Guerra batte sette uomini sul traguardo di Padovai

Guerra batte sette uomini sul traguardo di Padovai Il Giro del Veneto sesta prova del campionato ciclistico Guerra batte sette uomini sul traguardo di Padovai Un attacco di Bini e Balli in salita si risolve in una bella fuga di Gerini - L'ultima selezione provocata da Bartali e Bini - Il ritiro di Olmo rafforza la posizione di Guerra in testa alla classifica del campionato (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Padova, 2 mattino. Il Giro del Veneto ha detto una parola quasi definitiva a proposito del campionato nazionale: non che Guerra possa ancor dirsi padrone della sesta maglia tricolore, ma Usuo pia abbondante vantaggia di punteggio, difficilmente colmabile anche cai sistema, progressivo di amena invenzione, i rapporti che egli ha o, molto probabilmente, avrà con coloro che oggi figurano i suoi più pericolosi avversari, Bini e Bartali, e la nuova, preoccupante disfatta di colui che era sino a. ieri Olmo, lasciano ritenere oltremodo difficile che il titolo passi quest'anno in aifre mani. Il tiro di Bini 7! morto col quale è avvenuta questa improvvisa chiarificazione, per non dire decisione, della, disputa, che riempie di se la. maggior parte della nostra stagione ciclistica, non è stato, ad. esser sinceri, né dei più convincenti, nè dei più piacevoli e simpatici. Nè. se Olmo ha irrimediabilmente compromessa la sua candidatura al titolo con un'altra, crisi di cui tòmo a, invocare l'indagine da parte di chi si cura o si vale del più elegante, ma anche del più delicato corridore che oggi abbiamo, non mi è piaciuta l'evidente arrendevolezza con la quale alcuni giovani, di quelli. cui non dovrebbe parer vero di affrettare il passo verso la fama, e la. fortuna, hanno voluto rendere possibile o, almeno, più facile il nuovo sue¬ cesso del grande mantovano. Ac- cennero, narrando t fatti, a quelli \che hanno dato, e non solo a me, l'impressione di questo servilismo <antisport.ivo (e l'amico Colombo,]da quel vero sportivo che è, mve- ce di scagliarsi contro i colleglli stranieri che. sia pure in forma e\occasione inopportuna, l'hanno\spesso rilevato, avrei caro ci guidasse a- bollarlo e, nello stesso tempo, a. studiarlo e curarlo), ma intanto, per portare un esempio della, mentalità prevalente, dirò che. all'arrivo, pur dopo aver vinto anche grazie all ottimo servizio EL*w?iSicampani Guelfa "eia frusta, alla campana, Guetra. era furtbondo contro il suo giovane %r£SSZ£ ™SmTZ£. I«In fondo — mi diceva irritatisSimo il campione — io sono an- cora. della- sua- squadra e lui non doveva, farmi uno scherzo simile: del resto lo sa che, se mi ci metto di puntiglio, non la spuntano neppure in venti ». Il nervosismo della, vittoria dopo il grave pericolo pione, che. come aveva preteso la completa dedizione del compagno del 13,5.1, Bini, aveva beneficiato del... trattaménto di favore, non ho capito se volontario o no, usatogli dal. probabile compagno del 1936, Bartali. Amare considerazioni La solita mentalità gerarchica, dunque, aggravata e confusa dai rapporti già definiti o da definire per l'anno venturo, ha. dominato questa corsa, sulla quale è doveroso, anche se non piacevole, dire subito qualche altra cosa, per il bene e la serietà del nostro sport. Gli amici organizzatori padovani benemeriti per la loro passione ed il loro lavoro, avrebbero, credo, potuto fare a meno di