dirigere un corso di perfezionamento. Due settimane (di esercitazioni (culminate in quel dmodello di sesto grado, sia pure nin formato ridotto, che è la pa-1 rete del Nibbio), ed ecco i miei amici in possesso anche dei più moderni sistemi della tecnica. I progressi si accentuarono negli allenamenti domenicali, e una prima spedizione in forze nel gruppo delle Tre Cime e della Tofana conferma l'alto livello raggiunto dai rocciatori lombardi. Ma essi avevano bisogno di unire ed organizzare le loro forze, sparpagliate in enti e società dimostratesi incapaci di seguire il GppbmbchfVèprogresso dell'alpinismo. Soltanto la volontà creativa del FascismoINe la conseguente disciplina potè- „vano imprimere un indirizzo ar- Kmonico e fattivo alle giovani re- pclute del nobile c pericoloso sport della roccia. cCosi sorse, per volere del Se- mgretario politico del Fascio di sLecco, il Gruppo Arrampicatori del Fascio Giovanile di Combat- qtimento. La sua consacrazione ut-lficiale si ebbe nell'ottobre del 1933 con l'inaugurazione della fiamma del Gruppo in vetta al Torrione Costanza ove salimmo, compresi [ii gerarchi, in ragguardevole nu- mero e dopo aver sollevato e in- fisso con ferro e cemento un gi- gantesco fascio littorio. Mi si fece l'onore di essere madrina della co- rimonia: ed io accettai l'omaggio non alla mia femminilità quanto alla salda e schietta amicizia che mi lega tuttora agli arrampica- tori lecchesi e comprovata da un'infinità di ascensioni in comune, fra cui l'apertura, in pessime condizioni climateriche perchè effettuate a fine stagione, di « vie i nuove di quinto e sesto grado alle quali demmo nome di • " ' Ottobre .v e di Li1 torio XXVIII, ' Questo nucleo di arrampicatori tGe poscia trasformato in Manipolo di- c pendente direttamente ed esclusi- a vàmente dal comando federale at- mo traverso il direttore tecnico e il R predetto Segretario del Fascio, contava al suo inizio 16 componen ti. saliti a 25 l'anno successivo e a 65 nella presente stagione, dei qua li -17 presenti. 16 sotto le armi e 2 volontari per l'Africa Orientale. Queste sono cifre, alle quali potrei aggiungere quelle delle scalate compiute in numero sbalorditivo ai3M nel 1934. 400 circa prima del- tla chiusura della presente stagione! ma quello che più importa de ntctnNspcde ye cssere la constatazione dell'afa me. fermarsi nel campo nazionale di questo nucleo. 'L'anno scorso due cordate Ice- chesi ripetono, prime e finora uni- che italiane, lo Spigolo Giallo del- la Piccola di Lavaredo per l'itine- rario aperto da Còmici. Zanutti e la sottoscritta, e un'altra si cimen- ta e passa sulla parete Nòrd della Grande, contemporaneamente alla coppia Vinatzer-Carlesso; questo aposto, i Giovani Fascisti di Lecco mettono il campo nei pressi del RifuPio Vazzoler. e danno fulmi- al mondo tono, neamente la prova della loro ma- turità. Hanno i giorni e i viveri contati: non possono quindi perder tempo. Cassin e DellOro attacca- no la e via Còmici > sulla parete N-O della Cima Civetta, che coi suoi 1200 metri di verticalità è la più difficile scalata sii lungo per- corso di tutte le Dolomiti: e. primi integralmente la ripe- li giorno dopo si dividono, pren-dendo il comando di due cordate: mèta questa volta è la Torre Trie-' ste (altezza SOO metri. Dell'Oro 'attacca fra la a via Tissi » del-' lo spigolo Ovest e la « via Carles :oj della parete Sud: Cassin at-' tacca lo spigolo Sud-Est. Non sta ' a me giudicare, qui, quale delle due scalate, magnificamente riu- scite, sia la più elegante, la più classica, la più difficile, anche nel quadro di tutta l'attività na zionale di quest'anno. E che dire della successiva vittoria riportata dalla cordata Cassin-Ratti sulla paurosa parete Nord della C. Ovest di Lavaredo — vero capola voro di ardimento e di tecnica? Nel contrasto di sentimenti e di tendenze che agitano l'alpinismo italiano, basta che rifulga la rive lazione dei Giovani fascisti di Lec co. tanto come singoli che come nucleo agguerrito e capace. Senza offendere nessuno, è un fatto che sulla base delle prime ascensioni e delle ripetizioni, Lecco orasi è por- tata alla testa dell'arrampicamen- to in Italia. Mary Varale, i

Luoghi citati: Africa Orientale, Italia, Lecco, Milano