Legioni di Schiavi

Legioni di Schiavi Lcome è ben noto in Etiopia, sarà' in realtà universale. «Noi moriremo piuttosto che liberare gli schiavi » si narra che abbia detto un capo ad un europeo ». Tra i numerosi scrittori britannici, che hanno trattato delta gra-\ Vitù, del fenomeno schiavistico !» Etiopia, è particolarmente da ri- fcordare Lady Kathlccn Simon, vche nel 1929 ha pubblicato .sotto,sil titolo " Slavery s. un volume rie- econiente documentalo. L'Etiopia, pnota l'autrice, è tra le regioni più arretrate del mondo e colà il pro- Menta è immenso ed urgente; si'»tratta di esseri umani che dive- proprietà, che rp{folio una semplice dir può essere rubata, torturata venduta sul mercato al miglior offe- rente; si tratta di mn,,li vendute, 'separato dai mariti, o viceversa:, 'di madri strappate, ai loro barn-1"bini, elio divengono proprietà, di'.... ..a. . .,: a '!■ mi altro: d, figli separati da, bmi on.; insomma la. schiavitù non\riconosce né la paternità, né la smaternità, e sancisco il diritto di spossare le famiglie per ragioni diìomercato. dE più oltre: «Quali ehi- possa- sno essere i più antichi precedenti edelli, sviluppo della istituzione fdrlla. schiarita, i suoi morali ri- fsaltati sono indubbiamente disa- estrosi. E' tic mora lizza n te per il proprietario, a cagione dell'esercì- "zio di un potere dispotico esercì- stato senza- freno in tutte le irla- f-.ioni quotidiane, E' demoralizzali- qte pure, per lo schiavo, in quanto, lprivato della dignità umana, sen-[dza. responsabilità, non ha altro in-, centivo a lavorarti se non il ti- more. d'Ila punizione. L'nhbami-i nuvole traffico deti schiavi è mi. crimine centro la. razza umana, ed obbliga morale della S. d. N. è la pd\ totale abolizione: della schiavitù \iH tutte le sue forme», ,.■/., nani rirrnttnu-n . •' circostanza — essa t aggiunge — la vita dello schiavo! t;in Abissinia. quale una proprietà, z ,costituisce un fatto dominante.ì tTutti i viuqqiatari riferiscono del- sle crudeltà inflitte a queste frotte'P,ii ..„;.., .i: m_i, • '■ > ii Ldi animali (Pak _ animai») su«e|esviluppate vie e sentieri del- qnon /'interland abissino. Nessuno nascondo colà la schiavilù, e l'entità della, sua evidenza è sostanziale e proviene — prosegue l'auIrier — da quattro fonti: Il dalle relazioni dei viaggiatori: 2) dai « Libri bianchi » del Governo bri- /„„„jrn ed analoghe pubblicazioni s «"«''", "!«™« ^maliche n '"" •'«. $bi?«i"1'. 3>. d'J ^?^Ì^tiscadPNt impaniali della S. d. N.; 4) dal 1 aperta e svergognata (unas-| hamed v. Pag. 891 ammissione fatta dalle autorità abissine, che ]„. schiavitù è non soltanto tolle rata ma ammessa (come essj pt.s.\ 1 tontlono, BÌCComc istituzione ne- cessarla ,sui territori di quell'enorme paese, disteso quanto la Francia l'Italia e la Grecia unite insieme ». E Laiìg Simon prosegue: «La schiavitù è cos'i intessuta con la] trama e la stoffa, della vita abisA tridnattt ! «olttlnto allora capace w ,.ii, di liberare ' se stessa dai lacci di questa isti' tnzionc, se. avrà la cooperazione i/ent rosa di altre Nazioni » E l'autrice pone in evidenza come il llumer0 degll schiavj in Ablasinia ,. „ ,. , , ... . H,mmon" a hcn clue mll""u su ,lu'- ci di abitanti. Lady Simon si intrattiene puri sullo numerose razzie rifiniate nei « Libri bianchi t britannici. Quello del 192S, ne enumera 139. Alcune delle summenzionati' raz- da gruppi. condotti clv- co- umiw che aumenta sempre, di piii i gla convinzione che l'Abissinia sarà] , zie furono compiute persino di 700 armali ben cisamenlc da governanti nosciuti dell'Abissinia o da loro q delegati. Sedici razzie più impres- Stonanti, con molti uccisi e mutilati, e molti condotti in schiavitù furono svolte sul territorio In glese. In sole sette di esse, Turono rubati ben oltre diecimila capi di bestiame, e l'autrice aggiunge: ■j. Che cosa ne e dell impegno assunto nel 1923 di assicurare la ■ completa soppressione della schia vitù in ogni sua forma e del com inercio degli schiavi per mare e per terra? Incombe ora alla lu «<Hà delle Nazioni di accertarsi perchè il governo etiopico non ali bia portato innanzi l'adempimento soSfeIcmlcaildi questo impegno ». Tra gli autori inglesi conoscitori dell'Abissinia c da ricordate il maggiore Henry Darley, col suo nvolume già citato « Sluves and ■fvory » pubblicalo in Londra nel ? quadrine completamente deserti «, cagione di queste- razzie ubis sinc ». 1926. Egli racconta « flirt volta, in un viaggio, contai sulla pista dei razziatori più di 59 schiavi morti o moribondi, giacché non vengono per loro portate provvigioni, ed rssi muoiono per via ti di fame o di site, opinile sbranali dalle fiere. Ciò noi cabbiamo veduto, coni'- e puri ab- "binino Visio e iiliuuia di miglia acPgpamrplsb1 t

Persone citate: Henry Darley, Lady Simon