Scoperta d'un colle

Scoperta d'un colle Scoperta d'un colle Credo di capire immediata-mente, apprezzo come si deveJanche se non l'amo con la stes-sa certezza e prontezza, colui che possiede, specialmente seha forte il sentimento del pos sedere, e lo può esercitar su una proprietà che si vede, si tocca, si può misurare con lo sguardo e col metro; ho conosciuto an- ch'io l'orgoglio, e forse lo porto nel sangue, di premere con un piede un pezzo di terra, e di poter dire: questo e mio. Potrà essere un frammento insigniti- cante della crosta terrestre; majpensare che questo trammentoje tuo, e che potrai difenderlo.:se occorre, con ogni mezzo egmagan cadervi sopra senza ce- dere; sopra questo sentimento.;cosi legato alla «cosa» da far:tuttuno con essa, sorge, anche jse poi s'allarga nello spazio per migliaia di chilometri, il sentimento di patria ; e allargandosi si spiritualizza in un concetto superiore, diventa la Patria, sto rta, civiltà, e poesia. Ma se non nasce dalla terra, non credo co-1 ine tale sentimento possa na-jscere diversamente : ed e per questo che ne valuto appieno l'origine, la radice. Perciò possedere la terra è possedere la base, l'elemento primo, la sorgente ; e forse per questo i passidenfes furori detti beati, con parola prefigurante il regno dei cieli, cioè, interpretiamo anche noi vichianamente, il regno dello spirito. Nè i possidente* son da scambiar coi ricchi ; i quali entreranno, è noto, nel regno diei cieli con molla difficoltà eli quella che incontrerebbe il cammello a entrare ne a cruna iefun ago, secondo 1 alta para- Dola. 1 ricchi non conoscono pur l'odore della zolla, e le loro ricchezze sono perciò sterco del diavolo. Non confondiamo. .Questo preambolino mi si èjallungato un po' troppo; forse ha persino sconfinato; ma io vo- levo dire soltanto che. posto quanto precede, non troverei |troverei cosi indispensabile cintare il proprio pezzo d'orlo, giardino, frutteto, vigneto, con villetta o|villa con parco, piscina e ten- nis, con tanta abbondanza (Il ch'e una rigorosa, "'e persin ge-1 Iosa, affermazione del diritto di proprietà, con l'annesso se mento che ho celebrato testé — j■"V! motivo niumu e che quindi non c'è d allarmarsi o ragione ci i soli-jsticare. Ma che direbbe padre Dante se venisse a spasso per queste stradicciole. egli che, hso nella Rosa celeste, quando si ricordò un momento della ter-1 «la vidi n„n ^ ^«.nrln M ■>,.* T - r 1 , ^,rf,R1(- U1 un aiuola." Lon quel metro, non,. la Darolà"feroci usata da Ini in nn^rrfrSnP « quciia. occasione, gli si eoniei-^merebbe a mille doppi e più..eirellando ner onesti oosti »ur girenancio per questi posti, pur tanto amenamente leggiadri ,Leggiadri a guardarli snpi-ial-ldoveva esser certo più grande e dirò anche che tenne la misura larga ; ma son certo special- mente dalla cima del colle, con|tanta varietà di verde, dal ci-|presso all acacia, da ài vigneto dal castagno afte :ner^^Sl?VWrt*dS anche ndo pratuio. Vi trusc a anche il pioppo, e ai fianchi della mia villetta (d affitto) ne ho due per scolta, che al minimo spirar dell vento oscillano con un fremito, serrato e molteplice, poi si aule- tano, in attesa di non so che; e ogni tanto, quando la penna! mi d per iiUs'hUunta' Sarto il s impunta sulla taita. lo va- o dallalta finestra a guardarli.!er scoprire l'esalto