Roma di fronte a Ginevra e al mondo pronta ad ogni evento di Alfredo Signoretti

Roma di fronte a Ginevra e al mondo pronta ad ogni evento Il Consiglio dei Ministri riunito a Bolzano Roma di fronte a Ginevra e al mondo pronta ad ogni evento L'Italia ha una questione con l'Etiopia, non ha e non vuole avere questioni con la Gran Bretagna - Le misure per fronteggiare eventuali sanzioni belliche sono state già prese - Il fabbisogno alimentare della Nazione assicurato - Provvedimenti finanziari: Un limite ai dividendi delle aziende industriali Cessione obbligatoria dei crediti all'estero - Una imposta sugli interessi dei titoli al portatore non statali Visione totalitaria Bolzano, 28 notte. Per la prima volta il Consiglio dei Ministri si è adunato fuori della Capitale; una tradizione, non solo italiana, è stata interrotta. La singolarità dell'avvenimento si spiega e s'illumina nell'atmosfera che vibra in questi giorni nella città vigilante ai confini immutabili della Patria; nella Alta Valle dell'Adige, dove lè Divisioni di guerra, gli strumenti più perfetti degli animi e delle macchine che esistano fra tutti gli eserciti moderni, si sono allenate in movimenti di sorprendente precisione, batte forte il cuore d'Italia; e le voci e gli spiriti si congiungono in perfetta comunione di scopi dal Brennero alle lontane contrade dell'Africa Orientale. Dovunque è un soldato d'Italia, là non vi è più discontinuità di vita e di azione; qua le nostre frontiere penetrano più profondamente nell'interno d'Europa; là siamo protesi alla conquista del più marcato contrafforte africano; la nostra forza si ripartisce con saggia distribuzione in modo da tenere in pugno il destino senza abbandonarci al caso: ecco il segno più convincente del raggiunto grado di grande po> tenza, l'Italia ha capacità sufficienti per muoversi liberamente su più continenti. Tale visione totalitaria si riflette e agisce nelle decisioni adottate e che opportunamente si sono inquadrate nella più formidabile rassegna di forze compiutasi in Europa nel dopo guerra. Deliberazioni all'altezza del periodo storico che attraversiamo, deliberazioni degne delle nuove generazioni guerriere che si sono andate plasmando secondo il comandamento e la volontà del Duce. Le complicazioni della que> stione etiopica, complicazioni dovute ad interventi estranei alle nostre intenzioni, sono sta te chiarificate con il massimo realismo; ancora una volta l'Italia indica la via per evitare il ripetersi di errori fatali. Noi non ci chiudiamo in una torre di avorio; il comunicato fa giustizia sommaria di tutte le voci false diffuse in malafede ai nostri danni; noi non vogliamo minacciare su alcun fronte la sicurezza dell'Impero britannico; non solo, ma abbiamo il coraggio di portare i termini del conflitto dinanzi ad una tribuna non davvero ricca di prestigio, quale è la Società delle Nazioni. Ma noi non accettiamo giudizi, accettiamo il sereno riconoscimento dei fatti e quindi dei nostri diritti; tanto meno sopporteremmo delle sanzioni. Le sanzioni costituirebbero un atto di ostilità. Tutte le eventualità sono state esaminate e prospettate, non con un ottimismo imbecille, ma con la sicura fermezza di chi è pronto ad affrontare le prove più aspre per rivendicare il diritto di non essere soffocato. La nostra condotta per le prossime settimane è tracciata in anticipo con una linearità perfetta; la politica fascista non ama le sorprese di giuoco ; ma come limpide e precise sono le sue responsabilità, altrettanto chiare debbono essere le responsabilità altrui. Nulla è lasciato all'imprevisto; secondo questa direttiva fondamentale, provvedimenti derivisi sono stati presi sul settore economico e sul settore finanziario, settori a cui guardano con mal celata speranza i nostri avversari. Le importazioni per i bisogni civili saranno ridotte ai minimi termini e, qualora non intervengano motivi assoluti di vita, saranno soppresse. Con la cessione obbligatoria dei crediti all'estero e con la conversione obbligatoria dei buoni novennali la massa di manovra ai fini della bilancia commerciale sarà notevolmente rafforzata. Con l'imposta sui dividendi si prosegue nell'opera faticosa di risanamento del bilancio che non può soffrire distin¬ zitucoratàFchl'etofosftae tonatappstgsedcostagLrsdlastr1VRgFgDccdRctCddtlidNbpcCfigtspmsmlnedcdnamrmnsbuLsnipgbdggdgqlcdgpsp zioni di categorie. Ma è soprattutto sul provvedimento che concerne la limitazione temporanea dei dividendi delle società, che va posta attenzione; il Fascismo vuole prevenire l'anarchia produttiva di cui si ebbe l'esempio funesto nell'immediato dopoguerra; le sane attività fondate su programmi non di sfrenata speculazione immediata non hanno da temere nulla; e le attività sono sane in quanto si disciplinano in un piano nazionale che contempla i vantaggi della collettività. La solidarietà nazionale non può essere frase vuota di valore pratico; quando le necessità stringono, più essenziali divengono gli obblighi comuni. L'esempio è dell'esercito, che nella disciplina e nella gerarchia non conosce privilegi; le grandi ore storiche impongono a tutte le attività di uniformarsi a tale grande esempio. Alfredo Signoretti IL RE E IL DUCE ALLE MANOVRE CON UN GRUPPO DI ADDETTI MILITARI STRANIERI. .(fotografia trasmessa per filo alla stazione telefotografica de LA STAMPA)

Persone citate: Duce