Potenza

PotenzaPotenza Zona di manovre, agosto. Questo è senza dubbio un bel congegno di guerra. Anche se si avesse la buona o mala volontà di brontolarlo, magari come si fa delle persone e delle cose più care, non ci si riesce. E' una macchina vasta 0 potente che ha come il battito di un cuore sano. Non lo si sente quasi pulsare se non lo si ascolti con intenzione, eppure tutta la vita, tutto il moto origina di là. Voglio parlare del ritmo di azione e di movimento di questo esercito in manovra e non già del pensiero che guida l'azione, ma del modo come questa azione è eseguita. Una manovra non ha un solo volto interessante, ne ha mille e ciascuno ha il suo interesse talora profondo: questo era per me ieri ed oggi il più interessante. Però che troppo spesso e troppo lungamente si è precipuamente badato all'addestramento degli alti quadri nelle manovre e si sono create o disfatte le fame dei capi, laddove mancano gli elementi fondamentali per giudicare chi avrebbe vinto e chi avrebbe perso nel gioco vivo e tragico della guerra. Qui invece tra gli artiglieri e tra i fanti, nella vita comune cosi cara al mio cuore, si vede quali possibilità ha il congegno; e chi possiede i termini di paragone misura queste possibilità in profondità come in estensione. Se l'elemento uomo è quello che abbiamo detto, è ben certo che con simili soldati e nel clima che viviamo, i risultati complessivi non potrebbero tradursi, perchè i mezzi materiali sono veramente notevoli, che in una grande e sublime parola por un esercito: potenza. Poiché gli eserciti di oggi non hanno e non possono avere più alcuno degli aspetti dei vecchi eserciti stanziali e non sono se non il congegno vasto che raccoglie, anima e scaglia un popolo in armi, è chiaro che chi vede alla prò va, sia pure finta e cortese, in quest'ora il nostro esercito, deve avere netta la sensazione della po tenza fascista. Una simile prova si ha nettissima, palese, evidente quando si viva la vita di un corpo e di un reparto e lo si veda dal l'interno e non dall'esterno eseguire l'ordine • ricevuto mettendo in moto tutti i suoi- organi, svilup pando tutte le sue possibilità sul terreno là dove l'orpello non si può nascondere sotto la specie dell'oro ed 11 buono è buono e le deficienze si rivelano a forza. *** H gioco del giorno 25 presupponeva un nemico arrestato dopo 10 sfondamento di un velo di copertura e fermo da tre giorni sopra posizioni forti per natura, rafforzate ancora come avviene nella guerra moderna nella quale, dopo tutto, i mezzi difensivi hanno oggi ancora la prevalenza sopra quelli dell'offesa. Per smuovere poche mitragliatrici e pochi fili di reticolato si richiedono oggi tali mezzi nell'attaccante da rivelare veramente una sproporzione di sforzo col difensore. Era giusto che il volume di fuoco fosse vasto ed intenso e che le fanterie fossero molte, sia per rimanere vicini al vero, sia per addestrare tutti al superamento delle difficoltà. A crearne delle maggiori si è aggiunto il maltempo. Non so se il volume di fuoco delle artiglierie fosse sufficiente a rimuovere gli ostacoli che in tre giorni un avversario può creare In un terreno montano difficile come questo. Ho veduto bene come era stato inquadrato il tiro dei medi calibri, come erano collocate le batterie e come funzionavano tutti i loro congegni. Posso ritenere che tutto 11 fuoco di questo raggruppamento che mi ospita sarebbe andato • a segno ed avrebbe avuto ben poche perdite anche nel materiale. Ma tutto ciò è e rimane nel campo della ipotesi. Dove si esce dal campo della ipotesi e si entra nel campo della più viva ed appassionante realtà si è quando tutto l'organismo di un raggruppamento di medi calibri come questo deve abbandonare le posizioni per andare a prenderne delle altre anche più audacemente avanzate, senza farsi vedere. Non può servire che la notte, e la notte scorsa era buia e fonda accompagnata per di più da tali rovesci d'acqua, da far apparire veramente che sì fossero aperte le cateratte del cielo. In questa notte di tregenda i quattro gruppi si sono disincagliati dalle loro posizioni prima delle 22, tanto da far posto sulle strade alla divisione motorizzata, improvvisamente lanciata sul nostro fronte, la quale le aveva occupate anche troppo. Alle prime luci i gruppi erano nelle possibilità di fare fuoco dalle nuove posizioni avanzatissime, anzi facevano i loro tiri di inquadramento, quelli che consentono la bdgcfmdl'scsdamsccdsgfd■lochvlascmlgmttvsvaeagsIt«5lbdnrmtfglvnpreparazione speditiva del tiroe la sicurezza e la rapidità di quel- lo quando viene richiesto. Tuttociò si scrive in poche frasi che oc