Il voto

Il voto Il voto Da signorina, quando passava per la più bella e simpatica figliola della città, tutti la chiamavano col suo nome intero, di tvptsteso, Eleonora. E' stato poi suo mmarito, il probo notaio Giovani-j battista Terlini. specie di funerale in giacca calzoni occhiali e barbetta, a mutilarle il bel nome gonfio di musica, ad affibbiarle il trito diminutivo Lena. L'ha sposato a ventisette anni dsslEpLena; a ventuno, Eleonora ave- pva perduto per una disgrazia di!Hmontagna il suo primo findan¬ zato, Emilio ; il grande unico insostituibile suo amore. Dopo la sciagura, ha fatto voto di privarsi delle cose che sino ad allora più le sono piaciute, i dolci e il vino spumante. Rinuncia simbolica a tutto il bene, a tutte le dolci ebbrezze della vita. Morto Emilio, la gaia impulsiva golosa Eleonora s'è preparata a trasformarsi nella fredda cauta ascetica Lena. La grande tavola apparecchiata per il servizio di rinfresco, con le coppe colme di cioccolatini e le bottiglie incappucciate di stagnola, le dà un colpo agli occhi, un urto ai nervi. E' la festa per il fidanzamento di Elisa, la figlia di suo fratello, la nipote orfana che undici anni prima s'è pigliata in casa, e alla quale ha fiuto da madre. La pendola suona le quattro. Nessuno, ancora. Eppure Giovanni aveva promesso di farsi vedere alle quattro precise. Ecco il campanello. Ed è Giovanni, il fidanzato di Elisa, che giustifica, orologio alla mano. — No, signora Lena, sono le quattro giuste. Guardi. Il mio cronometro spacca il minuto. Sono puntuale, io. Oggi poi, figurarsi ! Ho lasciato a mezzo una comparsa conclusionale, per non fare tardi ! Cronometro. Comparsa conclusionale. Lena lo fissa. E, un momento, le pare di esser lei la fidanzata, e che il puntuale rigido meticoloso Giovanni sia quel notaio Terlini che sua madre un giorno le propose e anzi le impose come marito. (Un uomo serio, una posizione invidiabile, un partito d'oro..., non lasciarlo scappare...). — Elisa? E' su? Si veste? Sarà l'ultima a comparire, una ora di ritardo, me lo immagino. Pessima abitudine ! Ma quando sarà mia moglie... Le cambierò il carattere. Le rifarò l'educazione, Vedrà, signora Lena. Arrivano gli invitati. Signora e signorine Sgarbi. Il giudice Mucci e signora. Il dottore Mascaretti. La famiglia Vallini al completo. Strette di mano saluti. — Venga avanti. Accomodatevi. Elisa non è ancora pronta. Già, lo sapete, lei è sempre in ritardo... Appare il padrone di casa. Dopo i convenevoli d'uso, il notaio Terlini attacca una conversazione serrata con Giovanni. Ad ogni tanto lo sguardo di Lena va a posarsi sulle figure dei due uomini, affondate nell'ombra di un angolo. Tutt'e due sono in giacca nera, camicia bianca, calzoni rigati : lo stesso individuo, a venticinque anni di distanza. Giovanni ed Elisa : uno spegnitoio su una fiamma ! lmnnnmuztogcnv« Pero, ho agito bene » — pen-sa Lena — TTn buon matt-uri»- nio una posizione sicura SU- niq, una posizione Sicura, Si a datteri, come mi sono adattataio... Ho avuto ragione di preme-re su di lei... ». ila in fondo alsuo cuore c'è un sobbalzo, unimpulso che suo malgrado le affiora nella coscienza, vi s'illumina : «Perchè? Perchè l'ho fatto? Per cattiveria? Per invidia? Perchè ho dovuto rinunciare io all'amore, e ini dà soddisfazione il pensiero che anche Elisa dovrà privarsene?». Entrano le signorine Cerlutti. il commendatore Savelli. E. finalmente, la signora Marta Rieti, che per Lena è soltanto Marta, la sua amica d'infanzia, di sempre... — Marta, una fetta di torta, un pezzo di cotognata, due cioccolatini ? — Grazie, Lena. Uuh, che bontà! Delizioso. Sì, prendo anche i due cioccolatini. Ma uno lo mangio io, l'altro lo metto in bocca a te. Inutile protestare. pri la bocca. Là. Cosi. E' buo no" a Oggi è un giorno di gran festa. Si, sì, so tutto. Basta. E' finito. Non ti piace? Non importa. A-_,, , , .... E buono? Non saprebbe dir-lo, Lena. Buono? E' stata presaalla sprovvista. Sorride, imba-razzata. Si sente tremare qual- cosa in petto. Batte le palpebre.Tutti le sono attorno. Marta in-calza: — Ti piace. Te lo leggo infaccia. Oh, se ti piace! Te nedò un altro. Prova questo. C'èdentro la gelatina di lampone. Lo dica lei, dottore. Non è vero, che i dolci giovano alla salute, che lo zuchero è un alimento necessario? E adesso che... ..... T hai rotto il ghiaccio. Cara Lena,bevi Con me Un sorso di SpU-mante. Te lo ordino. Te lo comando. Un sorso solo. Non fa re la