La ctena

La ctena La ctena Adam Strive possedeva un! ' bel terreno ricco di opere agri-cole, tutto coltivato e sottoposto I ad un regime razionale di sfrut-lcetamento. Ne aveva assunto la proprietà per via di certe abili combinazioni nelle quali s'era esercitato tutta la vita, e che consistevano in un processo di... aveva assunto làjfprotezione sempre più intenso e stringente, che finiva per coiti- ridere con la protezione dei pro-|nopr: interessi, b che per multe e u,molte miglia ali ingiro non s incontravano che proprietari protetti e spodestati. Era temuto perchè ricco, e sempre più ricco perchè temuto. Voleva dettar legge, e mettere il naso dappertutto. I poveri gli facevan tanto di cappello perchè speravano di trarne qualche vantaggio, ed cliscosaanse vodi [fePea'i|poj uà\haegli rispondeva con molta co,-Lit**Ci1 nai- tr.Mr» - I f I 11. I 1 S ^ir^il H'8' 3' Fa"l quino|glzione, e poi perchè la cortesia non gli costava nulla. Accanto al suo terreno ve ne era un altro, più piccolo, incolto e selvaggio, tutto sterpi e bestiacee. N'era padrone un tale che esercitava in città un commercio inconfessabile, un tipo ignorante e volgare che si compiaceva della sua vita stagnante, e che con la sua pigrizia giustificava la sua degradazione. Quel terreno lo aveva ricevuto per eredità non bene precisate, e lo lasciava in istato d'abbandono perchè a bonificarlo occorrevano danaro e lavoro, due cose di cui era avarissimo. Sperava di venderlo, e lo aveva più volte offerto allo Strive il (piale però lo aveva sempre rifiutato, considerandolo un inutile accrescimento della sua proprietà terriera, e perchè giudicava che quella zona di terreno allo stato di natura lo difendeva da pericolose vicinanze. Aveva anzi, lo Slrive, più volte brigato, e con successo, per distogliere dall'idea dell'acquisto qualcuno che n'era in trattative. E riprese queste sue manovre un giorno che un forestiero si fece avanti per comperarlo. Era questi un giovane intraprendente, tutto fede ed ardore, che cercava di impiegare le sue ricche possibilità di lavoro in qualche opera di grande utilità e soddisfazione. Dotato di uno scarso patrimonio, e dovende provvedere ai bisogni di una numerosa famiglia, andava appunto cercando il modo di migliorare la sua condizione, pronto ad affrontare anche la fatica più dura. Sì che, scoperto quel ter reno abbandonato, e reputando di poterlo rendere fertile e red ditizio, s'era subito messo in rapporto col proprietario per comperarlo, invogliato a ciò anche dal basso prezzo che quel terreno valeva, dato lo slato in cui si trovava. E fu a questo punto che, come al solito, lo btrive intervenne, cercando di mandare a monte l'affare. Cominciò, tutto amicizia e benevolenza, a tentar di dissuadere il forestiero da mGmvuppaquell'acquisto,I chspiegandogli che la bonifica di r/quella terra gli avrebbe ingoiato [taogni suo avere prima ancora di| ^giungere a un qualunque risul¬ tato. E come quello non sembrava valutare al giusto quei pericoli, gliene fece vedere altri derivanti dalla posizione del terreno che, per essere confinante eoi suo, lo dichiarava soggetto ad un'infinità dì servitù : servitù che aveva sin qui trascurato, ma che avrebbe messo in valore, se un nuovo proprietario fosse venuto a stabilirsi vicino a lui. E per cominciare parlò di certe acque che eran sue, e che non avrebbe permesso che altri se ne servisse, e che avrebbe fatto deviare, piuttosto che permet¬ telleggddpchmcpsenddterne il godimento ad estranei.!»E poi pa"rlò ili culture che non inavrebbe tollerate perchè avreb-ÌP, j • , ,„ ..., ,i 11 rbero danneggiate le sue, dell commercio di eerti prodotti che avrebbe impedito perchè altri ulesmenti la sua padronanza del pmercato sarebbe slata Cornpro- cmessa, e mille altre storie, elmsempre con l'aria di chi non vo-!*«glia minacciare — tutt'altro! —[cma consigliare a fin di bene, non d'altro preoccupato che di fare l'interesse del suo amiyo.^ Perchè la parola dell'amicizia fioriva in ogni frase, accompagnata da sorrisi e da strette di mano, quello sìiake liand che insieme all'/iow do you do e al sorry, avevano valso a costituirgli una fama di lealtà di sollecitudine e di discrezione. Il forestiero, che si chiamava Ausonio, lo lasciò parlare per parecchi giorni, cercando di scoprire in fondo alle sue parole quale fosse il vero movente di tanto zelo, e alla fine gli ripetè schietto e tondo il suo pensiero : « Sono giovane, ho il diritto di vivere e di far vivere i miei, ho voglia di lavorare, e se in astuzia mi sento inferiore a voi, so di superarvi di mollo in quella che si chiama intelligenza ; perciò vi dichiaro che ho capito il vostro giuoco, e che farò a mio modo. Good bye! ». E gli voltò le spalle. Lo Strive lo guardò strabiliato. Era la prima volta che ad uno della sua famiglia, dalla regina Elisabetta in poi, si osasse parlare in tal modo. E la collera, una collera fredda e ragionata, gli sali al cervello che, per essere troppo stretto, ne fu tutto congestionato,, con- grave sca- Il21glesgcdmp P.ito del suo equilibrio. Corniti-C'° a",ora 3 cnre ,un mucchio dia deprecare e aminacciare. Ma siccome era leu-sciocchezze : ' * ' e ad agire, cosnP3™"1»..