cupano pochissimo spazio, ma per fare tutto ciò alla prova con l'avversità degli elementi, senza un incidente, in terreno difficile e pericoloso com'è quello di montagna, e nella notte, è necessario che l'elemento uomo abbia quella guida e quell'addestramento che abbiamo detto e sia costruito spiritualmente come l'ho descritto nelleprime impressioni di questo fecon-do e benefico bagno nella vita sana di quel Sacro Istituto che è l'Esercito. E' questo l'ordine che genera la potenza. *** Stamane c'era un bel sole. Le prime luci del crepuscolo mattutino non lo promettevano. Sem- a e o n l ò o o a e i i e i o o i A l e i o o i, e o o no oe. o a a à di ianaet e a arta pro da ote apno le, ano bravano venire come dalle crepe di un vetro smerigliato con un grigiore di piombo che si specchiava nel laghetto di Crescino fattosi anche lui grigio verde come una grande unità in piazza d'armi in formazione chiusa. Cosi l'ho veduto alzandomi dalla finestra della cameretta soldatesca che mi ospitava per poco. Poi il sole ha vinto e sono filtrati raggi d'oro a dare 11 colore alle cose c ad asciugare almeno por il momento tutti questi soldati che non si vedono, che non si sentono e che vi fanno trovare tutto fatto come se il miracolo fosse nell'andamento normale delle cose. Sono salito a Denno col comando di raggruppamento. Un reggimento di fanteria partiva con la sua bandiera. Partiva per l'azione come ■ allora » e con l'ordine di « allora » e come -s allora » il mio cuore era con quei battaglioni che hanno la gloria a compagna della vita e sembrano ignorarlo. Li ho lasciati sfilare, poi ho un poco discorso col bel colonnello del 57" che seguiva, padre di tante anime che sembravano vivere dell'anima sua, poi li ho uditi impegnarsi al canto elettrizzante della mitragliatrice, poi... non ho potuto resistere più. La vicenda antica sembrava rinnovarsi e, come allora », ho avuto il desiderio invincibile di andare coi fanti come se quello fosse il mio posto. La via non era lunga, il sole era già alto ed ogni passo rivelava a me ed al mio giovane compagno un aspetto di questa vita, del congegno che la genera, del modo maschio e sereno col quale si svolge. Il fiuto di buon cane mi ha portato all'azione: qui si attacca « Dosso Lugh » con le forze del 57° fanteria. In alto il dosso pullula di osservatori: dalle quote basse li vediamo come se fossero dei nemici impazziti che si votano al suicidio, a morte certa. Sono destmdiunnoqutachsisotecoCmtaBLteluxrsLntVlagu.Arami del Parlamento e gli Addetti militari esteri che osservano la tecnica dell'attacco delle nostre fanterie. Mi confondo col battaglione che avanza lentamente fra le più gravi difficoltà come tante altre volte. La finzione e l'osservazione mi prendono tutto come se fossimo nel vero, e, come se nel vero fossimo, sono ammirato di quel reparto. Il Battaglione di prima schiera si muove all'attacco con un'azione tattica di un'armonia che impressiona. Qui Ufficiali, graduati e truppa rivelano una istruzione precisa che deve essere stata curata nel particolare fino alla minuzia, se sul terreno si svolge con questo movimento perfetto. Anche qui si ha veramente l'impressione di un esercito che ha messa a frutto tutta la nostra dura esperienza di guerra ed ha saputo fornirsi di armi ben diverse e sopratutto di un ben diverso volume di fuoco portato sulla linea del combattimento, perchè la fanteria potesse sviluppare efficacemente la sua dominante azione bellica. Ma quale sforzo tutto il congegno ha dovuto esercitare per assorbire ed amalgamare in sè, nell'unità tattica elementare, colla massa dei fanti, mitragliatrici pesanti e leggiere e più di un tipo di artiglieria! Eppure qui, in tutto questo mondo, nel quale tutto l'organamento di una grande unità che debba agire è rappresentato come in una cellula, è il germe ed il moto della vita. Vedete il Battaglione: agisce e sfr batte ormai aRmpagssBgRsvscsccbnABdtviitaquasi senza comando. Il coman- j dante è sulla linea del fuoco e regola il movimento dei suoi reparti con poco più di un cenno della mano. Cosi fino al comandante di plotone, e fra il gracidare vario delle mitragliatrici leggiere e pesanti, il suono alto e secco dei cannoni someggiati, ed il crepitìo della fucileria non si ode nè un comando nè un sibilo. La massa si muove in formazione perfetta, snodata a maglie come una catena, senza soluzione di continuità. Le armi appoggiano le squadre che sbalzano lente e solenni quasi che il fuoco nemico le ostacolasse, ma avanzano con la inesorabilità del destino, cosi come avanza nel mondo il popolo italiano. Le squadre difendono le armi e le proteggono: il