bambina. Brava. Giù. Ev¬viva ! Evviva ! Straordinariono? . , . Lena, che per assaggiare il vino s'era seduta, e rideva, a un tratto si fa seria, si alza depone il bicchiere. — Elisa? Elisa? Siamo qu tutti per lei e... Lascia fare, Giovanni. Salgo io. a darle la strapazzata che merita. Questa volta proprio esagera, con la sua mania di far aspettare la gente Incomincia a montare i era dini adagio, arriva in cima alla scala di corsa. Un'ansia irresistibile, una fretta travolgente, l'hanno colta. «Elisa! Cosa fa Elisa ». Senza picchiare, apre la porta della camera. Elisa, ritta presso la finestra, si volge a lei, Ha il cappellino in testa. E' pai lida. Le labbra le tremano. — Zia, perdonami. Un momento di disperazione. Giovanni non mi piace, lo sai. Sono innamorata di un altro, di... di... non c'è bisogno che ti dica il nome. Voi siete contrari, non ha una posizione, ma io... Fidanzarmi con Giovanni, lasciarmi toccare baciare da Giovanni, un orrore, una morte ! Volevo fuggire. Lui mi aspetta. Fuggire con lui. Ma non ho il coraggio. Sento che è impossibile. Perdonami, zia. Vengo. Scendo con te. Fuggire? Con quello scavezzacollo, con quel bellimbusto di... L'amore? La passione? Lena ghermisce le mani della nipote. Come è bella. Elisa! Come somiglia a lei, quando aveva vent'anni ! Gli stessi occhi limpidi e nervosi, gli stessi capelli biondi vampeggiati. E di nuovo Lena si sente in cuore quel sobbalzo, quell'impeto di una forza segreta che si sradica dal buio e vuole sbocciare nella luce della coscienza. Le mani di Elisa comunicano alle sue il loro tremito. — Che hai. zia? Perdonami. Non ci penso più. Una fantasia. Un sogno. Rinuncio. Che ha? LTn trasalimento, una folata d'aria ossigenata nell'anima. Il dolce cremoso dei cioccolatini, il dolce frizzante dei tre sorsi di vino che ha inghiottiti, solo ora si sono diffusi entro di lei, sono giunti in fondo ai suoi sensi. Ed è un incanto, una magia, che la riconducono al tempo della sua giovinezza, come in una vertiginosa caduta all'indietro. La gaia e golosa Eleonora in lei si ridesta. E nel suo cuore rivive, fiammeggia, per una delicata e potente re surrezione di ricordi, l'amore per Emilio. Abbraccia Elisa. La bacia. Schiaccia sulla giovane bocca avida di piacere, il sanor di piacere che dalle vene rifluì sce alle sue labbra. — Elisa! Bambina mia! I> tua felicità. L'amore. Ti capisco. Mi si aprono gli occhi. Mi metto al tuo posto, guardo tutto dal tuo punto di vista. Bambina cara, siediti. Scrivi. Lena detta. Ma le pare che sia sua la mano che scrive. Dolcezza, dolcezza, dolcezza. Felicità, felicità, felicità. Emilio non è morto. La vogliono co stringere a sposare i' in nota;ospumante torna a frizzarle sul la lingua. Lena detta. Elisa scrive : « Caro Giovanni, amo un altro. Non posso legarmi a te. Terlini. Fugge. Il sapore ^^I viltà. Con te non sarei felice., fi odierei. Fuggo. Vado via conI-uomo che amo. Lo sposerò ad. ■ ... plv » ti Ogni costo. Addio. - Elisa». 1 clacson che da olire il muro di "nta ^ giardino da il suo se- g™'* a "lisurati interva,,i' fa _u_ ., ,..„ in punta di piedi. Attraversanoa precipizio il giardino. La mac-china attende dietro la piccolaporta, nel vicolo deserto. « Ad-elio bambina!». « Arrivedercizia!». TI rombo del motore di-|sentlr« P.,u. alt,rJ suo sclul11"'. ' —Scrivi sulla busta : « a Gio [vanni » i Scendono braccio a braccio e o legua. Lena ritorna a passi lenti verso la casa, rimonta in cima alla scala, scende battendo i tacchi per farsi sentire. Ora deve fare uno sforzo, per dare al proprio volto una maschera di,corruccio Incontra Giovanninel vestibolo. — Ebbene, signora Lena? Sisente male Elisa? — Ouesta lettera, per te. Seria seria seria Ala Lenamiarrla 'in farcia Giovanni E" le^Lnn ?„ S \t rram romano in menie le bue yaruicdi poco prima : « cronometro «comparsa com:lusionale». Vuo- Ile scacciarle. E quelle si metto- Ino a suonare, a scampanare, a-! fare il diavolo a quattro, nel suocervello. «Cronometro», «comparsa conclusionale»: «compar „ „„ -; sa conclusionale», «cronome-a.tro»! E la faccia di Giovanni -jche ha aperto la lettera...! Lena - Terlini scoppia in una gran ri. J sarà. Si torce, sof fora, muore - dal ridere. L'uscio del salotto s japre. Gli invitati s'affacciano. n — Cosa succede? Sicmora e Terlini... Cara Lena... Perchè è ride? Perche ridi? . Bruno Corra

Persone citate: Bruno Corra, Cara Lena, Dolcezza, Lena ? Ttn, Mascaretti, Mucci, Vallini

Luoghi citati: Rieti