far passare i corridori per strade trasformate in letti di torrente e curar meglio la disciplina del corteo automobilistico. Ma questi sono nei, in confronto delle odiose spinte in salita — distribuite, naturalmente, in proporzione alla popolarità e in misura non inferiore che nel Giro di Romagna — e dello scandaloso approfittare di mezzi meccanici. ■Quando avrò detto rhe fu proprio Oirardcngo a dire a Guerre, che, senza l'aiuto di infrapposti motociclisti, nè lui nè Bartali a- vrebbero più ripreso Bini nel fi-naie, avrò citato abbastanza auto-revole e insospettabile testimonio di uno sconcio che può anche es-sere stato decisivo agli effetti del risultato e che, comunque, è se- gno di un vizio che occorre asso- httamente colpire e reprimere. ffo qui le considerazioni sulla corsa veneta sono, mi sembra, piut- tosto amare. Alcune di esse, mi daranno lo spunto, durante la set-timana, di svolgere temi più ani-pii, altre spero troveranno consen- dienti il presidente e il segretario della Federazione, che hanno se- ■ guito tutta la gara, sollecitando da essi gli opportuni provvedimentiEd ora farò precedere alla valutazione degli uomini la narrazionedei fatti. La corsa- non ebbe che fugaci esbiadite coloriture episodichenella sua prima metà, cioè nei 125 Km. che conducevano da Padova\a primni„no, gi parti con mezz'o m di ritardo e. dopo rhe Cazzala < ni ehhe esaurfr0 una sfuriata ini] zMe, t ,)n corridori s'accordarono SIt dj un'andatura svelta, ma rc nniare, A Nnaie fKm. 27) la. tne\'dia ertl di JSj5. a Zcro Branco \(Km. 31 ) di 37 37) Ì9) di 3J,,6; a a a. Treviso (KmCornuda- (Km, 76)dopo alcuni scatti di Gerini e Vi-gndi, di Mara E. e Rossi R. erarisalita a- SS. Si seguiva il Piavee la calma della, corsa permettevail raccoglimento dello spirito ne ricordi dei luoghi e delle imprese di 8U0mh C* *** Alstolae ™*P™ vUn „tfacro rhf Costantini e Caz s„towj portarono sulla, salita d I «gli altri per riperderli poi in discesa. S'andò, poi, per un pezzo in passeggiata, sin che, alle porte dFeltre, le sbarre abbassate di unpassaggio a livello fecero a pezzil gruppo. Risalendo nel polvcrove denso sino al primo anello della lunga catena, assistei a una ■ i ritiro e Bergamaschi e Rossi Ra un inseguimento portato a termine dopo Arsiè (Km. Ufi). Rimoldi forò in questo tratto la suaseconda gomma e Morbiatto laprima. Scendemmo le pittorescheScale e. dopo Primolano, cominciammo ari- attaccare il piatto fotte della giornata, la salita che doveva portarci sull'altipiano d'A siaga. Qui Rimoldi fu. messo a terra per la terza volta, mentre Bartali assumeva il comando dell'ascesa. L'abbandono di Olmo Presto il gruppo cominciò a. per- dere le sue unita meno solide e si ridasse ancora quando passò in testa Bertoni. Ma dopo 10 chilo metri di salita, i migliori erano ancora, tutti insieme. Eliminato, però, Gotti per bucatura, si vide in grave difficoltà anche Olmo, cui fecero da sostegno Zanz', Ba vet e Michele Mara. A Enego Bar tali vinse quel traguardo e, a {or za di insistere nel duro comando, jrimase solo con. Guerra, Bini. Ber- gamaschi. Gerini, Vignoli, Cazzu-1 inni, Masarati, Generati, Bertoni e Fantini. Questi due ultimi, pe- rò, furono tolti di mezzo da una foratura. I tre chilometri finali ] delta, salita furono comandati re-- polarmente, ma vigorosamente, dae Guerra, Dopo un breve scese nella, valle e una stradiccinola falsopiano sselvaggia per