cannone fruga e spiana le mitragliatrici e le ultime difese nemiche. La sincronia è mirabile, il canto delle armi è di tanta bellezza che nessun artista ha saputo descrivercelo ancora: è un peana di gloria cosi forte e cosi alto che udendolo e vivendolo il tuo spirito non è più tuo, non ha più legami col corpo perchè tutto il corpo è fatto puro spirito e tutto l'essere è trasumanato. E' un canto di gloria per il quale la morte è bella perchè tu senti che è grande; per il quale tu sai, anche se ad altro non pensi che a batterti, che in questa atmosfera di pura essenza spirituale la mor- ro L, ' rR ]a vitfl La vita cterna el- 6yita dci 0„ „a ,a to ,e u desUno de, „ viene c er vun ea, eda aallle segnato oggi anche per il lontano domani. Confuso in un moto ed in un suono di tanta bellezza, ne sento ancora una volta come tante altre, più di tante altre, tutta l'armonia. Ancora una volta vedo la profonda ragione per cui mio figlio è a battersi laggiù, perchè mio nipote bambino elio gioca ai soldati andrà alla guerra, perchè ì da venti generazioni ci sono an- n- j dati i nostri vecchi per gli stessi aEgeLe tum- principi e con lo stesso amore. Confuso tra questi fanti partecipo dell'anima comune, mi sento par te di loro e con loro mi muovo ed agisco insieme col mio giovane compagno perchè l'armonia non si rompa, perchè mi zia sert»t' l'onore di non venire straniato dall'azione di questa immensa matrico che genera la vita. Il senso che domina me, governatore di uomini a mia volta, confuso nei perfetto gioco delle fanterie all'attacco, è un senso di potenza. Potenza che vince e domina. Potenza che non si arresta. Oltre al congegno guerresco delle artiglierie e delle fanterie sta tutto l'apporto delle altre armi e di tutti i servizi. Al di sopra di quelli il comando delle grandi unità e quello supremo. Qui hanno potuto esercitarsi tutti, in questo terribile terreno di montagna dove le difficoltà sembra che si moltiplichino in progressione geometrica. Pure queste, sono le porte d'Italia, e troppo terreno della penisola nostra è cosi fatto perchè non si insista, Ciascuno trarrà gli ammaestra- menti necessari da questo oserei- tazioni. I fautori della guerra di movimento ed a rapida soluzione a qualunque costo mediteranno gli oroscopi. Coloro che vedono negli appigli del terreno la facilità per l'una delle due parti che lo creda opportuno ai suoi fini di imporre la guerra estenuante di posizione e pensano che non debbano esserne dimenticate la possibilità e la preparazione, mediteranno a loro volta e, più silenziosamente, trarranno altri oroscopi. Coloro che, come me, hanno veduto in luogo tutti gli inconvenienti di un rapidissimo trasporto di truppe e di mezzi al fine della assoluta, imprescindibile, inderogabile necessità che tutto le strade, dico « tutte le strade » che conducono alla linea di combattimento abbiano in ogni istante senza eccezione di sorta la possibilità di una colonna ascendente e non meno di questa di una discendente, faranno le lo ro meditazioni ed anche essi tire , ranno le somme con gli elementi-': afnepbmnccle : portano" acTuna" ■^ImSTMam^ acquisiti. Questo dell'ordine perfetto sulle strade è un elemento non mai abbastanza considerato e degno di profonda meditazione per la preparazione bellica. Non basta un prepotente che strilli a mantenere l'ordine sulle strade e non bastano nemmeno le più draconiane consegne. Bisogna che il comando delle strade sia unico e che la valutazione di tutto il complesso delle necessità sia nel-! le mani di uno solo perchè l'una esigenza non soverchi l'altra e tutto trovino la loro soddisfazione nel senso che non una soccomba e tutto armonizzino. Gravissimo è il pericolo del disòrdine sulle strade in una guerra come questa! Le mie meditazioni in questi due giorni 25 e 26 agosto zfra queste montagne, fra questa i ingente massa di armati educata i ed istruita, seria e serena, con j questo ingente impiego di mezzi condono con tanta perizia mi zione di potenza che è stata immediata ed è ora provata. Potenza in genere del popoloitaliano guidato dal Fascismo in quest'ora di grandezza. Potenza del Regio Esercito ita- Mano animato dal Duce per tutte | le prove. Potenza nella soldatesca compostezza di tutti. Potenza di mezzi ormai acquistata. Potenza di una tradizione che non s'interrompe. Potenza in una educazione di ordino che si rivela perfetta. Potenza in una volontà che non si piega. Potenza in una forza di slancio e di urto che sfonderà tutte le barriere. Chi ingombrerà la via a questo popolo proverà, La sicurezza del domani è as soluta. De Vecchi di Val Cismon

Persone citate: De Vecchi, Duce