suono di quel vario lor frusciare, e oscil-|lare, ma senza mai venirne ai capo. Quando il sole della mat- tina. rompendo su dai monti. Jdila-ando su (incile groone disuiid anuo su uuenc gioppe ui colline velate di nebbia nottur- na, viene a dorare le umide to-|glie e a farle splendere, di pa- ragoni o tropi il mio t'ondo let-ìterario ne troverebbe parecchi' ma nessuno collima con poetica verità con quel frusciare e splen-■dere, e li scarto via tutti con: sorta d'irosa insofferenza. una sorta ci irosa insotterenza,spennientando ancora una voltaPl'inanità della parola. ^Ia io di.-evo del colle chelicolle, che nel punto più alto ha proprio una corona di pioppi, ed è il luogo che più mi piace lo piaceva, come dirò). Vi si arriva per una strada che vi gira attorno salendo, allo stesso modo, appunto, cli quel disegno che raffigura il purgatorio dantesco. Per questo, poco prima mi so- no immaginato Dante a compa ,gno; e ho sorriso dentro di me nato; tanto più che, quando ine-1 no te l'aspetti e vai quieto su per la dolce salita, guardando: *■ • ._ l: per quelle tante reti di filo spi U^r,; fl'nn^-mntp rhc t\ ci'logni tantoorizzonte cne n si \slarga sotto gli occni, eoa lato scorgi laggiù nel piano il ■ lungo greto del Serio Che: pare una gialla pietraia, e dall altro quello del Rrembo accompagna-ì lo da pioppaie e cascine e orti, da dietro quelle reti di filo tutto .a un tratto a farti risentire dal-'la contemplazione saltali su ab-jbaiando furiosi e ringhiando dilvana rabbia feroci mastini, co- lo-sali danesi; oppure leccati:cagnolini petulantissimi di sul-!l'orlo dei muri delle brutte vii- lette, vuoi alla svizzera vuoi alla nordica, con grande spreco di 1ferri battuti, e lanterne cinqueJcentesche agl'ingressi, e poggioìli e belvederi, decorati di poni ■ posi vasi di cemento, vuoti di 'fiori. Il brutto e il bello in som ma, il brutto che fanno spesso gli uomini e il bello che fa sempre la natura, su per questo col-, le s'alternano variamente, alter-j riandò nel tuo animo sentimenti; opposti, e varietà di considera Z10ni morali. Solo in cima, sul |a vetta, come è chiamala, tale contrasto finisce ; a far da cinta a, toml(, fli ; ; non .è h juna siq,e in£o)tydj mirke e (li j eiHe alte, e ortiche; un cancel:letto sgangherato finge un ingresso, e alcune scale quasi in teramente coperte d'erba e di ;terra ti portano nello spiazzo, :largo più del credibile. Vi sorjge una casetta nel mezzo, metà tetto meta terrazza; e 1 pioppi, alti e fitti, vi fanno ombra e fruscio perenni. Una pergola d'uva, ridotta anch'essa a. itn pittoresco abbandono, attraver- sa per metà lo spiazzo, e con 1 duce a una porta alta da terra jtre o quattro gradini. A occidente, un balconetto di legno si intravede mezzo diroccato tra l'edere, e galline razzolano qua e là. Il luogo dunque sarebbe bello, e bellissimo l'abitarvi. Ma uno chalet tutto di legno, chiuso e messo da parte come un grosso giocattolo abbandonalo, mangiato dalle piogge e scardinato dal vento, sta lì a testimoniare, se non d'un passato plendore, d'un'esistenza diversa da quella d'ora; di fatti, son venuto a sapere che fino a pochi anni fa c'era un ristorante, e crlc l'attigua casetta, ora di con tadini, era mèla di buongustai e di tenere coppie. E' stato a questa notizia per me come un improvviso cadere della colonna di mercurio in un termomejtro surriscaldato; e non che la t buona cucina e l'ottimo vino, j per dirla con un verso del bor-i ghese Bctteloni, che il Cardile- cj stimò, non abbiano anche per P ci Slii me le dovute attrattive, ma tol già ero abbastanza avanti- nel ?antasticare sulla solitudineIp si inlalla dc, , comc mj c 1 _ „:„ i.