scavata nella I roccia, sepolta sotto uno strato alto di ghiaia sul quale i corridori spesso facevan fatica a- stare in piedi. Al fondo, prima di ricominciare a salire. Bartali aveva perso contatto coi primi e allora Bini tentò con Balli il suo bel colpo, nel momento stesso in cuOlmo, con un sorprendente ritorno, si riaffacciava alle prime posizioni, Ma- la sua. apparizione fu 'come un lampo; il bianco celeste ' fu passato da Gerini e Guerra- e poi anche da. Bartali e Bergama- schi, per finire addirittura tra- volto nella, crisi che lo andava at-] tanagliando. i A Foza-, ch'è alla vetta, passa-..ono nrimi Bitti e Bam, „. io" Gè-'rini * u0" Bartali a US" Guerra I « So" BergamLehi e a l'Olmi Cazzulani e Masarati. Nel primo ; tratto di discesa Guerra raggiun-\se Bartali, Gerini fu su Bini e Balli (quattro toscani nei prim , cinque!), e già (quattro {osceni nei pri 7.'), e già si profilava- un i i ; duello fra i due e i tre, quando la -]situazione eambiò all'improvviso .sempre per colpa delle gomme che appiedarono pilma Bini, poi Bai-be testa. Sull'altipiano Bergamasch riuscì a unirsi a Guerra e Bartali mentre Olmo abbandonava c Bin compiva, un inseguimento da fai strabiliare. Pensate, infatti, che mentre Guerra, Bartali e Berga- maschi passarono per Asiago a-i 30" da Gerini, Bini era già a $5"; a l'io" venivano Cazzulani, Mara M., Vignoli, Sessa e Masarati Sessa, Intanto Gerini. si capisce, era venuto avvantaggiandosi sugli inerti inseguitori, ai quali si erano facilmente aggiunti Vignoli e Masarati. fino ad avere oltre 3' di vantaggio. Prima di Vicenza a. 2' Gotti, a 3' Zncchiììi, a !f' Bovet, Canazza e Bertoni. Condueendo a termine la sua furiosa- caccia, Bini piombò su Guerra, Bergamaschi e Bartali pochi minuti prima che Guerra forasse, Allora si vide cor. non poca meraviglia non nolo Bini e Bergamaschi, ma anche Bartali allentare l'azione, con il logico risultato, se. non proprio col. preciso proposito, di facilitare il ricon- giungimenta di Guerra. Questi, però, quando già con Vignoli e Masarati era a mezzo minuto dai suoi compagni di prima, forò una seconda volta, e fu superato da Cazzulani e Gotti e raggiunto da vennero ad aggregarsi a qucsto\ gruppetto anche Sessa, Gotti Generati e tutti cominciarono ' riavvicinarsi a Gerini, il quale, finalmente, verso Debba fu, rag. giunto. La calma che sopravvenne per rini persero contatto Fantini, Ber gamaschi. Rimoldi, Gotti, Fraeca roti e Generati. Si era. a metà sa- W» «tMIMfo scartò Bartali e solo Bini gli tenne dietro, inseguiti en 'trombi da vicino da Guerra e Ge ■«*,, poi da Cazzulani, che in se- Bini e Bartali e tutti e tre fecero u<: emma vne »F«i ''««'■./*'•mise il riconaiunmmento anche di, Ma.ra, Canazza. Rimoldi, Fraccaroli, Fantini, Oggero e Pesenti, mentre Montesi, caduto, si ritirò. Lo scatto di Bartali Questa ricostituzione del gruppo, però, fu provvisoria, perchè lasalita- di C'astelnuovo riportò lalotta, e la selezione. Sotto il tirodi Vignoli si staccarono Pesenti,Mara E., Oggero, Canazza, Ma-sarati e Sessa, e sotto quello di Ce¬ gu'to cadde, e da Vignoli. Questo fu l'ordine di passaggio in cima; ma. poi in discesa Guerra, riprese insieme un paio di chilometri, fin .._ jn „,lr che Bini parti a. fondo e, filando come un indemoniato, prese circa 300 metri di vantaggio a Bartali c più ancora a Guerra, i quali non disdegnarono la scia di una- motocicletta e di