*">«"■ E m,ftlna SJ. fveSl10. con certa ,dc'a; 1,11 lf,ea molto comu ... fs£che a ,ui sembrò ^ Chiamò nol „ ,,scllll;im„ „,;;■,,„■„,, .,„ u, m.llt.ssm>> dl inque amici, cinque clienti, e tenne loro questo di-scorso:.«Là felicità, come voisapete, e tutta fondata sul buon andamento dei_ nostri affari, ese una contrarietà li minaccia.essere, die non si ha piuvoglia di bere un solo bicchiere di whisky o di mangiare una[fetta di montone. E' l'infelicità Per evitare a noi tutti un talealamitoso avvenimento, e ncl-'intcressc generale, io vi pro-|pongo di dar vita ad una calc- uà che chiameremo della nini imi\happyness Icamte. Come ragLiunp,n;mo q„',stn muta fcf,c1-1 S 'S V|uv..-»i»i lULilrl IVHV.I-F Ecco: v'«' l>er esempio, inl questo momento, qualcuno cheinon vuole seguire i mici consi-|gli, minacciando di danneggiare 1la pacifica solidità dei nostri in- jteressi. Questo pericolo come: alvo: vedete, mi turba e mi rende (infelice. E allora voi cinque vi n adopera e con tutte le yos re E %r»! riuscita dei mie. pia-, « ognuno di v.... a sua volta, lAimpegna altri cinque amici a perseguire lo stesso fine, e cosi cli seguito. In breve tempo tilt- < lo il mondo si darà da l'are per 'assecondarmi, ed io ritroverò là 'mia felicità compromessa. E' inteso, come si opera in questi e casi, che ogni incatenato; lavo- |rando a vantaggio del preceden- te, manifesti a sua volta uri de- lsidetiio, che gli incatenati sue- e cessivi farai: del loro meglio a perchè venga appagalo. Che ne e - - - i - ,„ dite? Nessuno li per li ne dissi1 nulla. Rifletterono uri po', e intanto chi si grattava la nuca e chi a pui. lisse : del naso. Alla l'ine uno!issimo, ben trovato, non c'è che dire! Però, ecvoi siete il primo della caobabililà - 3ll.lL II | ' I 1111 'UVII.I Lei- In rena, e avete molte probabilità e idi conseguire il vostro scopo; - ma se poi la catena si spezza,.e.noi ci troviamo nei pasticci e eti abbiamo rimesso il nostro zelo. I Senza contare che se quel tale | si sdegna per le nostre mano- vre; e ci carica di botte — e cij sembra tipo le dobbiamo tenere, e mutuai ha fitness diventa limlana. e ognuno di ila rie la noi ce Ivostra iuutuai happyness diventa la simile unha'ppyness; ed io, per contò mio, non ho nessuna vo- glia di andare incontro a questa infelicità individuale». In altro, allora si fece corag- gio, e disse: «La felicità è una cosa mollo lontana, e ognuno cerca di raggiungerla come può. In, per esempio, quando ho be- villo tre bicchieri di -birra mi sento felice. Tuttavia la vostra idea mi sembra buona. Perchè non là gli scc voi spagnoli? Voi ini date uno lino per uno, c ognuno di invila altri cinque amici a mandarmi uno scellino, e così ! via fin che la ehir; a ». Strive era verde di rabbia. Sorse allora un terzo, che a- Iveva tutta l'aria d'essere una gran brava persona: «Finché mi proporrete affari leciti e oiresti, mi avrete al vostro fianico. Ma in questa faccenda non sfruttiamo come fanno Ivi seguo E, se volete un consi- | cri io, vi suggerisco di lasciare che quel giovane Ausonio si cojstruisca la sua vita secondo le I site necessità. Se ve l'ho da di- Iti', in ho multa simpatia per lui. Dov'è il vostro rianno? In che cosa vuol ledere i vostri interes si? Perchè vi agitate tanto? A yete qualche ragione che non volete confessare? E allora tan- lo peggio per voi. Vi saluto», E la compagnia si sbandò, ; \|a prima che se riè andasse r0) e»\\ disse loro che aveva scherzalo, e che ad ogni modo avevano nial compreso il Senso <|-cj|e suc parole, che anch'egli ]era tanto, ma tanto amico di | Ausonio. Poi riprese le sue meditazioni, e dopo qualche giorno mandò ad offrire al proprietario di quel terreno un prezzo altissimo, perchè rifiutasse le offerte dell'altro. .Ma era stato, come al solito, troppo lento, ed oramai non c'era più nulla da fare. Ausonio era già li come a casa sua, ed aveva cominciato a lavorare. S'orry! Luigi Chiarelli.

Persone citate: Ausonio, Elisabetta, Luigi Chiarelli