ì„„ „..„ i l stata .. . , .. , ' 'l nulla intatti, di vicino o lontra- d no. vi turba 1 ampiezza dell o- j "Z^ntr; '° l0nta",e Ca'C 6 VlllC d sui declivi, verso il piano, vedu- le c]j ]ass{, paiono, specie a un' occhjo un po' miope comc il s m:0 ,it,iie mucche sparse alla „„,'„„ p hlffa| ,,;,', ,lPll',. mio- gS*" 'tol ite cto scatolette. l.c Di Ulte, poni , c P°settc e pretenziose ville ar- r dilaniente cintate e costudilc da: sSqUaflrc f]j cani, chc gravano le ofalde del colle, di lassù non sii'i iscorgono; e ne arriva appena n <\u*khQ rumore. Lalla cintura c ™ pioppi spinge perciò lo sguar- ; p^- g jj lontanissime, ondu-!. . ,-n j.- nntl «-ii: 1 rrP,tP'à Lale s *r À■ i • b m monti. o meglio diritto al cie-|P]o « Quale vista più bella: ho I * _~. .... ._u.rj: . n scoperto un colle, dicevo a me ste!:S0| che non scapiterebbe for-! se co) „;„ famoso colle della cse col pm tamoso colle elena- P°-eSÌ- 'ta''ana *' L 56 P°'"' tr?- d're ^mpre ™ : ?ln t mc un po' (.aro, e di più mi sa- r ra [n avvenire. • i l .. . t Ma le mie sorprese, e diro vsenz altro le mie delusioni, non|l dovevan fermarti li: la colonna t * mercurio del mio entusiasmo s doveva scender d. botto a un r Difatti' 80,1 ve-1 a „nerc e stavolta ner la • c"1"" a"XSrSL? U bocca del a stessa persona che Pocn' anni llnm,? cunnaya |HSSU ! q polenta e uccelli, che al tempo g »' CUJ lo chalet e annessi attira- pw, buongustai e innamorati, pcapitò un giorno una severa si- e 1 .i,Iflantri :„ lì ..n„\\ an. T g"o™. « l^mo in teu* an ^nl- nlrt -'"c'irà in „imn 'g supporre d essere stata partICO- dlarmente bella. Vestiva di nero, S era a''a e ''' s,)'cnnc incedere:! t p- chiesto di poter visitare il | p,»0SJ"- entro neIla ca,f,e"a' 'ia,- so da una stanza all altra, di scese, i m! ze ogni tanto sostava <la- j - "^V"""" ""««"cesiiii-HPa*"' a »[ " ^ "; . jn sc guardava (lavanti a se, in.. nallo',,pe'- tCn',a' sl,enz,osa c dve. ti gioviale trattore sospetto si-he fosse matta, e il suo sospet to s'accrebbe, allorchè, sedutasi, ella chiese una bottiglia di birra. La bevve tutta lentamente, e già il trattore e la moglie si guardavan preoccupali. Ma a un cenno di lei, egli s'avvicinò e seppe che In misteriosa era Cvstqnctd(; Avevan v stata moglie d'un celebre libret- lèli ultimo romanticismo, til poeta e lei.isili quella casetta per parecchi Iz r»«n| osoitaildo sùcsso fra mu* tà sìcis^ della'.Scapigliagli slra' anc'1c ' a,,,ore "e"?. s\hème r)npo ,antanm ella era p dunque venuta a rivedere 1 luo-jd ^ Jjc||a s(]a fdicità. e quieta- r mente lacrimava. g • Ahimè, il mio tanlasticalo ci- t mo colle aveva conosciuti gravi ,P.trascorsi letterari!; e di che spe- m'eie, misericordioso Iddio. i?i do-jtjvrà dunque dire che la lettera- nluirà non abbia lasciato al mon- do più nulla di vergine, t chie- :dere a Dio. come in una poe-;q!sia d'Aldo Palazzeschi, di tro-jc varci un nascondiglio fuori del-, C la natura? G. Titta Ro»a [Sic

Persone citate: Aldo Palazzeschi, Cardile, Dola, Iosa