un'automobile per riavvicinarsi a Bivi e poi riprenderlo. Fu, qucsto il segnale di tregua, che consentì a Cazzulani. Gotti, Vignoli, Gerini, Generati di riportarsi coi primi. Otto, dunque, furono gli uomini elle la folla stipata nel campo sportivo padovano acclamò ptr primi. Es:t dovevano fare tre giri della pista. Al primo paesaggio condiiceva Cazzulani, seguito da Bini, Gotti, Guerra, Bartali, Gerini, Vignoli e Generati. Ma Guerra si portò subito in terza, posizione e al secondo giro Bini assunse il comando, portando alla sua ruota Guerra, il eguale alla campana gli. urlò di accelerare; il che Bini fece nonostante sentisse afflosciarglisi la ruota, posteriore. Guerra all'entrata dell'ultima curva partì a fondo, ben guardato alle spalle du Bini, il quale conservò sul traguardo il secondo posto. Noti parve che Bartali, per quanto atteso a questa, prova, si sia interessato troppo della volata. Guerra, ha vinto questa gara col favore delle circostanze chilo illustrato, ma anche perchè he saputo essere continuo e all'altezza di ogni situazione. Egli mi e parso ancor migliorato dal Giro di Romagna e, se non si può dirohe abbia mai dominato, non c neppure mai stato in difficoltà. In complesso, egli ha fatto vale- sua autorità, il peso delleproverbiali riprese, la sua /re-SChezza alia, distanza. .%n mi c piaciuta di più la corsa di Bini, l'aquilotto che sta facendosi le penne per sempre più a'.H voli, che ancora non può concedersi per quella, maledetta- gerarchia che gli tarpa le ali. Senza la. foratura sull'altipiano e- le irregolarità commesse dagli altri per parare la sua fuga- finale, non so che piega- avrebbe assunto 'a\corsa. Certo il ragazzo di giorno in giorno e ogni volta rivela, doti che portavo il marchio della, più alta, classe. Bartali non credo abbia, affrontato questa, prova, con. troppa convinzione: diceva di non essere preparato e di non gradire il percorso. Certo egli non ha. combattuto corno ci si attendeva, da. lui, e, il suo attacco su. Castelnnovo è par so tardivo e non portato a. fondo. Eppure anche questo toscano ha la vera, stoffa, del puro sangue ed. è in via di notevolissimo progresso. Altro bel prodotto della, stessa terra, che viene sempre più imponendosi all'attenzione dei tecnici, è Gerini, il quale, a. differenza di altri, non lui. rinunciato a. giocare', la. sua, carta, anche sapendone le\ estreme difficoltà. E' con questo cuore, oltre che con questi mttseo li, che vorrei veder crescere i giovano Anche a Padova, come a Luge, Gerini si e dimostrato più sollido del pur ottimo Balli, neppur ieri assistito dalla fortuna. Lieta sorpresa è stata, la. corsa di Generati. In netta, ripresa, sono apparsi Cazzulani, Gotti e lo sfortunatissimo Etmoidi, mentre Vignoli Pha confermato la. floridezza del ne- 'riodo che attraversa. Nè dritta lo-\de vanno esclusi tutti ali altri che'hanno terminato la. para. la. quale\ha alternato i suoi periodi belli e ; coloriti a quelli meno piacevoli é\grigi, ha dato la. soddisfazione tcontrollare i progressi di qiovaniìdi valore, ma. anche l'irritazione di'- vederli troppo facili alla rinuncia \e si è chiusa con la vittoria del-''l'uomo rhe. in fondo, ha ancora' Wf-eceeolsuò reo emeioe-P'* '.ecce ai suo aico e meglio le - sa «sere e che, con ogni probabili- ' tà, saluteremo campione d'Italia, \! per lo. sesta volta, Giuseppe Ambrosini FACILE ARRIVO Km a MJ ZÌO 2!0 CU ERRA CONDUCE